450°-IN LUXAN SI DISCUTE SULLA NUOVA MOSTRUOSA CREATURA

Anche questa volta il dio dell'eroismo non era stato convocato in Luxan dalle due eminenti divinità, secondo la prassi corrente; ma era stato portato via ai suoi familiari all'improvviso e neppure previo preavviso, facendolo sparire ai loro sguardi in modo inatteso. Comunque, il dio Iveon, dopo la prima esperienza, li aveva messi al corrente che quel tipo di evento presto sarebbe accaduto di nuovo, essendo previsto un secondo abboccamento con gli illustri divini gemelli. Perciò, quando ciò era avvenuto, la moglie, che era con lui in quel momento, non si era data pensiero per la sua scomparsa repentina. All'inverso, aveva pensato che egli in quell'istante si trovava già nel Regno della Luce, presso il dio del tempo e il dio dello spazio. Infatti, doveva riprendere con loro la discussione lasciata in sospeso, del cui contenuto ella era pure al corrente. Ora che ci ritroviamo nella dimora del dio Kron, dove il trio divino si è appena dato a discutere, il padrone di casa stava dicendo ai suoi due ospiti:

«A causa di una nostra leggerezza, ciò che avevamo temuto si è puntualmente avverato. Il dio della superbia è riuscito a trasformarsi in una Deivora; anzi, egli è diventato qualcosa di molto peggio. La mostruosa creatura attuale non ha bisogno delle psichi delle divinità per incrementare la sua potenza, poiché ne ottiene l'incremento, solo dandosi a desiderarlo. Con la quale ora essa va spazzando via da Kosmos un'infinità di astri, fra quelli spenti e quelli che brillano di luce propria. Per cui, il suo nome più appropriato dovrebbe essere Kosmivora, anziché Deivora.»

«In passato, fratello,» interloquì il dio dello spazio «abbiamo appreso che la Deivora era un essere immateriale. Invece attualmente come possiamo definire la natura della Kosmivora, la quale di sicuro sarà molto differente da quella deivorina? Se la prima si era formata da un essere materiale, ossia da un Simbios, la nuova creatura infernale è derivata da un essere spirituale della massima potenza, qual era appunto colui che per noi rappresenta il famigerato Imperatore delle Tenebre.»

«Come già avevamo supposto la volta scorsa, Locus, definendola immatuale, cioè immateriale e spirituale allo stesso tempo, non c'è dubbio che la sua natura risulti un connubio di spirito e di materia. La qual cosa ci porta a convincerci che essa, fruendo di entrambe le peculiarità, si presenta enormemente più potenziata di quella che era in dotazione della Deivora. Per questo dobbiamo attenderci dalla Kosmivora qualcosa di spaventoso e di nocivo elevato alla massima potenza, senza che neppure le nostre forze congiunte potranno arrecarle il minimo danno!»

«Allora, eccelso Kron,» intervenne a dire il dio Iveon «da quanto hai detto, devo arguire che non c'è neppure da immaginare che si possa agire contro la Kosmivora, come avvenne in passato contro la Deivora. Ossia, non potrò andare a sabotarne le prerogative nel suo nucleo, dopo essere stato potenziato da voi due con energie della migliore qualità.»

«Esatto, Iveon. Hai forse dimenticato che adesso non avresti a che fare con un Simbios materiale, la cui forma d'intelligenza molto limitata si fece facilmente gabbare da te? All’inverso, avresti di fronte non soltanto un essere spirituale, ma anche della massima qualità, quale appunto si dimostra Buziur. La cui scaltrezza è riuscita perfino a raggirare me e mio fratello, come non ci saremmo mai aspettato. Perciò, pur considerandoti un dio dalle mille risorse, con lui non potresti mai farcela. Egli, a differenza della Deivora, non solo è in grado di agire sulla parte psichica delle divinità; ma può benissimo catturarle senza alcuna difficoltà con i suoi poteri di divinità massima. Né tu potresti neutralizzarglieli con qualche inganno!»

«Mio fratello ha ragione, Iveon.» pure il dio Locus volle esprimersi sull'argomento «Non potresti mai farcela contro il dio della superbia, il quale, tra l'altro, è anche astuto oltre ogni immaginazione. Ciò c'impone di risolvere il nostro spinoso problema, ricorrendo a qualcos'altro che possa evitarci il peggio. Esso ci si presenta come unica alternativa.»

