424-IL DIO BUZIUR SI CONDUCE PRIMA SU GEO E POI SU SELENES
Quando il dio Araneo aveva raggiunto Geo, sul quale si era stabilito da un millennio, per averlo scelto quale suo pianeta d'elezione, non aveva perduto tempo a contattare tutte le altre divinità negative che vi risiedevano ed aveva annunciato loro che molto presto il dio Buziur le avrebbe degnate di una propria visita. Perciò le aveva invitate a tenersi pronte ad accogliere con la massima deferenza il loro imperatore. Come il lettore rammenta, egli, che era il dio della superbia, in Luxan era stato soprannominato dalle divinità positive dio della ribellione, a causa dei suoi numerosi atti di insubordinazione nei confronti delle leggi emanate dall'onnipotente Splendor. Il dio del sesso, con la sua ambasciata, aveva anche chiarito alle medesime che quella dell'Imperatore delle Tenebre sul loro pianeta sarebbe stata una visita lampo, poiché le ragioni della sua presenza sulla Terra sarebbero state conosciute a tempo debito. Ad ogni modo, sarebbe stato poi Selenes il luogo del suo incontro con la totalità delle divinità negative, che avevano stabile dimora sia sul pianeta Geo che sul suo satellite.
In seguito il divino Buziur, come già aveva annunciato al dio Araneo, non aveva tardato a lasciare il suo impero di Tenebrun con l'intento di raggiungere innanzitutto la Terra. Secondo le sue intenzioni manifestate al dio del sesso, dopo che vi fosse giunto, la sua permanenza sul pianeta terrestre sarebbe stata di un breve periodo, dovendo appartarsi nell'antro che un tempo era stato la dimora dello scalognato suo quartogenito Furor. Anzi, vi si sarebbe trattenuto, finché non vi avesse avvertito le ultime sensazioni provate dal figlio, quando la sua esistenza non ancora aveva subito la punizione che gli aveva inflitto il dio Kron. Così la più prestigiosa divinità negativa, una volta che aveva raggiunto la superficie del pianeta in questione, si era fatto accompagnare dal dio Araneo nel luogo dove un tempo aveva abitato lo sventurato. Da parte sua, l'Ottopode cornuto gli aveva ubbidito con un certo orgoglio e si era sentito onorato di mettersi a disposizione del suo illustrissimo imperatore. Quando poi la visita di Buziur su Geo era terminata, in compagnia dell'amico di suo figlio, egli aveva preso il volo verso la Luna, dove era prevista l'assemblea plenaria fra tutte le divinità malefiche che dimoravano sull'uno e sull'altro astro spento del sistema solare.
Pervenuti sopra la superficie lunare, essi vi avevano trovato le altre divinità, le quali già li stavano aspettando nella Valle dei Torrenti Ridenti. Essa si trovava incastrata in mezzo ad una cerchia di monti di media altezza e le era stato dato un nome del genere, unicamente perché i corsi d'acqua che l'attraversavano, scorrendovi numerosi e gai, sembrava che nella loro corsa producessero delle fragorose risate. C'è poi da aggiungere che il posto si presentava assai solatio, oltre a sfoggiare una vegetazione lussureggiante e una flora incantevole, i cui fiori facevano a gara a chi mostrasse i colori più vivaci e le fogge più attraenti. C'è infine da far presente che la serenità la faceva da padrona in quel ritrovo, che le divinità negative di Geo e di Selenes avevano scelto, quale sito del loro raduno. Ebbene, alla presenza di uno stuolo ingente di divinità di natura malefica, le quali superavano le cento unità, l'Imperatore delle Tenebre si era dato a fare il seguente discorso:
"Dèi e dee, miei sudditi fedeli, che da tempo abitate in Kosmos, alcuni su questo satellite e la maggior parte sul pianeta Terra, vi ho riuniti tutti qui perché ho da comunicarvi grandi cose. Esse si riveleranno in avvenire molto favorevoli a noi entità divine, che portiamo sulla fronte l'indelebile emblema del male. Vi ringrazio per essere intervenuti in gran copia, bramosi di accogliere il vostro imperatore con calore e con una stima così grande che mi commuove e mi fa onore. Vi assicuro che la vostra partecipazione non vi deluderà, siccome vi riempirà di piacere e di orgoglio nell'apprendere le notizie che sto per darvi in anteprima. Per il momento, comunque, vi anticipo che in Kosmos ci saranno dei cambiamenti profondi e radicali. Essi avvantaggeranno noi divinità negative a tal punto, da innescare un reale capovolgimento della situazione, poiché esso si renderà manifesto soltanto a svantaggio delle divinità benefiche. Un fatto del genere avverrà ad opera mia, dopo essermi trasformato in un essere di natura speciale, con il quale neppure Splendor potrà competere. Figuriamoci se potranno farlo gli odiosi gemelli Kron e Locus! Anzi, costoro, per merito mio, dovranno trascorrere gran parte del loro tempo ad arrabbiarsi e ad angosciarsi, visto che saranno intenti a risolvere un problema assai complesso, quello che io costituirò per entrambi!
