Viaggio senza pace

È ormai partito
questo odioso treno,
che con grande crudeltà
mi sta portando via da te
e va in me suscitando,
poco alla volta,
un senso insopprimibile
di profonda malinconia;
nel frattempo un'ambascia
terribile ed immensa
mi rende sempre di più
questo assurdo viaggio
un autentico calvario
atroce ed insopportabile.

Allora, pur di non badare
allo strazio che mi proviene
dal mio tragitto torturatore,
comincio subito a darmi
a quei tanti miei ricordi
che possono condurmi
a te con la mente.

Ecco che già estasiato
immagino la mia mano,
mentre tutta fremente
accarezza il tuo volto
e piano ti va sfiorando
i morbidi e ondulati capelli;
ma anche la seguo
nell'atto che prende la tua
e te la stringe forte
con calore e tenerezza.

Questo mio viaggio
noioso ed interminabile
ugualmente non può
che risultarmi triste,
dal momento che da te
sempre più mi allontana,
privandomi senza scrupoli
della tua compagnia.

E poi come potrei
trovarlo io piacevole,
se durante la partenza
ti ho lasciata tutta sola,
con due grosse lacrime
che ti luccicavano negli occhi
e con una fitta dolorosa
che ti pungeva nel cuore?
Invece avverto che esso
mi sta risultando tremendo
perché mi accompagnano
lungo l'intero percorso
l'amarezza e lo sconforto,
come se fossero divenuti
i miei inseparabili compagni.

Occorre che tu sappia
che l'essermi separato da te
mi sta senz'altro costando
una indicibile sofferenza,
visto che ora mi ritrovo
a rimuginare sul fatto
che sono dovuto partire,
lasciandoti mio malgrado
abbandonata a te stessa
e in preda a un supplizio
che non si può descrivere.

Ricordo ancora adesso
come alla stazione,
mentre ci separavamo
afflitti e sconsolati,
mi hanno parlato i tuoi occhi
con palese disagio;
mostrandosi veri figli
della pura sincerità ,
nel vedermi allontanare,
mi hanno essi rivelato
quanto tu fossi addolorata!

Né io mi ritrovo
in uno stato migliore,
poiché mi frusta una pena
molto simile alla tua,
la quale mi tormenta
e mi fa sentire nell'intimo
un condannato a morte,
immergendo il mio animo
afflitto ed accasciato
in una grande disperazione
mai conosciuta prima.

Mi è parso quasi di vedere
l'enorme sole luminoso
spegnersi a un tratto
tutt'intorno a me;
mentre un'atmosfera
gelida ed oppressiva
mi ha cacciato senza pietà
in un colossale scoramento,
che avverto ancora dentro
assurdo ed opprimente.

Ora fremo e non mi do pace,
al pensiero che ci vorranno
ancora parecchi giorni,
prima che io possa scorgere
nuovamente sul tuo volto
quel sorriso che rappresenta
il sostegno della mia gioia;
ma anche perché constato
che hanno smesso già da tempo
di addolcirmi e di lenirmi
i tuoi baci e le tue carezze.

Soprattutto rimpiangerò
con una stizza furiosa
il fatto che dovrò ancora,
per lunghi e strazianti mesi,
fare a meno di assaporare
l'impeto infuocato
dei tuoi caldi abbracci.