37°-IL DIO KRON INCARICA IL DIVINO IVEON DI ANNIENTARE LA DEIVORA

A questo punto, ci è permesso di passare ai sincroni avvenimenti che si erano avuti su Zupes; così dopo non perderemo tempo a ricollegarci a quelli che apprenderemo nel loro svolgimento sul pianeta zupesino. Così, venendone a conoscenza in tempo reale, staremo al passo coi tempi e non ci lasceremo sfuggire nemmeno un particolare di quanto verrà ad interessarli durante il nostro racconto mozzafiato.

Non appena era giunta la richiesta di soccorso da parte di Ukton e di Elesia, insieme con l’attestazione di essere in pericolo a causa di una forza oscura che cercava di attrarli a sé, sia il gerark Vaulk che l’amico Iveon si erano allarmati all'istante. Inoltre, avevano intrapreso un colloquio accorato e velato di profonda preoccupazione. Ad esso aveva voluto prendere parte anche la divina Gedal, la consorte del dio del coraggio, la quale li aveva raggiunti qualche attimo dopo nel loro appart. Anzi, dei tre dialoganti, era stata proprio la dea a prendere per prima la parola, dandosi a domandare alla componente maschia della discussione:

«Voi due, volete dirmi che cosa sta succedendo al mio sventurato Ukton e alla sua Elesia? Mentre mi trattenevo con Biok, mi sono giunte all'orecchio strane voci, che li riguardavano direttamente. Se ho inteso bene, nell’apprenderle, esse mi sono parse per niente rassicuranti!»

«Ce lo stiamo chiedendo pure noi, cara Gedal;» gli aveva risposto il consorte «ma non è semplice avere una risposta in merito ad entrambi, non avendo notizie certe sulla loro attuale situazione! Perciò io ed Iveon ci andavamo facendo varie domande su quanto possa aver impaurito i due divi preoccupati, siccome è questo che essi ci hanno fatto intuire!»

«Ciò che ti ha detto tuo marito, Gedal, corrisponde a verità;» le aveva confermato il ragguardevole ospite «ma ignoriamo del tutto di cosa possa trattarsi e con chi o con che cosa abbiamo a che fare. L’unica certezza è che ci troviamo di fronte ad una entità che non può essere di natura materiale, se riesce a risucchiarsi delle divinità senza nessuna difficoltà. È proprio così che Elesia ci ha lasciato intendere con il suo accorato messaggio, mostrandosi in pari tempo in preda a un tremendo spavento! Per cui è nostro dovere andare a salvarli al più presto.»

«Credi tu, dio dell’eroismo, che sia qualche altra divinità la responsabile dei nuovi guai dei nostri due divi? Oppure ti sei già fatta una diversa opinione, circa la loro sorte attuale? Se in te dovesse prevalere questa ultima ipotesi, ci terrei a conoscerla senza alcun preambolo!»

«A mio avviso, nobildea Gedal, potrebbe essere possibile che si tratti di qualche entità, la cui natura sia completamente differente dalla nostra e da quella dei Materiadi. Comunque, il mio è soltanto un vago sospetto e non potrebbe essere altrimenti, non essendo in grado, almeno per il momento, di garantirlo con argomenti probanti!»

«Vuoi chiarirmi meglio, Iveon, a cosa ti sei voluto riferire per la precisione? Ti prego di non farmi stare anche tu sulle spine, considerato che il mio animo è già sovrabbondante di pena e di angoscia. Le quali mi sono sopravvenute, in seguito alle voci che da poco sono trapelate nella nostra fortezza e si sono insinuate all’istante nel mio cervello!»

«Invece ti devi tranquillizzare, Gedal! Da parte mia, non c'è stato alcun riferimento a qualcosa che dovrebbe essere obbligatoriamente terribile! Per ora navighiamo nel mare delle ipotesi e delle congetture; anzi, seguiterà ad essere così, fino a quando non sarà fatta piena luce sulla forza oscura che sta coinvolgendo i due divi! Comunque, ho il timore che essa stia attirando a sé pure molte divinità adulte, dopo essere cadute nella sua rete, senza potersi opporre in qualche maniera.»

«Ne sono convinto anch’io;» era intervenuto ad approvarlo il dio Vaulk «però riusciremo ad avere la conferma di ogni nostro sospetto, dopo che Iveon ed io andremo ad affrontare l’arcana entità, a cui ha fatto accenno la diva Elesia. Ma finché non l'avremo raggiunta, non potremo avere delle risposte precise ai nostri tanti interrogativi! Nel frattempo, quindi, bisogna attendere ed avere una pazienza infinita!»

«Invece, Vaulk, sono tremendamente preoccupata per loro e quasi li avverto in gravissimo pericolo! Se ci tieni a saperlo, ho la netta sensazione che stiamo avendo a che fare con una forza oscura, la quale potrebbe essere superiore a noi divinità. Perciò essa non si lascerà sconfiggere facilmente da voi due, se andrete ad affrontarla! Di conseguenza, temo che, andando incontro a tale forza, tu ed Iveon metterete a rischio anche la vostra esistenza. Sarebbe meglio, da parte vostra, chiedere un parere alle due eccelse divinità di Luxan, prima di avventurarvi alla cieca in questa difficile impresa. La quale potrebbe riservarvi delle sorprese perniciose, nonostante la vostra natura sia divina!»