Nel frattempo, dovete aver fiducia in me; dovete attendere che io diventi l'essere mostruoso, il quale sarà capace di mettere in difficoltà tutte le divinità positive residenti nel Regno della Materia e del Tempo. Sono sicuro che in mezzo a voi ci saranno delle divinità che avranno sentito parlare della Deivora e della sua straordinaria potenza distruttiva. Essa accresceva la sua potenza, fagocitando e metabolizzando la parte psichica di noi divinità, fossero esse positive oppure negative. A tale riguardo, sappiate che tra non molto mi trasformerò in un mostro, il quale sarà ancora più potente di tale creatura aliena. Così metterò a dura prova la totalità delle divinità benefiche di Kosmos e renderò inesistenti tutte quelle che non si saranno trasferite in Luxan oppure non avranno fatto in tempo a rifugiarsi in esso. Alla fine Kosmos avrà per residenti divini solo noi, per cui potremo fare degli esseri umani tutto ciò che ci verrà in mente. Quanto al mostruoso essere nel quale presto mi trasformerò, esso, dopo aver preso il nome di Kosmivora, mi consentirà di torchiare l'intera popolazione delle divinità positive esistenti nello spazio cosmico. Allora, pur unendo le loro forze, gli eccelsi gemelli non potranno arginare in nessun modo la mia trionfante avanzata. Infatti, nelle vesti di tale mostro, risulterò invincibile ed inattaccabile perfino da loro.
A questo punto, smetto di parlare e do la parola alle divinità che intendono farmi domande o chiedermi aiuto, perché la loro esistenza si trova a combattere contro avversità che non si lasciano superare da loro. A tale proposito, siano esse certe che potrò aiutarle a superare le loro difficoltà oppure a prendersi la rivincita contro quelle divinità positive, che in passato le hanno costrette a subire una sonora sconfitta."
La prima divinità a rivolgersi al suo imperatore era stato Kurcan, il dio degli omicidi. Egli, senza mostrarsi intimidito dalla sua illustre controparte, aveva voluto domandargli:
«Eccellente Buziur, io e le altre divinità presenti a questo convegno possiamo sapere quando si avvererà in Kosmos lo straordinario evento che ci hai annunciato, presentandolo come un avvenimento di matematica certezza? Dopo che ce ne hai parlato con foga e con giustificato orgoglio, sono nate in noi la voglia e l'ansia di assistere al tuo prodigio, il quale ci farà mostrare alquanto fieri di esso. Per favore, nostro imperatore, vuoi esprimerti in tal senso?»
«Per il momento, Kurcan, la risposta che mi chiedi potrebbe presentare da parte mia un certo margine di errore. Ma ti assicuro che approssimativamente esso si avvererà in Kosmos, dopo che sarà trascorso un planeriv terrestre, a partire da questo giorno.»
