386°-POLEN APPRENDE DAGLI AMICI CHE ZIPRO SALVO

Gli ultimi strascichi del tramonto si stavano stemperando in un imbrunire che si rivelava massacratore di ogni fascio di luci, quando Polen e Liciut si erano ripresentati ad Ernos. Il quale era stato già informato dell’assassinio di Zipro dai due Votati alla Morte, che egli aveva messo a sorvegliarli. Essi, essendosi condotti al loro campo subito dopo, li avevano preceduti di circa un'ora nel recargli la notizia dell’eccezionale tiro eseguito dal nipote di Stiriana. Perciò il maestro d'armi, non appena si vide davanti i due giovani, senza attendere che essi aprissero bocca per primi, aveva esclamato all'interessato:

«I miei complimenti, Polen, per esserti dimostrato all’altezza del compito, che ti era stato affidato dal nostro Prediletto! Benvenuto tra noi come un autentico Tricerchiato! Da oggi in avanti, potrai disporre della tua libertà nel modo che vorrai. Ogni volta che avrai voglia di andare in città oppure di condurti nella tua casa, ti sarà permesso di farlo, senza essere più accompagnato da qualcuno dei nostri. Adesso abbiamo la certezza che hai tagliato definitivamente i ponti con i tuoi ex amici ribelli. Per cui ci fidiamo di te ciecamente, senza più nutrire nei tuoi confronti sia sospetti che diffidenza! Come mi rendo conto, tua zia Stiriana riesce sempre ad ottenere da chiunque ogni cosa che desidera!»

«Ernos,» gli aveva fatto presente Polen «hai dimenticato forse che, se non ci sarà nessuno dei Tricerchiati a vegliare su di me, al suo posto mi accompagnerà la preoccupazione che qualcuno dei ribelli, da un momento all’altro, possa infliggermi la stessa sorte che ho fatto subire al loro Zipro, che era un mio grande amico! Mi sbaglio forse a pensarla, come ti ho fatto presente? Io non credo!»

«Invece tu, Polen, starai attento e farai sì che ciò non accada mai. Tutti e due sappiamo che non ti mancano i mezzi per difenderti, per cui venderai cara la pelle, se i ribelli oseranno attaccarti. Dunque, non ti devi preoccupare di un fatto simile e bada solo a quelle cose che ti possano rasserenare l’esistenza! La vita va presa con filosofia, come affermano i saggi uomini. Adesso ne sei al corrente anche tu!»

Dopo aver terminato di parlare con il figlio del defunto Trisippo, allo scopo di tranquillizzarlo il più possibile circa la sua vita futura, il maestro d’armi si era rivolto al suo ex aiutante. Sebbene costui in quel momento si presentasse con la mente totalmente distratta per qualche motivo inimmaginabile, egli si era dato a dirgli:

«Quanto a te, Liciut, domani dovrai recarti in città, siccome ho da farti recapitare un’ambasciata ai nostri commilitoni Mesuop e Licisto. Dovrai riferire a loro due di prepararsi a ricevere un nuovo incarico del tipo di quello che essi già conoscono. In seguito, al massimo qualche giorno dopo, gli farò sapere dove andare a prelevare quello che ci occorre. Ti raccomando di essere molto prudente nel condurti alla loro abitazione, specialmente dopo l’uccisione di Zipro!»

«Non preoccuparti, Ernos, perché domani mattina esaudirò la tua richiesta. Se poi per caso Polen avesse da fare anch’egli qualcosa in Dorinda, mi farebbe piacere averlo come compagno di viaggio. In questo modo, eviterei di morire di noia lungh'esso e mi sentirei più tranquillo nei miei spostamenti! Naturalmente, sempre con il tuo permesso!»

«Certo che dovrò andarci, Liciut! Come sai, il mio canarino ha bisogno tutti i giorni delle mie cure. Dunque, quando nella mattinata di domani ti recherai a Dorinda, approfitterò per viaggiare in tua compagnia. Ma subito dopo che saremo all’interno delle sue mura, noi dovremo separarci, avendo da sbrigare varie faccende personali. Allora siamo intesi che noi due faremo come ora ti ho fatto presente? Sono sicuro che Ernos non avrà nulla in contrario, dal momento che prima non ti ha mosso alcuna obiezione, quando gli hai comunicato che intendevi unirti a me nel recarti in città.»

