79°-NURDOK ALLE PRESE CON LA BANDA DI GIOSTUB

Durante il biennio che era seguito all’invasione degli Scanudi e alla loro immane sconfitta, era stato vissuto un periodo di serenità sia nella Berieskania che nella famiglia di Nurdok. In quest'ultima, inoltre, erano continuate a farsi registrare nuove nascite, le quali erano avvenute una all’anno. Per cui i nonni del capofamiglia, che erano Suok e Tesda, se ne erano compiaciuti un sacco. Anzi, ogni volta che c'era stato il lieto evento, essi avevano voluto festeggiare la nascita del loro nuovo pronipote, imbandendo banchetti e facendo doni alla prolifica coppia rappresentata dai suoi genitori. Da parte sua, l'eroico e giudizioso Nurdok, non essendo impegnato in nessuna missione che lo tenesse lontano dal suo borgo, si era dedicato amorevolmente alla sua numerosa prole, la quale a quel tempo era formata già da cinque figli. Nel medesimo tempo, egli dava anche una mano alla sua cara consorte nell’allevarli forti, intraprendenti e con un animo che si ispirava ai sani principi morali.

Da poco era trascorso anche il secondo anno di inattività bellicosa per Nurdok, allorché si era presentato a casa sua il giovane Lospek. Costui, che era un nipote della suocera Acris, era stato inviato a Geput dallo zio acquisito Biscon. Costui, oltre ad essere il conductor della Pesak, era il padre della sua consorte Enker. Il parente di Pornuk era stato accolto con cordialità dalla cugina maritata, poiché Nurdok era momentaneamente assente da casa. Allora il giovane aveva iniziato a dirle:

«Innanzitutto, Enker, ti porto i saluti e gli abbracci di tua madre, di tuo padre e dei tuoi due fratelli. In verità, sarebbe dovuto venire con me anche il tuo germano Terlus; ma poi egli è stato impedito ad accompagnarmi, a causa di una sopravvenuta forma influenzale. Così, siccome non si poteva rimandare la nostra partenza per Geput, rivestendo essa un carattere di urgenza, sono stato costretto a mettermi in viaggio da solo. Non ha potuto accompagnarmi neppure Misko, l'altro tuo fratello, poiché egli era impegnato in una diversa missione. Adesso, cugina, poiché desideri molto apprenderlo, ci tengo pure ad informarti che i tuoi familiari godono ottima salute! Sei contenta di quest'ultima notizia?»

«Lospek, mi ha fatto piacere rivederti e venire a sapere da te che i miei genitori e i miei fratelli stanno tutti bene. Perciò ti ringrazio per le bellissime nuove, che mi hai recato. Ora, però, mi vuoi dire cosa preoccupa mio padre, dal momento che di preoccupazione si tratta, se ti ha inviato dal mio Nurdok con una certa premura? È sorto forse nella nostra Pesak qualche problema, che non lo fa stare per niente sereno e lo ha perfino costretto a rivolgersi al suo prode genero, che sarebbe poi mio marito? Ti prego di riferirmi ogni cosa, per favore, senza celarmi nulla!»

«Invece, Enker, essendo una storia molto lunga da raccontarsi e riguardando essa solo noi uomini, intendo fare a meno di parlarti dei motivi della mia venuta nel borgo di Geput. Così facendo, eviterò di tediarti con faccende inadatte alle donne, essendo esse interessate a ben altre cose. Ovviamente banali e frivole, come al solito!»

«Forse hai ragione tu, cugino Lospek, a non rivelarmi le ragioni che hanno indotto mio padre ad inviarti presso il mio consorte, poiché non servirebbe a niente spiegarmele. Anche perché le apprenderò ugualmente, quando ne metterai al corrente il loro destinatario, che sarebbe il mio consorte. In questo modo, mi risparmierò la seccatura di sentirmele raccontare due volte in breve tempo! Non ti sembra, mio cugino materno, che non ho affatto torto?»