L'Imperatore delle Tenebre aveva appena dato la risposta al dio degli omicidi, quando dalla folla delle divinità raccolte si era alzata la voce di Sartipan, dio dei luoghi chiusi, che era intervenuto a fargli la seguente petizione, la quale però era attinente al proprio genitore:
«Nostro potente imperatore, sono secoli che di mio padre Strocton non si hanno le più pallide notizie. Questo fatto continua a sussistere, da quando egli decise di competere con l'avversario Matarum, venendone alla fine sconfitto e punito in un modo che io e mio fratello Siroctu, dio delle malattie, non conosciamo, pur essendo suoi figli. Perciò entrambi vorremmo che tu ci aiutassi a rintracciarlo, liberandolo dal luogo in cui lo rinchiuse il dio positivo, il quale è il protettore degli Edelcadi.»
«Allora, Sartipan, hai la mia parola che, non appena saremo sulla Terra, mi incaricherò personalmente di farvelo riavere in famiglia. Perciò tu e il tuo germano iniziate a godervi il suo ritorno in mezzo a voi, visto che potete ritenerlo certo. Anzi, farò di più per lui, poiché gli permetterò pure di prendersi la rivincita sul dio del cielo!»
«Grazie anche a nome di Siroctu, potente Buziur, per aver stabilito di consentire a nostro padre di ricongiungersi ai suoi figli, che siamo noi, riprendendo così l'esistenza nel proprio focolare domestico; ma anche perché gli permetterai di vendicarsi dell'insuperbito Matarum!»
Il divino Sartipan aveva appena finito di esprimere al dio della superbia il proprio ringraziamento e quello del consanguineo Siroctu, allorquando c'era stato un nuovo intervento tra le divinità presenti. Esso ugualmente aveva mirato a chiedere aiuto all'inclita divinità, che aveva indetto quel convegno in atto. Ad intervenire per terza, infatti, era stata Giaces, la dea dei sodomiti, alla quale erano stati fatti sparire i tre figli, due maschi ed una femmina. Ella, che sospettava quale divinità fosse stata ad arrecarle un affronto simile, si era rivolta al dio Buziur, parlandogli in questo modo:
«Magnificentissimo mio imperatore, anch'io mi rivolgo a te per farti richiesta di un grande favore. In verità, di esso dovranno giovarsi i miei tre figli, i quali sono: Oxus, dio dei serpenti; Tolun, dio delle locuste; Trapes, dea delle inondazioni. Tutti e tre sparirono dalla circolazione molti secoli fa, precisamente quando si trasferirono in Berieskania, il cui popolo è protetto dal dio positivo Mainanun. Secondo me, a quel tempo chi, se non il dio del vento, la quale divinità maggiore protegge i Berieski, volle punire i miei rampolli che non smettevano di seviziarli, relegandoli in una esistenza inesistente? Dunque, ti chiedo di intervenire anche a favore dei miei tre gemelli, arrecando il giusto castigo a colui che gli vieta di unirsi alla loro madre. La quale, intanto che soffre moltissimo, anela a riabbracciarli al più presto!»
Allora, accogliendo anche la supplica della sconsolata dea dei sodomiti, per averla giudicata alquanto legittima, il divino Buziur con convinzione le aveva assicurato:
«Stanne certa, Giaces, che anche ai tuoi figli sarà offerto il mio aiuto. Inoltre, permetterò a loro tre di rivalersi sulla divinità, che in passato gli aveva provocato uno stato di esistenza inattiva. Ciò accadrà, dopo che avremo posto piede sul suolo terrestre e ci saremo condotti nella Berieskania. Contenta? Adesso, però, è mio dovere badare alle altre divinità ed accogliere pure le loro suppliche, ammesso che ancora ve ne siano. Nel caso contrario, dovrò sciogliere l'assemblea e rimandare i divini intervenuti ai loro luoghi di residenza. Ma avverto quelli residenti su Geo di tenersi pronti per una nuova assemblea sul suolo geoino, previa convocazione da parte mia in tempo utile. In questo modo, essi potranno rendersi disponibili per il raduno terrestre già annunciato.»
