2-Nell'Eden: accanto ad Eva, completamente nudo

Chi è la donna, che mi ha preceduto nel pronunciare il nome di Adamo? Inoltre, perché ha aggiunto le parole che ho sentito con queste mie orecchie? Posso sapere a quale persona ella si stava rivolgendo? Certamente, non a me, siccome io non mi chiamo Adamo. Il mio nome è sempre stato Gilui e continua ad esserlo tutt'ora. Esso è quello che ricevetti dai miei genitori, quando mi fecero amministrare il sacramento del battesimo dal parroco del paese. A proposito, mi è consentito di sapere in quale luogo mi trovo attualmente confinato? Oppure anche ciò mi viene rigidamente negato? Soltanto adesso riesco ad accorgermi che, fino a questo momento, ho visto e sentito sempre con i soli miei sensi. Ma ora, grazie al tono gentile di quella voce che ho udita poco fa e che è venuta a sottrarmi ai miei frastornamenti, ricomincio a rendermi conto della mia realtà pure attraverso l’intelletto. Il quale, subito e furiosamente, si dà a scatenarsi in una valanga di insistenti e mirati interrogativi, che seguono qui appresso.

Posso sapere dove mi trovo? È effettivamente reale quanto mi circonda? Chi è la donna, che ho sentita parlare poco fa? A chi ella, per esattezza, si è voluta rivolgere? Perché non mi trovo più nel mio studio, sdraiato sopra la mia comoda poltrona? Se ricordo bene, mi ci ero condotto nel primo pomeriggio, dopo aver consumato un frugale spuntino, allo scopo di schiacciarvi un gradevole pisolino. Ma soprattutto c’ero andato per cercare di dimenticare quanto di apocalittico era in procinto di scoppiare fra tutti gli Stati del nostro pianeta! Invece, per un fatto strano, mi ritrovo supino sopra dell’erba verde e all’ombra di una gigantesca sequoia. Per la precisione, sono sdraiato in mezzo ad un giardino stupendo, il quale si presenta un vero vivaio di piante floreali dai fragranti aromi e dai vivaci colori.

Mio Dio! Ma io sono nudo! Come mai sono interamente svestito? Dove sono finiti il mio vestiario e la mia biancheria intima, che indossavo poc'anzi? Chi me ne ha privato? Voglia il cielo che nessun mio simile, in questo istante, mi scorga nello stato in cui sono, impudico e molto imbarazzante per me! Se ciò si verificasse a detrimento del mio prestigio, come potrei non essere scambiato per un autentico demente? Invece io sono convinto di non esserlo affatto. Almeno voglio sperarlo! Al solo pensiero che ciò potrebbe avvenire da un momento all’altro, una tremenda vergogna mi fa avvampare nel volto. Inoltre, mi disorienta, mi conturba, mi avvilisce, mi priva di una qualsiasi iniziativa; anzi, mi fa bramare l’angolo più recondito della terra. È il caso di esclamare "Povero me!", poiché qualcuno, stando alla voce di prima, mi tiene proprio sott’occhio! Per questo la cosa mi stizza ancora di più, se mi rendo conto che tale persona può essere solo una donna, poiché era femminile il tono di voce che un momento mi è pervenuto all’orecchio, strabiliandomi a non dirsi.

Ma ella dove si trova, in questo preciso istante? Siccome non riesco a scorgerla in nessun posto davanti a me, deduco che sia alle mie spalle. Per questo motivo, non ho il coraggio di voltarmi e di accertarmene di persona. Sì, precipiti il mondo e crollino pure le stelle, siccome nessuno mai riuscirà a persuadermi a guardare indietro per effettuarvi un formale controllo! Se davvero la sconosciuta ci fosse e la scorgessi osservarmi nel mio abito adamitico, lo scorno che verrei a provare mi schiaccerebbe il cuore! Né io lo desidero! Allora come mi devo comportare? Secondo me, forse conviene essere prudente ed attendere le tenebre per sparire ai suoi occhi, anche se il loro ritorno si presenta ancora lontano. A buon diritto, mi vado rendendo conto che esse soltanto potranno togliermi dall’attuale mio imbarazzo.