L’indispettita Enker si era appena espressa al parente con tale sua considerazione, allorquando Nurdok era piombato in casa con la velocità del fulmine. Essendo stato informato da un suo amico dell’arrivo in casa sua del cugino della moglie, egli subito aveva voluto raggiungerlo per due motivi: primo, bramando accoglierlo con la dovuta ospitalità, voleva evitargli una lunga attesa; secondo, se egli era stato mandato presso di lui, di certo era successo qualcosa nella Pesak. Perciò probabilmente sarebbe toccato a lui togliere il suocero dall'imbarazzo in cui si trovava.

Una volta in presenza del parente della moglie, Nurdok non si era astenuto dal rituale abbraccio di affetto. Ma dopo gli aveva chiesto:

«Allora mi dici, Lospek, quale buon vento ti ha spinto dalle nostre parti, anche se esso mi lascia immaginare che proprio buono non dovrebbe essere? Spero almeno che la tua presenza a Geput non ci rechi, da parte di mio suocero e della sua famiglia, notizie così gravi, che non mi sarà affatto possibile farle ritornare ad essere positive!»

«Puoi stare tranquillo, grande Nurdok, perché ti assicuro che i miei zii sprizzano salute da tutti i pori. Stanno bene pure i miei carissimi cugini, i quali sono anche tuoi cognati!»

«Invece, in qualità di conductor, mio suocero come se la cava nel governo della Pesak? Secondo me, Lospek, egli ha sicuramente qualche grattacapo nella sua regione, se ti ha mandato da me! Sono convinto che non mi sbaglio; per questo ti prego di parlarmene con urgenza!»

«In effetti, Nurdok, un problema è sorto nella nostra regione! Per questo mio zio Biscon mi ha inviato da te per chiederti un piccolo aiuto! A suo parere, solamente tu puoi risolvere quello che per noi è diventato un vero rompicapo. Esso ci si è presentato sei mesi fa e da allora non ha smesso di arrecare alla nostra gente dei danni considerevoli. I quali alcune volte si lasciano valutare anche in termini di vite umane!»

«Se i fatti stanno come mi hai detto, cugino dei miei cognati, allora comincia pure a raccontarmi ogni cosa sulla vicenda: dall'a alla zeta, s’intende. Così dopo deciderò in che modo liberare mio suocero del cruccio che qualcuno si sta divertendo a procurargli da alcuni mesi!»

«Adesso ti metto al corrente del nostro problema, Nurdok. Come ti ho accennato prima, esso è sorto sulle nostre terre un semestre fa. A quel tempo risale la comparsa sui nostri territori di una banda di predoni, al cui comando sta lo scaltro Giostub. Costui, che è a capo di un centinaio di malandrini, nelle varie incursioni riesce a guidare i suoi uomini con un’accortezza che rasenta l’impossibile. Egli porta a termine le sue scorrerie nei piccoli villaggi sparsi nella nostra regione, dove non vengono a mancare razzie di bestiame e di generi alimentari. Spesso, quando i predoni vi trovano un tenace oppositore alle loro ruberie, ci scappa anche il morto, poiché non ci pensano due volte a farlo fuori. Perciò i loro abitanti sono terrorizzati e non li incoraggia il serio impegno con cui il loro conductor sta conducendo la sua caccia contro la banda da quattro mesi. La sfiducia, che essi giustamente provano verso di lui, deriva dal fatto che lo zio fino ad oggi non è mai riuscito ad ottenere alcun risultato concreto che possa tranquillizzarli. Così gli uomini di Giostub continuano a farla da padroni nei loro confronti. Direi che si infischiano altamente della massima autorità della regione e dei suoi uomini impegnati a dare loro la caccia, senza mai stancarsi in tale opera!»

«Possibile, Lospek, che un manipolo di pendagli da forca riesca sempre a farla franca, pur avendo alle calcagna il conductor della regione, il quale di sicuro si fa accompagnare da uno stuolo non indifferente di soldati valorosi? Non ci posso assolutamente credere!»

