A MIA MADRE

Ricordo, madre mia,
che quand'ero bambino
sulle tue ginocchia
mi facevi giocare;
mentre ogni sera
m'infondevi il sonno
con la tua bella
e dolce ninna nanna.

Molte notti allora
bianche ti rendevo
e d'ingenti sacrifici
ti sovraccaricavo;
ma tu li accettavi
con santa pazienza
e me li ricambiavi
con baci e carezze.

Poi con premura
continuasti a seguirmi,
stando molto attenta
che nulla mi mancasse;
l'ansia e l'angoscia
ti si leggevano in volto,
quando mi scorgevi
triste e preoccupato.

Infine per il mio bene
ti sei tutta consumata,
dopo aver sofferto
tanti stenti e dolori;
ma finché la tua mente
lucida è rimasta,
hai seguitato a vigilare
sul mio avvenire.

Adesso la tua morte
piango senza fine,
in questo mio cuore
afflitto ed infranto;
senz'altro la metà
della restante mia vita,
se con te potessi viverla,
con gioia ti darei!