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IL CREPUSCOLO
Stanco per aver fatto
il suo diurno tragitto,
si è congedato il sole
dalla lunga giornata,
dopo averla cosparsa
durante il tramonto
d'innumerevoli colori
fiammanti e surreali.
Solamente quando
ogni sua residua traccia
si è ritirata dalla terra
e perfino dal cielo,
un apparente chiarore
sbiadito e sfumato
è rimasto indeciso
nel bruno firmamento.
Allora il crepuscolo,
succedendo silenzioso
all'infuocato tramonto,
avvolge la natura
nella sua cupa penombra,
nella quale le cose
appaiono dei fantasmi
e i monti si mostrano
dei prepotenti giganti.
Quest'ultima parte
del giorno in declino
mi si presenta irreale,
mentre mi tiene l'animo
sospeso nel vuoto,
siccome non lo sento
esultare in alcun modo
né tantomeno riesco
ad avvertirlo angosciato.
In me però si fa strada
una sorta di sensazione,
che alla men peggio
m'invita a meditare;
inoltre, mi confina
in uno strano mondo,
dove dominano supremi
il dubbio e l'incertezza.
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