350-IL PATTO DI LANDIPUR

Il Patto di Landipur era stato promosso e risolto dalle Forze Oscure, facendogli avere il pieno beneplacito tanto delle divinità benefiche quanto di quelle malefiche. Nel patto in questione, però, erano state interessate soltanto le divinità che si trovavano nelle alte sfere. Per la qual cosa, proprio come continuava ad esserlo tuttora, esso era stato ignorato dalla maggior parte di entrambi i tipi di divinità, cioè da quelle positive e da quelle negative. Trovandoci nell'argomento, è arrivato il momento di chiarire perché tale patto era stato voluto dalle autorevoli divinità di entrambe le nature e quali contenuti lo avevano caratterizzato.

In precedenza, abbiamo appreso che il mago Zurlof era riuscito a ricavare l'onniap da una sua magica pozione. Si trattava di una essenza al di sopra di ogni magia, grazie alla quale egli poteva ottenere tutto ciò che desiderava, escluso però il ritorno in vita di un Materiade morto. Volendo approfondire meglio la cosa, facciamo presente che essa non era stata il risultato della sua bravura; invece, se era venuto in suo possesso, ciò andava attribuito ad una pura casualità. Infatti, l'onniap sarebbe dovuta esistere esclusivamente in Landipur, sottoposta al continuo e rigoroso controllo delle Forze Oscure. Comunque, non si comprendeva a cosa essa potesse servire in una realtà, come la loro. L'onniap, a seconda del desiderio dell'essere umano che lo esprimeva, poteva avere effetto positivo o negativo sulla materia, con la sola restrizione che abbiamo conosciuto. Per questo motivo, non si intravedeva il nesso logico esistente tra le sue prerogative, le quali tendevano a perseguire dei fini prettamente materiali, e la sua permanenza in Landipur. Quest'ultimo, al contrario, costituiva una realtà immateriale, dove la presenza dell'onniap all'infinito era da considerarsi del tutto sprecata.

Ad un certo punto, però, per un fatto del tutto inspiegabile, era successo che l'onniap, dopo essere riuscita a lasciare di nascosto la realtà landipurina, era capitata sul pianeta Marte. In un tempo successivo, vagando senza meta sulla sua superficie, essa si era ritrovata per puro caso intrappolata in una magica pozione che il mago Zurlof stava preparando, senza che neppure lui se ne fosse accorto in quel momento. Allora, non appena ne aveva assaggiato il primo sorso, il semidio aveva avuto una illuminazione, la quale lo aveva messo al corrente degli infiniti vantaggi, che se ne potevano ricavare. Aveva anche appreso che, per ogni sorso che ne avesse bevuta, egli si sarebbe assicurato la prerogativa la quale lo faceva essere in grado di appagare ogni desiderio che avrebbe espresso durante la giornata. Inoltre, l'onniap, avendo il potere di rigenerarsi, riusciva a rifarsi ogni volta del quantitativo che da essa veniva prelevato per una esigenza qualsiasi. Per la verità, in un primo momento, il mago Zurlof non voleva credere ai suoi occhi; ma poi, vedendo concretizzarsi realmente tutti i suoi desideri, l'uno dopo l'altro, aveva dovuto cedere all'evidenza dei fatti. Perciò, senza pensarci due volte, con sommo orgoglio si era definito il Mago dei maghi. Quando poi aveva deciso di trasferirsi su Geo, egli aveva portato con sé la prodigiosa pozione, continuando a farne uso sul nuovo pianeta. Giunto sopra di esso, egli l'aveva adoperata innanzitutto nella sua non riuscita impresa di far ritornare in vita la madre dalle sue ceneri e, in seguito, per costruire anche il suo castello e tutto quanto era servito ad arredarlo.

Alcuni secoli più tardi, durante una notte di fine autunno, dandogli l'impressione di stare a vivere un sogno, gli aveva fatto visita una figura ombra dai contorni sfocati. Essa, dopo essergli apparsa repentinamente, aveva incominciato a dirgli con voce sommessa:

«Mago Zurlof, sono una delle undici Forze Oscure, che risiedono in Landipur. Ti premetto che non sono capitata nella tua dimora per puro caso. Al contrario, sono venuta appositamente da te per un motivo assai importante, che mi affretto a farti conoscere.»

