Come la Provvidenza

Mi apparisti davanti
come la provvidenza,
proprio nel momento in cui
sperduto e disorientato
venivo costretto a vagare
per un deserto che davanti
mi si estendeva infinito,
nonché arido e accidioso.

In quella circostanza,
la mia grama esistenza
era dominata totalmente
da uno squallido grigiore;
mentre un bieco dispotismo
la stava trasformando
in un penoso ghetto
di umiliazioni e delusioni.

Conducevo una vita
solitaria e frastornata
perché il buio più pesto
tappezzava lugubremente
le pareti che circondavano
la mia anima derelitta.

Il niente soggiogava
il mio spirito avvilito,
mentre sordo nell'animo
mi rintronava il silenzio
delle mie paure ossessive
e delle mie incertezze,
quando tu, gioia mia,
giungesti per salvarmi
dagl'infiniti miei incubi
macabri e crudeli,
che mai smettevano
di torturarmi con rabbia.

In me ci fu all'istante
una schiarita sfolgorante,
non appena entrasti
a far parte della mia vita;
la sentii rinascere e gioire,
mentre festosa si liberava
dal suo cupo pessimismo
e serena si tuffava
nel mare dell'ottimismo.

Ogni parte di me
si diede così a pullulare
di parecchie sensazioni
fino allora sconosciute,
le quali nel corpo intero
mi andavano suscitando
sia un'intima felicità
che un godimento beato.

Intanto i miei pensieri,
risorti come funghi,
iniziavano ad amalgamarsi
con la mia fantasia,
la quale in tale occasione
abbastanza provvidenziale
aveva ripreso a guizzare
alacre e creatrice!