388-LICIUT INFORMA ERNOS DELLA RITORSIONE DEI RIBELLI
Liciut si era presentato al maestro d'armi, quando nel campo dei Tricerchiati si era già consumato il pasto di mezzogiorno, il quale c'era stato qualche ora prima del suo arrivo. Egli, perciò, si era dovuto arrangiare con uno spuntino che aveva consumato, mentre cavalcava alla volta del tempio. Presso il quale, in continuazione erano di stanza almeno una ventina di Votati alla Morte. Costoro non erano sempre gli stessi; ma vi si avvicendavano con turni che avevano la durata di un triduo. Infatti, si era stabilito che quel posto non doveva mai restare sguarnito per tutte le ventiquattr'ore del giorno. I guerrieri che si alternavano in tali turni, oltre ad addestrarsi rigorosamente nelle armi e ad impegnarsi nelle varie operazioni di strategia militare, dovevano difendere strenuamente il sacro edificio, se ce ne fosse stato bisogno. Così, in caso di una irruzione sacrilega da parte di persone estranee, sarebbe stato loro dovere battersi per esso con ogni mezzo a disposizione, mettendole fuori combattimento. Nel caso poi fosse stato necessario, essi si sarebbero dovuti votare al supremo sacrificio.
Quando il suo ex aiutante gli fu davanti, manifestando un volto che non prometteva nulla di buono, Ernos gli aveva chiesto:
«Allora, Liciut, hai recato ai miei fedelissimi Mesuop e Licisto l'ambasciata che ti avevo affidata? Certo che sì, visto che te lo avevo ordinato! Penso che essi ti avranno pure incaricato di recapitarmi la loro risposta. Se vuoi fare una cosa utile, ti prego di sbrigarti a rendermela nota, siccome ho da fare altrove! Ma vuoi dirmi pure perché hai quella faccia?»
«Mi dispiace, Ernos, se non ho potuto fare entrambe le cose, cioè né da tuo ambasciatore presso di loro né da loro messaggero presso di te. I fatti in città sono andati diversamente, a causa di un tragico evento a noi sfavorevole, del quale mi sono reso conto, quando sono pervenuto al loro domicilio. Non puoi immaginare ciò che vi ho trovato!»
«Che mi dici mai, Liciut! Non riesco a capire quello che vuoi farmi intendere! C'è stato forse qualche imprevisto? e di che tipo? Se esso ti ha impedito di portare a termine entrambe le incombenze, la prima cosa che mi viene da pensare è una loro assenza da casa. Oppure non è stato questo il motivo che ti ha vietato di recargli la mia ambasciata e di recapitarmi la loro risposta! In questo caso cerca di affrettarti a riferirmi ciò che realmente è successo nell'abitazione di Mesuop e di Licisto!»
«Invece essi c'erano, Ernos, ma erano entrambi morti: eccome! È stato questo il motivo per cui i tuoi amici non hanno potuto né apprendere quanto gli mandavi a dire né inviarti la loro risposta. Quando sono entrato nella loro casa, li ho trovati che giacevano entrambi sul pavimento, che erano già cadaveri. Avresti dovuto vederli come i poveretti erano stati conciati! Una decina di frecce avevano trafitto sia il corpo di Mesuop che quello di Licisto. Esse vi restavano conficcate quasi rabbiose! A mio giudizio, il loro decesso era avvenuto al massimo mezzora prima del mio arrivo, esattamente quando c'era stato già il regolamento di conti a loro danno, da parte dei ribelli!»
«Cosa ti fa pensare, Liciut, che si è trattato di una loro vendetta? Hai forse da riferirmi in merito qualcos'altro, che continui a tenermi ancora nascosto, quasi fosse un tuo segreto?»