«Purtroppo, Nurdok, le cose stanno esattamente come ti ho raccontato! La banda del famigerato Giostub sbuca da dove nessuno se lo aspetta. Così compie puntualmente le sue scorrerie nel villaggio da noi non considerato suo obiettivo, nel quale passa ad agire con fulmineità e prepotenza, spesso anche con una certa brutalità. Dopo averlo razziato, essa scompare nel suo covo, che nessuno è stato ancora in grado di trovare per snidarla e distruggerla. Come puoi constatare, marito di mia cugina, la malfamata banda ha un capo intelligente e scaltro, il quale conosce anche molto bene la nostra regione. Anzi, ne è a conoscenza meglio e più di noi, a quanto pare! Così alla fine, visti frustrare i vari suoi tentativi di catturare la ciurma dei manigoldi per punirla severamente, tuo suocero si è reso conto che soltanto tu puoi competere con un osso duro come Giostub. Egli è convinto che tu sei in possesso di quelle qualità che ti consentiranno di catturalo in men che non si dica.»

«Bene, Lospek, il problema, che assilla mio suocero Biscon, non è poi tanto difficile da risolvere. All’inizio me lo immaginavo più impegnativo, vedendo che stava tenendo in scacco perfino un conductor. Quindi, ti garantisco che sarò in grado di risolverglielo in un tempo non molto lungo. Perciò Giostub e la sua banda possono già cominciare a contare i pochi giorni rimasti a loro disposizione! Ti prometto che li farò pentire di aver preferito l’illecito al lecito in modo iniquo e pervicace!»

Il giorno dopo Nurdok, insieme con il nipote della suocera, si era già messo in cammino verso Pornuk. Egli voleva giungervi prima possibile, desiderando liberare al più presto il padre della moglie dall’assillo rappresentato dalla banda di Giostub, che si dava a ruberie nella sua regione. Nurdok era arrivato nel borgo ariese dopo alcuni giorni di galoppate. In quel luogo si era subito condotto all’abitazione dei genitori della sua dolce Enker, nella quale tutti lo attendevano con ansia. Allora il conductor Biscon aveva accolto il genero con affetto e dimostrandogli la massima stima. Anche l’adorabile Acris, imitando il marito, non era stata da meno nel riceverlo affettuosamente nella loro casa. Ma poi i due uomini si erano appartati per discutere della matricolata banda, che da alcuni mesi si era data a taglieggiare alcuni villaggi della regione. In verità, essa giustamente preferiva razziare soprattutto quelli che risultavano situati nelle parti più remote di Pornuk.

Dopo che il suocero e il genero si erano ritrovati soli in un posto appartato della casa, era stato Nurdok ad aprire per primo il discorso, mettendosi a chiedere a suo suocero:

«Mi dici, Biscon, cos’ha di particolare questa banda di predoni tristamente famosa, per cui è stata capace di tenerti in scacco fino ad oggi, sebbene sia trascorso un semestre dalla sua comparsa? Non è forse vero che i banditi non superano il centinaio di unità? Se tale è davvero il loro numero, mi sembra impossibile che essi riescano a farla in continuazione al migliaio dei tuoi uomini, senza che essi riescano a catturarli!»

«Sono esatte entrambe le cose, mio valoroso genero. Ma non so spiegarmi come faccia un numero così esiguo di briganti a non farsi sorprendere dal migliaio di armati, con i quali ho seguitato a dare loro la caccia. Ogni volta ci sfugge di mano, come se al nostro apparire si trasformi in un vento invisibile ed inafferrabile. Per tale ragione, noi giungiamo sempre in ritardo nel villaggio depredato dalla banda. Per la precisione, vi arriviamo sempre, quando essa vi ha già compiuto i suoi saccheggi e i suoi soprusi, dileguandosi poi nel nulla. Così lascia me e i miei uomini con un palmo di naso!»

«Non possiamo negare, suocero mio, che ci troviamo di fronte ad una banda bene organizzata, se è in grado di operare simili prodigi, nonostante i tuoi numerosi soldati diano ad essa una caccia senza tregua. Inoltre, dobbiamo ammettere che il suo capo sa davvero il fatto suo, dimostrandosi a un tempo intelligente, ponderato e scaltrito come pochi! Ciò non vuol dire che non ci sia un modo per fargli commettere un passo falso, il quale possa indurlo a scoprirsi e a permetterci di annientare la sua banda!»

