GIORNO DEI MORTI

Una splendida giornata
è stata quella di ieri,
direi però molto fredda
perché m'intirizziva le mani,
se non le coprivo
con soffici guanti di lana.

Anch'io, come tanti altri,
mi sono recato al cimitero,
se non per altro, per dovere
verso i miei cari defunti.

Giunto davanti all'ingresso,
sono rimasto colpito
da un incessante via vai di gente,
la quale si mostrava
cupa e mesta nel volto:
assorta in angosciosi ricordi,
procedeva essa assente
in quel suo composto corteo,
da cui si sprigionava soltanto
una pena indicibile.

Dentro le mura, invece,
essendo venuto a contatto
con i sommessi pianti e lamenti
di tanta gente afflitta,
ho avvertito a un tratto
che mi si agghiacciava il cuore
in preda allo sconforto.

In quella pietosa circostanza,
ho accusato in me all'istante
una sofferenza immane:
essa si faceva percepire
così profonda e struggente,
che per alcuni momenti
ho creduto sul serio
che mi stesse scoppiando nell'animo
l'universale dolore!