«Infatti, Ernos! Subito dopo essere entrato nella loro dimora, mi sono accorto che sopra una delle sue pareti i ribelli hanno lasciato scritto che essi, ammazzandoli, hanno inteso vendicare la morte del loro compagno Zipro. Inoltre, c'è riportato anche un monito per tutti noi. Cioè, da oggi in avanti, per ogni ribelle che verrà ucciso da noi, essi ammazzeranno dieci dei nostri Tricerchiati. Ecco come stanno realmente le cose! In seguito alla loro vendetta, voglio aggiungere che Polen deve stare molto attento, tutte le volte che si conduce in città. Secondo me, i ribelli, a cominciare da Solcio, gli staranno dando la caccia, poiché gli avranno assegnato la medesima fine, che egli ha fatto fare al loro compagno!»
«La questione di Polen adesso ci importa ben poco, Liciut. Invece c'è da provvedere ad arginare la minaccia dei ribelli. Essi, a quanto pare, hanno deciso di mostrare i pugni alle nostre provocazioni. Perciò adesso vado ad informare di ogni cosa chi di dovere. Nel frattempo, tu cerca di restare nei paraggi. Dopo che sarà rientrato Polen, digli di raggiungermi immediatamente, siccome intendo parlargli senza meno!»
La visita del maestro d'armi al Prediletto non era andata in porto, siccome Olpun e la sua compagna Stiriana non si erano ancora ripresentati al tempio. I due amanti avevano lasciato il campo subito dopo pranzo, avendo deciso di fare una breve escursione nei dintorni. In compenso, egli aveva scorto Polen in arrivo, mentre rientrava in groppa al suo cavallo. Allora aveva approfittato per scambiare prima qualche parola con lui su quanto capitato a Mesuop e a Licisto. Perciò, avendogli prima fatto cenno che aveva bisogno di lui, dopo lo aveva condotto nel suo alloggio e si era dato a dirgli:
«Polen, hai saputo dei miei amici Mesuop e Licisto? Un fatto del genere non sarebbe dovuto accadere a loro due! Ma giuro che la loro morte non resterà impunita! Molto presto truciderò gli autori del loro assassinio e colui che li ha messi al corrente della loro abitazione in Dorinda! Ti garantisco che non avrò alcuna difficoltà a scovare quest'ultimo, essendo egli senz'altro uno di noi Tricerchiati!»
«Vuoi dirmi, Ernos, cosa è successo ai due poveretti, che non avevo neppure mai avuto il piacere e l'onore di conoscere? A proposito, chi erano? Dalle tue frasi minatorie, non ci ho capito un bel niente, oltre al fatto che essi sono andati incontro ad una fine miserabile! Dunque, vuoi chiarirmi meglio la faccenda che li ha interessati? Così saprò finalmente ciò a cui ti sei riferito e come intendere le tue rabbiose minacce!»
«Stamani, Polen, quando Liciut è andato a confermare ad entrambi un mio ordine specifico, egli li ha trovati morti stecchiti nella loro abitazione. I due sventurati gli sono apparsi davvero due porcospini, a causa dell'ingente quantità di saette che erano state conficcate su ciascun corpo, da farle sembrare simili ad aculei! Ecco: questo è tutto!»
«A conciarli come hai detto, Ernos, di sicuro sarà stata la reazione dei ribelli, considerato che essa è seguita, subito dopo che mi avete fatto uccidere il loro valido campione. Si tratta di un cruento botta e risposta, messo in atto da loro con tempestività e in piena regola. Ciò mi obbliga a meditare, essendo convinto che essi staranno pianificando pure nei miei confronti una punizione coi fiocchi per farmi pentire del mio vile gesto! Tu non hai ancora pensato ad un fatto del genere?»
«Può darsi pure che tu abbia ragione, Polen. Per questo motivo, è opportuno che tu ti faccia accompagnare ogni volta da qualcuno dei nostri, quando ti rechi a Dorinda. Magari potrebbe continuare a farti da guardaspalle il prode Liciut. Egli ti sarebbe di grande aiuto, se i ribelli ti tendessero qualche imboscata in città! Che ne dici: lo approvi?»
