Non lasciarmi!

Forse vuoi tu, amore mio,
per sempre estromettermi
dall'interessante tua vita,
avendo da me ricevuto
quell'oltraggio involontario
che ti ha scombussolato
tutta quanta l'esistenza?

Vuoi davvero condannarmi,
con animo insensibile,
alla tua noncuranza
crudele e deprimente,
oltre che al tuo disprezzo
severo e inappellabile?

Spero che la tua collera,
come pure il tuo proposito
di smettere di considerarmi
il tuo amore insostituibile,
si limitino solamente
a un mero risentimento
trascurabile e temporaneo,
senza rivelarsi un atto
di assurda e cinica rivalsa!

Se invece la tua reazione
dovesse, ahimè, risultare
un proposito irreversibile,
condanneresti la mia anima
a un macabro inferno,
trasformeresti la mia vita
in un dramma senza speranza
molto atroce e inaudito,
arrecheresti al mio cuore
un tormento senza pari.

Ma avverto nel mio intimo
che la tua nobiltà d'animo,
che è usa a campeggiare
in tutte le tue decisioni,
mai e poi mai ti farebbe
cedere incautamente all'ira,
che potrebbe solo risultare
meschina ed inflessibile;
per cui sono certo che essa
ti consiglierà anche stavolta
di concedermi il tuo perdono.

Io t'imploro, mia diletta,
di restare mia per sempre
e di non ritenere la tempesta,
da cui sei stata investita
unicamente a causa mia,
un contrasto insanabile,
oltre che una circostanza
sgradevole e irreparabile!

Inoltre, t’invito a convincerti
che ci stanno ad aspettare
tantissimi giorni beati,
che presto erediteremo
dal nostro amore reciproco;
vedrai che ci giungeranno
tra infiniti sospiri di gioia
e molte intense emozioni,
che di sicuro ci regaleranno
degl’incredibili momenti
di travolgente passionalità.

Sì, non lasciarmi tutto solo
a piangere con il mio dolore;
se davvero tu lo facessi,
saresti di continuo bersagliata
da terrificanti sensi di colpa
che mai più smetterebbero
di tormentarti l'esistenza:
essi farebbero di tutto
per relegartela per sempre
in un rimorso esacerbante.

Né la misera mia vita
trascorrerebbe il suo tempo
in modo diverso dalla tua,
siccome anch'essa si vedrebbe
trarre con forza nel baratro
del patimento e dell'accidia,
oltre che del suicidio forzato
del sentimento e dell'intelletto;
ma pure verrebbe sopraffatta
dal collasso di ogni energia
sia fisica che spirituale,
spaventosamente rovinando
nel più assoluto spegnimento
del proprio io volitivo.

Analoga sorte accadrebbe
al mio cuore sventurato,
dal quale si leverebbero
gli agghiaccianti lamenti
di una disperazione angosciante;
ma soprattutto vi si andrebbero
ammassando senza sosta
ingenti ambasce costernanti
e crudelissime amarezze.

Perciò, fiamma del mio amore,
non impormi barbaramente
questa infernale prospettiva
che, con le sue tinte fosche,
già mi si va delineando davanti
tetra, tremenda e burrascosa,
traumatizzando e sopprimendo
il mio spirito ormai depresso
che solamente vuol decantare,
con i versi della sua poesia,
tanto le muliebri tue virtù
quanto la genuina tua bellezza!