391-IL SEQUESTRO DEL TRICERCHIATO CIRON

Dopo che il maniscalco aveva lasciato il campo dei ribelli, la discussione, che stava già terminando tra Lucebio, Croscione, Solcio e Zipro, si era invece riaccesa con maggiore vigore tra le stesse persone. L'avvenuta scomparsa della figlia di Fusso aveva fatto riscaldare gli animi di quelli che l'avevano intavolata per un motivo e adesso si ritrovavano a riaprirla per una ragione ben diversa. Questa volta dominava in tutti e quattro lo sdegno che era scaturito dal vile atto compiuto dai Tricerchiati. A loro parere, la sparizione di Erusia poteva essere soltanto opera degli amici di Stiriana. Perciò essa andava considerata un indubbio rapimento, il quale portava la firma degli adoratori del divino Kursut, avendo essi deciso di immolare la sventurata ragazza al loro dio. Il primo a scagliarsi contro i sanguinari settari, mostrandosi livido e furibondo in volto, era stato Lucebio. Egli, come reazione al loro ignobile gesto, dando all'improvviso in escandescenze, si era messo a coprire di improperi i Tricerchiati senza cuore e a scagliare anatemi contro di loro. Perciò pareva non smetterla più, intanto che si dava a gridare in questo modo:

«Quelle maledette canaglie sanno vendicarsi solo in questa abietta maniera! Se la sono presa con una ragazza innocente, allo scopo di attuare la loro vendetta trasversale contro suo padre, per avere egli riferito a Zipro il luogo della sua nuova dimora! Stiriana ce la pagherà a caro prezzo, quando riusciremo a scovarla e a catturarla! Da oggi, comunque, renderemo pan per focaccia a quei farabutti Tricerchiati, i quali misconoscono l'onore ed ignorano perfino esso cosa sia! Daremo loro una caccia spietata e, come già annunciato, ne uccideremo una decina, come risposta al loro rapimento! Che vengano subito giustiziati dieci appartenenti alla loro setta, se vogliamo ricambiargli la cortesia!»

«Ben detto!» aveva approvato Croscione «È così che bisogna reagire, se vogliamo frenare i Tricerchiati nel perpetrare i loro misfatti, dal momento che sappiamo dove andare a snidarli! Che si dia subito inizio alla nostra tempestiva e durissima vendetta! Così li faremo pentire, per aver rapito una ragazza senza colpe, al fine di sacrificarla al loro dio fasullo!»

«Invece non sono d'accordo con voi.» si era opposto Solcio «Amici, se facessimo come dite voi due, sarebbe proprio Erusia la prima a farne le spese all'istante. Mentre noi non vogliamo che ella ci vada di mezzo, senza essere colpevole di nulla! Sono convinto che i nostri nemici la ucciderebbero anche prima della sua immolazione, privandoci del tempo di poterla liberare e salvare. Essi, infatti, dopo farebbero presto a rapire un'altra ragazza per il loro sacrificio del prossimo plenilunio, quantunque la notte di luna piena sia vicina. Invece agiremo come suggerite voi, senza aver pietà alcuna per nessuno di loro, solo dopo che saremo riusciti a trarre in salvo la figlia del nostro amico Fusso! Così la vedo io!»

«Prudente Solcio, forse hai ragione tu.» si era ricreduto Lucebio «Perciò prima di ogni cosa, occorrerà salvare la ragazza; dopodiché daremo avvio all'ecatombe dei Tricerchiati. Ma considerato che adesso abbiamo le mani legate, vorrei sapere da te cosa proponi per uscire dalla nostra situazione di stallo. A tuo avviso, credi che ci sia un'altra soluzione in alternativa all'immediato pugno forte, che prima la rabbia aveva ispirato sia a me che a Croscione, come reazione al rapimento di Erusia? Se mi dici che c'è e la reputi valida, oltre che possibile, manifestacela senza perdere tempo! Così la valuteremo con obiettività e, se considerata idonea al nostro caso, come tu dici, l'accoglieremo subito.»

«Per il momento, Lucebio, non ne ho nessuna a portata di mano. Dovrò pensarci su con molta ponderazione, se voglio averla al più presto. Ma se c'è, vedrai che arriverò senz'altro ad essa, perché noi ne facciamo tesoro, allo scopo di salvare l'unigenita del maniscalco!»

«Invece io già ce l'avrei una idea in merito, amici.» aveva interloquito Zipro «Se sequestrassimo un Tricerchiato autorevole, che ovviamente non sia l'imbattibile Ernos, e proponessimo poi il suo scambio con la nostra Erusia, non siete convinti pure voi che potrebbe funzionare? A mio parere, è l'unico modo di risolvere la nostra questione e trarre fuori dai guai la sventurata figlia di Fusso! Allora cosa ne pensate?»

