A MIA COGNATA ENZA

Dopo che si è dissolto
il mesto corteo funebre,
è stata la tua salma
trasportata al cimitero;
ma con te restano ancora,
a farti la loro compagnia
nel tuo ultimo viaggio,
i tuoi adorati figli,
i tuoi parenti più stretti
e qualche amico e conoscente.

Si è oramai all'imbrunire,
quando la bara che ospita
il tuo corpo senza vita,
dopo essere stata baciata
dai tuoi affranti congiunti,
viene deposta nella fossa
che per sempre sottrarrà
alla tiepida luce del sole
le tue spoglie mortali.

I pochi immobili presenti,
dei quali a quest'ora del giorno
non si possono scorgere i volti,
sembrano tante ombre
che vagano nel regno dei ricordi;
essi vi si affollano confortevoli,
visto che ognuno di loro
può mettere unicamente in luce
un tuo pregio o una tua virtù.

Solo chi non ti ha conosciuta,
cognata mia diletta,
non ha avuto la fortuna
di amarti e di stimarti,
siccome in te c'era la fonte
di un modo di fare
sensibile e accattivante;
esso non farebbe male
se albergasse in tutte le persone
e le spingesse ad essere
più buone e senza rancore.

Intanto che alla terra
viene assegnato il compito
di separarti dai parenti,
devi sapere che giammai
ti strapperà essa al loro affetto;
invece nei ricordi di ognuno
continuerai tu ad esistere,
poiché nel loro cuore
ci sarà sempre un posto
che essi a te consacreranno,
finché vita ci sarà in loro!