«Quale sarebbe, eccelso Locus? Ad esserti sincero, non riesco a raffigurarmela in alcuna maniera. Se poi è quella che adesso mi sta sfiorando la mente, alla quale non intendo pensare neppure lontanamente, significherebbe per i Materiadi un danno enorme e per noi divinità positive una clamorosa sconfitta. Ma mi auguro che io mi sia sbagliato a supporre una cosa simile, poiché sarebbe la più grande catastrofe per Kosmos e per tutti gli esseri viventi che vi esistono!»

«A tale riguardo, Iveon, potrà risponderti meglio mio fratello, il quale ti darà anche dei ragguagli più qualificati sul nostro attuale argomento. È vero, Kron, che è come ho appena affermato al dio dell’eroismo?»

«Se vuoi che io faccia questo, Locus,» lo accontentò il dio del tempo «non mi esimerò dal farlo. Così il nostro eroico dio apprenderà tutto quanto dovrà sapere in merito.»

Rivolgendosi poi al diretto interessato, il dio Kron iniziò a spiegargli:

«Ebbene, Iveon, come ho inteso, in riferimento a ciò che stai per conoscere da me, senza dubbio qualche cosa ti è balenata nella mente. Ma voglio chiarirti meglio possibile l'odierna situazione che si va ingenerando in Kosmos, attimo dopo attimo, senza che nessuno possa porvi riparo, compreso l'onnipotente Splendor. Il cui intervento neppure potrebbe arginare quanto la Kosmivora vi sta dando origine. Infatti, esso ha il solo potere di affrontare il problema in modo radicale, cioè facendo sostituire con il niente la realtà cosmica da lui stesso generata. Così, dopo avergli chiesto di crearla per noi divinità positive e per i Materiadi, trovandoci nell'impossibilità di difenderla e di salvarla dal dio della superbia, ci vediamo costrette a supplicarlo di agire in tal senso. La nostra richiesta scaturisce dal fatto che solo in questo modo Buziur verrebbe sconfitto e lo si costringerebbe a ritornarsene in Tenebrun a fare l'Imperatore delle Tenebre. Ma lo seguirebbero anche tutte le altre divinità negative residenti in Kosmos!»

«Possibile, eccelso Kron, che nel Regno della Materia e del Tempo la situazione è diventata talmente grave, che quanto prima saremo costretti a ricorrere a Splendor per farlo intervenire a perseguirvi l'obiettivo da te citato? Davvero non c'è un'altra strada per risolvere il nostro problema, senza capitolare davanti al dio della superbia?»

«Purtroppo, Iveon, all’attuale stato di cose, ossia quello che Kosmos sta vivendo, per il suo futuro si delinea unicamente il catastrofico evento, a cui ci siamo riferiti un momento fa. In effetti, pur di non dare partita vinta alla Kosmivora, saremo costretti a fare cascare i Materiadi dalla padella nella brace. In questo caso, però, anche le divinità malefiche ne subiranno gravi conseguenze, poiché finiranno direttamente in Tenebrun. Invece non si porrà problema di sorta per le divinità positive, le quali potranno vedere soltanto migliorato il loro stato, ritrovandosi automaticamente ad usufruire in Luxan del non plus ultra del benessere e del piacere. Nel frattempo, la terribile bestia cosmica proseguirà nella sua azione distruttiva e di cattura delle divinità benefiche, senza lasciare ad esse un margine di speranza che un giorno se ne potranno liberare. Allo stesso modo i Materiadi invano spereranno di sottrarsi ad essa con qualche scappatoia. Oramai la sua avanzata si dimostra irrefrenabile ed inarrestabile, per cui sul suo percorso, ad opera sua, continuano ad aversi cataclismi d'inaudita disastrosità. Questi ultimi coinvolgono divinità della nostra stessa natura ed esseri animali appartenenti a diverse specie, tra le quali anche quella degli uomini, la quale sarebbe la migliore fra i Materiadi sotto vari aspetti.»