«L'hai imbroccata giusta, Zipro!» Lucebio era stato il primo ad essere d'accordo con lui «La tua è senza dubbio una proposta eccellente! Ma se vogliamo aver successo in una operazione del genere, ci sarà bisogno dell'aiuto di Polen. Egli è l'unica persona in grado di darci delle informazioni utili in merito, poiché potrà indicarci il Tricerchiato su cui far cadere la nostra scelta, prima di procedere al suo sequestro. A mezzogiorno, perciò, tu e Solcio gli andrete a parlare e lo metterete al corrente del rapimento della ragazza. Nel medesimo tempo, gli farete presente ciò che intendiamo fare per giungere alla sua liberazione. Così sapremo anche quale Tricerchiato di prestigio dovrà essere rapito, da parte nostra! Egli magari saprà anche indicarci dove andare ad acciuffarlo.»

Quando i due giovani si erano incontrati con l'amico alla stessa ora e al medesimo posto, senza perdere tempo, Solcio aveva aperto il discorso con l'amico, cominciando a dirgli:

«Hai saputo, Polen, del rapimento di Erusia, la figlia del maniscalco Fusso? Oppure ne sei ancora all'oscuro, poiché così hanno deciso tua zia e i suoi autorevoli amici? Quei porci settari lo hanno effettuato ieri sera, mentre la ragazza rincasava! Adesso non sappiamo in quale direzione muoverci per trarre la poveretta fuori dai guai!»

«Dici davvero, Solcio?! Invece lo ignoravo nella maniera più assoluta! Ma ne siete certi che sono stati i Tricerchiati a rapirla e non dei delinquenti comuni, al fine di usarle violenza carnale? Ma, se sono stati loro, essi non l'hanno ancora condotta al tempio! Altrimenti, io e Liciut a quest'ora lo avremmo già saputo da molto tempo!»

«Non ci avevi detto anche tu, Polen, che tua zia, come ragazza da immolare nella notte del prossimo plenilunio, avrebbe scelto la sorella o la figlia di uno dei nostri? Come vedi, non ti eri sbagliato in passato a pensarla così. Stamattina è venuto a riferircelo sull'altopiano il padre di lei. Sapessi tu con quale pena inesprimibile sul volto lo sventurato suo genitore si è presentato a noi, dopo che avevamo fatto colazione!»

«Perché mai, Solcio, la mia indegna zia avrebbe fatto cadere la sua scelta proprio sulla figlia del maniscalco? Vi risulta forse che in passato tra Fusso e lei ci sia stato qualche screzio? Oppure ha deciso in questo modo, unicamente perché ella sospettava già che il maniscalco fosse uno dei nostri? Ad ogni modo, mi dispiace sinceramente per il poveretto e per la sfortunata sua moglie. La quale è pure gravemente inferma da tempo, secondo quanto avevo sentito dire da Lucebio!»

«Abbiamo motivo di credere, Polen, che Stiriana fosse al corrente del fatto che Fusso aveva accompagnato il nostro amico Zipro alla sua nuova dimora. Ma tu non potevi conoscere questo particolare. Perciò, con il rapimento di Erusia, la tua zia rinnegata ha voluto vendicarsi del padre. Ora sai perché ella ha voluto fare rapire proprio sua figlia!»

«Allora non ci sono dubbi, Solcio! Erusia è stata sequestrata dai Tricerchiati e non da altra gente di malaffare. Il guaio è che non riesco a pensare dove essi l'abbiano potuta condurre. Ma io, in seno alla setta, non posso fare domande inerenti al suo rapimento, se non voglio fare insospettire le persone che vi hanno una certa autorevolezza. Tu e Zipro sapete a chi mi riferisco! Siccome per tutti loro non dovrei saperlo, se mi mettessi a fare domande in giro su tale rapimento, correrei senz'altro un grosso rischio. Quanto al luogo dove i settari potrebbero tenerla prigioniera, conosciamo soltanto la strada. Oltre ad essa, mia madre non seppe precisare niente altro a me e a Zipro, essendo stata trafitta da Ernos, prima che potesse rivelarcelo. Dovrei arrischiarmi a fare qualche domanda sul caso al mio amico Liciut, il quale, con molte probabilità, potrebbe saperlo; però non posso esserne matematicamente certo!»