«Nessuno sarebbe mai in grado di recarci del male, Gedal.» l’aveva rassicurata il marito «Tanto più che abbiamo con noi lo scettro e l’anello di Kron! Grazie al loro aiuto, vedrai che non ci saranno problemi di sorta per noi due nel profondo spazio extraimperiale, dove adesso si trovano a soffrire Ukton ed Elesia, essendo in balia del loro folle terrore!»

«Ti garantisco, Gedal, che è conforme al vero quanto ha asserito tuo marito.» aveva acconsentito il dio dell'eroismo «Per questo ciò non ti deve preoccupare più di tanto, essendo ogni cosa sotto controllo. Dunque, dea della fermezza, ti invito a non allarmarti per un nonnulla e a restartene totalmente tranquilla dentro la tua dimora!»

«Spero che sappiate quello che dite e ciò che intendete fare, voi due, che vi mostrate troppo temerari! Anche se insistete ad assicurarmi che la vicenda è immune da rischi e che avrà un epilogo positivo, tuttavia, quando ci penso, avverto in me solo sconcerto. È come se nel mio animo ci fosse il presentimento che non ve la caverete contro l'ignota entità, la quale vi si presenterà alquanto minacciosa e forse anche fatale. La qual cosa mi sollecita in continuazione ad invitarvi a desistere dalla vostra impresa e a parlarne prima con gli eccelsi gemelli Kron e Locus!»

«Oramai abbiamo deciso di partire, Gedal,» le aveva risposto il dio Vaulk, intenzionato a chiudere l’argomento «e nessuno, te compresa, potrà più dissuaderci dall'impresa, che ci siamo proposti di compiere! Pensa invece al nostro secondogenito e alla sua compagna, i quali si staranno disperando e spaventando a non finire, poiché ignorano con chi stanno avendo a che fare. Vuoi forse vedere il nostro Ukton affliggersi ulteriormente, dopo tutte le pene che gli ha inflitte il dio dell'infamia? Non ti importa più che egli venga tratto fuori dai guai insieme con Elesia e condotto tra le tue braccia premurose prima possibile?»

«Certo che mi interessa, caro consorte! In pari tempo, però, neppure vorrei vedere voi due in serio pericolo, solamente perché qualcosa è andato storto o perché in precedenza c’è stata da parte vostra una errata valutazione del problema, per averlo sottovalutato con alquanta leggerezza! Mi sono spiegata adesso cosa intendo dire, dèi caparbi?»

Allora il gerark di Zupes, non dando più retta alle preoccupazioni che la moglie gli andava manifestando con angosciante trepidazione, da lui ritenute unicamente ubbie, si era rivolto al dio dell’eroismo, dicendogli:

«A questo punto, Iveon, ci conviene ultimare quelle operazioni che ci restano ancora da mettere a punto. Così domani, avendo già preparato tutto ciò che ci occorre per la nostra partenza, insieme con Iovi potremo lasciare il pianeta e partire con la massima sollecitudine in cerca dei due divi. Sono certo che riusciremo nel nostro intento!»

«Hai proprio ragione, Vaulk, dal momento che il tempo stringe! Da parte mia, ti paleso subito che non ci sono problemi ad accondiscendere al tuo suggerimento. Perciò faremo senz'altro come hai proposto un attimo fa. In questo modo, si partirà alla svelta, senza perdere altro tempo! Invito anche la tua consorte Gedal a restarsene serena su Zupes, dopo che saremo partiti per andare a liberare Ukton e la sua Elesia!»

L’indomani, a bordo di un Vurk, le due preoccupate divinità si erano messe in viaggio per raggiungere al più presto la coppia dei divi che risultavano sperduti nello spazio. Essi sapevano che, per liberarli, avrebbero dovuto affrontare l’arcana forza che all'improvviso era apparsa in Kosmos. Viaggiavano con loro anche il dio Olred e il divo Iovi. Da parte sua, l'entità aliena, intanto che le quattro divinità positive sfrecciavano attraverso Kosmos, continuava a mostrarsi particolarmente ingorda di psichi appartenenti alle divinità positive e a quelle negative, senza mai mostrarsene sazia.

Dopo la partenza del consorte, la dea della fermezza, per un fatto istintivo, aveva continuato a restare in grande trepidazione, poiché presentiva che quella forza sconosciuta avrebbe intrappolato l’intero equipaggio. Ella non sapeva spiegarsi in che modo sarebbe avvenuto il loro intrappolamento; però era certa che ciò sarebbe accaduto senza meno. Per questo quanto più il tempo trascorreva, tanto più il pensiero di quella cosa l’atterriva e l'opprimeva. La costringeva perfino a pensare al peggio e la privava della calma, anche perché essa non aveva nome ed era priva di caratteristiche note. Inoltre, la proiettava in una incognita che poteva solo rivelarsi di immane sciagura. Intanto che la disperazione interiore non la faceva riposare e la spingeva ad appigliarsi ai più orrendi presagi, essa non cessava di angustiarla nelle profondità del suo intimo. Anzi, finiva per strapazzarla nel vortice di una tormentosa inquietudine, la quale riusciva a rivelarsi esclusivamente portatrice di ambasce.