«Comunque, illustre Kron, ugualmente mi sono incaponito di provare a danneggiare nel miglior modo possibile la nostra nemica Kosmivora, dopo essere stato dotato dei massimi poteri da te e dal tuo eccelso gemello qui presente. Beninteso, sono a conoscenza che sarebbe una lotta impari tra me e il dio della superbia, essendo egli fornito di superpoteri secondari e di altre caratteristiche acquisite dalla sua trasformazione nell'indistruttibile bestia che adesso si ritrova ad essere. Ciò nonostante, non mi sento di temere il confronto. Per questo, se avessi anche il tuo consenso e quello del tuo gemello, sarei invogliato ad affrontare l'ardua competizione, la quale potrebbe anche concludersi con la mia vittoria.»

«Questa tua follia, dio dell'eroismo, non è neppure da prendersi in considerazione, poiché io e mio fratello non intendiamo affatto mettere a repentaglio la tua esistenza, per un lasso di tempo che non possiamo ancora quantificare. Tutto dipenderà da ciò che noi stabiliremo di fare, in merito alla faccenda della Kosmivora, non avendo ancora deciso quale strada prendere per debellarla in modo definitivo. Quindi, Iveon, la tua proposta è da scartarsi senza meno, anche se avremmo voluto che essa ci risultasse fattibile.»

«Dal tuo parlare, esimio dio del tempo, mi è parso d'intuire che, oltre all'annientamento totale di Kosmos, ci sarebbe un'altra via da percorrere, la quale ci porterebbe al debellamento della Kosmivora, senza dover per forza nullificare il Regno della Materia e del Tempo. Se non mi sono sbagliato, vorrei essere ragguagliato sulla nuova alternativa, della cui esistenza sono all'oscuro. Anzi, nel caso che ad esso potessi dare il mio utile apporto, mi offrirei volentieri come un volontario tutto determinato a contribuire alla sua riuscita.»

«Non sei in errore, Iveon, poiché il tuo intuito ti ha condotto ad immaginare qualcosa di vero, della cui fattibilità concreta, però, non sono ancora certo. Per il momento, tale mia ipotesi resta l'unica alternativa possibile che si prospetta davanti a noi per risolvere il nostro problema. Ad ogni modo, già ti premetto che, quando si passerà a tentarla, non ti sarà consentito di prendervi parte, poiché non potrà essere una divinità a cimentarsi in essa.»

«Allora, eccelso Kron, chi dovrebbe prendervi parte, se ad un ente divino non sarà permesso di tentare un'impresa così immane, siccome non potrà che presentarsi tale? Non credo che ad affrontarla potrà essere un Materiade, la qual cosa mi risulterebbe assurda!»

«Invece, dio dell'eroismo, essa potrà essere affidata solamente ad un essere umano, essendo impossibile percorrere un'altra strada. Una divinità sarebbe impotente a portarla a termine, non perché essa è inferiore a lui; ma perché l'impresa richiede l'intervento di un uomo valido sotto ogni punto di vista. Ecco come stanno le cose!»

«Davvero, fratello,» interloquì il dio Locus «che ci sarebbe un altro modo di sconfiggere la Kosmivora e che unicamente un essere umano potrebbe compiere una tale impresa? Vorrei sapere come mai io non sia al corrente di quanto alla tua mente risulta noto!»

«Caro Locus, la risposta è molto semplice. Tu non hai mai preso parte attivamente ad alcuna faccenda, lasciando me ogni volta ad interessarmi a tutto. Per cui dopo ti ritrovi ad essere ignorante in alcune cose, anche se esse quasi sempre risultano di scarso valore.»

«Allora, Kron, facci sapere come vorresti agire contro la Kosmivora. Io ed Iveon siamo ansiosi di apprendere quanto concerne l'impresa da te ipotizzata per distruggerla!»

«In Kosmos esiste un luogo, il quale è sconosciuto a tutte le divinità, siano esse positive oppure negative, e non può essere raggiunto facilmente. Esso, che ha per nome Potenzior, è la residenza del Potere Cosmico. Si tratta di un potere illimitato, superiore a qualsiasi altro potere esistente nel Regno della Materia e del Tempo. Nell'universo, niente e nessuno può opporsi a tale potere, il quale interviene solo contro il male; inoltre, nessuna cosa e nessun essere mostruoso che lo rappresenta può sopraffarlo. Anzi, là dove anche l'onnipotente Splendor si dimostra impotente ad intervenire contro qualcosa che minaccia una parte di Kosmos, il medesimo riesce ad operare in modo vincente e con una sovranità assoluta nei suoi confronti. Oltre a quanto detto, devo far presente che in Potenzior siffatto potere all’inizio apparteneva a Tupok; ma in seguito costui non volle esserne più il fruitore esclusivo. Anzi, desiderando privarsene ed avere un’esistenza serena, lo diede in custodia a cinque Materiadi, detti Guardiani del Potere Cosmico. Così agendo, fece in modo che nessuno di loro, non possedendolo per intero, potesse metterlo in funzione contro qualcuno o qualcosa. Difatti, solo esistendo per intero, tale potere può essere manovrato da chi ne viene in possesso.»