«Deve essere senz’altro così, Nurdok! L’uomo, che li comanda e si fa chiamare Giostub, sarà senza dubbio una persona dalle molte risorse, la quale non si lascia mai prendere in castagna. Inoltre, è pure astuto come la volpe e feroce come il lupo! Sono convinto che egli è anche capace di ricorrere a piani strategici nel progettare le sue incursioni, pur di riuscire nel suo intento! Per questo ho pensato che soltanto tu, che sei dotato delle sue stesse caratteristiche e qualità, possa scovarlo e sconfiggerlo. Ovviamente, in te esse si presentano in forma molto spiccata e con una valenza a dir poco duplicata!»

«Non hai torto a pensarla così, Biscon, dal momento che anche io sono della tua medesima idea. Ma ho il convincimento che egli si serve di valenti emissari, i quali di continuo lo mettono al corrente di ogni più piccolo movimento che avviene nella zona dove egli ha stabilito di darsi alle sue grassazioni. Ciò dimostra che i predatori conoscono a menadito questi luoghi e una buona parte di loro, se proprio non tutti, devono essere Berieski. In questo caso, il fatto delittuoso assume senz'altro una gravità maggiore. Per cui essi saranno puniti ancora più severamente, dopo che li avrò scovati e catturati!»

«Comincio ad esserne certo anch’io, Nurdok, dopo che ho ascoltato le tue perspicaci considerazioni! Esse mi fanno pure comprendere le cause dei miei continui insuccessi e fallimenti, nei miei molti tentativi di intercettare e neutralizzare la ladresca e criminale banda, che mi sta mettendo in ridicolo. Adesso che sai tutto su di essa, come intendi destreggiarti, allo scopo di risolvere il nostro problema? Hai già un tuo piano per rendere inefficienti le mosse dello scaltro tuo rivale Giostub?»

«Uno già ce lo avrei, Biscon; però esso richiederà parecchio tempo. Almeno nella prima parte del mio piano, avrò bisogno di uomini in gamba. Essi, anche se pochi, al momento opportuno dovranno dimostrarsi determinati, audaci, di provata dimestichezza con le armi e pronti a risolvere ogni situazione. Solo nella sua seconda parte, ricorrerò ai tuoi uomini, dovendo essi costituire il nerbo dei miei cavalieri nel confronto diretto con la banda di Giostub. Ecco come stanno realmente le cose!»

«Perché, Nurdok, vuoi escludere i miei soldati dalla prima parte del tuo progetto? Li consideri forse inadatti al compito? Oppure hai deciso di fare come hai detto, per qualche altro buono motivo?»

«Senza togliere alcun merito ai tuoi formidabili soldati, caro suocero, i guerrieri di cui ho bisogno adesso, ossia con le caratteristiche che ti ho anticipato, posso trovarli esclusivamente nel mio borgo di Geput. Si tratta di combattenti molto validi, che hanno sempre fatto parte della cerchia dei miei amici. I più in gamba dei quali sono senza dubbio mio cugino Ircos e il mio amico Itmak. Perciò occorre subito mandare alcuni tuoi uomini a chiamarli entrambi e a farli venire qui a Pornuk.»

«Vuoi spiegarmi, genero mio, come intendi agire all'inizio e quale ruolo dovranno avere tuo cugino e il tuo amico nella prima parte del tuo piano? Se non ti dispiace, vorrei esserne informato per seguire da vicino ogni vostra mossa! Così imparerò da te qualcosa di utile, da cui potrò ricavare profitto in avvenire! Non sei forse d'accordo?»

«Eccomi a metterti al corrente di ogni cosa, mio caro suocero! Sono sicuro che Giostub si giova della preziosa collaborazione delle sue spie. Esse, perlustrando a tempo di record ogni angolo della zona e spianandogli in questo modo la strada, lo mettono nella condizione ottimale di operare senza alcun rischio. È come se esse venissero a rappresentare i suoi occhi lungimiranti, facendogli avere davanti in tempo reale il quadro della situazione, pur restandosene nascosto con la sua banda a distanza sconosciuta. Ebbene, Biscon, come mia prima mossa, intendo rintracciare ed eliminare proprio tali spie. Agendo in questa maniera, la mia azione risulterà di accecamento dell’intera banda di Giostub. Essa così cesserà di avere campo libero nelle sue incursioni e sarà obbligata finalmente a scoprirsi, se ad ogni costo non vuole rinunciare ad esse.»