«Polen, per favore, evita di metterti in qualche brutto pasticcio, siccome avremmo pensato di risolvere la questione di Erusia in modo diverso. Perciò, almeno per il momento, cerchiamo di non coinvolgere Liciut. Così dopo non dovremo pentircene, nel caso che egli dovesse deludere le nostre aspettative! Allora ci assicuri che farai a meno di lui, fino a quando non lo riterrai indispensabile?»

«Certo che farò come mi hai consigliato, Solcio! Adesso, però, fatemi conoscere ciò che avreste ideato voi, allo scopo di liberare la figlia del maniscalco. Una volta che lo avrò appreso, vi esprimerò il mio parere inerente a quanto da voi ideato, dicendovi chiaramente se è fattibile oppure no! Magari potrò darvi anche un mio suggerimento!»

«Polen, si tratta di una idea del nostro amico qui presente, la quale è piaciuta anche a Lucebio e a Croscione. Perciò è meglio che te ne parli Zipro direttamente, sperando che anche tu sia d'accordo con la sua proposta. Essa è stata l'unica a riscuotere la totalità dei nostri consensi! Quindi, apprendila direttamente dalle sue labbra e valutala, come meglio credi. Magari potrai aggiungere qualcosa di tuo alla medesima!»

«Bene, Zipro,» Polen si era rivolto poi al figlio della defunta fioraia «riferisci anche a me ciò che hai proposto a Lucebio e agli altri per liberare la ragazza. Se essi non sono stati contrari, vuol dire che la tua trovata è senz'altro ottima! Inoltre, da te non poteva venire fuori una idea banale, conoscendoti come un tipo assai arguto ed intelligente!»

«Grazie per la grande fiducia che riponi in me, Polen! Secondo me, poiché ignoriamo il luogo dove i Tricerchiati tengono prigioniera Erusia, ci converrà rapire un personaggio, il quale abbia una certa autorevolezza nella setta; ma che non sia Ernos. Effettuato il suo sequestro, dopo mireremo allo scambio degli ostaggi. Se consideri la cosa fattibile, poiché presenta pochi rischi anche per te, dovresti suggerirci quale dei Tricerchiati autorevoli possiamo sequestrare senza correre alcun pericolo.»

«La tua idea, Zipro, come avevo previsto, piace anche a me. Riguardo alla scelta della persona, di cui dovreste eseguire il sequestro, sono quattro i personaggi più importanti della setta. Comunque, solo uno di loro si presta meglio alla vostra azione rapitrice. Come tu giustamente già lo hai escluso, Ernos è fuori discussione, poiché la sua temibilità potrebbe crearvi dei seri problemi. Invece mia zia Stiriana e il suo convivente Olpun, che è il capo della setta, pur potendo essere dei facili obiettivi, sono da scartarsi per un altro motivo. Essi si rivelano irrintracciabili, per il semplice fatto che nessuno conosce la loro dimora, neppure il maestro d'armi della setta. Inoltre, quando percorrono le strade di Dorinda, sono sempre accompagnati da lui. Perciò l'unico che potrà fare al caso vostro è Ciron, colui che incide sulla fronte dei nuovi adepti l'emblema della setta. Anche se egli è un valido combattente, vi garantisco che non vi darà filo da torcere, per cui dovrebbe risultarvi piuttosto facile avere il sopravvento su di lui.»

«Del Tricerchiato incisore, Polen, conosci già l'indirizzo di casa oppure lo ignori e te lo devi procurare in qualche modo?»

«Un giorno sono stato con Liciut alla sua abitazione. Partendo dalla Piazzetta dei Sortilegi, essa dovrebbe trovarsi a metà percorso di Via del Rimedio, precisamente sul suo lato destro. Ciron, che è di media statura, avendo i capelli rossi e il viso lentigginoso, è facilmente riconoscibile. Perciò non dovreste avere nessuna difficoltà a rintracciarlo nella via che vi ho indicata e a catturarlo.»

«Se è come tu dici, Polen, davvero non ci sarà difficile individuarlo e prelevarlo da casa sua. A questo punto, ci conviene interrompere la nostra conversazione. Il motivo è che abbiamo poco tempo per il sequestro del Tricerchiato. Comunque, esso verrà effettuato al tramonto, se non ci saranno impedimenti di qualche genere!»

Dopo che avevano lasciato il loro amico, Solcio e Zipro si erano precipitati a raggiungere Lucebio, essendo intenzionati a riferirgli quanto si era deciso nell'incontro che avevano avuto con Polen. Costui, da parte sua, dopo aver abbandonato anche lui la sua abitazione, insieme con Liciut, si era incamminato in direzione delle porte della città. Dopo esserne usciti, essi si erano diretti verso il loro tempio, avendo premura di raggiungerlo quanto prima.


