31°-LA CONDOTTA DEL DIO BRUST ALLARMA GLI ALTRI KAPIUS

L‘arrivo del commando zupesino sul pianeta Krop c’era stato, quando il dio Brust era in viaggio verso il pianeta Bluez. Egli vi si stava conducendo per rendersi conto di persona come il dio Katfur se la stava cavando sopra di esso. Soprattutto intendeva convincersi che la reclusione da lui imposta ai tre prigionieri era tale, da non permettere a nessuno di loro alcuna possibilità di fuga. Perciò la sua fortuita assenza da casa gli aveva evitato lo scontro diretto con il dio dell’eroismo. Il quale, siccome non ce lo aveva trovato, per picca non aveva esitato a distruggergli la fortezza, della quale il kapius andava molto fiero. Il dio Brust, quindi, quando era ritornato sopra il suo pianeta, era completamente all’oscuro della distruzione operata dal dio Iveon a danno della sua dimora. Anzi, egli avrebbe raggiunto Krop il giorno dopo che il commando delle divinità positive era ripartito per il pianeta Zupes.

Rimettendoci nel presente del viaggio del dio della distruzione, il suo arrivò su Bluez, come di consuetudine, fu accolto dal dio dell’infamia con riverente cordialità. Essi, infatti, erano accomunati dagli stessi interessi ed erano abituati a perseguire i medesimi fini scellerati, dai quali traevano il godimento più folle. Al termine dei loro formali saluti, il dio Brust non perse tempo a rivolgersi all'amico con le seguenti parole:

«Katfur, mi fai sapere come trascorri il tuo soggiorno su questo pianeta sconosciuto? Sono certo che esso non risulta di tuo gradimento, dal momento che in questo luogo dalla vegetazione arcaica puoi colloquiare unicamente con la tua ombra solitaria.»

«Hai indovinato, Brust! Sopra Bluez, la vita è noiosamente monotona, poiché mi vedo costretto soltanto a girarmi i pollici, considerato che in questo posto non posso fare nient'altro. Riesco a provare parecchio sollievo, soltanto quando torturo i tre prigionieri!»

«Invece, Katfur, potevi impegnare il tuo tempo, dando una sbirciata in giro. Così lo avresti ammazzato, dedicandoti a qualcosa di diverso! Devi sapere che a volte anche da fatti e cose, che ci sembrano di per sé irrilevanti e insignificanti, possono derivarci le migliori soddisfazioni! Nessuno mai te lo aveva fatto presente, amico mio?»

«Credi proprio, Brust, che io non mi sia mosso per niente da questo posto squallido, come prima ti ho fatto intendere? A volte si parla senza rifletterci, tanto per dire qualcosa o per dare una risposta frettolosa. Al contrario, non è stato sempre come ti ho riferito. Pensa che un giorno mi sono sbizzarrito a perlustrare il pianeta da cima a fondo! Sulla sua superficie, però, non ho provato alcuna soddisfazione!»

«Vuoi asserirmi, Katfur, che non hai fatto delle scoperte interessanti nella tua ricognizione? Ma almeno ti sei accertato se vi sono oppure no degli esseri viventi, come i Materiadi e gli animali? Se invece lo hai fatto senza trovare né gli uni né gli altri, ciò vuol dire che la tua perlustrazione è avvenuta con una notevole distrazione, non essendo possibile che su questo pianeta rigoglioso sia del tutto assente l'essenza vitale!»

«Se hai voluto riferirti agli animali superiori, Brust, vi ho trovato unicamente dei pachidermi giganteschi. Allora, ogni volta che ne incontravo qualche branco, mi sono anche preso la briga di sollevarne alcuni ad una certa altezza, lasciandoli poi precipitare giù nel vuoto. Avresti dovuto vedere come i pingui bestioni andavano a spiaccicarsi al suolo, spargendo ovunque quintali di ciccia sanguinolenta. Solamente in quel caso e in quel modo, mi sono divertito che non ti dico, facendo provare al mio animo un grandissimo godimento!»