«Approvo il tuo piano, Nurdok, e lo ritengo una idea geniale, che soltanto la tua mente poteva partorire. Non avevo dubbi che tu saresti stato capace di risolvere il nostro problema senza la minima difficoltà, poiché nessuno può considerarsi all’altezza della tua straordinaria bravura. Oggi stesso designerò le tre staffette da inviare a Geput, alle quali consegnerai il messaggio che vorrai fare recapitare a coloro che dovranno essere i tuoi collaboratori nella tua prossima caccia.»


Cinque giorni dopo, con l’arrivo dei suoi dieci amici maggiormente quotati nell'ambito delle armi e delle operazioni di controspionaggio, il nipote di Suok si era servito di loro per iniziare a ripulire le estreme regioni della Pesak dalle spie della banda di Giostub. Secondo il suo parere, esse avrebbero dovuto trovarsi in quei punti strategici, i quali in pari tempo permettevano meglio l’esplorazione della zona e la individuazione di un eventuale arrivo dei soldati del conductor. Nurdok li aveva suddivisi in due gruppi di cinque unità ciascuno, il primo guidato dal cugino Ircos e il secondo capeggiato dall'amico Itmak. Era stato stabilito che i componenti dell’uno e dell’altro gruppo, andando in giro ognuno per proprio conto, sarebbero dovuti ricorrere a un travestimento ad hoc. Esso avrebbe dovuto farli apparire delle autentiche persone di malaffare. Due di loro avrebbero viaggiato addirittura camuffati da donne, dovendo dare l’impressione che si trattasse di un vero nucleo familiare. Nel caso poi che avessero avvistato dei figuri equivoci a cavallo, i due gruppi, secondo l'ordine di Nurdok, avrebbero dovuto avvicinarli, assalirli ed ammazzarli, senza pensarci due volte. Essi avrebbero dovuto agire in quel modo, anche se avessero corso il rischio di uccidere delle persone innocenti. In quell'operazione, purtroppo, una eventualità del genere avrebbe costituito il rovescio della medaglia. Ma di essa non si poteva fare a meno, se si voleva riuscire nel loro intento.

Dopo essersi fatti carico della loro missione, gli uomini fidati di Nurdok avevano cominciato a dare una caccia spietata ai vari informatori di Giostub, allo scopo di precludere a quest’ultimo i vantaggi della loro opera di controllo. La quale, come si sospettava, riusciva a segnalargli in anticipo la reale situazione del villaggio da depredare e, quasi contemporaneamente, lo metteva anche al corrente del sopraggiungere dei soldati. Inoltre, gli faceva evitare di cadere nelle imboscate oppure negli agguati dei soldati, poiché lo dissuadevano dal percorrere zone sospette e dal compiere incursioni in quei villaggi che erano presidiati dalle milizie del conductor. Così l’opera di ripulita, portata avanti dagli uomini di Nurdok, aveva avuto una durata di un mese; ma alla fine essa aveva dato i suoi frutti. Tanto Ircos quanto Itmak, i quali erano a capo dei due piccoli drappelli, avevano assolto egregiamente la loro missione, eliminando sul territorio tutte le spie di Giostub, anche se qualche volta ci erano andate di mezzo delle persone innocenti.

Durante la loro assidua perlustrazione, ciascun gruppo aveva incontrato, sempre alla distanza di tre miglia, una pattuglia di cavalieri che si muovevano nella zona senza uno scopo apparente. Allora essi, sospettando che fossero uomini di Giostub, per prima cosa li avevano avvicinati di soppiatto e poi li avevano assaliti con una furia micidiale. Alla fine li avevano stecchiti, senza che gli incaricati a sorvegliare le varie zone si rendessero conto di quanto gli stava accadendo, nel momento che venivano assaliti e massacrati. Comunque, i pattugliamenti incontrati dagli uomini di Nurdok sul loro cammino erano stati in tutto una decina e a nessuno di quelli che li effettuavano era stato dato modo di scappare in tempo utile per raggiungere la propria banda. Ogni volta erano stati i soli Ircos ed Itmak, l'uno nel primo gruppo e l’altro nel secondo, a provvedere alla loro eliminazione fisica. Invece quelli che li accompagnavano avevano badato a non lasciarli allontanare con la fuga. Entrambi se l’erano sbrigata con una celerità sbalorditiva, infilzandoli l’uno dopo l’altro con grande destrezza e con incredibile impetuosità. Con la loro eliminazione, si era conclusa la prima parte del piano di Nurdok. Essa aveva contribuito a togliere di mezzo la totalità dei pattuglianti, i quali operavano egregiamente per conto della loro banda.

