Una storia d'amore

Avevo poco più di vent’anni,
quando conobbi una ragazza
che conservava ancora negli occhi
una sua vecchia sofferenza.

Non poteva ella considerarsi
né brutta né vistosamente bella,
ma era simpatica a tal punto
da accattivarsi la mia stima.

Ben presto divenimmo amici
e cominciammo a frequentarci,
per cui un bel giorno di maggio
sbocciò in entrambi l'amore.

Almeno lo credevamo che in noi
fosse nato un tale sentimento,
siccome nel tempo che seguì
ci sentimmo attratti sempre di più.

Ci beavamo l'uno dell'altra
con sfilze di abbracci e di baci,
né mancavano le tante carezze
che erano solite deliziarci.

Era candida la nostra passione,
quasi ingenua e timorosa;
avevamo perfino paura
di forzare la mano al destino.

Sognavamo a occhi aperti,
ipotecando il nostro futuro
con una caterva di progetti
che mai riuscimmo a realizzare.

Sembrava che solo per noi
il tempo si fosse fermato,
poiché lo trascorrevamo felici
tra irrealtà dolci e fantastiche.

Io per un motivo e lei per un altro,
ci soggiogò sempre il timore
di avere un rapporto completo,
sebbene lo bramassimo tanto.

Ma un giorno ogni cosa cambiò
tra me e la mia ragazza:
dovendosi trasferire al nord,
la sua famiglia me la portò via.

Il giorno della sua partenza
segnò la fine del nostro amore;
né ricordo se, in quell'occasione,
ci toccò versare una lacrima.

So soltanto che, da quel momento,
smisi all'istante di pensare a lei;
probabilmente, ella aveva fatto
lo stesso nei miei confronti.