Lungo il tragitto, il figlio di Trisippo era apparso così turbato, da far preoccupare il suo accompagnatore. Costui allora aveva sentito la necessità di domandargli:

«Mi dici, Polen, cosa ti è successo? Si è forse ammalato il tuo canarino? Poco fa invece non avevi affatto un aspetto così tetro! Oppure c'è dell'altro sotto, che vuoi evitare di raccontarmi? Se ancora diffidi di me, ti ribadisco che il tuo è un atteggiamento ingiustificato! Devi considerare totale la mia affidabilità nei tuoi confronti e sbaglieresti a non considerarla tale! Tanto per comprovartela, credi che io non sappia che le visite che fai al tuo pennuto servono unicamente di copertura ai vari incontri che tieni con i tuoi amici? Ci sono cascato la prima volta, come è accaduto anche ad Ernos; ma in seguito ho compreso che si trattava di ben altro. Così mi sono reso conto che esse rappresentano una scusa per incontrarti con i tuoi amici. A tale riguardo, devo complimentarmi con voi, per avere bene architettato il modo di trasmettervi le varie notizie! Ciò nonostante, per l'amicizia che mi lega a te, non mi sono mai permesso di rapportare ad Ernos i tuoi segreti abboccamenti con i tuoi amici Solcio e Zipro. Allora cosa ti serve altro per non diffidare di me?»

«Ebbene, Liciut, considerato che sei a conoscenza di ogni cosa sui nostri incontri, non mi resta che confessarti che hai visto giusto sulle visite che faccio alla mia bestiolina. Perciò devo ringraziarti vivamente, per aver sottaciuto agli autorevoli esponenti della setta gli incontri che abitualmente ho con i miei amici. Scusami, se, seguendo i loro consigli, ho seguitato a non fidarmi di te, come non avrei dovuto! Ma ti garantisco che non accadrà mai più in avvenire!»

«Non è necessario il tuo ringraziamento, Polen. La mia coscienza mi ha dettato di agire in questa maniera e sono soddisfatto di aver preso una simile decisione. Ma adesso vorrei che tu mi parlassi del tuo nuovo stato d'animo e mi dicessi cosa te lo ha provocato. Perciò dimmi quale altro avvenimento spiacevole è sopravvenuto tra i ribelli, siccome noto che esso, dopo averlo appreso dai tuoi amici, ti ha gettato nello stato pietoso che ti ritrovi addosso! Allora ti affretti a riferirmi tutto quanto ti tieni dentro, il quale non può essere che brutto?»

«Solcio e Zipro, amico mio, mi hanno appena riferito che i Tricerchiati hanno rapito l'unica figlia di uno dei ribelli ed intendono sacrificarla al dio Kursut nella prossima notte di plenilunio. Lo scalognato padre ha già la moglie che è affetta da un male incurabile, per cui ella, se le venisse a mancare la sua unigenita, senz'altro creperebbe di dolore. Lo strazio del cuore le troncherebbe l'esistenza, prima che lo faccia la sua grave malattia! Adesso comprendi, Liciut, il mio nuovo stato d'animo, il quale si è impossessato di me da poco e si dà a lievitare?»

«Capisco benissimo il tuo abbattimento interiore, Polen. Hai ragione a struggerti come stai facendo. Del resto, reagirei anch'io allo stesso modo tuo! Purtroppo, non ci è permesso di fare niente per evitare una simile tragedia alla poveretta, senza comprometterci seriamente, in una maniera oppure in un'altra, nei confronti della setta!»

«Liciut, vorresti dire che, esponendoci, ci sarebbe la possibilità di liberare la ragazza rapita? Ma se non sappiamo neppure dove i Tricerchiati la tengono prigioniera! Oppure tu ne sei a conoscenza, come ho potuto intuire? Su, chiariscimi questo particolare e dichiarami che ho ragione! Se fosse vero, la farei liberare dai ribelli di Lucebio!»

«Quanto hai asserito, Polen, non è né del tutto vero né del tutto falso! Circa l'ubicazione della sua prigione, una mezza idea ce l'avrei; però non intendo rischiare la mia pelle. Ernos immaginerebbe subito chi li ha traditi e non me la farebbe passare liscia. Anzi, insieme con la mia, salterebbe anche la tua testa. Stanne certo! Piuttosto vorrei sapere da te come i tuoi amici intendono risolvere il loro triste problema.»

«Essi, Liciut, hanno deciso di sequestrare un Tricerchiato autorevole, per poi proporre ad Olpun lo scambio dei due prigionieri. Perciò sono venuti a chiedermi chi degli appartenenti alla setta soddisfa meglio al loro intento. Allora io ho proposto ai miei amici di rapire l'incisore Ciron, essendo un elemento di spicco della setta e grande amico del Prediletto. Per cui i miei compagni si attiveranno per portare in porto il suo sequestro, dopo che essi hanno preso nota del suo domicilio dalla mia bocca. Tu che ne dici, in merito a tale loro idea?»