«Me lo posso immaginare, Katfur! Quindi, nella tua esplorazione non hai notato se ci fosse anche la presenza di Materiadi, come gli umani e gli umanoidi, magari al loro stato primordiale. Oppure il pianeta ne è ancora totalmente privo, a causa della sua recente formazione, la quale lo presenta abbastanza giovane? Credo proprio di sì!»

«Non mi pare di averne incontrato qualche tipo, Brust. Come anche tu hai osservato, permanendo su di esso l'attuale stato originario, bisogna ritenere molto remoto il tempo futuro in cui potranno esserci su questo pianeta i primi albori della specie umana. Secondo me, dovranno trascorrere ancora molti lucet, prima che essa riesca a nascere sopra la sua superficie e cominci a proliferarvi a pieno ritmo!»

«Ci conviene cambiare discorso, Katfur. Mi rendo conto che sei riuscito a crearti un bell’ambiente, come la tua dimora mi dimostra. La trovo sobria ed accogliente. Se non ti dispiace, mi fai vedere dove hai collocato la cella in cui sono rinchiusi i nostri tre prigionieri? Vorrei accertarmi da me della loro carcerazione. Non vorrei che essi, a causa di una loro blanda custodia, prima o poi, ti sfuggissero in qualche modo!»

«Naturalmente, Brust, sono a tua completa disposizione! Se hai la compiacenza di seguirmi, ti faccio strada! Comunque, devi convincerti che sono abituato a fare le cose per bene e tra poco lo vedrai da te stesso. Così ti renderai conto in quale prigione sicura li ho sistemati! Sappi che ci tengo anch'io a non andare incontro a brutte sorprese!»

Quando poi essi raggiunsero la cella dei tre reclusi e furono al loro cospetto, il divo Ukton, non appena li ebbe scorti, si diede ad assalirli dall’interno di essa, offendendoli nel modo peggiore.

«Ecco le due viscide divinità del tutto prive degli affetti familiari, le quali presto si troveranno a fare i conti con il dio Iveon! Come mai, Brust, sei venuto qui? Naturalmente, per sfuggire all’ira dell’eroico dio positivo! Sapendo che egli sarebbe venuto a liberarmi sul tuo pianeta, hai pensato che per te sarebbe stato meglio defilarti. Ma non potrai mica svignartela per l'eternità! Prima o poi, gli capiterai a tiro e allora per te saranno guai seri! La stessa cosa vale per il tuo degno compagno!»

«Taci, moccioso di un divo!» gli rispose il kapius Brust «Sappi che mi sono recato in questo luogo, soltanto per assicurarmi che fosse stata preclusa a voi tre ogni possibilità di fuga. A onta di ogni vostra speranza di sfuggirci, constato che il mio amico ha fatto un eccellente lavoro! Quindi, essendomi assicurato di ciò, posso pure rientrare nella mia fortezza di Krop ad attendere il tuo eroe. Non sai, Ukton, quale cosa gradita egli mi farà, quando verrà ad onorarmi di una sua visita! In quella occasione, sappi che farò davvero dei grandi salti di gioia!»

Poco dopo, il dio della distruzione, salutato il dio Katfur, intraprese il suo viaggio di ritorno a Krop, considerando molto probabile una incursione sopra il suo pianeta da parte del dio dell'eroismo. Per cui egli desiderava riceverlo a modo suo, facendolo pentire di aver violato lo spazio della sua circoscrizione e di essersi illuso di potere accedere impunito alla sua fortezza. Una volta che le due malvagie divinità negative si furono allontanate dalla cella, la quale era alloggiata in una grotta non lontana dalla dimora del loro carceriere, il dio Pousum incominciò subito ad elogiare il coraggioso divo positivo, dicendogli:

«Ehi, Ukton, hai trattato come si meritavano quei due esseri ignobili. Specialmente le cose che hai rinfacciato a Brust mi hanno risollevato dall’angustia profonda in cui versavo prima! Ma non posso fare a meno di smorzarti in parte l’entusiasmo che provi per il dio dell'eroismo. Egli non può competere con nessuno dei kapius del nostro impero, poiché ciascuno di loro è fornito di uno scettro, che è opera del nostro imperatore. Grazie al quale, ciascuno di loro può imporre il proprio predominio anche alle divinità positive maggiori, eccetto che ai gerark! Questo dovresti saperlo anche tu, divo positivo!»