Adesso che siamo ritornati al presente della nostra storia, lo stato d’animo della dea poveretta seguitava ad essere quello che abbiamo visto, per la quale ragione non ci pensava a tranquillizzarsi. Fu proprio mentre ella persisteva nel suo nero pessimismo, che il messaggero del dio Kron, dopo essere atterrato su Zupes, si presentò nella fortezza del gerark. Non essendoci il marito, allora fu la dea Gedal ad accoglierlo cordialmente nel suo appart. Quando poi il dio si fu seduto e si fu anche messo a suo agio, la padrona di casa si affrettò a domandargli:

«Come mai, Osur, sei venuto di nuovo a farci visita? Da parte delle due eccelse divinità, porti forse con te delle notizie importanti per il mio Vaulk, essendo egli il gerark di Zupes? Che sciocca che sono stata! Sarà senz'altro come ho pensato! Non è forse vero, messo del potente Kron?»

«In verità, Gedal, sono latore di un’ambasciata dell’eccelso Kron per il solo eroico Iveon. Avendo l’argomento una importanza particolare, poiché riguarda la totalità delle divinità positive residenti in Kosmos, ho pensato di incontrare il dio dell'eroismo qui da voi, in modo che pure tuo marito ascolti ciò che ho da dirgli. Così egli, essendo un gerark, dopo baderà a mettere al corrente i suoi fratelli di quanto tra poco gli riferirò in questa sede, siccome essi ricoprono la stessa carica nelle restanti circoscrizioni. Allora mi fai incontrare e parlare con loro due al più presto, se possono essere rintracciati da qualcuno in qualche posto?»

«Se i destinatari delle tue nuove sono tutte le divinità del nostro impero, Osur, come giustifichi il fatto che l’ambasciata del dio del tempo sia diretta ad Iveon e non a mio marito, come sarebbe stato più giusto? Vuoi spiegarmi questa evidente incoerenza, che non riesco a comprendere? Non dirmi che pretendo troppo da te con la mia richiesta!»

«Non ho difficoltà a respingere la tua obiezione, Gedal. L’ambasciata da fare all’eroico dio per conto del dio del tempo riguarda esclusivamente lui. Anche se poi il suo contenuto, nel contesto e per certi aspetti rilevanti, coinvolge la totalità delle divinità positive, compresi i quattro gerark dell'impero. Dopo che ho risposto alla tua domanda, nobildea, ti sbrighi a dirmi quando potrò incontrarmi con l’eroico Iveon e con il tuo consorte? Spero al più presto, poiché la mia visita riveste un carattere di estrema urgenza, oltre che di massima allerta!»

«In che senso, Osur, devo intendere le tue parole? Vuoi spiegarti meglio, in modo che io comprenda la vera ragione della tua presenza su Zupes? Se lo vuoi sapere, incomincio quasi a temere ciò che stai per annunciarmi, dio della saggezza! Perciò fammi sapere ogni cosa!»

«Nel senso che quanto ho da riferire a tutti e due si presenta di particolare gravità. Ecco perché ho assoluto bisogno di parlare sia con il dio dell'eroismo che con tuo marito! Allora li mandi a chiamare, Gedal, per favore? Oppure mi dici dove posso trovarli, perché io possa raggiungerli all'istante e renderli partecipi di ogni cosa che ho da riferirgli?»

«Sono spiacente, Osur, di comunicarti che non potrai incontrarli a breve termine. Mio marito Vaulk e Iveon non molto tempo fa si sono messi in viaggio. Il loro scopo è quello di andare a recuperare mio figlio Ukton e la sua amica, i quali, come già sai, risultano dispersi nello spazio cosmico. L’ultima volta che si sono rifatti vivi, li sovrastava una grande minaccia. Di grazia, non mi dire che hanno fatto male a partire!»

«Invece è proprio così, Gedal! I miei due amici non si sarebbero dovuti mettere in viaggio per liberare gli sventurati divi dalla loro nuova persecutrice! Non immagini neppure quale rischio stanno essi correndo, andando incontro alla forza oscura, che giustamente avevi ritenuta oltremodo pericolosa anche nei confronti di divinità adulte! Speriamo soltanto di riuscire ad avvisarli in tempo e a farli ritornare su Zupes, prima che essi vengano presi nelle maglie della loro avversaria, divenendone le nuove vittime!»

«Allora, come mi rendo conto, il mio presentimento era giustificato! Devi sapere, Osur, che ho cercato in tutti i modi di non farli partire e di consultarsi prima con l’eccelso Kron. Ma è stato tutto inutile! Fin dal primo momento, ho stranamente avvertito che nella loro impresa si celava qualche insidia dannosa, la quale si sarebbe rivelata molto lesiva ad entrambi! Adesso cosa possiamo fare per loro, dio della saggezza?»

«Avrai avuto senz’altro una premonizione, nobildea Gedal. Ora, se non è troppo tardi, bisogna invitarli ad invertire la rotta all'istante e a ritornarsene indietro. Perciò conduci subito da me tuo figlio Biok e facciamolo mettere in comunicazione telepatica con Iovi. Così, a nome degli eccelsi gemelli Kron e Locus, ordineremo all’intero equipaggio del Vurk l’immediata inversione di rotta e il loro celere ritorno su Zupes.»