«Forza Oscura, anche se di te non ho mai sentito parlare, per cui non so chi tu sia, inizia a dirmi a cosa debbo l'onore della tua visita a Keuatok! Ti confesso che non ho neppure mai sentito il nome del luogo, dal quale hai dichiarato di provenire. Lo sai che perfino mio padre, pur essendo un dio e figlio di una divinità maggiore, non me ne ha mai parlato fino ad oggi? Ma esso esiste poi sul serio, come tu asserisci?»

«Zurlof, come poteva parlartene il tuo genitore, se anch'egli ne era all'oscuro? Sappi che quasi tutte le divinità, siano esse positive o negative, ignorano l'esistenza di Landipur! Perciò non ti devi meravigliare, se la maggior parte di loro non ne sono a conoscenza!»

«Dunque, Forza Oscura, è normale che una divinità non sappia neppure cosa esso sia? A proposito, devo chiamarti con tale nome generico oppure intendi suggerirmene un altro? Lo lascio decidere a te, per non essere tacciato di prepotenza oppure di maleducazione!»

«Noi Forze Oscure, mago Zurlof, come già ti ho fatto presente, siamo undici. Oltre a questo nome generico, ne abbiamo un altro specifico, il quale è quello di Sortici, siccome soprintendiamo alle sorti di tutti gli esseri viventi. Bada che non ho detto che le stabiliamo noi, ma vigiliamo soltanto su di esse! In più, garantiamo a Kosmos la stabilità e l'armonia, proprio secondo l'accordo preso con l'onnipotente Splendor.»

«Sortice, anche dopo quanto mi hai chiarito, non ho compreso ancora da che parte della barricata state voi. Siete con le divinità negative, dalle quali io provengo, oppure con quelle positive, che dovrebbero essere nostre nemiche? Se per te non costituisce un problema, mi farebbe piacere apprenderlo da te, prima di andare avanti con il nostro discorso!»

«Anche se ti sembrerà molto strano, Zurlof, noi ci troviamo nel mezzo, cioè al culmine della barricata alla quale ti sei voluto riferire. Anzi, ci vincola la neutralità più assoluta, specialmente perché non siamo nemmeno delle divinità, come lo sono sia le entità positive sia le entità negative. Esattamente, noi Forze Oscure, altrimenti dette Sortici, risultiamo delle essenze affatto concrete; invece siamo di natura immateriale.»

«Allora, Sortice, mi chiarisci meglio cosa siete veramente, se posso chiedertelo? Dovete pur essere qualcosa, che vi contraddistingua dalle immortali divinità, costituite di puro spirito, e dai mortali Materiadi!»

«Siamo degli esseri metafisici, Zurlof; però la nostra esistenza ha ben altri scopi. Insieme con Ullioz, noi Sortici rappresentiamo gli unici esseri increati al pari di Splendor, benché risultiamo abbastanza minorate al suo confronto. In lui sono riposti i poteri più efficienti, dei quali noi siamo completamente prive. Comunque, alcuni pregi stanno pure in noi e sono quelli che hanno consentito a Splendor di estendere con successo i suoi atti creativi in seno alla materia e al tempo. Si tratta degli ingredienti primari dell'intera realtà cosmica in cui vivi, basandosi essa sull'una e sull'altro.»

«Forse sono riuscito a capirci soltanto qualcosa di ciò che mi hai riferito, Sortice; ma non fa niente. Adesso, però, mi interessa conoscere il vero motivo per cui ti sei presa la briga di recarti nella mia dimora. Dopo, ammesso che tu ne abbia ancora voglia e tempo, potrai altresì accennarmi un tantino al nuovo personaggio di Ullioz.»

«Riguardo a quest'ultimo che, al pari di noi, è pure un essere metafisico non creato da nessuno, egli soprintende al Regno delle Anime. Ma adesso, Zurlof, passando all'argomento che ci interessa più particolarmente, devo farti presente che un suo aspetto potrà soltanto deluderti. Devi sapere che la pozione magica, che trovi taumaturgica e ti consente di soddisfare ogni tuo desiderio, in effetti, non è opera tua. Infatti, non è stata la tua bravura a confezionarla con le sue peculiarità prodigiose. Tale fatto è meglio che venga appreso da te subito, perché tu non abbia a vantarti di un pregio, il quale non ti è mai appartenuto!»

«Perché essa non sarebbe opera mia, Sortice? Non sai che, per ottenerla, ci misi dentro parecchia dedizione, una caterva di zelo, una infinità di tempo, nonché un monte di impegno e di tenacia? Invece ora ti presenti a me con l'intento di togliermi i meriti di averla creata, pretendendo di convincermi che essa non è stata una mia opera straordinaria!»