«Essa è senz'altro buona, Polen! Solo che il tempo stringe e ai ribelli restano appena cinque giorni dal nuovo plenilunio. Tu credi che i tuoi amici ce la faranno a salvare la ragazza? Io ho i miei dubbi in proposito. Secondo me, sono molteplici le operazioni a cui dovranno applicarsi, se vogliono perseguire il loro scopo con successo. Perciò gli mancherà il tempo materiale per portare avanti le ricerche, preparare il sequestro e far giungere al nostro capo la loro proposta di scambio. Mi sono spiegato nel modo che dovevo?»

«Probabilmente, hai ragione tu, Liciut; ma conosco i miei compagni e so di che tempra essi sono fatti. Solcio e Zipro faranno entrambi il diavolo a quattro, pur di riuscire nella loro impresa, anche se si presenta piuttosto ardua. Dunque, mi attendo da loro due tutto quanto è umanamente possibile, allo scopo di sbrogliare l'aggrovigliata vicenda costituita dal sequestro dell'illustre incisore della setta. Questo è tutto!»

«Spero che tu non ti sbagli, Polen, e che davvero i tuoi amici sapranno giostrare nella difficile situazione, che tra poco si ritroveranno a gestire. Ma anche se si riuscirà a salvare la poveretta dalla morte, bisognerà rassegnarsi all'idea che ella non sarà più la fanciulla illibata di prima. Quando il tuo amico Zipro me lo ha fatto presente, ho finto di non sapere nulla in merito. In passato, invece, già mi erano giunte strane voci sulle cose alle quali vanno incontro le vittime sacrificali, ancor prima di essere immolate al dio Kursut. Già durante la notte del loro rapimento, le sventurate vengono sverginate e stuprate dalle solite tre persone, ossia Olpun, Ernos e Ciron. Anzi, prima vi partecipavano anche Mesuop e Licisto. Il trio, poi, sèguita a violentarle anche nelle successive notti, fino a quando esse non vengono sacrificate e brutalizzate in quel barbaro modo che noi Tricerchiati conosciamo molto bene. Tu te ne renderai conto durante il sacrificio del prossimo plenilunio, amico mio. A questo punto, però, ci conviene smettere di parlare di tali fatti, dal momento che ci troviamo già in vista del nostro campo, che è quasi vicino.»


Ritorniamo adesso a Solcio e a Zipro, i quali, dopo il loro incontro con Polen, si erano diretti anch'essi al loro campo per raggiungere al più presto Lucebio sull'altopiano. Mentre li rintracciamo nel seguito del nostro racconto, essi vi erano appena pervenuti e, in quel momento, si stavano conducendo frettolosi dal loro capo, che era in attesa di riceverli. Una volta in sua presenza, i due giovani lo avevano ragguagliato su ogni cosa, che si erano detti con l'amico Polen. Ma poi la loro discussione era continuata durante il pranzo, alla presenza anche di Croscione. Essi intendevano esaminare con maggiore ponderazione la situazione e cercare di mettersi d'accordo fra di loro su come effettuare il sequestro di Ciron, senza correre dei rischi concreti. Alla fine si era stabilito che esso sarebbe dovuto avvenire al tramonto di quella stessa giornata e lo avrebbe eseguito Solcio con una scorta di una ventina dei loro arcieri. In quell'operazione, giustamente si era voluto estromettere Zipro, poiché così, a scambio avvenuto, Ciron non sarebbe andato a riferire ad Ernos che la sua uccisione, da parte di Polen, era stata solamente una messinscena, per cui il morto restava ancora vivo tra i ribelli.

A pranzo ultimato, il maniscalco si era rifatto vivo al campo dei ribelli ed aveva domandato a Lucebio se si sapeva già qualcosa sulla scomparsa della propria figliola. Allora il saggio uomo, facendosi molto serio in volto, aveva voluto parlargli francamente, non ritenendo giusto nascondergli la verità. Perciò si era dato a parlargli in questa maniera:

«Fusso, abbiamo ragione di credere che la tua Erusia sia stata rapita dalla setta dei Tricerchiati, dietro segnalazione di Stiriana, che è diventata l'amante del loro capo. Agendo in questo modo, ella ha voluto vendicarsi di te per due motivi: primo, perché sei un ribelle; secondo, perché tempo addietro hai rivelato a Zipro l'indirizzo della sua nuova abitazione. Così ti ho messo al corrente di come stanno i fatti, amico mio!»