«Invece preferisco di no, Ernos, anche se averlo accanto senza meno mi farebbe comodo! Comunque, rinuncio alla sua scorta per due ragioni: prima, spostandomi da solo per la città, riesco a dare meno nell'occhio, senza essere intercettato; seconda, in caso di un loro agguato mortale, sarei il solo a rimetterci la pelle e non anche Liciut. Non ti pare? Oppure non condividi questa mia logica tesi? Ma se sei di avviso diverso dal mio, non mi costerà nulla adeguarmi a quanto hai stabilito di predisporre per me. Ci mancherebbe altro che non fossi d'accordo con un tuo ordine!»
«Forse hai ragione tu, Polen. Ma ricòrdati che, se tu dovessi ripensarci, non hai che da farmelo presente. In quel caso, darei subito ordine a Liciut di mettersi a tua disposizione, tutte le volte che ti conduci in città. A questo punto, devo lasciarti, mio vice, poiché scorgo il Prediletto e tua zia che stanno rientrando dalla loro passeggiata pomeridiana. Alcuni minuti fa, li avevo appunto cercati per discutere con loro sulla grave vicenda inerente ai nostri valorosi Mesuop e Licisto, però senza essere riuscito a trovarli nel loro alloggio. Intanto che io li raggiunga, puoi considerarti congedato da me e libero di cercarti qualcosa da fare!»
Nel suo incontro con loro due, Ernos si era precipitato a metterli al corrente del fattaccio, che c'era stato in città ai danni dei loro due amici addetti ai rapimenti. Allora, in un primo momento, per Olpun la notizia della morte dei suoi grandi amici si era rivelata una perdita incalcolabile. Egli aveva trascorso insieme con loro sia l'adolescenza che la gioventù. Poco dopo, a causa dell'immenso dolore accusato, il suo animo affranto aveva penato tremendamente. Lo aveva impressionato soprattutto il tipo di morte che i ribelli avevano riservato all'uno e all'altro, visto che li avevano ammazzati, come se fossero stati due cani bastardi. Invece alcuni attimi dopo, essendo ritornato in sé ed avendo preso atto della presenza della sua donna e di Ernos, aveva messo da parte la sua sofferenza. Così aveva aperto la discussione sul fatto di sangue che c'era stato dentro le mura di Dorinda, precisamente in Via della Vendetta. Con essa, intendeva concordare con la sua donna e con il maestro d'armi degli adeguati provvedimenti postumi, a scopo altrettanto ritorsivo. Così si era espresso ad ambedue in questo modo:
«Non c'è dubbio che i miei due amici fraterni dovranno essere vendicati! Bisognerà solo decidere quale tipo di vendetta occorre fare seguire alla loro uccisione. Dunque, Ernos e Stiriana, attendo da voi dei suggerimenti idonei all'argomento, anche se sono certo che sarà ancora la mia amata donna ad indicarci la strada giusta da percorrere, al fine di ottenere una efficace vendetta adeguata al caso!»
«Dimentichi, Prediletto,» gli aveva fatto osservare Ernos «che è difficile venire a sapere chi in Dorinda è un ribelle e chi non lo è. A parte la famiglia del possidente Sosimo, ignoriamo tutti gli altri. Ma ora il suo palazzo è diventato una vera fortezza ben guarnita, per cui non è facile accedervi e compiervi una nostra rappresaglia. Allora suggerisco di scoprire dove si trova il campo di Lucebio e di condurre poi in quel luogo la nostra azione ritorsiva. In questo obiettivo, potrà aiutarci solamente il nipote di Stiriana. Egli, secondo me, di sicuro lo conosce come le sue tasche, non potendo essere altrimenti!»
