Al mio fiorellino

Oggi, mio dolce fiorellino,
a te desidero ispirarmi,
a te intendo dispensare
con la massima passione
i miei versi amorosi.

Voglio sperare che da te
non vengano essi accolti
con animo risentito
(peggio ancora sarebbe,
se con beffardo riso!),
bensì con gratitudine
e la dovuta comprensione.

Se agirai in questo modo,
ti mostrerai cosciente
che essi ti provengono
da un vate gentile,
la cui sola colpa è quella
di ubbidire ciecamente
all'afflato poetico
e all'impulso dell'amore.

L'uno e l'altro tu devi
ritenere unici responsabili,
se per te m'infiammo,
se per te mi esalto,
se per te a volte sragiono
e commetto qualche follia,
se con te oso fare
perfino dei sogni proibiti.

Solo così riesco a placare
il mio spirito passionale,
assuefatto com'è da sempre
a condurre la sua esistenza
sull'onda delle emozioni
intense e travolgenti.

Io t'immagino e ti sento
tutta sensi frementi,
libertari e insofferenti
di ogni circoscritta realtà,
che essi vorrebbero
in nessun caso sottoposta
a rigide restrizioni
e ad assurdi divieti.

Vorrebbero infatti avere
un universo tutto loro,
dove poter scorrazzare
felici e spensierati;
ma anche per riuscire
a dare libero sfogo
al loro estro prolifico
e al loro impeto animoso.

Perciò con i miei versi
vengo a darti una mano,
voglio con essi caldeggiare
ogni tua nobile aspirazione,
oltre che conferire
alle tue forti emozioni
il crisma prodigioso
dell'ineffabile percezione.

Vorrei tanto poter sfiorare
quel tuo mirabile visino,
il quale lascia trasparire
dolcezza e tanta grazia;
vorrei in verità ricoprirlo
di baci e di carezze
e trasformare in sorriso
la sua erubescenza.

Ti esorto a sognare,
angelo mio benedetto,
all'ombra dei miei versi
ardenti e meravigliosi;
sono sicuro che essi
sapranno farti gustare
la malia della poesia
e le gioie dell'amore!