A quel punto, non essendoci state altre lamentele e richieste di aiuto da parte delle divinità presenti, l'adunata aveva potuto aver termine. Per cui tanto gli dèi quanto le dee erano ritornati alle loro abitazioni, le quali si trovavano alcune a breve distanza ed altre molto lontane da quel ritrovo. Invece il dio Buziur, dopo aver raggiunto il pianeta Geo, insieme con le divinità Araneo, Sartipan, Siroctu e Giaces, non aveva avuto difficoltà a tirare fuori dai guai sia il dio Strocton che i tre figli della divina Giaces. Dopo aveva anche consegnato al dio dell'ingordigia e al primogenito della dea dei sodomiti una specie di scettro, con il quale essi con facilità avrebbero potuto prendersi la rivincita il primo sul dio Matarum e il secondo sul dio Mainanun. Così le loro rivalse c'erano state a breve distanza di tempo e si erano svolte come le abbiamo già apprese.
Questi erano stati i fatti salienti avvenuti su Selenes e su Geo, prima che i divini Matarum e Mainanun venissero costretti a subire lo smacco che conosciamo dalle medesime divinità, che essi un tempo avevano punite per le loro azioni deplorevoli. Adesso, però, è giunto il tempo di ritornarcene nel presente del nostro racconto, allo scopo di seguire in diretta gli episodi che stanno per svolgersi nella regione edelcadica e che ci faranno stare con il fiato sospeso. Naturalmente, inizieremo dal raduno che tra poco le divinità malefiche terranno nell'Edelcadia, il quale sarà ancora presieduto dal dio Buziur.
Furono una ottantina le divinità negative che presero parte all'assemblea terrestre, la quale era stata già annunciata dal loro imperatore, ancor prima di lasciare il suolo lunare. Essa, per volere di colui che l'aveva convocata, si svolse nella regione edelcadica, di preciso nella Selva del Maleficio. Si trattava del luogo che il suo quartogenito, durante la sua esistenza attiva, aveva scelto come propria residenza, dopo essere giunto su Geo e vi aveva anche trovato una fine miseranda. Per tale motivo, il dio della superbia aveva voluto che partisse da lì la loro lotta contro le divinità positive, secondo un calendario che sarebbe stato fissato nella stessa adunanza. In quel modo, la selva, in cui il figlio era stato punito dal dio Kron, sarebbe stata anche il luogo nel quale si sarebbero decise le tristi sorti delle divinità positive. Una volta aperta l'assemblea delle divinità negative, l'Imperatore delle Tenebre si diede a parlare a tutte loro, esprimendosi con il seguente linguaggio:
"Care divinità intervenute a questa riunione, tra non molto ci daremo alla conquista dell'intero Kosmos; ma ciò avverrà non prima che io mi sarò tramutato nell'essere invincibile, di cui già vi ho parlato, il quale non potrà avere rivali in questo universo. Perfino gli odiosi gemelli Kron e Locus si dimostreranno impotenti a contrastare la mia avanzata ed invano cercheranno di avere la meglio su di me. Quando ritornerò da Parakosm, perché è in quell'universo che mi condurrò per diventare l'imbattibile essere mostruoso, farò tremare tutte le divinità positive che risiedono in Kosmos. Al mio rientro, esse avranno le due seguenti alternative: venire cacciate da esso o farsi torchiare e trasformare da me in esseri privati della loro esistenza, oramai insignificanti e ridotti a zero. Invece le sole divinità negative verranno risparmiate e gli permetterò di vivere in Kosmos e di dimorarvi. Esse dovranno spingere tutti i Materiadi dei pianeti compatibili con l'essenza vitale ad adorare me soltanto, se non vorranno andare incontro alle pene più terribili e pentirsi di non avervi dato retta. Intanto che non avrò raggiunto la mia meta e non avrò conseguito il mio scopo primario, vi affido un compito molto importante, che dovrete portare a termine con la massima diligenza, prima che io mi farò rivedere presso di voi. Siccome il luogo dove andrò è da tutti voi ignorato, tengo a farvi sapere che esso è la copia perfetta di Kosmos e si è autocreato insieme con l'universo in cui vi trovate ad esistere. Per tale motivo, neppure Splendor può avere il pieno dominio tanto su di esso quanto su ogni suo elemento costitutivo. A maggior ragione, non potranno farlo i gemelli Kron e Locus, i quali valgono molto meno di lui!