La dea Gedal, senza perdere un attimo di tempo, andò a chiamare il suo ultimogenito e lo condusse davanti al dio Osur. Allora costui, dopo aver riferito l’intero messaggio al divo, attese che egli lo trasmettesse all’amico Iovi. Il quale, a sua volta, avrebbe dovuto informarne Vaulk ed Iveon. Quando poi esso fu trasmesso dall'ultimogenito del gerark ai due divini destinatari e giunse anche la loro conferma che ne avevano preso atto e si stavano attenendo agli ordini ricevuti, Osur tirò un sospiro di sollievo. In quell’occasione, egli si sentiva soddisfatto di aver fatto evitare ai suoi due grandissimi amici dei guai davvero molto seri.

Intanto che il dio Osur e la dea Gedal attendevano soddisfatti il rientro delle due divinità, ci conviene informarci di come il gerark e il dio Iveon avevano accolto l’ordine perentorio delle due illustri divinità di Luxan. A tale scopo, non ci asterremo dal fare la cronaca particolareggiata del loro brevissimo viaggio, ripercorrendolo fin dal principio.


Dopo essere partito da Zupes, il Vurk, che trasportava i suoi quattro passeggeri, tra cui il dio Vaulk e il dio Iveon, si era messo a sfrecciare nello spazio cosmico alla massima velocità, avendo come meta, per il momento, la galassia di Bariut. Infatti, era oltre i suoi confini che Iovi intravedeva i due divi in movimento, mentre si spostavano verso la zona più profonda di Kosmos. Per cui c’era da fare ancora parecchia strada, poiché tra loro e la galassia citata si frapponevano altre espansioni galattiche, che parevano non terminare più. A tale riguardo, va precisato che questa volta l’antimostro avrebbe puntato direttamente su Bariut, attraversando l’ex Impero dell’Ottaedro, del quale al momento attuale restavano solo dei residui di cenere. Esso oramai era stato abbandonato da tutte le divinità negative, le quali un tempo ne erano state le abitatrici abituali. Ci si riferisce, ovviamente, a quelle entità divine che, non riuscendo più a sopravvivere nella realtà di Kosmos, erano state costrette a riparare rapidamente in Tenebrun. Ammesso che esse non fossero incappate nella bloccante trappola della scombussolante Deivora!

Come previsto, sarebbero state parecchie le galassie che l’equipaggio avrebbe dovuto attraversare, prima di pervenire alla loro meta. Esse, che erano state prese come iniziali punti di riferimento, considerate nel loro ordine di incontro, sarebbero state le seguenti: Lasef, Stank, Derc, Noster, Sariop, Strunk e Bariut. Invece le tre divinità positive e il divo erano riusciti a percorrere soltanto le prime due, poiché la loro corsa era finita per arrestarsi all’estremo lembo della galassia di Stank. In quel momento, essi non avevano ancora sconfinato nell’ex impero delle divinità malefiche; anzi, si accingevano a farlo in breve tempo. Infatti, in tale spazio remoto, i divini Vaulk ed Iveon erano stati raggiunti dal messaggio del dio Osur, il quale gli era stato trasmesso dal divo Biok. Appena ne aveva ricevuto la comunicazione, il divo Iovi si era sentito paralizzare da essa l'intero corpo. Solamente dopo essersi ripreso alla meglio, egli si era dato a gridare al gerark, che si trovava con lui nel passeg dell’aeromobile spaziale:

«Il tuo ultimogenito, illustre Vaulk, si è messo in contatto telepatico con me e mi ha trasmesso un importante messaggio di Osur. Egli è giunto da poco sul nostro pianeta e viene ospitato nella tua fortezza.»

«Iovi, cosa dice il messaggio del dio della saggezza? Vuoi essere così gentile da riferirmelo, perché io possa attribuirgli l'importanza che merita? Ma prevedo che qualcosa stia andando storto anche stavolta!»

«Illustre Vaulk, il messaggero dell'eccelso Kron, senza dare alcuna spiegazione in merito, ci ordina di interrompere immediatamente il recupero dei due divi e di fare ritorno sul nostro pianeta, senza neppure sognarci di opporci. Il dio Osur, inoltre, ci tiene a far presente che si tratta di un ordine perentorio, il quale proviene dalle due eccelse divinità. Quindi, dovremo rinunciare al recupero del mio amico Ukton e della sua amata diva negativa.»

«Ma perché proprio adesso egli doveva intervenire, mandando ancora all’aria la salvezza di mio figlio?! Ci voleva anche quest'altra scalogna per loro due! Come se Ukton non abbia già sofferto abbastanza!» si era sfogato ad alta voce il gerark «Non è giusto che lo si deluda per l'ennesima volta e si continui a farlo penare a lungo! Invece egli non si merita tanta interminabile sofferenza! Né lo merita la diva Elesia!»

«In verità, nobile gerark,» aveva seguitato a dire il divo «c'è dell'altro, che Biok mi ha trasmesso da parte di Osur, in un secondo momento. Si tratta di qualcosa di molto grave!»

«Allora sbrìgati a dirmi anche il resto, amico del mio Ukton!»

«Il dio della saggezza ci mette in guardia che, se non facciamo subito marcia indietro, qualcosa di terribilmente pericoloso potrebbe ridurci all’impotenza e costringerci perfino a non esistere più! Perciò egli insiste nell'invitarci ad ubbidire all'ordine del dio del tempo, il quale ci viene impartito unicamente per il nostro bene. Ti è stato chiaro adesso?»