«Invece, Ernos, non voglio ancora affrontare un conflitto a largo raggio con i ribelli nostri nemici, siccome non ne conosciamo ancora la consistenza e le potenzialità militari. Inoltre, da un momento all'altro, ci possiamo trovare contro il paventato Francide, l'attuale re di Actina. Egli, secondo quanto afferma Polen, è una vera furia ciclonica e, anche da solo, è capace di mandare allo sbando l'intera organizzazione della nostra setta. Chi può garantirci con assoluta certezza che la sua straordinaria prodezza è solo diceria e che perciò da lui non abbiamo nulla da temere? Secondo me, nessuno! Allora, per il momento, mettiamo al bando questa tua assurda idea, siccome la trovo molto compromettente per tutti noi Tricerchiati. Perciò: punto e basta!»
«Dimentichi, Prediletto, che ci sono io a combattere dalla vostra parte e che sono un formidabile guerriero, che non teme rivali? Anche se il re Francide dovesse essere in gamba come dicono, non potrà mai uguagliare o superare la mia bravura. Perciò egli, prima di muovere un dito contro la nostra setta, dovrà innanzitutto vedersela con me. Ciò vuol dire che l'eroe dei ribelli stramazzerà al suolo, quando non avrà ancora procurato ai nostri Tricerchiati il più piccolo danno! Vedrai che avverrà esattamente come adesso ti ho affermato, non appena egli si rifarà vivo in Dorinda per condurre la sua amata Rindella ad Actina!»
«Staremo a vedere, Ernos, se sarà come affermi! Nel frattempo, però, ti ripeto che non voglio espormi nei confronti dei ribelli con una operazione di vasta portata. Essa potrebbe perfino richiamare l'attenzione del re Cotuldo. Anche se in effetti non gli dispiacerebbe venire a sapere che qualcuno sta collaborando con lui nell'annientamento dei ribelli, potrebbe poi cominciare a nutrire dei forti sospetti su di noi, fino a darci l'ostracismo. Invece, se ci limitiamo in azioni belliche assai contenute contro i nostri nemici, alla fine riusciremo ugualmente ad annientarli tutti, senza che il sovrano neppure si accorga della loro sparizione e della nostra esistenza. A questo punto, vorrei conoscere anche il parere della mia donna su ciò che noi due maschi abbiamo detto. Come pure desidero apprendere se ella ha già una sua idea in proposito. Mi risulta che a lei non ne mancano mai, poiché le vengono fornite dalla sua spiccata intelligenza e dalla sua perspicace intuizione. Infatti, tali sue doti le sono state sempre congeniali. A nostro vantaggio, naturalmente!»
«Delle cose giuste sono state dette sia da te che da Ernos, mio Prediletto. Quelle del capo dei Votati alla Morte riguardano il campo dei ribelli e il re Francide; quella tua, invece, concerne il tipo di lotta da intraprendere contro i nostri nemici. Sono d'accordo con Ernos, quando afferma che il mito dell'eroe dei ribelli è un'autentica montatura, per cui egli facilmente gli farà mangiare la polvere, quando si scontrerà con lui. Condivido anche la sua proposta che vorrebbe spingerci a scoprire dove è situato il campo dei ribelli, allo scopo di effettuarvi una incursione annientatrice. In tal caso, il compito ci verrebbe agevolato dall'aiuto di mio nipote Polen, essendo a conoscenza della località dove si trova il loro campo. Da parte tua, invece, c'è stata la giusta osservazione che non bisogna dar luogo, nella nostra lotta contro i ribelli, ad una vera battaglia. Essa finirebbe più per nuocerci che risultarci utile, per le ragioni che tu stesso ci hai già fatte presenti. Per questa ragione, continueremo a combattere e a decimare i ribelli con il minimo chiasso, evitando quei fatti di sangue che potrebbero presentarsi eclatanti. Stando così le cose, agiremo invece nell'ombra e con l'assoluta discrezione. Ora sapete pure cosa penso io, quando ci si riferisce ai ribelli!»
«Stiriana, come constato, ti sei pronunciata solamente in senso generale sulla nostra vicenda in rapporto ai nostri nemici. Ma al momento attuale, vorrei apprendere da te che cosa proponi, come risposta appropriata contro di loro, dopo che essi ci hanno fatto fuori i nostri fedelissimi Mesuop e Licisto con disumana ferocia. Per tale motivo, sei pregata di esprimerti su un particolare del genere, se vuoi farmi cosa gradita!»