Rifacendomi poi al compito di cui vi sto investendo, ebbene, esso dovrà avere come fine ultimo la distruzione della città di Actina, chiamata anche Città Santa. La quale dovrà avvenire, quando non avrò ancora ultimato la mia missione e non ci sarà stato ancora il mio ritorno da Parakosm. In merito, perciò, già in questa seduta bisogna elaborare un piano, il quale non vi esponga alla sorveglianza dei divini gemelli mastini e vi faccia ottenere degli eccellenti risultati, ossia quelli che egregiamente mi attendo da voi. Dopo avervi fatto presente quanto dovevo, considero terminato il mio discorso. Per cui, da questo momento in poi, ognuno di voi ha la facoltà di chiedermi ogni cosa che desidera conoscere, circa gli argomenti da me trattati in questa riunione."
All'invito del suo imperatore, non esitò a prendere la parola la divina Amulka, la quale era la dea della follia. Ella, senza avere peli sulla lingua, subito dopo osò obiettargli:
«Vuoi spiegarmi come mai, mio impeccabile imperatore, anziché demandare a noi la distruzione di Actina, non lo fai tu con le tue mani? Chi può farlo meglio di te, che sei il nostro capo dotato di iperpoteri secondari? Così non ci sarà bisogno neppure di preparare un piano per abbattere la città protetta da Matarum. Sono certa che anche le altre divinità presenti la pensano allo stesso modo mio!»
«Il motivo è molto semplice, Amulka. Se fossi io ad intervenire contro la città di Actina, il mio intervento contro di essa non sfuggirebbe all'eccelso Kron. Allora egli non perderebbe tempo a farmi pentire di averlo fatto. Lo sapete anche voi che, se prima non mi sarò trasformato nell'imbattibile Kosmivora, la quale sarà un misto di spirituale e di immateriale, non potrò competere con lui e renderlo inoffensivo nei miei confronti. Come vedi, toccherà a voi provocare la distruzione di Actina, facendola apparire un'opera esclusivamente scaturita da mente umana. Invece il piano, che tra poco elaboreremo insieme, dovrà appunto consentirvi di giungere a tale risultato, senza esporvi in modo eclatante.»
La seconda divinità a prendere la parola fu Sivus, il quale era il dio dell'impudenza. Egli, che aveva interesse a conoscere il piano in questione, gli si espresse così:
«Nostro imperatore Buziur, sono sicuro che già hai un tuo piano in merito, il quale sarà indubbiamente eccellente. Perciò ti preghiamo di farcelo presente subito, senza che da parte nostra si perda più tempo! Non è forse vero che è come ho detto?»
«Hai senz'altro ragione, Sivus, a pensarla come hai ipotizzato! Perciò ora passo ad illustrarvi quello da me escogitato, che voi dovrete seguire alla lettera. Se non erro, presso ogni città edelcadica, ad eccezione di Actina, dovrebbe esserci un essere umano a nostro servizio, al quale furono forniti speciali poteri. Si tratta delle otto persone, da noi denominate Umanuk. Costoro, in casi eccezionali, possono trasformarsi in esseri mostruosi invincibili. Inoltre, gli stessi sono dotati di altre prerogative, che gli possono permettere vari tipi di prodigi, ad uno dei quali dovranno ricorrere per rendere attuabile il nostro piano. Per scegliere tali esseri umani, come sapete, fu fatta una cernita accurata, ad evitare di avere in futuro delle sorprese non di nostro gradimento. Adesso, se non vi dispiace, posso conoscere i nomi degli otto Umanuk scelti a suo tempo da alcuni di voi, quali nostri preziosi collaborazionisti, presso le città edelcadiche summenzionate?»