In seguito il nipote del superum, tenendo avanti una cartina della Pesak, si era fatto riferire dal suocero in quali villaggi in precedenza già c’erano state le attività predatorie da parte dell’astuto Giostub. Allora egli era stato messo al corrente dal conductor della regione che, nell'ordine, esse erano avvenute nei villaggi di Sercun, Nelios, Pulces, Lurkas, Turosk, Ganden e Loftin. Nell'apprendere quei particolari, il riflessivo Nurdok aveva notato che essi si trovavano tutti sulla fascia costiera, la quale era addossata ad una vasta zona boschiva. Gli stessi, però, non risultavano posizionati l’uno di seguito all’altro, come indicato dalle incursioni operate dai predoni. Infatti, da ovest a est, la loro posizione geografica risultava la seguente: Nelios, Sercun, Lurkas, Pulces, Ganden, Turosk, Fulup e Loftin. Su tale territorio, come il sagace Nurdok aveva osservato, per il momento il solo villaggio di Fulup era stato risparmiato dai predoni nelle loro incursioni. Così, apprese tali cose e fatte le debite osservazioni sulle medesime, il genero di Biscon si era convinto che abbastanza presto anche quel villaggio sarebbe stato assalito e razziato. Egli aveva avuto una simile convinzione, dopo aver riflettuto sul fatto che Giostub, di ogni coppia dei villaggi considerati, nel loro ordine aveva assaltato prima quello pari e poi quello dispari. Perciò, dopo Loftin, sarebbe stata la volta di Fulup ad essere saccheggiato dalla banda. La quale, quindi, presto si sarebbe messa in azione contro di esso.

Infine, mostrandosi certo al cento per cento che le cose sarebbero andate come egli le aveva ipotizzate, il sagace Nurdok aveva voluto far presente al basito suocero:

«A questo punto, Biscon, il quadro della situazione ci è tutto limpido, per cui possiamo conoscere in anticipo le future mosse di Giostub e prevedere quale sarà il prossimo villaggio ariese ad essere attaccato dai suoi banditi. Se il mancato ritorno dei suoi uomini al campo non lo insospettirà e lo porterà a credere che non ci siano problemi in vista per la sua banda, con ogni probabilità egli farà avvertire la sua presenza nel villaggio di Fulup. Allora noi gli tenderemo una trappola in quel luogo e daremo il benservito a lui e ai suoi predoni. Li elimineremo per sempre senza alcuna pietà, privando te del fastidio che i predoni ti davano!»

«Mi dici, mio intrepido ed eroico genero, come sei giunto a tale intelligente conclusione? Anche se sono matematicamente convinto che quanto hai affermato corrisponde a verità, mi piacerebbe avere da te delle delucidazioni in merito. In realtà, vorrei cercare di comprendere cosa ti ha spinto ad avere una convinzione del genere, la quale, a dir poco, suscita in me una grande meraviglia.»

Quando poi il marito della figlia gli aveva spiegato dettagliatamente da dove erano derivate le sue considerazioni che riguardavano le scorrerie della banda, Biscon aveva finalmente appreso bene ogni cosa da lui e lo aveva anche apprezzato. Immediatamente dopo, perciò, con il solo intento di elogiarlo, egli gli aveva esclamato:

«Soltanto la tua perspicacia, Nurdok, poteva arrivare a scorgere la relazione esistente tra i nostri villaggi e la scelta di ognuno di essi operata da parte di Giostub, al fine di effettuare le sue incursioni banditesche. Adesso che mi ci hai fatto riflettere, sono pienamente d’accordo con te che Fulup sarà il suo prossimo obiettivo. Ma stavolta egli non avrà campo libero come nelle precedenti razzie, dal momento che non ci saranno coloro che lo metteranno al corrente dei nostri movimenti. Per questo anche le sue mosse si dimostreranno precarie e soggette ai difetti dell’aleatorietà; mentre egli non avrà più la possibilità di spadroneggiare sul campo. Non è forse così, mio valente genero? Se sbaglio, ti prego di correggermi!»