«Iovi, allora riferiscigli che gli darò la risposta, dopo essermi consultato con Iveon. Penso che almeno questo dovrebbe essermi concesso senza meno, se non gli dispiace!»

Così il gerark aveva riferito tutto all’amico Iveon, che si trovava nel pilot insieme con il dio Olred. Suo malgrado, allora il dio dell’eroismo aveva ammesso che non gli rimaneva altra scelta che quella di ubbidire agli eccelsi gemelli, i quali indubbiamente sapevano quello che facevano. Perciò egli, con un’ampia virata di bordo, che era avvenuta seguendo una traiettoria curvilinea lunga un migliaio di chilometri, senza indugiare oltre aveva invertito il senso di marcia e si era rimesso sulla via del ritorno con la massima velocità possibile. Allora, tornato dal divo, il gerark con amarezza gli aveva detto:

«Iovi, trasmetti pure al messaggero di Kron che abbiamo interrotto il recupero di mio figlio e della diva Elesia, per cui abbiamo anche intrapreso la via di casa. Avvisalo che saremo presenti sul nostro pianeta quanto prima! Arrivederci a presto!»

Il ritorno del dio Iveon e del dio Vaulk su Zupes era stato sospirato con trepida attesa dalla consorte del dio del coraggio. Nella dea, però, continuò ad esserci l’incolmabile vuoto che vi aveva lasciato lo sfortunato figlio. Il quale, essendo ancora venuta meno la sua liberazione, era obbligato a tormentarsi ancora lontano dalla madre.


All’arrivo delle due autorevoli divinità alla fortezza, si tenne subito un colloquio formale a tre. Il dio Vaulk aveva voluto estromettere da esso la moglie Gedal, sebbene ella avesse desiderato parteciparvi. Comunque, se il dio Vaulk non aveva gradito la presenza della consorte alla loro riunione, non era stato per motivi di gelosia. La sua opposizione c'era stata perché l’argomento da trattarsi di certo l’avrebbe allarmata moltissimo. Invece il gerark intendeva evitare di farla soffrire più di quanto non penasse già per le note serie ragioni!

Il primo a prendere la parola fu il messaggero del dio del tempo. Egli iniziò ad esprimersi ai suoi interlocutori, che apparivano visibilmente imbronciati a causa del coatto rientro, in questa maniera:

«Amici, la stima che nutro per voi è immensa. Perciò mi sarebbe dispiaciuto, se voi due foste rimasti vittime della perniciosa Deivora!»

«La Deivora?!» stupito, gli domandò il dio del coraggio «Che cosa mai essa sarebbe, Osur? Costituirebbe forse un pericolo per tutte le divinità positive e negative residenti in Kosmos? Su, parlacene dettagliatamente, se non vuoi tenerci in allarme per molto tempo!»

«Invece la notizia, dopo avervela riferita, vi allarmerà davvero!» si diede a spiegargli il dio della saggezza «Dovete sapere che si tratta della cosa più terribile che sia mai capitata in Kosmos! La sua origine rimane ancora un mistero. Si sospetta che la creatura aliena si sia autocreata, se si ammette che essa sfuggì all’onnipotente Splendor, all'atto della creazione da parte sua del Regno della Materia e del Tempo!»

«È possibile, Osur,» chiese il dio dell’eroismo «che in Kosmos si sia potuta autocreare una simile entità, della quale non ci è permesso aver ragione in alcun modo? Allora di che cosa è fatta la sua natura, per dimostrarsi come hai detto poco fa? Ce lo puoi spiegare, se ne sei al corrente, in modo che noi possiamo comprendere?»

«Non solo è possibile un fatto del genere, Iveon; la Deivora è anche in grado di averla vinta contro di noi! Essa è una forza misteriosa di natura immateriale, che va in cerca di essenze divine. Secondo quanto hanno appurato gli eccelsi gemelli, la medesima ha la capacità di risucchiarci a distanza enorme. Per questo ogni divinità, la quale per disgrazia finisce per caso nel suo raggio di risucchio, può ritenersi irrimediabilmente perduta, come se essa venisse a trovarsi realmente in Inesist!»

«Se le cose stanno come ci hai fatto presente, Osur,» osservò il gerark «allora mio figlio Ukton e la sua compagna Elesia sventuratamente stanno per essere risucchiati dalla Deivora, per cui per loro due non c'è più niente da fare! Poveri divi!»

«Temo proprio di sì, Vaulk! Ma se la cosa ti può consolare in qualche modo, il suo risucchiamento non avviene abbastanza veloce. Per fortuna, tuo figlio e la diva negativa sono stati colti nelle parti estreme della sua area di influenza, ossia dove inizia il risucchio per le divinità. Perciò ci vorrà ancora parecchio tempo, prima che essi si ritrovino nel nucleo dell’entità aliena, dove la speranza di uscirne sani e salvi si riduce a zero! Anche tu e Iveon avreste fatto l'identica fine, se non vi avessi fermati, quando il pericolo ancora non esisteva per voi due!»

«Come vedo, Osur, si tratta soltanto di una magra consolazione! Lo sai anche tu che adesso è solo questione di tempo, poiché oramai la loro sorte è da considerarsi già segnata! Come faccio adesso a riferirlo alla mia disperata moglie? Ella, dopo che lo avrà appreso, ne soffrirà immensamente, poiché verrà subissata dalla folle disperazione.»

