INCONSCIAMENTE

Inconsciamente mi ritrovo
a vivere la mia realtà
al di fuori del mio tempo,
per cui spazia oltre l'infinito
del mio sentire psichico
e affonda i suoi artigli
nello scorrere perenne
di una dimensione temporale
che non sa più controllare
il suo fluire nell'ignoto.

Inconsciamente m'immergo
nel mio assurdo pensiero,
che ha smesso da tempo
di concepire il mio essere
come il punto di riferimento
della sua essenza concreta;
esso si va dibattendo
tra oscuri mondi immaginari,
da cui possono solo derivargli
futilità di ogni genere.

Inconsciamente giungo infine
a un nuovo criterio
di considerare me stesso
che non è più quello di sempre;
perciò adesso sconfino,
mentre mi valuto e mi studio,
nell'intransigenza più assoluta,
in modo che neanche a me
possa io fare concessione
né di privilegi né di sconti!