«Ma se ogni guardiano ne possiede un quinto, eccelso Kron,» gli obiettò il dio dell'eroismo «non servirebbe a niente andare a chiedere il loro aiuto, non potendo essi attivarlo in tutta la sua potenza a nostro favore. Allora cosa avresti escogitato, a tale riguardo?»

Subito dopo, senza attendere la risposta del dio del tempo, allo scopo di avere qualche notizia in più sui cinque Guardiani del Potere Cosmico, lo stesso dio gli domandò:

«Chi sarebbero poi i Materiadi prescelti a custodirlo, ognuno avendone in custodia la quinta parte, perché nessuno di loro se ne possa servire? Inoltre, quando essa ci fu, come avvenne la loro scelta, la quale li investì di un incarico così prestigioso?»

«Giuste domande, Kron,» approvò il dio Locus «sono quelle che ti ha rivolte Iveon, per cui ci tengo a conoscerne anch'io le risposte!»

«Né io intendo sottrarmi al mio dovere di fornirvele, fratello! Ma prima dovrò parlarvi di alcuni fatti imprescindibili attinenti al Potere Cosmico, avendo essi il diritto di priorità nel riferirvi sulla vicenda che lo riguarda. Adesso vi racconto ogni cosa, pregandovi di ascoltarmi con la massima attenzione, siccome ne rimarrete stupefatti.»

«Allora puoi darti al tuo racconto, Kron, poiché io e il dio dell'eroismo ti porgeremo il più grande ascolto, quando gli darai inizio.»

«Dopo che l'onnisciente Splendor ebbe creato Kosmos, dietro nostra richiesta, il Potere Cosmico non vi esisteva ancora. In seguito, però, in seno a tale realtà concreta e temporale, indipendentemente da colui che l'aveva creata, nacque una esigenza vitale che aveva il solo obiettivo di difenderla. Così, non si sa con quale energia, alla fine essa riuscì a dotarsi di un potere di straordinaria forza, la cui potenza riusciva a coprire l'intero universo nella sua illimitata espansione. Non ci fu alcun essere soprannaturale a volerla e a crearla tale; invece fu essa stessa, autonomamente, a farsi dal nulla nel modo da essa desiderato, ossia con tutti gli attributi della sua onnipotenza, che erano capaci di aver ragione di ogni cosa e di qualsiasi essere vivente. Inoltre, essi l'avrebbero avuta vinta su qualunque attività malefica, da parte di chi si fosse dimostrato imbattibile, anche se avesse avuto contro il Creatore di Kosmos.»

«Possibile, fratello,» il dio dello spazio gli chiese strabiliato «che dal nulla riuscì ad autocrearsi un potere simile, all'interno di una creazione del nostro onnipotente Splendor?»

«Certamente, Locus! Comunque, abbiamo già avuto modo di apprendere che si formarono anche altre realtà metafisiche in seno a Kosmos, subito dopo la sua creazione. Vi siete forse dimenticati di Animur e di Landipur? Ebbene, andando avanti nel mio racconto, tale potere inesauribile volle anche formarsi una propria dimora, per cui il suo regno divenne Potenzior, il quale costituisce la terza realtà metafisica, che si è creata da sé nell'universo. Ma in seguito, con il trascorrere dei millenni, il Potere Cosmico decise di farsi possedere da qualcuno, senza però dargli la possibilità di usarlo a suo piacimento. In verità, l'idea non gli parve fattibile, non essendo possibile che il suo possessore non potesse farne uso, quando e come desiderava. Allora si rese conto che, soltanto se si fosse fatto possedere da più esseri viventi, non avrebbe consentito a nessuno di loro di usarlo. Fu così che nacque l'idea di avere come propri possessori cinque Materiadi, quanti le dita di una mano, i quali sarebbero dovuti essere i suoi eterni guardiani impossibilitati ad usarlo. Infatti, nessuno di loro avrebbe avuto la possibilità di adoperarlo, similmente ad una mano monca avente solo quattro diti.»

