I MESI DELL'ANNO

Sono una dozzina
i mesi dell'anno,
avendo ciascuno di loro
una sua caratteristica;
essendo bene affiatati,
da parte della minoranza
giammai c'è stata
la minima rimostranza,
per essersi alcuni ritrovati,
fin dalla loro nascita,
con uno o due giorni
meno degli altri.

Apre l'anno
il gelido gennaio,
il quale si dà subito
a dispensare a ogni persona
gl'innumerevoli bei doni
della prodiga Befana;
ma esso, ahimè,
distribuisce in pari tempo
un freddo molto rigido
e neve in gran copia,
oltre che varie malattie
alle persone defedate.

Segue per secondo
il corto febbraio,
che dall'anno ha ereditato
meno giorni degli altri;
non ha il poveretto
alcuna cosa da offrire
tanto ai vegetali
quanto agli animali.
Soltanto alcuni anni,
anticipando l'arrivo
della mite primavera,
ci permette di godere
prima del tempo
del suo insperato
gradevole tepore.

Sul volubile marzo,
che è il terzo mese,
non ci si può affatto fare
nessun affidamento,
siccome il suo carattere
folle e instabile
gli fa cambiare umore
in ogni momento;
infatti, mentre trascorri
una splendida giornata,
non esita a intervenire,
intenzionato a guastartela
sia con lampi e tuoni
che con piogge torrenziali.

Con aprile si ha invece
la rinascita della natura
che nei campi si mostra
variegata e verdeggiante,
nel frattempo dà ricetto
a una moltitudine infinita
di passeri allegri
che non smettono mai
di cinguettare e nidificare
tra i lunghi rami fioriti;
da parte loro, gl'insetti,
nella loro vasta varietà,
cominciano dappertutto
a volare a nugoli,
assaltando le corolle
di quei fiori già dischiusi.

Con l'arrivo di maggio,
non solo assistiamo
a una estesa campagna
ridestata e festosa,
ma anche constatiamo
che la vita cittadina
finalmente ha ripreso
il suo ritmo alacre;
la qual cosa è dovuta
allo spirito della gente
che, grazie al nuovo clima
mite e inebriante,
non fa alcuna fatica
a rifornirsi di ottimismo.

Giugno conclude
la prima metà dell'anno,
però esso è il mese
che più di ogni altro
fa dare agli studenti
un sospiro di sollievo,
poiché con generosità li libera
da ogni fardello scolastico
e infonde anche in loro
compiacimento e ilarità;
inoltre, sono in vista
le agognate ferie estive,
che spingono i lavoratori
ormai spossati e avviliti
a desiderare con ardore
il meritato riposo.

Luglio, come sappiamo,
vanta il primato del caldo,
visto che ci porta
un sole assai rovente
che spinge la gente
a trovare refrigerio
in montagna e al lago,
ma soprattutto al mare;
invece nelle vaste
campagne assolate
offre uno spettacolo
amabile e suggestivo,
siccome i loro alberi
sono colmi di frutta
dalla polpa gustosa.

Anche agosto è un mese
da noi bene accetto,
specialmente da chi
lavora nelle fabbriche,
la cui chiusura gli rende
finalmente possibile
di ritemprarsi le membra
con un meritato riposo;
quanto alle città
diventano quasi vuote
perché in massa la gente,
dopo averle disertate,
consente ad esse di vivere
la bramata tranquillità.

Settembre riapre i battenti
di fabbriche e scuole,
per cui rassegnati vediamo
lavoratori e studenti
ritornare i primi al lavoro
e i secondi allo studio;
ma questo mese sa essere
anche interessante,
siccome gli alberi
di ogni specie e grandezza
iniziano a sfoggiare
un'ampia varietà di colori.

Affermare che ottobre
non ha dei propri pregi
sarebbe come falsare
del tutto la realtà,
poiché sono ancora tanti
i frutti di stagione,
ma su tutti primeggiano
le squisite caldarroste;
va però tenuto presente
che esso è il mese
dell'esilarante vendemmia
da noi tanto attesa,
dalla quale ci proviene
quel prezioso nettare
che allieta la tavola
e mette brio in chi lo beve.

Senza dubbio, è novembre
il mese più triste:
la sua vegetazione,
lussureggiante poco prima,
si priva dei suoi colori
e annega in un torpore
che a lungo la terrà
in una desolante esistenza;
in verità, la sua tristezza
invade in primo luogo
l'intero essere umano:
commemorando egli i defunti,
non si spiega il motivo
per cui ad angustiarlo
ci debba essere ogni volta
il crudele destino.

Per ultimo arriva dicembre
che all'anno pone fine,
ma la miseria dei campi
e il suo rigido clima
passano quasi inosservati
agli occhi della gente,
poiché viene distratta
da fatti assai importanti;
i candidi fiocchi di neve
e il Natale alle porte
costituiscono per essa
momenti molto sentiti
siccome la riempiono
di gioia e di speranza.