«Certo che fu opera tua, Zurlof! Quanto affermi è tutto vero. Comunque, il miscuglio che ti avevano fatto ricavare i tuoi ingredienti e le tue fatiche, non ti avrebbe permesso neppure di trasformare un ciottolo in una ciliegia. Ecco come stanno realmente le cose, mago! Perciò ti invito a non illuderti in modo esagerato, mostrando molta presunzione!»

«Allora, Sortice, perché mai riesco a realizzare con la mia pozione, che tu definisci miscuglio senza valore, qualunque desiderio, tranne quello di resuscitare un Materiade estinto? Vuoi dirmi, per favore, perché contesti il mio lavoro, negando l'evidenza di quanto produco?»

«Te lo spiego subito, Zurlof, se hai la compiacenza di ascoltarmi. In Landipur, nella nostra dimora di Sorticiep, da millenni avevamo in custodia l'onniap, la quale è una essenza dai poteri miracolosi. Ma questi potevano dimostrarsi efficaci solo nel Regno della Materia e del Tempo, a patto che qualche Materiade la sollecitasse prima in tal senso. In seguito, essa riuscì ad eludere la nostra sorveglianza, per cui venne fuori da Sorticiep ed abbandonò Landipur. Solo da poco siamo venute a sapere che l'onniap, dopo essere arrivata su Quartior, era finita nella tua pozione magica, che poi hai condotta con te su questo pianeta. Con tutta sincerità, io e le mie colleghe non siamo state in grado di sapere se essa vi finì per una pura coincidenza oppure di sua spontanea volontà, per averti scelto come suo beneficiario. Dopo quanto ti ho esposto, adesso ti è chiara ogni cosa, egregio Mago dei maghi?»

«In verità, qualcosa non l'ho ancora capita, Sortice, considerato che non sono riuscito ad appurare cosa sei venuta a pretendere da me sul pianeta Geo, qui sulla mia Tasmina. Eppure è trascorso più di un millennio, da quando l'onniap manifestò di preferirmi a tutti gli altri! Ma se credete che io rinunci ad essa e ve la consegni senza oppormi, vi siete sbagliate di grosso, Forze Oscure. Sono disposto ad usarla anche contro di voi, se mi costringete a farlo! Secondo quanto mi hai dichiarato, voi non siete delle divinità, per cui vi sarà difficile ridurmi all'impotenza!»

«Invece, Zurlof, devi convincerti che non sono qui per dar luogo ad un contenzioso tra noi e te. Quindi, è inutile che spari minacce contro coloro che, al contrario, intendono unicamente agevolarti. Comunque, saprai ogni cosa a tempo debito, ossia quando saremo nella nostra dimora di Sorticiep. Perciò adesso verrai con me in Landipur, dove ti sottometterai consenziente alle decisioni del Consiglio delle Sortici. Per rassicurarti, ti anticipo che esso non ha intenzione di privarti dell'onniap, ma intende soltanto fare un patto con te per appianare pacificamente ogni divergenza esistente tra di noi. Questo è tutto.»

«Se ricusassi di accettarlo, Sortice, potreste voi impormelo con la forza? Oppure nella nostra disputa avverrebbe altro, che non riesco neanche ad immaginare? Magari un provvedimento coercitivo nei miei confronti? Allora posso sapere in anticipo qualcosa in merito?»

«Stanne certo, mago, che non ci sarebbe nessuna forzatura, da parte nostra! Ma ti garantisco che dal tuo rifiuto ti deriverebbero solamente svantaggi. Perciò, quando ti troverai in presenza del nostro consiglio, ti suggerisco di scegliere la linea morbida nei tuoi rapporti con i suoi componenti, se non vuoi scottarti con le tue stesse mani! Mi hai intesa?»

«In che senso, Sortice? Mi chiarisci meglio le tue idee in merito?»

«Non ho più niente da dirti, Zurlof. Il mio colloquio con te si chiude qui. Ora sta a te decidere se seguirmi in Landipur o rifiutarti di farlo. Ti avverto che, dopo che sarò partita, non ti sarà data alcun'altra opportunità di ripensarci. Riflettici bene! Inoltre, hai la mia parola che noi Sortici non siamo ingannatrici. Lo sai perché? In Kosmos, rappresentiamo la Verità Assoluta, che non è quella esistente tra le varie divinità residenti in Kosmos. Le quali spesso hanno l'abitudine di travisarla con intenzione, a discapito di quelli che ciecamente si fidano di loro!»