«Per me va bene anche come hai programmato, Polen. L'importante è averti in mia compagnia, finché non avremo raggiunto Dorinda! Dopo non fa niente, se non saremo più insieme ed ognuno, per giustificati motivi, se ne andrà per la propria strada!»

Qualche oretta più tardi, anche il Prediletto e la sua amata Stiriana erano venuti a conoscenza del bel colpo portato a segno dal giovane Polen e se ne erano compiaciuti moltissimo. Essi avevano voluto perfino complimentarsi con lui di persona, dandogli il benvenuto nella loro setta, visto che adesso egli vi entrava a far parte a tutti gli effetti. Come essi la pensavano, con l'uccisione del suo ex amico intimo, egli si era guadagnato la loro massima fiducia. Olpun si era anche congratulato con la sua donna, per essere riuscita ad ammansire il nipote, come aveva promesso a lui e ad Ernos.



Nel frattempo, Solcio e Zipro avevano raggiunto Lucebio e Croscione, più o meno alla stessa ora che Polen e Liciut avevano fatto ingresso nel campo dei Tricerchiati. Allora le due persone anziane avevano appreso con soddisfazione dai due giovani che tutto si era svolto regolarmente e che Zipro se l’era cavata soltanto con una trafittura superficiale. Essa, siccome la freccia non era risultata avvelenata, non aveva avuto le conseguenze che si erano temute, per cui non aveva destato alcuna preoccupazione. Da parte sua, l’ex consigliere del re Cotuldo aveva espresso la propria idea in proposito:

«Visto che i Tricerchiati sono convinti di avervi privati del vostro valente Zipro, non potete pure lasciar credere ai medesimi che essi vi possono far fuori i combattenti migliori, senza subire a loro volta la vostra dura reazione! Per questo essa dovrà esserci immediatamente e con la massima severità! Quindi, che vengano uccisi almeno dieci dei loro adepti! In questo modo, essi sapranno che voi siete disposti a rendere loro pan per focaccia! Non vi sarà difficile attuare la vostra vendetta, considerato che adesso voi potete giungere alle loro abitazioni attraverso la mappa. Al posto vostro, non farei passare molto tempo! Allora siete d'accordo con la mia proposta oppure non intendete prenderla in seria considerazione per qualche motivo particolare?»

«Non dico che hai torto, Croscione.» a sua volta, gli aveva obiettato Lucebio «Ma ti faccio osservare che non sempre le drastiche misure dirimono i contrasti; anzi, spesso esse li inaspriscono maggiormente. Comunque, pur volendo condividere la tua tesi, intendo prima sentire il nostro Polen e vedere ciò che ha deciso di proporci. Egli, restando nella setta, conosce meglio di noi le cose che sono da farsi prima di altre. Perciò domani Solcio e Zipro andranno al solito posto per apprendere da lui le ultime novità sui Tricerchiati e ciò che egli ci suggerisce di fare. Soltanto al loro ritorno, noi sapremo come regolarci e quale rigido provvedimento sarà da prendersi contro i settari.»

I due giovani, da parte loro, avevano fatto anche proprio il punto di vista del maturo uomo non vedente. Ma era stato Solcio a sottolineare poco dopo la necessità di una dura ritorsione nei confronti dei Tricerchiati. La quale sarebbe dovuta risultare proporzionata all’avvenuta simulata uccisione del loro Zipro. Il suo intervento era stato il seguente:

«Pure io sono d’accordo con Croscione, saggio Lucebio. Sono convinto che una nostra rappresaglia immediata farebbe comprendere ai nostri fanatici nemici che noi non siamo deboli, come essi ci credono. A volte una rivalsa, specialmente se compiuta tempestivamente, in modo appropriato e al momento opportuno, può risolvere una situazione critica! Per questo non possiamo bandirla da noi!»

«Anche da parte mia essa non è stata esclusa, Solcio; invece l’ho soltanto rinviata! Mi sono proposto di agire contro di loro, dopo che Polen ci avrà aggiornati sugli ultimi sviluppi, che si sono avuti presso la setta dei Tricerchiati, alla luce di quanto oggi è successo. Egli sta rischiando la vita, appunto per metterci al corrente in tempo reale di ciò che accade in essa e, di conseguenza, per suggerirci le azioni che prioritariamente sono da intraprendersi. Se poi vogliamo agire di nostra iniziativa, allora possiamo anche richiamarlo e fargli smettere di correre inutilmente dei rischi concreti e non virtuali, senza che ce ne derivi qualche tornaconto. Dunque, aspettiamo prima che tu e Zipro vi incontriate con lui e poi decideremo quanto è da farsi e come agire!»