«Invece non è detta l’ultima parola, Vaulk, perché nel frattempo le cose potrebbero cambiare e giocare a nostro completo favore. Tutto può accadere, intanto che il tempo scorre nell’alveo dell’eternità! Quindi, occorre darsi coraggio ed evitare di darsi alla disperazione, fino all'ultimo istante dell'esistenza dei due divi perseguitati dalla sventura!»

«Mi dici in quale modo, Osur, potrebbe verificarsi un evento del genere? Con molta franchezza, non riesco ad immaginarne uno solamente! Oppure sei qui, appunto perché già se ne intravede qualcuno a favore del disavventurato mio figlio e della sua compagna? In caso contrario, la disperazione della mia Gedal sarà insanabile!»

«Kron e Locus ci stanno appunto studiando sopra. I due eccelsi gemelli hanno già scoperto che la Deivora è interessata alla sola componente psichica delle divinità di Kosmos, alla quale essa dà una instancabile caccia per inglobarla in sé. Secondo lo studio portato avanti da loro fino adesso, la psiche divina risulta un elemento essenziale nella sua continua crescita e nel suo massiccio potenziamento energetico.»

«Ma se neanche Splendor può scalfire una essenza divina, amico mio Osur,» intervenne a contraddirlo il divino eroe «com’è possibile che ci riesca la mostruosa Deivora? La cosa mi appare veramente assurda, se ci tieni a saperlo! Oppure c'è una spiegazione plausibile a questa sua infame prerogativa? Penso che dovrà esserci senz'altro!»

«Hai ragione, Iveon. Scusami, se poco fa ho evitato di spiegarmi, come avrei dovuto! Ma lo faccio adesso. È noto a tutte noi divinità che nessuno può attaccare la nostra natura divina, essendo essa indistruttibile ed immortale, al pari di quella di Splendor. Se ciò non è possibile all’onnipotente suo creatore, figuriamoci alla Deivora! Giustamente si potrebbe obiettare! Solo che voi non avete approfondito la cosa nella maniera dovuta.»

«Infatti, amico nostro, sarebbe questa la nostra obiezione! Ma ci chiarisci il modo in cui il problema andrebbe affrontato nell'attuale questione, che è inerente all'aliena Deivora?»

«Adesso, amici miei, vi riferisco come stanno le cose in questa vicenda. Dovete sapere che, se noi divinità positive e negative potessimo vivere in Kosmos senza essere state prima modificate dalle due nubi di Luxan e dalla Fonte dell'Assimilazione di Tenebrun, allora la Deivora non potrebbe proprio nulla contro di noi. Invece essa, potendo sopraffare la nostra psiche modificata, finisce per soverchiare l’intera nostra costituzione. Perciò, all'interno di quest'ultima, la componente spirituale sarà per sempre assoggettata a quella psichica, con i benefici che conosciamo. Ciò, finché restiamo in Kosmos. Adesso, proprio a causa di tale nostra modificazione, la Deivora riesce a romperci le uova nel paniere, per dirla con le parole dei Materiadi appartenenti al ceppo umano!»

«Saggio Osur, finalmente siamo entrati nell’ingranaggio del tuo discorso!» gli fece presente il dio Iveon «Perciò riusciamo a comprenderti meglio. Grazie, per la delucidazione che ci hai data!»

«Osur,» Vaulk volle azzardare una sua ipotesi «oltre al fatto che sei venuto a tirare dai guai me ed Iveon, scommetto che sei qui per invitare le divinità positive di Kosmos ad evacuarlo in gran fretta e a trasferirsi in Luxan! La penso così, perché non potrebbe esserci un'altra ragione che giustifichi il tuo nuovo viaggio nella mia fortezza! Ne sono certo!»

«Invece ti sbagli, Vaulk. In quel caso, sarei dovuto andare da tuo fratello Kavor, essendo egli il Primo Gerark. Comunque, devo affermarti che una idea simile era balenata anche nella mente del dio dello spazio; però il fratello Kron non l’ha ritenuta idonea al caso attuale. Quindi, non la si metterà in pratica, almeno per il momento, visto che si vuole tentare una soluzione differente al nostro difficile problema da risolvere!»

«Quanto ci hai fatto presente, dio della saggezza, lascia supporre che anche il dio del tempo abbia la sua idea a tale riguardo e che la tua presenza su Zupes sia in funzione di essa. Dimmi che non mi sono sbagliato per la seconda volta, amico mio! Sennò non me lo perdonerei! Anzi, in verità, ci resterei enormemente deluso!»

«Invece questa volta ci hai azzeccato, Vaulk. L’eccelso Kron è stato contrario ad una nostra fuga in massa da Kosmos per non darla vinta alla Deivora. Egli desidera che la si combatta e la si distrugga. Perciò ha pensato di inviargli contro una divinità che abbia tutte le carte in regola per competere con essa. Inoltre, egli farà in modo che il dio, che dovrà lottare contro l’entità aliena, possa vivere in Kosmos, pur senza avere la psiche modificata. Così ci sarà un combattimento ad armi pari tra la Deivora e il degno suo sfidante. Ecco qual è l'idea dell'eccelso Kron!»