Alla fine, il mago Zurlof si era capacitato che era meglio assecondare le Forze Oscure, essendosi reso conto che avrebbe avuto soltanto da guadagnarci, se avesse dato loro ascolto. Per questo aveva stabilito di partire insieme con la loro rappresentante, poiché essa era stata incaricata di convocarlo dinanzi all'autorevole Consiglio delle Sortici da colei che soprintendeva ad esso. In quel modo, avrebbe evitato uno scontro diretto con le undici Sortici, non sapendo cosa gli sarebbe potuto derivare di brutto da un conflitto con loro.


Una volta che si era trovato alla presenza delle Forze Oscure nella sala di riunione, la quale era un luogo invaso dalle ombre crepuscolari, la loro presidente si era data a dirgli:

«Mago Zurlof, la Sortice, la quale ti ha accompagnato prima in Landipur e poi in questa sede, sono sicura che già ti avrà messo al corrente delle ragioni, per le quali ti abbiamo convocato davanti a questo onorevole consiglio. Se la tua presenza davanti a noi è avvenuta, senza che ti venisse prima esplicitato quanto dovevi sapere, ti prego di farlo presente adesso, in questo preciso momento.»

«Sortice, mi è stato riferito che intendete propormi un patto, in relazione all'onniap in mio possesso. Ma siccome ho pochissimo tempo da perdere, se ne parliamo con sollecitudine, vi darò subito la mia risposta in merito! Così ce la sbrigheremo in quattro e quattr'otto, senza perdita di tempo da parte mia e da parte vostra!»

«Le questioni si risolvono con più oculatezza, quando si trattano con la dovuta calma, Zurlof! Qui nessuno ci porta fretta, per agire come ci consigli. Rientrando nell'argomento, devi sapere che ci è sfuggita di mano una situazione estremamente delicata. La qual cosa ci ha indotte a riunirci insieme con te in questo luogo, appunto per porvi riparo in una maniera che risulti conveniente tanto a noi quanto a te. Comunque, se ci tieni a lasciar presto questo luogo, c'è anche la possibilità di affrettare la conclusione; ma ciò dipende esclusivamente da te, Mago dei maghi!»

«Perché dovrebbe dipendere solo da me, vostra grazia, se l'errore è stato commesso da voi? Tu stessa, se non erro, lo hai ammesso un istante fa! Oppure vorresti già ritrattare la tua ammissione? Mi spiegate anche questo strano particolare?»

«Per il semplice fatto che noi, mago Zurlof, in attinenza al nostro patto, già avremmo bell'e pronte le condizioni da dettarti, unitamente ai privilegi da garantirti. Esse sono state condivise anche dalle divinità più influenti di Luxan e di Tenebrun. Accettandole senza opporti a nessuna di esse, il patto verrebbe concluso da noi senz'altro indugio.»

«Allora fatemi ascoltare le vostre condizioni, Forze Oscure; ma vi premetto che non rinuncerò mai all'onniap. Avendomi essa scelto quale suo intermediario, nel dare sfogo alle sue creazioni di tipo materiale, io intendo condividere appieno la sua scelta e difenderla a spada tratta. Ti sono stato chiaro a metterti al corrente che su di essa non transigo?»

«Al contrario di quanto pensi, noi non abbiamo mai pensato di privartene, Zurlof, considerato che effettivamente essa ha operato una scelta nel concedersi a te. Per cui noi te lo riconosciamo. Ma ciò non significa che non saremmo in grado di neutralizzare i suoi poteri, qualora decidessimo di disattivarli! Questo fatto lo devi tenere bene in mente ed agire di conseguenza, se vuoi continuare ad essere il Mago dei maghi, come ti definisci impropriamente!»

«Sortice, se è vero quanto dici, mi chiedo perché non lo avete fatto senza venire da me? Così non vi sareste neppure disturbate nel cercarmi e scomodate nel convocarmi in questa sede. Inoltre, vi sareste risparmiata la fatica di tentare di convincermi a fare quello che volete! Non pare anche a voi giusto questo mio ragionamento?»

«Ti ripeto, mago Zurlof, che abbiamo preso in esame la sola considerazione che, se essa allora ci sfuggì, è perché così dovevano andare le cose. A patto, però, che non manchi l'ottemperanza, da parte del suo fruitore, a determinati obblighi, uno dei quali è rimasto già da te inosservato! Ma tu non potevi saperlo. Comprenderai il perché, dopo che ti avremo dettato le nostre condizioni. Quindi, solo accettando di sottostare ad esse, nessuna eccettuata, potrai seguitare a fruire dell'onniap.»