Così alla fine decido di affidarmi alla notte, non perché essa è solita portare dei saggi consigli a chi ne ha un gran bisogno; bensì unicamente per accettare il favore della sua oscurità e farmi celare da essa. Il buio, oltre a tenere nascosta la mia nudità ad ogni occhio indiscreto, mi permetterà di coprire il mio nudo corpo con qualche mezzo di fortuna. Poco dopo, intanto che mi do a simili pensieri, risento la stessa voce di donna, che mi si esprime con queste frasi:

«Adamo, ti decidi ad alzarti? Oppure vuoi restartene ancora là a dormire, fino a quando le tenebre della notte non avranno oscurato esseri e cose di questo luogo? A quanto pare, oggi non hai proprio voglia di fare niente! Perciò mi dici cosa ti ha preso?»

Perbacco! La stessa donna continua ancora a chiamare il suo Adamo; di conseguenza, ella séguita a punzecchiarmi e a ridarmi alle mie atroci riflessioni sul mio attuale stato di palese precarietà. Naturalmente, la poveretta non immagina neppure quanto la sua voce, anche se è dolce e soave, mi ferisca e mi scombussoli! Ma poi ella chi sarà? Così pure vorrei sapere chi è e dove si trova il suo Adamo, da lei sollecitato con tanta amorevolezza a svegliarsi e a raggiungerla. È forse egli sordo, per non ubbidirle senza indugio?

Oh, mio Dio! Senza dubbio sarà il suo compagno e, per questo, non può essere che un uomo! Egli, come posso notare, dovrebbe trovarsi nei miei paraggi, visto che la voce della donna, se le mie orecchie non mi hanno tradito, mi è apparsa indirizzata proprio verso queste parti. Per fortuna, il suo partner continua a dormire e non si è ancora accorto di me. Molto presto, però, forse a momenti, egli si sveglierà e allora si accorgerà della mia presenza in questo posto e dello stato di nudità in cui sono. In tal caso, sono certo che si imbestialirà a causa dell'osceno spettacolo che gli offrirò! Infatti, alle sue rimostranze, come potrò giustificarmi con lui? Cosa mai potrò raccontargli, a giustificazione del mio stato attuale, che si presenta indecente ed offensivo nei confronti della sua ragazza? Volendo essere obiettivo, non potrò dirgli niente a mia discolpa, a parte quelle poche cose che lo convinceranno a considerarmi un autentico forsennato!

Dunque, quale decisione mi conviene prendere? Secondo me, l'unica cosa saggia da fare, in questa mia situazione disagiata, è quella di alzarmi e di filare via alla svelta. Così in un attimo affonderò in mezzo alla folta vegetazione che circonda questo posto. Tanto l’uno dorme e l’altra molto probabilmente mi volge le spalle, se non si è ancora accorta della mia presenza! Nel caso poi che non fosse come ho pensato, la mia rapida corsa nell'allontanarmi da qui le consentirebbe di scorgere solo in parte le mie nudità, ridimensionando in questo modo l’eventuale spavento che le potrebbe derivare dalla mia attuale oscenità, la quale deve essere ritenuta del tutto involontaria.

Fatte tali considerazioni, mi alzo assai risoluto e mi appresto a lanciarmi verso la vicina boscaglia che ho di fronte, la quale si trova a poca distanza da me. Ma, nel momento stesso che intraprendo la mia progettata fuga, ossia quando ho fatto appena pochi passi, la solita voce femminile viene a farsi risentire alle mie spalle, con una nuova sgradita sorpresa. Le sue nuove parole sono le seguenti:

«Come mi accorgo, Adamo, alcuni attimi prima dormivi solo per finta! Ma adesso mi dici dove scappi così di fretta? e perché mai? Hai forse voglia di farti inseguire, alla stessa maniera di ieri? Allora sappi che quest’oggi non sono per niente in vena di mettermi a rincorrerti a tutt’andare! Mi sono spiegata? Quindi, dovrai rinunciarci!»