«A questo punto, Osur, mi è tutto chiaro e non occorre che tu aggiunga altro. Se lo vuoi sapere, Iveon è già pronto a seguirti nel Regno della Luce, dal momento che sei venuto a convocarlo per conto degli eccelsi gemelli. Per favore, voi due non perdete altro tempo! Mio figlio e la sua dolce compagna stanno aspettando proprio un miracolo, quello che opereranno insieme gli eminenti gemelli e il nostro eroico Iveon!»

«Esatto, Vaulk, sono qui per invitare appunto il dio dell'eroismo a seguirmi, siccome l’eccelso Kron ha bisogno della sua preziosa collaborazione, al fine di sconfiggere la Deivora. Tra poco, sgomberato questo posto, ci metteremo in viaggio per Luxan! Prima ci sbrighiamo, più aumentano le probabilità che i due divi vengano liberati dal nostro Iveon! Oramai il tempo potrà essere la loro unica salvezza!»

Partiti che furono i divini Osur ed Iveon, il dio del coraggio si affrettò a raggiungere la moglie Gedal, alla quale aveva da dare una notizia cattiva e un’altra buona. La prima avrebbe riguardato la Deivora; con la seconda, invece, le avrebbe fatto presente che il dio Kron, servendosi del dio loro amico, si preparava ad annientarla. Perciò la speranza doveva restare ancora nel loro animo, poiché essa si rivelava ancora la sola strada da battere, se volevano ricavarne un modesto conforto, in quegli attimi terribili.


Il dio Iveon fu accolto con molto calore dall’eccelso Kron. Egli lo stava aspettando da solo, poiché il gemello Locus aveva incaricato lui di sbrogliare l’intera matassa della Deivora e di vedersela quindi con l’eroico dio senza la sua compagnia. Il dio dello spazio riconosceva al fratello una maggiore intraprendenza e un acume illimitato nel portare avanti ogni tipo di questione. Di qualsiasi natura essa fosse stata! Unicamente quando il dio del tempo necessitava pure della sua proficua collaborazione, allora egli era lieto di offrirgliela con la massima disponibilità. A tale proposito, è necessario chiarire che, nel loro rapporto, l’azione combinata di entrambe le divinità potenziava ed accresceva il potere già posseduto da ciascuna di loro. Così lo rendeva immenso ed incontrastabile da tutti gli altri esseri divini, fatta eccezione dell'onnipotente Splendor, il quale era l'incontrastabile divinità che nessuno poteva superare.

Il divino Kron, più che soffermarsi sui vari convenevoli, che ignorò del tutto in tale circostanza, preferì invece arrivare subito al nocciolo della questione. Perciò si rivolse al suo interlocutore, dicendo:

«Iveon, nel Regno della Materia e del Tempo, abbiamo da risolvere un problema non di poco conto. Occorre giungere assai in fretta alla sua soluzione, se non vogliamo ricorrere alla sua evacuazione, da parte di tutte le nostre divinità che vi dimorano! Sono sicuro che il mio messaggero ti ha già accennato alla Deivora e al danno che essa potrà recare nello spazio cosmico, se non riusciremo a fermarla in tempo utile. Perciò ci si chiedono due cose: la divinità giusta e un’azione tempestiva.»

«Il mio amico Osur, eccelso Kron, è stato bravo a dare un chiaro concetto di essa al gerark Vaulk e a me. Perciò ho risposto immediatamente alla tua convocazione, essendo ansioso di affrontarla al più presto. Altrimenti i due divi, ossia Ukton ed Elesia, i quali mi stanno molto a cuore, finiranno per perire per mano sua!»

«Hai ragione, Iveon. La loro sorte interessa anche a me e vorrei che essa prendesse finalmente una piega positiva! Ma adesso veniamo a noi, evitando di perderci in chiacchiere inutili. Ho scelto te in questa missione, poiché nessun’altra divinità potrebbe farcela contro la Deivora. Le tue qualità, sommate ai poteri di cui mio fratello ed io ti doteremo, senz'altro daranno filo da torcere all’entità aliena. Se proprio non riusciremo a distruggerla, a causa della sua speciale natura, almeno la ricacceremo nel luogo da cui essa è sbucata fuori! Su questo non dovranno esserci dubbi!»

«Senza meno sarà così, eccelso Kron, se sei tu a garantirlo! Intanto voglio ringraziarti, per avermi preferito in questa impresa delicata, e ti prometto che farò di tutto per portarla avanti brillantemente. Te lo garantisco con assoluta certezza! Non vedo l'ora di cimentarmi con la terribile forza aliena per dare ad essa tanto filo da torcere, che neppure s'immagina! Alla fine la batterò e la stritolerò come si merita.»

«Ne sono più che convinto, Iveon. Sappi che godi della mia incondizionata stima e ripongo in te una fiducia illimitata. E siccome non conosciamo quasi niente dell'entità immateriale, non saprei quali consigli darti per avvantaggiartene nella tua lotta contro di essa. Perciò conto sulle tue infinite risorse di vario tipo, che certamente saprai mettere in campo a vantaggio tuo e di tutte le divinità di Kosmos. Oltre a quelle, però, avrai bisogno di avere nello spazio cosmico un'essenza divina allo stato puro, esente cioè da ogni difetto, come ce l'hai adesso mentre mi parli. Altrimenti, una psiche modificata, ossia quella che ti permette una esistenza normale nel regno materiale, ti renderà facile preda della tua avversaria. Ecco perché dovrò farti condurre una vita normale nella realtà cosmica, pur non sottoponendoti alla modifica della tua componente psichica. Ne avrai un gran bisogno per lottare senza problemi contro la Deivora, che è la nostra temibilissima e imbarazzante nemica.»