«Sto ancora aspettando di apprenderle, mia astratta interlocutrice, per concludere presto il nostro patto. Perciò cerca di sbrigarti! Così dopo me ne ritornerò immediatamente sulla Terra!»

«Zurlof, potrai tenerti l'onniap per sempre e potrai farne tutto ciò che vorrai, solo se sarai disposto a rispettare tre nostre condizioni, che riteniamo imprescindibili.»

«Sortice, ti decidi a dettarmele, una buona volta per sempre? Così dopo saprò cosa mi impongono tali condizioni e se è il caso di accettarle o meno! Perciò ti invito ad essere più sbrigativa nel farlo!»

«La prima condizione, Zurlof, ti obbliga a non scombussolare mai la natura generale di un pianeta, né per ottenere un tuo profitto personale né per nessun altro motivo. Già ti è capitato di farlo, nel tentativo di risuscitare tua madre; ma allora non eri ancora assoggettato alle nostre imposizioni. Per tale ragione, sei stato già discolpato da noi. Quanto alla seconda condizione, essa ti vieta di servirti dell'onniap, sia per appagare i tuoi desideri sia per intervenire contro qualche Materiade, in uno spazio che si trovi oltre le due miglia dalla tua isola. La terza condizione, invece, ti impone di non usare l'onniap contro le divinità né sulla tua isola né in nessun'altra parte del pianeta. Comunque, se tu ci provassi, non otterresti lo stesso nessun risultato!»

«Mi oppongo alla terza condizione, Sortice!» si era ribellato il mago «Chiunque verrà a minacciarmi sulla mia isola, si tratti pure di una divinità, non dovrà passarla liscia! Perciò dovrò potermi difendere anche da loro, nel caso che fosse necessario!»

«Ma perché non mi lasci finire di parlare, prima di infiammarti in questo modo, Zurlof? Ti prego di prendere nota anche dei privilegi, che noi ti garantiamo e che tra poco ti elencherò. Dopo, vedrai, ti convincerai che il tuo intervento focoso di poco fa è stato solamente inopportuno e sciocco! Quindi, cerca di non scaldarti invano!»

«Allora vediamo anche quali saranno i miei privilegi, Sortice, dopo che da parte mia ci sarà stata l'accettazione incondizionata dei tre obblighi, che mi imponete!»

«Una volta che avrai accettato le nostre tre condizioni che ora conosci, Mago dei maghi, ti deriveranno i seguenti privilegi: 1) Sarai il dominatore assoluto dell'isola di Tasmina. Nessuna divinità residente in Kosmos o un suo prodotto potrà mai risultarti di nocumento sopra di essa. I poteri che ti provengono dall'onniap, non lo consentiranno a nessuna di loro. 2) Sopra la tua isola, potrai trasformare la natura celeste, terrestre e marina a tuo piacimento, sempre senza allargarti oltre le due miglia dalla medesima. 3) Sarai in grado di far conoscere il proprio passato ad ogni Materiade che lo ha scordato. Per farlo, ti servirai del Deoblion, che noi ti forniremo. Ovviamente, non sarai obbligato a farlo, nel caso che tu non lo volessi. A tale riguardo, devi sapere che neanche le divinità, pur conoscendolo, possono trasmettere ad un Materiade il contenuto del suo passato. Se glielo rivelano, le loro parole giungono al poveretto in forma incomprensibile. Dopo averti elencato le condizioni, alle quali dovrai sottoporti con il nostro patto, e i privilegi che ne conseguiranno a tuo favore, adesso dovrai stabilire se per te vale la pena oppure no sancirlo insieme con noi. In mancanza della sua ratifica, potrai dire addio all'onniap, poiché ritornerai ad essere un comune mago, privato degli attuali tuoi poteri prodigiosi, dei quali sei solito vantarti!»

Come era da aspettarselo, Zurlof aveva considerato assai utile per lui giurare che in avvenire avrebbe sempre tenuto fede all'accordo preso con le Forze Oscure. Il quale sarebbe stato ricordato nei millenni come il Patto di Landipur. Il mago, dal suo giuramento fatto alle Sortici, aveva avuto tutto da guadagnarci, visto che da esso gli erano derivati altri tre benefici immensi. Ma di loro poteva farne uso esclusivamente sopra la sua Tasmina, che, da allora, egli battezzò pure Isola della Morte.