Questa volta le parole dell'ignota donna sul serio mi risultano come un vero colpo alla nuca. Anche se il fatto possa presentarsi in tutta la sua assurdità, ho l’impressione che sia proprio io il destinatario delle recenti frasi da lei proferite. Perciò mi fermo di botto e mi metto a riflettere su di esse con pacata oculatezza. Se l'ignota donna parla esattamente a me, ella sa pure che non ho nessun abito addosso e che quindi sono nudo come le bestie. Perciò perché sto qui a preoccuparmi tanto, se la mia nudità non la spaventa? Lo dimostra il fatto che ella non urla e ci sono naturalezza e disinvoltura nelle sue parole. Ma, nonostante queste mie riflessioni rassicuranti, mi succede che non ho ancora il coraggio di voltarmi indietro e di accertarmi del vero. Così rinuncio a fare incontrare il mio sguardo con il suo, poiché vengo improvvisamente assalito da altri nuovi dubbi ed interrogativi.

Se per caso non sono io il suo Adamo? Se ella guarda verso tutt’altra direzione e, per tal motivo, non mi ha ancora scorto? Sono potute benissimo coincidere la mia manifesta intenzione di sottrarmi alla sua vista e a quella del suo Adamo, il quale è stato spinto nel medesimo istante dal mio stesso proposito! Ovviamente, egli lo avrà fatto, soltanto perché è stato preso dal desiderio di farsi rincorrere dalla sua compagna attraverso la boscaglia. Magari la sua sarà stata una finzione per vedere come ella avrebbe reagito! Allora, se questo è il mio ragionamento, cosa mi conviene fare e quale comportamento sono indotto ad assumere in questa vicenda? Devo o non devo girarmi indietro, allo scopo di appurare la verità, una volta per tutte?

Invece è trascorso appena qualche minuto, allorché la seducente voce della donna viene a rifarsi sentire da me. Ora ella si dà a rivolgermi le seguenti domande:

«Adamo, perché mi volgi le spalle e non ti dai a guardarmi? Ti faccio davvero tanto ribrezzo, da non volere più degnarmi di un tuo sguardo? Oppure sei adirato contro di me, per averti arrecato qualche torto? Il tuo mutismo, che in verità riscontro in te per la prima volta, mi risulta senz’altro inconsueto ed ingiustificato!»

Accidenti al suo Adamo! Proprio adesso costui ha da manifestare la sua bizzarria? Egli mi fa quasi venire una voglia matta di prenderlo a schiaffi! Si dà però il caso che io mi trovi in questa scabrosa condizione, la quale mi blocca qualsiasi iniziativa. Altrimenti, saprei io come risolvere adeguatamente la questione con lui! A proposito del suo uomo, posso sapere dove egli si trova con esattezza? Darei chissà che cosa per venirne a conoscenza! Comunque, in particolar modo, mi interessa appurare chi è la donna che parla con un tono di voce così dolce, così grazioso e così ammaliante. Quando l’ascolto, mi sembra di stare a vivere momenti di sublime poesia, di sovrumana esaltazione, di inebriante metamorfosi dello spirito, di gradevole dispiegamento di tutto l’universale sensibile che mi invade e mi sovrasta. Ho addirittura l’impressione di comprendere l’inintelligibile, di accedere all’inaccessibile e di impossessarmi dell'inconoscibile. Senza esagerare, mi sento alleggerire di ogni cosa che è di consistenza materiale, contingente, illusoria. Inoltre, mi vedo liberare di ciò che potrebbe risultare bruto, abominevole e dissacrante.