«Mio egregio imperatore, nella città di Dorinda, dove regna il re Cotuldo, opera il nostro Umanuk Ghirdo, che è il mio protetto.» per primo, gli rispose Sartipan, il dio dei luoghi chiusi.
«Mio sommo Buziur, nella città di Terdiba, dove regna il sovrano Romundo, opera il nostro Umanuk Izzon.» per secondo, gli precisò Sivus, il dio dell'impudenza.
«Eminente Buziur, nella città di Casunna, dove governa il viceré Raco, opera il nostro Umanuk Kosep.» per terzo, gli fece presente Kurcan, il dio degli omicidi.
«Magnifico Buziur, nella città di Bisna, dove regna il sovrano Esurbo, opera il nostro Umanuk Lixez.» per quarto, si affrettò ad assicurargli Besium, il dio degli incesti.
«Insuperabile Buziur, nella città di Polca, dove regna il sovrano Ozuco, opera il nostro Umanuk Mastok.» per quinto, gli fece presente Cirrust, il dio dei tradimenti.
«Illustrissimo Buziur, nella città di Cirza, dove regna il sovrano Luvius, opera il nostro Umanuk Neddov.» per sesto, gli affermò Daspor, il dio dei rapinatori.
«Celeberrimo Buziur, nella città di Statta, dove regna il sovrano Scitone, opera il nostro Umanuk Pazuol.» per settimo, gli comunicò Fostep, il dio degli stupratori.
«Potentissimo Buziur, nella città di Stiaca, dove regna il sovrano Arper, opera il nostro Umanuk Otrun.» per ottavo ed ultimo, gli asserì Ettios, il dio dei borsaioli.
A quel punto, Gozup, il quale era il dio dei sadici, prendendo la parola, giustamente ebbe a rivolgere al dio della superbia una domanda, la quale viene fatta anche presente:
«Mio imperatore, dal momento che grazie a te la presenza di Matarum è venuta meno in Actina e contestualmente c'è stata anche la mancanza della sua protezione verso tale città, mi dici perché mai adesso non facciamo in modo che ci sia anche in essa un nostro Umanuk, il quale faccia al posto nostro ciò che non possiamo compiere noi in maniera palese? Se prima egli non ci sarebbe servito a niente in quella città, a causa della continua sorveglianza della prestigiosa divinità positiva, oggi come oggi, invece la sua presenza in essa ci farebbe molto comodo. Ho forse torto, a pensarla così?»
«In un certo senso, Gozup, senza dubbio avresti ragione, se nella Città Santa non ci fosse qualcos'altro a non quadrarmi. Difatti, sebbene non ci sia stato difficile mettere fuori gioco Matarum, in essa, per una ragione che non riesco a spiegarmi, avverto la presenza di un essere che non si distingue bene, ma che ci darebbe molto filo da torcere, se lo sfidassimo. Per questo è meglio che io non lo affronti adesso, se non voglio andare incontro a qualche guaio, il quale mi farebbe poi pentire di averci provato. Attualmente, quindi, evitiamo di preoccuparci di ciò che ci hai proposto, dio dei sadici, se non vogliamo procurarci delle rogne. Invece, al mio ritorno da Parakosm, niente e nessuna divinità positiva potrà crearmi dei problemi di un certo rilievo!»
«Allora, preclaro Buziur, ci rendi noto perché hai tirato in ballo i nostri Umanuk, i quali svolgono la loro esistenza nelle otto città edelcadiche, ma vivono praticamente all'ombra per non farsi notare da nessuno? Dovranno forse essi servirci a qualcosa?»
«Certo, Gozup! Infatti, dovranno essere proprio loro a facilitarvi la distruzione della città di Actina, senza destare molto scalpore tra le divinità positive, ma facendola passare come una operazione scaturita esclusivamente dalla volontà umana.»