«Mio Prediletto, da parte mia, propongo di rapire Erusia, la ventenne figlia del maniscalco Fusso. Anch'egli, molto probabilmente, farà parte dei ribelli. Fu lui che mise al corrente Zipro della mia nuova abitazione, dopo il mio trasloco da Via dell'Amicizia alla Via dell'Azione. È possibile altresì che egli non abbia avuto intenzione di fare la spia, ma che abbia solo voluto dare una informazione innocente ad un mio conoscente. Comunque, indipendentemente da se ci fu o meno cattiveria da parte del mio ex vicino di casa nel riferirglielo, lo stesso propendo per il rapimento di sua figlia. Così la sacrificheremo alla nostra divinità nel prossimo plenilunio! Allora siete d'accordo anche voi due con la mia proposta?»
«Stiriana, visto che essa è sensata e non ne abbiamo altre migliori a disposizione oggi come oggi, decreto che tale ratto venga effettuato nel più breve tempo possibile. Dobbiamo però risolvere prima un problema che resta ancora irrisolto. Infatti, ci mancano le due persone che erano solite eseguire molto bene tale compito. Bisognerà preparare alla svelta altri due Tricerchiati in questo delicato lavoro; anzi, direi che ne occorrono perlomeno tre. I quali, all'occorrenza, siano in grado di esplicarlo senza pecche e con il plauso di noi tre! Allora voi che ne dite, in merito alla nuova nomina che ho proposto?»
«Prediletto, senza meno approvo quanto hai deciso.» gli aveva fatto presente Stiriana «Ma eviterei di fare entrare in tale terzetto sia Polen che Liciut, essendo essi due validissimi elementi che non vorrei fare esporre troppo. Ritengo invece che sia meglio impiegare i due forti giovani in operazioni ben più importanti, nelle quali sia l'uno che l'altro possano esprimere il meglio di sé, a tutto beneficio della setta. È ovvio che il mio è solo un parere e potrebbe non trovare concordi voi uomini. Per cui lascio a voi la scelta della terna di guerrieri, ai quali affidare un compito così delicato!»
«Invece, Stiriana, se il nostro maestro d'armi non ha da proporci una proposta alternativa migliore, convengo con te sulle cose che hai dette. Perciò, già da questo momento, gli affido il mandato di scegliere i suoi tre Votati alla Morte che si dimostrano più in gamba, dopo Polen e Liciut, perché li prepari in tale tipo di missione, nel giro di pochi giorni. Dopo li metteremo in azione e vedremo in che modo sapranno cavarsela!»
«La vedo anch'io alla stessa maniera di Stiriana, Prediletto, circa l'impiego di Polen e di Liciut nella nostra setta.» si era schierato con la donna pure Ernos «Per il resto, puoi stare tranquillo, poiché, entro i prossimi tre giorni, avremo già le persone preparate ad eseguire i ratti con la massima riservatezza! È una promessa che ti faccio!»
Ernos non si era smentito e, nel tempo da lui stabilito, oltre ad avere per le mani gli uomini giusti per la delicata mansione, li aveva anche addestrati ad organizzare e ad effettuare i sequestri di persona senza fare troppo rumore. Dopo era dovuta intervenire Stiriana ad indicare ai tre guerrieri addestrati sia la via sia l'abitazione dove risiedeva la ragazza, che stava per diventare la loro prima vittima. Stando alle lezioni del loro capo, essi innanzitutto si sarebbero dovuti appuntare ogni cosa che la riguardavano, come le uscite, i movimenti, le abitudini e l'ora dei suoi rientri. In tal modo, sarebbe stato più facile per loro tre controllarla e sorprenderla in una posizione di svantaggio durante il suo rapimento. Esso, nel caso che non ci fossero stati inconvenienti di sorta, era previsto a breve termine, comunque non più tardi di una decina di giorni.