«Eccelso Kron, come potrò ottenere le cose da te accennate?»

«Ho qui un nuovo anello per te, Iveon, che ti infilerai al dito mignolo della mano sinistra. Esso ti consentirà di affrontare la realtà di Kosmos, senza avere prima attraversato nessuna delle due nubi, come sono costrette a fare le altre divinità positive. Così il problema, che si presenta non risolvibile per altre entità divine, ti sarà risolto dal nostro anello prodigioso! Perciò prendilo ed infilatelo al dito che ti ho detto.»

Dopo essersi messo l'anello, il divino eroe chiese al dio del tempo:

«Eminente Kron, l’altro tuo anello, che tempo addietro ricevetti da te e che continuo a portare infilato al dito medio della mano destra, è già in grado di dotarmi dei poteri, ai quali poco fa hai fatto accenno? Oppure c'è bisogno di sostituirlo con un altro che risulti ancora più potente? Sto qui ad attendere la tua risposta.»

«La sua sostituzione, Iveon, è obbligatoria, potendo esso risultare impotente contro la Deivora. Perciò, non servendoti esso più, devi restituirmelo. Te lo sostituisco con quest’altro che ora ti porgo. Il quale è il prodotto della fusione dei miei poteri e di quelli di mio fratello Locus. A causa di ciò, la sua potenza ne esce quasi raddoppiata!»

Dopo aver sostituito il vecchio anello con quello nuovo, il divino Iveon si sentì orgoglioso di portarlo al dito. Poi, volendo scherzarci sopra, esclamò al dio del tempo:

«Ehi, eccelso Kron, siccome adesso in me ci sono i tuoi poteri e quelli di tuo fratello, giustamente posso considerarmi più potente di ciascuno di voi gemelli presi singolarmente! Per questo motivo vi consiglio di evitare di affrontarmi uno per volta, se non volete avere la peggio contro di me! Mi sono spiegato abbastanza oppure no?»

«Che sciocco che sei, Iveon, anche se sono convinto che hai voluto solamente scherzare! Lo sai anche tu che la potenza di un prodotto divino non può esprimersi contro la divinità che lo ha generato! Perciò, a tale riguardo, non ci resta che riderci sopra! Del resto, era questo lo scopo della tua divertente battuta! Te ne ringrazio molto!»

«Come potrei non saperlo, eccelso Kron? La mia, come anche tu hai asserito, era semplicemente una battuta di spirito, appunto per metterci addosso un po' di brio, che non fa mai male, specialmente in certi momenti! A questo punto, essendo certo che noi due non abbiamo più nient'altro da dirci, è meglio che mi affretti a correre in soccorso di Ukton e di Elesia per trarli in salvo, prima che sia troppo tardi! Se perdo altro tempo, sfumeranno tutte le nostre speranze rivolte alla loro salvezza!»

«Dove vuoi correre, Iveon? Davvero non ce la faresti, se tu viaggiassi in Kosmos come hai fatto fino adesso! La distanza, che ti separa da loro, è enorme e ti sarebbe richiesto una gran quantità di tempo per colmarla, pur servendoti di un antimostro Vurk. Invece ti farò viaggiare all’interno del mio sguardo temporale, il quale è il solo che può farti ritrovare all’istante in un qualsiasi punto di Kosmos. A ogni modo, è mia intenzione condurti presso i divi, poiché dovrai metterli al sicuro, prima di affrontare la terribile Deivora.»

«A questo particolare non avevo affatto pensato, eccelso Kron. Di sicuro avremmo perduto per sempre Ukton e la diva Elesia, se fossi corso a salvarli, volando nello spazio nel modo che è permesso a noi divinità o dirigermi in quel posto alla guida di un Vurk. Dunque, passa a mettere in azione il tuo espediente, il quale è l'unico che potrà farmi trovare in tempo in quella parte di Kosmos, dove mi stanno aspettando entrambi i divi spaventati! A proposito, eminente dio del tempo, come fai a sapere dove si trova il divo Ukton, se adesso egli si trova in Kosmos allo stato latente?»

«Non credi, Iveon, che dove sta Elesia c’è pure lui? Perciò, potendo arrivare con il mio sguardo alla diva negativa, non ho difficoltà a raggiungere pure Ukton. Naturalmente, per avere sotto controllo la figlia del dio dell’infamia, ho dovuto prima ripescarla nel tempo presso la dimora del gerark di Zupes. Da lì poi l’ho seguita fino a questo momento, attraverso un viaggio nell’essenza temporale.»

«Ora comprendo, eccelso Kron! Diversamente, non avresti potuto conoscere il punto esatto dove adesso si trovano i due divi.»

Così, grazie all’intervento del dio Kron, fu consentito al dio dell’eroismo di fare il grande salto spaziale in avanti, il quale lo catapultò nella parte dello spazio, che si trovava nei pressi del divo Ukton e della diva Elesia. Esso glieli fece avvistare in un batter d'occhio, mentre venivano attratti forzatamente dal risucchio incontrastato della Deivora. Allora Iveon badò a raggiungerli senza perdere altro tempo, allo scopo di rassicurarli e di strapparli alla loro nuova esistenza di angoscia e di terrore.