«Senz'altro, esimio Kron,» fu la considerazione del dio Iveon «il Potere Cosmico si dimostrò molto furbo in quell'occasione. Ma desidero sapere con quale criterio esso scelse i cinque Materiadi che dovevano possederlo. Di certo, non ricorse ad esseri comuni, visto che li investì di un incarico simile e li rese autorevoli come nessun altro Materiade!»

«Infatti, Iveon! Presso la loro razza, i Guardiani del Potere Cosmico sarebbero dovuti essere considerati dei magnanimi eroi dalla massima celebrità, per averla essi acquisita con atti eroici e con grandissimi meriti. Adesso ve li passo in rassegna tutti e cinque.»

Così dicendo, il dio del tempo si diede ad elencarli con il seguente quadro sinottico:

1) Arkust, che era un Materiade appartenente al popolo feciano. Egli proveniva dal pianeta Oluoz, che orbita intorno alla stella Teluas, la quale è situata nella galassia di Serven.

2) Furiek, che era un Materiade appartenente al popolo picesino. Egli proveniva dal pianeta Pearun, che orbita intorno alla stella Nuber, la quale è situata nella galassia di Abrep.

3) Serpul, che era un Materiade appartenente al popolo nucestino. Egli proveniva dal pianeta Koser, che orbita intorno alla stella Murel, la quale è situata nella galassia di Geltes.

4) Pessun, che era un Materiade appartenente al popolo urnutino. Egli proveniva dal pianeta Istop, che orbita intorno alla stella Sandrel, che è situata nella galassia di Anerd.

5) Rutos, che era un Materiade appartenente al popolo revosino. Egli proveniva dal pianeta Tertun, che orbita intorno alla stella Fares, la quale è situata nella galassia di Varuz.

Dopo che il dio del tempo ebbe terminato di fare un prospetto riassuntivo delle notizie più importanti che riguardavano i Guardiani del Potere Cosmico, l'eroico dio, al fine di avere un ulteriore chiarimento su tali guardiani, intervenne a chiedergli:

«Da quanto ci hai esposto, eccelso Kron, non è emerso nulla che potesse riportarci al modo di risolvere il nostro problema. Invece il tuo illustre gemello ed io vogliamo apprendere chi dovrebbe venire in possesso dell'intero Potere e Cosmico, divenendone l'unico possessore, e com'egli dovrebbe servirsene per usarlo contro la Kosmivora.»

«Iveon, essendo vietato ad una divinità raggiungere un obiettivo del genere, dovrà essere un Materiade ad incaricarsi di farlo. In merito poi alla maniera d'impossessarsi del potere in questione, egli dovrà sfidare, uno alla volta, i cinque guardiani, visto che ognuno di loro ne possiede la quinta parte. Così, quando li avrà sconfitti tutti quanti, lo sfidante Materiade si ritroverà ad avere nelle proprie mani l'intero Potere Cosmico. Per cui potrà usarlo contro ogni forza malefica, che sarà in circolazione entro i confini di Kosmos.»

«Eccelso Kron, dove lo prendiamo un Materiade capace di affrontare e sconfiggere i cinque eroi più grandi che sono esistiti in Kosmos, i quali adesso sono diventati i Guardiani del Potere Cosmico? Ammesso poi che ci fosse fra gli eroi della razza umana qualcuno idoneo a compiere una simile impresa, come farebbe egli a raggiungere Potenzior per sfidarli? A proposito, potrebbe il nostro campione fare anche uso di poteri speciali, che tu e tuo fratello gli forniresti? Oppure in quel luogo è d'obbligo fare assegnamento solo sulle proprie forze?»

