Ricordi anche tu?

Era la stagione
in cui i garruli uccelli,
rincorrendosi festosi
per i campi fioriti,
erano dediti gioiosi
ai loro prolifici amori.

Tutt'intorno a noi,
che c'eravamo impadroniti
d'un cheto angolo di bosco,
intrecciavano i volatili
numerosi gorgheggi soavi
e bei trilli melodiosi,
quasi volessero decantare
con intenso calore
quel loro tempo felice
d'istinti amorosi.

Quanto a noi due,
che poco alla volta
ci stavamo inebriando
di una calda passione,
intanto che ognuno
raccontava di sé stesso
con tono pacato,
quasi istintivamente
ci sentimmo spingere
a troncare senza indugio
il nostro preludio discorsivo.

Ci eravamo infatti accorti
che stava esso facendo
spazientire non poco
i nostri spiriti frementi,
siccome essi anelavano
a fondersi piacevolmente
in un amore travolgente.

Allora, quasi per incanto,
di repente ci ritrovammo
congiunti in un abbraccio,
al quale partecipavano
appagati e compiaciuti
tanto il nostro spirito
quanto il nostro corpo:
essi ora soddisfacevano
con voluttà e senza remora
quegli appetiti impellenti,
che a entrambi provenivano
dalla sfrenata concupiscenza.

In quel momento ci parve
che il tempo per noi
avesse smesso di esistere;
addirittura ci sembrò
che nel nulla esso si fosse
definitivamente dissolto
per rendere più duratura
la magica euforia dei sensi,
la quale già da tempo
si era di noi impadronita
e si andava ora affrettando
con una certa impazienza
a pervenire con veemenza
al godimento più beato.