«Pousum, credi che non lo sappiano anche mio padre ed Iveon? Certo che ne sono al corrente! Perciò, quando il divino eroe effettuerà l’incursione su Krop, sicuramente egli sarà in possesso dello scettro di mio padre. Il quale, come opera dell’eccelso Kron, ha un potere superiore a quello dello scettro dei kapius. Non dimenticare che Iveon sa sempre quali passi muovere e quali iniziative prendere, prima di accingersi a portare a termine un’ardua impresa!»

«Se le cose stanno come mi hai fatto presente, Ukton, allora in questo caso sarà Brust a trovarsi in cattive acque! Inoltre, per noi tre ci sarà la fine di questa schifosa prigionia. Ammesso che riusciremo ad avere con l'inganno dal dio dell'infamia il nome di questo pianeta e a trasmetterlo al tuo genitore! Non vedo l’ora di cavarglielo di bocca, dopo averlo preso per i fondelli alla mia maniera!»

«Sarà tuo dovere, Pousum, giungere al più presto a questo risultato. Elesia ed io abbiamo affidato a te questo delicato incarico, convinti che non ci deluderai. Perciò cerca di sforzare le tue meningi e fatti venire qualche brillante idea da adattare al caso, quando Katfur si ripresenterà qui da solo. Altrimenti ci farai marcire in questo sudicio buco fino alla consumazione del nostro tempo avvenire!»

«Puoi stare tranquillo, Ukton, perché siete in buone mani! Non vi farò pentire di aver concesso la vostra fiducia ad un dio negativo come me. Vedrai che, non appena il malvagio padre di Elesia ci farà di nuovo la sua stomachevole visita, lo farò cadere nel mio tranello come un principiante dell'esistenza! Ti prometto, divo positivo, che avverrà come ho detto! Altrimenti, sarà meglio che il mio imperatore mi fulmini!»

«Staremo a vedere, Pousum, se sei bravo soltanto con le chiacchiere, oppure sai anche districarti con i fatti nelle difficili situazioni, come quella che dovrai affrontare tra poco! Per il nostro bene, Elesia ed io ci auguriamo che tu riesca a mantenere prima possibile la promessa che ci hai fatta, mostrando un vanto che ci è parso alquanto gonfiato!»

Di lì a poco, i tre reclusi, stando nella loro cella, a stento gestivano la loro disperazione, anche se soffusa di un cauto ottimismo. Essi avvertivano una fiacca esistenziale, la quale li andava deprimendo oltre ogni immaginazione, facendoli sentire come esseri miserevoli e privi di un roseo futuro. Ma un'ora più tardi, essendo l'amico kapius già ripartito per il pianeta Krop, il dio Katfur fece ritorno alla cella. Com’era sua consuetudine, egli era intenzionato a strapazzarli per l'ennesima volta, siccome la sua natura non lo faceva sentire mai stanco di agire in quella maniera. Il dio Pousum, da parte sua, non appena ne ebbe notato la presenza, si affrettò a bloccargli la truce intenzione che si preparava ad attuare. Così, volendolo distrarre con delle proprie asserzioni, le quali avevano lo scopo che sappiamo, egli iniziò a parlargli come appresso:

«Non avresti dovuto, Katfur, trasferirci su questo schifoso pianeta del cavolo! L’ultima volta che ci ho messo piede, me ne sono dovuto scappare per l’insulsaggine dei Materiadi che lo abitano. Pur non essendo dei veri trogloditi, essi si comportano come se lo fossero! Il popolo dei Pakti, che abita sulla sua superficie, si mostra davvero unico in certe cose. Pensa che presso di loro sono i maschi e non le femmine a portare avanti la gestazione, tenendo nel grembo i loro nascituri! Ma tu non puoi assolutamente saperlo, dio dell’infamia. Scommetto che ignori perfino il nome di questo maledetto pianeta!»