«Maledetta arpia!» aveva esclamato il maniscalco «Se ella mi capiterà tra le mani, vi giuro che la farò pentire di essere nata! Ella non sa cosa le accadrà, se permetterà ai suoi amici di torcere anche un solo capello alla mia ragazza! Sulla terra non ci sarà posto che riuscirà a nasconderla alla mia ira furibonda! Ma ora mi dite come vi state adoperando per salvare la mia povera ragazza rapita?»

«Naturalmente, Fusso, noi non ce ne staremo a guardare, consentendo a Stiriana di farla franca! Quella strega ha già tanti conti in sospeso con noi, per cui alla fine dovrà saldarceli tutti a caro prezzo. Stanne certo che ce li regolerà dal primo all'ultimo, senza sconto per nessuno! Riguardo alla tua Erusia, ti assicuro che già stiamo muovendo i primi passi rivolti a risolvere il caso. Nel frattempo, però, dobbiamo avere tutti tantissima pazienza, a cominciare da te!»

«Mi riferisci, illustre Lucebio, in che modo intendete liberare mia figlia dalle mani di quegli scellerati? Era ciò che prima volevo apprendere da te! Ad ogni modo, anch'io sono disposto a collaborare con gli altri ribelli nelle loro ricerche, se mi verrà permesso!»

«Non ce ne è affatto bisogno, Fusso. Unico tuo dovere, invece, sarà quello di badare alla tua Attunia, anche perché la sua salute è molto cagionevole. Riguardo a noi, amico mio, dal momento che non sappiamo dove la tengono nascosta e non possiamo intervenire direttamente per salvarla, abbiamo pensato di sequestrare un eminente esponente dei Tricerchiati, allo scopo di scambiarlo poi con la tua Erusia. Il sequestro è stato fissato già per questa sera, dopo il tramonto. Ecco quali sono le ultime novità attinenti a tua figlia!»

«L'idea piace anche a me, Lucebio. Agendo così, si eviterà di mettere a repentaglio la vita della mia figliola. La quale evenienza si sarebbe verificata senza meno, nel caso che aveste tentato un'azione di forza contro gli sciagurati Tricerchiati, ovviamente con l'intenzione di trarla in salvo. Voglia il dio Matarum intervenire a favore della mia dolce Erusia e consolare la mia Attunia. Ella, senza avere la figlia accanto, si è vista accrescere la sua grande pena, quella che già la stava distruggendo!»

«Speriamo, Fusso, che ogni cosa proceda secondo i nostri piani e che in seguito venga anche accettato lo scambio che proporremo ai rapitori di tua figlia immediatamente dopo. Adesso, però, faresti meglio a ritornartene a casa per rincuorare la tua abbattuta consorte. Appena ci saranno delle nuove su tua figlia, belle o brutte che siano, ti prometto che sarai il primo a venirne a conoscenza, avendone tu il pieno diritto, essendo suo padre. Ti invito, però, ad essere meno pessimista sulla faccenda e di volgere la mente ad un suo roseo avvenire! Dunque, adesso puoi andare in pace, ottimo amico mio!»


Le sparse nuvole di passaggio incominciavano ad arrossarsi, a causa del dilagante tramonto, quando il commando dei ribelli si era presentato davanti all'abitazione di Ciron. Alla bussata di Solcio, il Tricerchiato si era precipitato ad aprire la porta e ad affacciarsi sulla strada. Allora il numeroso gruppo dei suoi visitatori gli aveva fatto comprendere all'istante che per lui le cose si stavano mettendo male. Tanto più che tutti tenevano gli archi già tesi e si mostravano decisi a colpirlo, se egli avesse tentato qualche atto di forza, al fine di sfuggire al loro serrato schieramento. Perciò, vedendo la mala parata per lui, l'incisore dei Tricerchiati aveva evitato ogni reazione intempestiva. Al contrario, lo si era visto limitarsi unicamente a domandare agli sconosciuti presenti:

«Ehi, voi, siete certi che cercate proprio me? Forse avete bussato alla porta sbagliata, siccome non vi conosco! Qualora ci sia stato un errore da parte vostra, mi fate la cortesia di lasciarmi preparare in pace il mio pasto serale? Spero che vogliate comprendere la mia fame e la mia voglia di togliermela con una sostanziosa cena!»

«Invece questa sera farai a meno di cenare, Ciron; ma sarai costretto a venire via con noi.» gli aveva risposto Solcio «Da questo momento, dovrai considerarti nostro prigioniero! Comunque, sappi che, almeno per adesso, non abbiamo intenzione di procurarti dei guai seri. Per il tuo bene, perciò, ti raccomandiamo di non farti venire certi grilli per la testa, i quali non c'è dubbio che potrebbero soltanto nuocerti! Intesi?»