«Ci spieghi in che modo, nostro esimio imperatore? Almeno io, per il momento, non riesco a capacitarmi come gli Umanuk possano cimentarsi in una impresa del genere e condurla da soli a buon fine, senza avere problemi di sorta. Vorrei esserne messo al corrente!»
«Dovresti già sapere, dio dei sadici, che i nostri Umanuk, oltre a potersi trasformare in mostri inattaccabili da qualsiasi essere umano, sono dotati di altri privilegi, i quali possono renderli assai efficienti in varie situazioni, come quella di uccidere un Materiade, farne sparire il corpo ed assumerne le perfette sembianze. Ebbene, essi ricorreranno a questa ultima prerogativa per uccidere gli otto regnanti edelcadici e subentrare a loro tutti. Dopo la loro uccisione, gli Umanuk divenuti sovrani al posto loro, a capo dei rispettivi eserciti, marceranno contro la Città Santa e la porranno sotto un serrato assedio, fino a quando non l'avranno indotta alla resa, facendola capitolare. Infine la metteranno a ferro e a fuoco, demolendone le mura e gli edifici, a cominciare dal tempio di Matarum. Questo è il grande piano che ho elaborato per voi, mie devote divinità presenti. Esso immancabilmente vi faciliterà il compito nella presa e nella demolizione di Actina. Intanto che voi vi darete a compiere la vostra impresa, io volerò alla volta di Parakosm per conseguire l'obiettivo primario che conoscete. Quando ne sarò tornato, vorrò apprendere da voi che la Città Santa è stata già ridotta in ruderi.»
Tutte le divinità presenti alla riunione assentirono al disegno del loro imperatore relativo alla città di Actina e gli promisero che si sarebbero impegnate con molto zelo. Così avrebbero ottenuto quanto egli pretendeva da loro, senza deluderlo per niente.
Noi sappiamo che l'Umanuk residente a Dorinda, che era impersonato dalla persona del mago Ghirdo, veniva protetto dal dio Sartipan. Ebbene, anche i restanti Umanuk, che dimoravano nelle altre città edelcadiche, godevano ciascuno di loro della protezione di una divinità malefica. Le otto entità divine in passato avevano conferito ai loro protetti dei mirabolanti poteri, ricevendone in cambio dei servizi che esse, da sole, giammai si sarebbero potute procurare, per motivi di cui non siamo ancora al corrente; però ne verremo a conoscenza al più presto.
Poco dopo che c'era stata il loro incontro con l'Imperatore delle Tenebre, le otto divinità interessate tennero una riunione, alla quale presero parte anche i loro Umanuk, per mettere a punto un piano comune. Essa avrebbe dovuto avere come obiettivo ciò che gli era stato ordinato dal dio Buziur. Così, oltre ad istruire i loro protetti nella nuova delicata missione, durante tale incontro esse presero accordi circa lo svolgimento dell'operazione che stava per iniziare, dal nome "Morte ai sovrani!". Tra le altre cose, le medesime divinità stabilirono che sarebbe stato il dio Sartipan a dirigerla. Ciascuna di loro, quindi, gli avrebbe dovuto comunicare l'avvenuta sostituzione nella propria città del sovrano da parte dell'Umanuk a suo servizio, non appena essa ci fosse stata.
Messo il lettore a conoscenza di queste utili notizie, delle quali non lo si poteva tenere all'oscuro per le ragioni che è facile intuire, è nostro dovere renderci conto dei nuovi sviluppi della situazione. Essi, tra breve, ci saranno senza meno nelle otto città edelcadiche, che erano state indicate dall'Imperatore delle Tenebre, a cominciare da Dorinda. Anzi, come vedremo, si riveleranno tutti di una importanza non indifferente. Perciò adesso diamoci a seguirli specificatamente, mentre vi avvengono; anche se nella sola Casunna ciò non si riuscirà ad ottenere, per i motivi che conosceremo a suo tempo.