IL MIO TEMPO

Incalza il mio tempo
a far di me un uomo sventurato
che, per forza di cose,
non sa dove sbattere la testa,
dopo che un male incurabile
ha deciso di relegarlo
nell'incuranza dei suoi problemi.

Galoppa per sentieri mentali,
dove è esclusa ogni possibilità
di mutare il mio destino,
avendo esso imboccato la via
che non ammette cambio di rotta,
anche quando dovrebbe
mitigare il rigore esistenziale.

Ripudia la totalità delle questioni
che avversano la logica pura,
non volendo trovarsi a gestire
quei casi intenzionati a evadere
dalle barriere della ragione,
pur di fare della loro esistenza
un rifugio di fede e di buonsenso.

A volte gli capita di esitare
di fronte a massive esigenze
di carattere puramente aleatorio,
consapevole che a esse giammai
si potranno proporre soluzioni
che non siano affatto soggette
a eventi del tutto inattendibili.

Ma passa lo stesso il mio tempo,
anche quando, senza accorgermi,
tende in me a fare strage
degli umori frementi e convulsi,
essendo ormai sua convinzione
che è nocivo farli sbizzarrire
in assurdi complotti dell'animo.