«Invece sei nel giusto, Biscon. Adesso, non potendo prevedere e ponderare con largo anticipo le sue azioni nefande, Giostub dovrà per forza di cose affidarsi al caso. Così non avrà più la certezza di passarla liscia, dopo aver portato a termine le sue ignobili ladrerie. La qual cosa ci permetterà di inchiodarlo al muro e di avere ragione della sua banda, facendo un vero massacro di tutti i suoi uomini!»

Il giorno dopo, con i suoi dieci uomini di Geput e con un centinaio di soldati ariesi, Nurdok si era messo in viaggio alla volta di Fulup. Giunto in prossimità del villaggio, non vi aveva fatto ingresso; ma aveva appostato gli armati al suo comando nella vicina selva, la quale si estendeva ad un miglio da esso per vari chilometri quadrati. Tenendo poi ben nascosta in quel luogo la sua schiera di cavalieri, aveva atteso che il rivale Giostub andasse a fare razzia nel villaggio di Fulup. In quel luogo erano stati preparati anche alcuni trabocchetti per i futuri ospiti non graditi, i quali molto presto sarebbero arrivati senza sospettare nulla. Nello stesso tempo, Nurdok non si era astenuto dall’inviare alcuni emissari in ogni direzione della fascia costiera, perché vi individuassero la banda dei predoni e lo avvertissero in tempo utile del suo arrivo. L’attesa era durata soltanto due giorni, poiché a mezzogiorno di quello successivo la si era avvistata, mentre avanzava al galoppo in direzione di Fulup. Proveniente da ponente, essa era intenta a raggiungere il villaggio, senza avere il minimo sospetto che in quel posto la stessero aspettando i soldati del conductor. Non appena aveva ricevuto quella notizia dai suoi perlustratori, Nurdok immediatamente aveva allertato i suoi uomini. Così li aveva tenuti pronti ad intervenire contro la banda di malandrini, non appena essa fosse dilagata nel vicino villaggio, allo scopo di sottoporlo al suo rovinoso saccheggio.

A qualche ora dal tramonto, Giostub si era lanciato con la sua banda all’invasione di Fulup, intenzionato a devastarlo, a depredarlo e a farvi commettere dai numerosi suoi uomini violenze e stupri. Simultaneamente, anche Nurdok si era mosso dal suo selvoso nascondiglio con i suoi armati, ordinando loro di circondare il villaggio e di non consentire a nessun predone di trovare scampo con la fuga. Perciò chiunque ci avesse provato sarebbe dovuto essere eliminato senza misericordia. Completato l’accerchiamento, egli aveva comandato agli stessi di assaltare i saccheggiatori che stavano già infuriando contro la popolazione e di neutralizzare le loro azioni criminali contro i Fulupini. Costoro, che erano stati già istruiti in precedenza dal valoroso Nurdok su come si sarebbero dovuti comportare, stavano appunto mettendo in pratica ciò che avevano appreso da lui. Anzi, stavano già riportando nelle varie scaramucce iniziali qualche piccolo successo, sebbene i predoni avessero cominciato solo da poco a mettere a ferro e a fuoco il loro villaggio.

Siccome i suoi informatori avevano smesso da un po' di dare notizia di sé, Giostub aveva deciso che questa volta l'aggressione dei suoi uomini sarebbe stata principalmente una rappresaglia. Ecco perché essi avevano assunto verso gli abitanti del villaggio un atteggiamento differente da quello messo in mostra negli altri insediamenti rurali. Nel passato, infatti, i banditi avevano avuto come unico obiettivo la rapina, senza bruciare niente ed uccidendo le sole persone che avevano forzato loro la mano. Invece adesso i saccheggiatori non intendevano risparmiare né le capanne né la popolazione locale, avendo deciso di infierire anche contro gli abitanti. Stando così le cose, fin dall’inizio, la situazione in Fulup era diventata incandescente; ma i suoi abitanti, grazie ai preziosi suggerimenti di Nurdok, la stavano controllando alla meglio.