Di lì a poco, infine, vedo il mio intelletto rifulgere di una luce vivida e prodigiosa, la quale sembra che mi vada elargendo interiormente copiosi doni di natura soprannaturale. Insomma, in realtà chi è costei? Seppure le circostanze tendono a farmela considerare come tale, la fantomatica donna non può assolutamente essere la biblica... Ma, prima che io faccia il suo nome, ella mi previene e inizia a dirmi:

«Adamo, oggi non ho voglia di mettermi a giocare con te. Dunque, cerca di fare il bravo e vieni subito da me, siccome è già tempo di far ritorno alla nostra dimora. Inoltre, vuoi spiegarmi perché rimani ancora lì impalato, senza prendere alcuna decisione e restando assorto in una enigmatica esistenza? Tra quali pensieri meditabondi vacilla la tua mente? Tentenna forse in una stupida ritrosia a voltarti e a raggiungermi? Se è come ti ho detto, di sicuro il sonno ti avrà confuso le idee e ti avrà ingarbugliato i pensieri. A rifletterci, tu appari qualcosa di peggio: sembri un rottame in balia dei frangenti marini! Dunque, vuoi risolverti a ritornare in te e a condurti presso di me? Su, da bravo, fallo per la tua Eva, mio diletto compagno!»

Diamine! Questa volta la stessa voce mi ha confermato anche che ella si chiama Eva, interrompendomi e sbalordendomi per ben due volte! Più di tutto, però, mi hanno stupito le riflessioni che ella ha fatto sul suo Adamo, poiché esse mi sono calzate alla perfezione. È innegabile che, in quelle critiche che ha mosse al suo compagno con sorprendente disamina, appare scolpita la mia attuale vita interiore, infelice e travagliata come ora risulta. Vorrei sapere chi realmente sono questa Eva e questo Adamo! La donna, inoltre, tutte le volte che parla al suo uomo, sembra proprio rivolgersi a me personalmente. Per questo motivo, mi domando: Io sono io? Quanto poi alla vita che sto vivendo in questo luogo, essa è reale o irreale? Ecco: è questo il vero problema, il quale mi scombussola e non mi dà pace!

Riorganizzando i vari dati analitici a mia disposizione, automaticamente ne consegue che io non posso essere che l’Adamo di Eva. Quindi, si è forse il mio spirito trasferito in un altro corpo, come avviene con la metempsicosi? Ma no, non si è verificato niente del genere nella mia persona, se il corpo che possiedo è quello che mi è sempre appartenuto. Difatti la cicatrice, che avevo sulla gamba destra, è ancora lì a dimostrare l'autenticità del mio corpo. Per questo posso affermare senza ombra di dubbio che, almeno nel corpo, io sono rimasto sostanzialmente uguale! E su questo non ci piove! Ne deriva che, se sono in grado di riconoscermi nel fisico, neanche la mia attività intellettiva è anormale oppure presenta qualche lesione di una certa gravità. Ciò, naturalmente, almeno per quanto riguarda la mia memoria, la quale si presenta per niente alterata, sapendo essa riferire lucidamente su tutti i miei dati anagrafici. Infatti, ricordo benissimo che mi chiamo Gilui Anobaro, sono nato a Terepa il 25 febbraio dell’anno 2143 e mi sono diplomato a Lipona nel 2164, precisamente diciotto anni fa. Allora da dove derivano queste circostanze ambigue della mia esistenza, che possono solo attribuirsi al fantastico lavorio di un sogno capzioso? Ad ogni modo, non posso negare che il ritrovarmi interamente nudo in questo luogo ignoto, anziché nel mio studio, dove stavo riposando pochi istanti fa, mi dà ad ossessioni raccapriccianti. Esse si dimostrano inconciliabili con ogni sforzo che vado facendo, al fine di intravedere un po’ di luce in questa mia nuova inspiegabile esistenza.


