49-I canali energetici di una barriera galattica
Dunque, da ogni barriera galattica si dipartivano i vari canali energetici, per cui ciascuno di loro raggiungeva la corrispondente barriera stellare. Ma, in effetti, un canale energetico quali rapporti aveva con la barriera stellare che andava ad investire, collegandola con la barriera galattica? Inoltre, che tipo di intervento esso operava sulla medesima? Le affidava anche degli incarichi di controllo su tutti gli altri astri in essa presenti? A sua volta, come la barriera in questione assolveva i diversi compiti che le venivano delegati? Era precisamente a tutti questi nuovi interrogativi che intendevo dare in breve tempo una risposta esauriente al massimo, augurandomi che essa mi risultasse esatta il più possibile. Intanto, però, andava precisato che tutte le barriere stellari erano cominciate ad esistere simultaneamente alla loro barriera galattica, anche se subito ne erano divenute entità subordinate e costrette alla cieca obbedienza dei suoi comandi. Inoltre, come una barriera galattica teneva inchiodata in un punto fisso la propria superstella, naturalmente considerandola in rapporto ad essa; parimenti una barriera stellare non permetteva alla propria stella di allontanarsi dalla sua posizione iniziale. La quale era quella che le era stata assegnata all'interno dei suoi confini, fin dall'inizio del suo esistere. Perciò la forza trascinatrice di una superstella non investiva direttamente le sue stelle gregarie e le eventuali loro famiglie astrali, bensì le sole barriere che le racchiudevano e le condizionavano. Stando così le cose, appariva evidente che erano le barriere stellari ad orbitare intorno alla superstella. Invece le stelle, costrette a restare immobili nel loro centro, non potevano fare a meno di accompagnarle nella loro peregrinazione circolare, controllata e guidata passo passo da chi di dovere.
Un canale energetico, invece, aveva il compito di trasmettere ad una barriera stellare i vari ordini e i diversi impulsi operativi che provenivano dalla barriera galattica. Soprattutto doveva produrvi tutti quegli effetti necessari alla vita e alla sopravvivenza sia di un semplice sistema stellare sia di un intero cosmo. Ad ogni modo, in osservanza ai fini che si proponeva la prima legge universale, gli effetti prodotti da tale canale su una barriera stellare erano solamente due: il primo riguardava la stessa barriera stellare; mentre il secondo si riferiva a tutti i corpi celesti in essa esistenti. C'era poi da far presente che un canale energetico non colpiva la barriera stellare allo stesso modo di una freccia che va a conficcarsi in una zucca, producendovi un bel buco; ma la investiva totalmente con una profusione di prodigiose energie. Cioè, si aveva una inondazione di tutta l'estesa superficie della barriera stellare da parte delle sue energie polivalenti. Le quali, ciascuna con un proprio obiettivo, vi esercitavano la loro intensa influenza ed ininterrottamente vi elargivano i loro apporti benefici e salutari.
Una di tali energie aveva avuto il compito di neutralizzare la forza di gravità ingenita nei vari astri che orbitavano all'interno di una barriera stellare, allo scopo di controllarne meglio il movimento. Il quale controllo si rendeva necessario, per il semplice fatto che detto moto veniva continuamente attaccato e spesso spinto in situazioni critiche dagli influssi gravitazionali. Mi riferisco a quelli che si trovavano ad operare fuori e dentro la barriera stellare, la quale risultava l'atto creativo che, prima di ogni altro, le forze energetiche antigravitazionali preservavano con la massima attenzione dalle interferenze perturbatrici della gravitazione. Questa, infatti, pur non facendone parte, influiva comunque sulla barriera stellare. Il motivo? Essa si trovava a districarsi in mezzo a due forze altamente attrattive fra di loro, come si di mostravano appunto quella della propria stella e l'altra proveniente dalla superstella. La forza di attrazione esercitata dalla stella motrice, a paragone di quella siderale, risultava enormemente più grande. Si poteva affermare che essa si mostrava così smisurata, che di sicuro sarebbe riuscita ad attrarre a sé la stella satellite e ad inghiottirla, se non si fosse interposta tra loro due la barriera stellare. Perciò era solo grazie a quest'ultima che veniva evitato uno stravolgimento dell'ordine galattico, il quale si sarebbe potuto rivelare di proporzioni pericolosamente imprevedibili. Al contrario, ne derivava soltanto una leggera deformazione da parte della barriera stellare. La quale, da quasi sferica che era stata alla sua origine, in seguito era andata diventando via via sempre più allungata e di forma pressoché ellissoidale.
Di tutta l'influenza esercitata da una superstella su ciascuno obiettivo stellare, il 95% mirava ad imporre alla barriera stellare un moto orbitale tendenzialmente spiraliforme e centripeto; mentre il restante 5% mirava ad attrarre la stella presso la sua massa per fagocitarla e stroncarle l'esistenza. In verità, nessuno dei due quantitativi di influenza riusciva a dare una soluzione definitiva al proprio arduo problema, poiché la prima legge universale della barriera galattica, assegnando ad entrambe le influenze dei limiti invalicabili, vanificava ogni loro piano destabilizzante. Perciò, grazie all'energia antigravitazionale, l'intero moto orbitale di una barriera stellare risultava perpetuamente più o meno lo stesso, ossia privato di quella sua tendenza a portare avanti e a concludere una spirale centripeta che manifestasse intenti autolesionistici.
Per una maggiore precisazione, l'energia antigravitazionale azionava sulla barriera di una stella una forza centrifuga talmente efficace, da contrastare e neutralizzare la forza centripeta che era insita nel suo moto orbitale. Dalla quale derivava appunto la tendenza di quest'ultimo ad essere spiraliforme e palesemente a perseguire l'impatto. Sempre ad opera della medesima energia, nessun mutamento di una certa rilevanza si aveva poi in seno alla barriera stellare. Ma si evidenziavano una leggera deformazione di quest'ultima e un insignificante spostamento dal centro della relativa stella in direzione della superstella. Comunque, una deformazione e uno spostamento del genere erano iniziati ad instaurarsi già da parecchio tempo, ossia subito dopo che c'era stata la prima pulsazione esistenziale della galassia, la quale era avvenuta ai primordi della sua formazione. Tuttavia bisognava ancora chiarire che sia la deformazione sia lo spostamento non erano destinati a protrarsi all'infinito. Infatti, una loro eccessiva insistenza in quel senso, dal momento che non era stata programmata dall'onnipotente Xurbiz, neppure poteva essere autorizzata dalla barriera galattica.