Essendosi poi fatta già sera, tra i quattro dialoganti si era interrotto il discorso che si stava avendo. Ma più tardi, essi erano stati scorti a tavola a consumare la loro parca cena, senza più pronunciarsi sulla questione dei Tricerchiati e su quella del figlio dell'estinto Trisippo. Al termine di essa, ciascuno aveva avvertito il bisogno di rientrare nel proprio alloggio, avvertendo un gran desiderio di darsi ad un sonno profondo.


Presso il campo dei Tricerchiati, l’indomani Polen e Liciut si erano alzati dal loro giaciglio a metà mattinata. Poco dopo, cavalcando in compagnia, avevano già intrapreso il viaggio che conosciamo. Una volta entrati in città, essi si erano separati, dovendo ognuno di loro seguitare il cammino per proprio conto. Invece il nipote di Stiriana aveva continuato a tenere sott’occhio il proprio commilitone, essendo intenzionato a scoprire la strada e il numero civico dei due fedelissimi di Ernos, del Prediletto e della zia. Egli aveva la convinzione che quei due balordi individui erano preposti al rapimento delle ragazze, quelle che poi i Tricerchiati immolavano alla loro divinità. Ma prima le sventurate venivano stuprate a loro piacere dalle persone di sesso maschile più rappresentative della setta, a cominciare dal Prediletto e finendo con Ciron. Venuto infine a conoscenza delle due informazioni che gli interessavano, il giovane aveva proseguito la sua strada verso la casa paterna. In quel luogo, egli sperava di risentire i suoi due grandi amici, volendo avere soprattutto le notizie riguardanti l'amico Zipro.

Quando Polen vi era pervenuto, mezzogiorno era alle porte, poiché mancavano pochi minuti al suo arrivo. Allora, aperta e richiusa dietro di sé la porta di casa, Polen si era affrettato a raggiungere la palizzata, la quale separava la sua abitazione dalla stradina che la fiancheggiava posteriormente. In quel luogo, egli si era accinto a posizionare su di essa la frasca di un agrume appartenente ad una specie vegetale non identificata, appunto per segnalare ai suoi due amici che aveva bisogno di parlare con loro. Invece si era accorto che essi già si trovavano dall’altra parte del recinto in posizione di ascolto. La qual cosa aveva indotto il giovane a mettersi subito in comunicazione con loro due, stando in piedi davanti alla gabbia del suo canarino. Così, fingendo che le sue parole erano rivolte al piccolo pennuto, anche se quella volta non c’era bisogno per l’assenza di Liciut, il nipote di Stiriana aveva iniziato a dire loro:

«Mi fa piacere trovarvi già qui, amici miei, per cui possiamo avviare all'istante la nostra discussione. Innanzitutto, però, voglio essere rassicurato che Zipro è sano e salvo, non essendogli derivato alcun problema dal mio tiro. Non sapete quanto ho penato dentro di me, prima dello scocco del mio arco! Sia prima che dopo, ho provato una paura così tremenda, che adesso non so neppure con quali parole descrivervela!»

«Tranquillìzzati, Polen, che sono ancora vivo e vegeto!» gli aveva risposto lo stesso Zipro «Da parte mia, ero sereno perché sapevo a quale arciere infallibile stavo affidando la mia vita! Per mia buona ventura, il dardo non è risultato avvelenato, visto che l’opera di Seliot non è risultata perfetta come egli ci aveva rassicurati!»

«L’importante, Zipro, è che essa sia servita a farci conseguire lo scopo che ci eravamo prefissati. Nel tuo caso, la lieve imperfezione di Seliot non ti ha arrecato alcun danno fatale, per cui sono del parere che dobbiamo ringraziarlo comunque. Adesso, però, amico mio, permettimi di scambiare quattro chiacchiere con Solcio, al quale ho da far presenti alcune mie considerazioni molto importanti.»