Ho l’impressione che, fino a questo punto, molto ho pensato e ho riflettuto; ma non ho agito neppure un poco. Sì, tutto ho fatto, eccetto che risolvermi in qualche modo e concludere qualcosa di concreto. Realisticamente parlando, non sono riuscito a pormi su una piattaforma che facesse della sperimentazione il suo cavallo di battaglia. Tuttora, per tale ragione, non so ancora fino a che punto io sono io, dal momento che non mi è stato concesso di sapere se io stia o meno protraendo la mia esistenza nelle sconfinate irrealtà di una pura attività onirica. Tale mio insuccesso deve essere imputato esclusivamente al suggestionabile umano ragionare, il quale il più delle volte si dimostra succube tanto della paura quanto della vergogna, finendo con l’agire contrariamente ad ogni rigore di logica. Per di più, in certi casi, esso ci fa scambiare la realtà con l’irrealtà, obbligandoci ad arretrare di fronte a determinati fenomeni, i quali invece andrebbero affrontati a viso aperto e chiariti senza remora alcuna. A peggiorare le cose, comunque, interviene pure la suggestionabilità umana, che ogni volta ci dà in pasto ad un "forse", il quale sa rivelarsi soltanto un inesorabile torturatore della nostra mente.

Adesso, però, bando ai tanti pregiudizi dell’umano pensare, dal momento che essi riescono a tracciarmi davanti unicamente sentieri battuti dall’indecisione e dalla facile impressionabilità! Entrambe sono dovute ad un abito mentale che è del totalmente aleatorio, per cui è destinato a restare per sempre imperfetto. Bando pure alle infinite menomazioni biopsichiche, le quali derivano all’uomo insormontabili ed ineliminabili dalla sua assoluta dedizione a tale modo di essere della sua mente! Bando, infine, ai tanti lambiccamenti del cervello, poiché essi sono sempre tesi ad ipotizzare sull'indeterminatezza di futili sillogismi e non si lasciano avvincere dalle deduzioni inoppugnabili della logica pura! Così ogni pseudo ragionamento si terrà lungi da me milioni di anni luce. La mia mente offuscata, invece, finalmente potrà captare quei lampi geniali che mi consentiranno di essere più risoluto nelle mie decisioni e più concludente nei miei sforzi operativi.

Ponderando meglio la situazione, all’istante mi avvedo che è da sciocchi procedere per illazioni, con il solo proposito di conoscere la identità della donna che si trova alle mie spalle, nonché di sapere se ella finora mi abbia già scorto oppure no, tirando magari anche ad indovinare. Invece basterebbe un semplice voltarmi indietro a rivelarmelo in modo inequivocabile e definitivo. Sì, è da insano voler raggiungere ciò che si ha a portata di mano, facendo lunghi ed insicuri tragitti oppure appigliandomi a circonvolute argomentazioni! Per questo è mio dovere voltarmi indietro immediatamente, prima che altre assurde congetture del mio cervello intervengano di nuovo a porre il loro solito veto a ciascuna mia iniziativa.

Quando infine con un mio enorme sforzo mi volto indietro pieno di slancio e di entusiasmo, vengo stordito da una inimmaginabile sorpresa. All’improvviso, mi ritrovo ad ammirare un formoso corpo di donna, che mi si dispiega davanti in tutta la sua verginale bellezza, come non ne avevo mai visto prima. Mi rendo subito conto che una così gran copia di perfetta conformazione femminile, esuberante come mi si presenta in quella sua esplosione di magnetica sensualità, posso soltanto averla contemplata ed ammirata nelle pure fantasticherie di un sogno ameno oppure di una mia dolce evasione dalla realtà. Oh, quanta perfezione e quanta armonia testimoniano le singole parti di quell’incantevole ed inebriante corpo, poiché esso mi si mostra quasi in sembianze divine! Le giuste proporzioni, infatti, trionfano nei vari organi che lo costituiscono e gli conferiscono una straordinaria bellezza, unitamente ad un indefinibile candore di verginità e di purezza. Ciò non bastando, l’affabile sguardo di lei, il quale sembra che viva solo idilli leggiadri, emana da sé un pudore immacolato in maniera vasta ed intensa! A dirla in breve, da sola, quella creatura incredibilmente mirabile vale a far tacere le bellezze più maestose dell'intero creato. Ella, all'inizio, mi ubriaca e mi elettrizza; ma poi, simile ad un turbine rapitore, mi trascina in un vortice di abbondanti pulsioni, improntate preminentemente a voluttà.

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