«Mi dite chi siete e cosa volete da me, per favore, dal momento che non vi ho mai visti e neppure incontrati? Inoltre, mi è possibile apprendere da voi chi vi ha riferito il mio nome, essendo pochi a conoscerlo? E chi vi ha dato anche il mio indirizzo?»

«Ciron, non ti serve a nulla avere le nostre risposte alle tue domande. Devi solo convincerti che siamo qui per sequestrarti. Invece tu ci seguirai, standotene silenzioso e calmo, se non vuoi farti del male con le tue stesse mani. Se poi ci tieni a crepare con una morte istantanea, sei padronissimo di farlo: basta una tua reazione inconsulta!»

«A nessuno piace morire, caro sconosciuto. Ma volete almeno dirmi le ragioni del mio sequestro? Che torto vi ho fatto, per aver preso nei miei confronti una simile decisione ostile? Mica sono uno di quei tipi, che vanno facendo del male alla povera gente! Ci mancherebbe altro! Mi è sempre dispiaciuto farlo, se non lo sapete!»

«I tuoi correligionari, Ciron, come sai benissimo, hanno rapito la figlia di uno dei nostri. Se ci tengono a te e ti vogliono rivedere vivo, essi dovranno rilasciarla senza discutere, evitando di sacrificarla al loro dio. Come ti rendi conto, saranno loro a decidere del tuo destino. Ma fino a quando non sarà liberata la ragazza che ci interessa, ti terremo come ostaggio presso di noi, senza farti assaggiare né cibo né acqua! Adesso hai compreso qual è la tua situazione?»

«Come farete voi a mettere al corrente i miei amici del mio sequestro e delle vostre richieste di scambio? Spero che abbiate già pensato pure a questo, per il mio bene e per la mia salute, essendo io un tipo che non tollera a lungo il patimento della fame! Dunque, sbrigatevi ad avvertirli, se non volete farmi digiunare a lungo!»

«Stai tranquillo, Ciron, perché sappiamo come fare! Lasceremo nella tua dimora un nostro messaggio, all'interno del quale risulteranno specificate le nostre condizioni. Se i tuoi amici non sono degli analfabeti, prenderanno nota di ogni cosa che gli chiederemo. Inoltre, se per loro la tua vita è preziosa, accetteranno le nostre condizioni e si atterranno ad ogni disposizione da noi esplicitata nel papiro che lasceremo in casa tua. Ti senti rassicurato e soddisfatto adesso, dopo averti spiegato ogni cosa sul tuo scambio?»

Fatte al Tricerchiato tali sue precisazioni, allo scopo di tranquillizzarlo, Solcio aveva smesso di colloquiare con lui. Dopo, lo aveva fatto legare dai suoi uomini, che lo avevano imbavagliato, bendato e aggiustato sul suo cavallo. Alla fine, passato egli stesso a deporre il rotolo di papiro in un posto ben visibile dell'abitazione, aveva ordinato al commando di ripartire alla volta del loro campo. Oramai si era già all'imbrunire e i loro spostamenti in Dorinda venivano notati a malapena.

Quando erano usciti dalla città, la notte era già calata completamente sulla natura sottostante. Perciò, anche se non c'era la necessità di bendare l'ostaggio, essi lo avevano fatto ugualmente per non correre il rischio che egli potesse scrutare e memorizzare nella propria mente i vari sentieri che stavano percorrendo. A dire il vero, lo stuolo dei cavalcatori aveva galoppato in compagnia di una splendida luna, la quale si avviava alla sua massima grandezza, siccome mancavano pochi giorni per diventare piena. Ma essa spesso doveva fare i conti con alcuni strati nuvolosi di passaggio. Questi, venendo ogni tanto a frapporre in mezzo a loro dei tratti di buio, intervallavano le sue schiarite luminose. Comunque, quando erano le ombre a predominare sul loro tragitto, in alcune parti del cielo lo scenario stellare si mostrava più appariscente.