«Dimmi, Polen, che ti ascolto.» era intervenuto a dirgli il nipote di Sosimo «Lucebio ci ha inviati da te per avere le ultime nuove sulla setta dei Tricerchiati e per chiederti se hai dei suggerimenti da proporci su qualunque altra cosa che la riguardi. Perciò puoi iniziare a parlarmi, senza più perderci in chiacchiere inutili!»

«In primo luogo, voglio farvi presente che dovete rispondere ai Tricerchiati colpo su colpo, ossia bisogna reagire nei loro confronti alla stessa loro maniera. Essi non devono convincersi che possono farvi fuori impunemente tutti gli uomini che vogliono. Perciò, prendendo come pretesto la presunta uccisione di Zipro per mano mia, cercate di procurare ai settari dei danni maggiori. A tale proposito, avrei da proporvi l’eliminazione di due Tricerchiati, i quali sono molto vicini alle persone più autorevoli della setta. Si tratta di Mesuop e di Licisto, i quali abitano entrambi al numero civico 11 di Via della Vendetta. Secondo me, all’occasione, essi diventano gli autori del rapimento della ragazza da sacrificare al loro dio. Se non sbaglio, gli stessi stanno per ricevere l’ordinazione di un nuovo ratto, il quale dovrebbe essere da loro evaso a breve scadenza. Questo fatto vi deve spingere ad eliminare i due Tricerchiati al più presto, prima che essi ricevano l'incarico dai loro superiori e possano svolgerlo, senza che nessuno intervenga a fermarli o ad ostacolarli. Le loro uccisioni sono della massima importanza!»

«Polen, se questo è il tuo suggerimento, innanzitutto lo faremo presente a Lucebio. Così dopo progetteremo un piano per adottare le contromisure da te suggerite. Stai tranquillo che abbiamo preso nota di ogni cosa. Prima di lasciarci, volevo chiederti: Come mai la freccia, contro le nostre previsioni, non è risultata avvelenata?»

«A tale riguardo, mio caro Solcio, vi metto al corrente che lo dobbiamo a Liciut, l’ex aiutante di Ernos. Egli mi ha confessato che è stato lui a sostituire la saetta all’insaputa del maestro d’armi dei Tricerchiati, dopo essersi accorto che la punta di quella da lui ricevuta era stata intinta in un potente veleno. Per questo è grazie al Tricerchiato, se Zipro è ancora vivo e continuerà ad essere il buon amico tuo e mio! Io vi consiglio di tenerlo bene a mente!»

«Perché mai questo Liciut lo avrebbe fatto, Polen? Sei sicuro di poterti fidare di lui? Non pensi che egli voglia guadagnarsi la tua fiducia per mascherarti? Magari egli viene manovrato proprio da Ernos, il quale, ricorrendo a simili accorgimenti, dimostra che non ha ancora la piena fiducia in te! Perciò dovresti guardarti bene da lui, se vuoi sentirti del tutto sicuro! Io ti invito a stare molto attento, senza mai abbassare la guardia, poiché ti basta anche un piccolo errore per rimetterci la pelle! Avevi pensato a quanto ti ho fatto presente?»

«Per spiegarti l'intera storia, Solcio, ci vorrebbe un sacco di tempo. In breve, secondo quanto egli stesso mi ha dichiarato, Liciut ci tiene a me ed è disposto ad evitarmi qualsiasi dolore. Ad ogni modo, stai tranquillo che non mi fiderò di lui ciecamente, fino a quando non mi sarò convinto della sua sincerità in modo indubitabile!»

Nel primo pomeriggio, dopo che avevano già pranzato, Solcio e Zipro erano corsi ad informare il loro capo di quanto Polen gli aveva consigliato di fare. Allora Lucebio non si era opposto al punto di vista del proponente. Anzi, aveva dato disposizione ai due giovani di cominciare ad elaborare un piano strategico e a predisporre nello stesso tempo i preparativi idonei alla sua realizzazione. Così essi si erano messi subito all’opera, per cui, in un paio di giorni, tutto era stato studiato nei minimi particolari ed approntato a puntino, non volendo andare incontro ad un inatteso fallimento. Quest'ultimo, a dire la verità, non era neppure da escludersi, nel caso che sul posto si fosse trovato il campione Ernos a riceverli. Ma riguardo a quella ritorsione che stavano per attuare, da parte loro si sperava che la sua inopportuna presenza non ci fosse e li facesse in tal modo operare senza pericoli e con il massimo rendimento.