«Come vedo, dio dell'eroismo, le tue domande non mi vengono mai poste singolarmente, poiché si presentano ogni volta multiple. Ebbene, cercherò di rispondere alla tua terna di domande che mi hai rivolte. In merito alla prima, ti faccio presente che noi abbiamo l'eroe umano in grado di superare tale difficile prova. Mi meraviglio che proprio tu ti sia posta una domanda del genere, dopo che egli ha liberato dalla Monotriad te, la tua consorte Annura e mia figlia Kronel. L’impresa potrà essere compiuta solo da lui, poiché egli, come il suo stesso nome ce lo conferma, è il destinato a trionfare su tutti e su tutto, non potendo esserci in Kosmos un eroe più grande.»

«Adesso, Iveon,» prese la parola anche il dio dello spazio «avrai compreso che il mio gemello si sta riferendo al terrestre supercampione Iveonte, il cui nome un tempo insistevo a confonderlo con il tuo. Rammenti? Comunque, se tu sei stato il celebrato eroe della prima Teomachia, l'eroe umano è destinato a condurre alla vittoria le divinità positive su quelle negative nella seconda Teomachia. Essa, a quanto pare, di fatto è già iniziata in Kosmos.»

«Naturalmente, non potrà che essere l'insuperabile Iveonte, a cui ho dato anche delle lezioni di volo, perché imparasse a gestirlo il meglio possibile nello spazio cosmico! Dopo che avremo posto il problema nelle sue mani, sono sicuro che egli ce lo risolverà senz'altro!»

«Ne siamo convinti anch'io e il mio caro gemello, Iveon.» intervenne ad approvarlo il dio del tempo «Per questo ci rivolgeremo a lui per farci togliere le castagne dal fuoco. Ora, dal momento che ci troviamo nell'argomento, passo a risponderti su come egli perverrà in Potenzior. Per giungere ad esso, il nostro eroe umano non dovrà cercarlo in nessuna parte, non essendo esso in Kosmos; ma c'è tutta una procedura da seguire per avere libero accesso a tale luogo, ossia quella che tra poco vi farò presente. Innanzitutto Iveonte dovrà raggiungere l'asteroide Tibos, dove si trova l'Antro dell'Accesso a Potenzior, il quale è all'interno del sistema stellare di Nuber e può considerarsi il vestibolo del regno del Potere Cosmico. Egli prima vi accederà e, una volta dentro di esso, dovrà gridare: "Potere Cosmico, fammi entrare in Potenzior, siccome il mio desiderio è conforme al bene!" A quel punto, come per miracolo, ci sarà il suo trasferimento nel luogo da lui desiderato. Tutto il resto dipenderà solo da lui, siccome saprà come agire per compiere la propria missione.»

«Sublime Kron, come farà Iveonte a pervenire su Tibos, se non è esperto di viaggi intergalattici ed interstellari? Egli potrebbe perdersi nell'immensità di Kosmos, per cui sfumerebbe anche la sua preziosa possibilità d'impadronirsi del Potere Cosmico.»

«Iveon, se l'eroe umano dovesse andarci come hai detto, la Kosmivora avrebbe tutto il tempo di fare piazza pulita dell'intero universo. Invece lo farò viaggiare sopra un mio sguardo, che lo condurrà in un attimo alla sua meta. Proprio come sto facendo io con te nei tuoi viaggi di andata e ritorno dal tuo pianeta Zupes. Adesso ti senti tranquillo?»

«Certamente, sommo Kron. Ma chi andrà ad avvisare Iveonte di questa sua nuova missione, che sarà la più importante della sua esistenza, considerato che avrà come obiettivo la salvezza dell'intero Kosmos e di quanti Materiadi vi risiedono? Inoltre, essa permetterà a tutte le divinità positive di continuare a restarvi, secondo i loro primitivi propositi.»

«Mio fratello Locus ed io abbiamo stabilito di affidare a te questo incarico, Iveon. Quando sarai presso di lui, lo metterai a conoscenza di ogni cosa, perfino della frase che dovrà rivolgere al Potere Cosmico per farsi attrarre nel suo regno. Dopo averlo istruito per bene, ti toccherà accompagnarlo anche sopra Tibos, siccome egli, prima di pronunciare le fatidiche parole, dovrà consegnarti il mio anello che porta al dito. Comunque, quando non hai ancora intrapreso il viaggio alla volta di Geo, ti concederò un breve incontro con la tua Annura, alla quale racconterai ciò che ti aspetta, dopo averla salutata. Quindi, prepàrati ai quattro tragitti, che stai per affrontare in Kosmos!»