L'arrivo al campo dei ribelli era coinciso esattamente con l'ora di cena. Perciò, una volta che il Tricerchiato era stato ben legato ad un albero, per non permettergli la fuga, ciascun componente del commando era rientrato presso la propria famiglia, appunto per consumarvi il pasto serale. Non si era comportato altrimenti Solcio. Egli aveva raggiunto immediatamente Lucebio e Zipro, sia per cenare sia per metterli al corrente dell'operazione, la quale poco prima era stata effettuata con successo in Dorinda. Riguardo al loro ostaggio, invece, vanno chiarite le seguenti due cose: prima, Ciron veniva ancora lasciato bendato; seconda, l'albero, al quale egli rimaneva legato, si trovava ad una trentina di metri dall'alloggio di Lucebio. Invece a tavola anche questa volta il quartetto dei commensali era risultato lo stesso, siccome Croscione era ancora presente perché non poteva mancare tra i commensali. Intanto che mangiavano, il primo ad aprire la conversazione era stato Lucebio. Egli si era rivolto al nipote dell'amico Sosimo e gli aveva affermato:

«Come constato, mio valente Solcio, grazie a te e ai tuoi uomini, l'esito della missione è stato positivo. Così adesso un autorevole Tricerchiato si trova nelle nostre mani e lo si potrà presto proporre come merce di scambio con la nostra Erusia. Vorrei sapere da te se ci sono state difficoltà nel perseguire il vostro obiettivo o se non avete incontrato alcun problema nell'operazione che avete appena conclusa. A mio avviso, la strada, dove avete operato al tramonto, è sempre stata tranquilla, senza troppi occhi indiscreti.»

«Non poteva andarci meglio, Lucebio.» gli aveva risposto il giovane «Non ci sono state complicazioni di alcun tipo dall'inizio alla fine del nostro sequestro, catturando senza difficoltà Ciron. La stessa uscita dalla città è avvenuta senza incontrare ostacoli di sorta. Perciò eccoci qua, dopo aver prelevato dalla sua casa l'ostaggio da noi designato ed aver lasciato nella sua abitazione il messaggio da te stilato. Esso, come sai, abbastanza presto sarà nelle mani dei suoi amici. A questo punto, occorre attendere che essi si facciano sentire quanto prima tramite la persona di Polen, come gli abbiamo imposto nel nostro messaggio.»

«Bene, Solcio, tu e i tuoi uomini avete fatto un eccellente lavoro. Per cui domani tu e Zipro saprete dal vostro amico Polen se tutto è andato come previsto nei nostri piani e se egli ha da proporvi qualche suggerimento che potrebbe esserci utile. Per il momento, conviene dormirci sopra, visto che non c'è altro da fare, mentre la notte è diventata già fonda in ogni parte a noi circostante!»

«Lucebio, prima di lasciarci e di andare a letto, posso aggiungere qualcosa in merito?» a un tratto era intervenuto a parlare l'ex braccio destro di Cotuldo «Vi prometto che sarà una cosa molto veloce, se avete la compiacenza di ascoltarmi! Allora posso?»

«Certo che puoi, Croscione: nessuno te lo vieta! Specialmente se hai da darci delle indicazioni, che possano risultarci proficue! Lo sai pure tu che ne hai sempre la facoltà! Dunque, riferiscici tutto quello che vuoi, poiché siamo qui tutti e tre ad ascoltarti con piacere! Ma non attardarti a farlo, se non vuoi trovarci già addormentati!»

«Grazie, Lucebio! Volevo solo dare un consiglio ai nostri due valenti giovani. Siccome sappiamo che Ernos è un essere spregiudicato ed inaffidabile, li invito a guardarsene bene. Essi non dovranno mai smettere di pensare che da lui possiamo aspettarci perfino tranelli ed inganni, che neppure ci sogniamo. Con questo, avrei terminato!»

«Ti ringraziamo, Croscione, per il tuo avvertimento.» gli aveva risposto Solcio, anche a nome del suo compagno «Ma Zipro ed io, avendo imparato a conoscerlo, terremo gli occhi bene aperti nel trattare con Ernos. Ti garantiamo che faremo il possibile, pur di non cadere in qualche sua trappola oppure in qualche suo raggiro, di cui vorrà fare uso nella nostra trattativa!»

Con la risposta data da Solcio a Croscione, si era concluso il breve dibattito tra i quattro commensali. Allora ciascuno di loro non aveva perso tempo e se ne era andato a dormire. Inoltre, nessuno si era interessato al fatto che l'ostaggio era stato lasciato a digiuno e che avrebbe trascorso la notte all'addiaccio, legato com'era al tronco dell'albero in posizione seduta. Nei suoi confronti, oramai, era stato preso quel drastico provvedimento, il quale sarebbe rimasto in vigore per l'intero periodo della sua prigionia presso di loro in qualità di ostaggio. Adesso, in quel luogo, la notte imperava sovrana e tenebrosa, disturbata solamente dal reiterato stridio degli insetti. I quali, non essendo abituati a dormire nelle ore notturne, approfittavano della notte per agire e per far notare la loro presenza nei bui campi circostanti.