Per fortuna, prima ancora che la distruttiva veemenza del nemico riuscisse a metterli in ginocchio, erano intervenuti gli uomini di chi con generosità si era impegnato a difenderli dalla banda di Giostub. A quel punto, lo scontro tra i suoi masnadieri e le milizie al comando del nipote del superum era stato inevitabile, trasformandosi in breve tempo in una zuffa oltremodo aspra ed efferata. A un certo momento, il villaggio ariese era diventato un crogiolo di assalti furibondi e brutali, i quali non avevano tregua alcuna. Ma si assisteva anche a forsennati duelli, che impazzivano nella mischia; a nitriti di cavalli, che si impennavano per la loro ombrosità; a corpi infilzati, che si lasciavano cadere giù dalle traballanti selle; ad accecanti bagliori di spade, che si incrociavano martellanti e rumorose. Il tutto in mezzo a nuvoli di polvere, i quali erano originati dagli scalpitii dei numerosi quadrupedi in continuo movimento.

Da entrambe le parti in lotta, si combatteva con animosità e furore guerresco, dando luogo ad un combattimento accanito ed indiavolato. Esso, nella sua complessità sinistra e sconvolgente, appariva agli occhi del popolo qualcosa di terrifico e di conturbante. Coloro che vi si davano a combattere non si esprimevano con colpi flosci oppure dati alla cieca. Al contrario, nell’assestarli con irruenza, gli uni e gli altri conferivano ad essi un forte vigore e precisione, per il fatto che tutti desideravano apportare ai loro avversari il maggior danno possibile, che era quello mortale. Tra le milizie berieske, quelli che spiccavano di più nella sconvolgente battaglia erano Nurdok, Ircos ed Itmak. Tutti e tre, battendosi strenuamente nella scatenata lotta, davano il loro altissimo contributo, allo scopo di ottenere una vittoria piena e gloriosa. Sia il cugino che l’amico del leggendario guerriero di Geput lottavano come lupi affamati e mietevano un gran numero di vittime tra i predoni. I quali, mentre si mostravano irosi ed incattiviti, a causa del loro intrappolamento, non desistevano e non si davano per vinti. Per cui seguitavano a mostrarsi pugnaci e pericolosi al massimo. Invece l’indomito Nurdok era intento a superare in valore e coraggio sia il cugino che l'amico, facendo una enorme carneficina della banda dei predoni. In pari tempo, mirava soprattutto ad avere tra le mani il loro capo, che nessuno era ancora in grado di riconoscere in quella baraonda di combattimenti impetuosi ed arditi. Alla fine, però, il genero del conductor Biscon lo aveva localizzato nella parte più a nord del villaggio, mentre si dava da fare ad assalire i soldati del suocero, colpendone parecchi a morte.

Allora l’imbattibile giovane, facendosi largo tra gli accaniti combattenti, prima lo aveva raggiunto e poi lo aveva obbligato a tenzonare con lui. Così, in seguito ad un furioso scambio di colpi, Nurdok aveva avuto la meglio sul suo ostico avversario. Era riuscito a trafiggerlo mortalmente, squarciandogli l'addome con la fuoruscita da esso dei visceri. Ma la contesa armata contro i predoni rimasti ancora incolumi era continuata fino all’imbrunire. Solo a quell’ora si erano scorti esanimi e sparsi sul suolo del villaggio trenta Pornukani e l’intera banda di Giostub. I banditi finalmente avevano avuto il fatto loro ed avevano smesso di arrecare pianti e desolazione a tanta povera gente della Pesak. La quale regione, grazie all'impegno dell'impavido Nurdok e dei suoi valorosi uomini, da quel giorno avrebbe ricominciato a vivere i giorni sereni di un tempo. Essa, infatti, non sarebbe stata più assaltata da predoni privi di scrupoli, come quelli che nei mesi precedenti non avevano fatto altro che renderle la vita tribolata e sacrificata, senza mai smettere le loro incursioni. Le quali a volte risultavano anche cruente.