Allora il padre di Elesia, evitando di soffermarsi sul popolo che abitava il pianeta citato dal dio degli imbrogli, gli diede questa risposta:

«Mi fai proprio ridere, Pousum! Ma se ti dimostro di conoscerlo, dopo ti deciderai ad essere dei nostri, stando sempre al nostro fianco?»

Nel contempo che aveva rivolto tale domanda con alterigia al suo interlocutore, il dio Katfur aveva fatto trasparire dalle sue parole la certezza di conoscerlo a menadito. Così il dio degli imbrogli gli rispose:

«Esclusivamente in quel caso, Katfur, sposerò la vostra causa e diventerò un vostro alleato fedele. Anzi, mi butterò a capofitto nei vostri disegni, qualunque essi siano, e li farò anche miei. Prima, però, dovrai dimostrarmi con i fatti che sul serio conosci il nome di questo pianeta, il quale si presenta in tutti i sensi ancora ai suoi primordi!»

«Pousum, ti dico che il nome di questo pianeta è Aplen. Perciò, avendoti dimostrato che lo conosco, hai perso la scommessa. La qual cosa, come hai promesso, ti obbliga ad essere amico mio e del kapius Brust!»

A quell’affermazione del suo vecchio conoscente, il dio degli imbrogli subodorò che egli gli aveva mentito appositamente, allo scopo di rendersi conto se la sua controparte conosceva davvero quel luogo, come aveva voluto fargli credere. Allora, mostrandosi un po’ tronfio, come per dimostrare che sapeva il fatto suo, il dio Pousum passò a contestargli la sua falsa risposta. Per questo si affrettò ad asserirgli:

«Ero sicuro, dio dell'infamia, che non conoscevi un bel niente su questo pianeta, a cominciare dal suo nome! Invece tu intendevi farmi credere il contrario; ma senza riuscirci, non essendoci io cascato!»

Indicando subito dopo entrambi i silenziosi divi che stavano nella sua stessa cella, il dio degli imbrogli aggiunse:

«Anche loro due sono a conoscenza del nome di questo pianeta, Katfur, perché sono stato io a rivelarglielo, dopo che ci hai condotti qui! Per questo motivo, il nome, che hai pronunciato poco fa, essendo errato, li sta facendo crepare dal ridere nel loro intimo. Con la tua risposta, hai soltanto dimostrato di ignorarlo! Perciò puoi dire addio alla mia amicizia con te e con il kapius Brust, poiché non ve la meritate!»

Mostrandosi irritato, per essere stato messo in ridicolo dal dio minore in presenza della figlia e del divo positivo, il dio Katfur gli urlò contro:

«Se ti dicessi invece che l'esatto nome di questo pianeta è Bluez, dio degli imbrogli, avresti ancora qualcosa da obiettare e da ridire sulla mia risposta? Non credo proprio, siccome questa volta il nome è quello giusto! Come puoi prenderne atto, hai perso tu la scommessa e non puoi negarlo! Perciò devi mantenere la parola che mi hai data poco fa!»

«In questo caso, mi tocca arrendermi, Katfur, e proclamarti il meritato vincitore! Non si può negare un fatto inconfutabile; né io lo farò per spirito di contraddizione! Ora sei contento, amico mio?»

«Pousum, ciò vuol dire che manterrai la promessa che mi hai fatta, cioè che sarai dei nostri e condividerai ogni progetto distruttivo che Brust ha elaborato? Se è così, occorre che io vada subito a parlarne con il nostro kapius, poiché spetta a lui pronunciarsi in merito. Per questo dovrai attendere il mio ritorno; ma ti prometto che sarò un lampo nell'andare a Krop e nel ritornarne! Così saprai se il verdetto di Brust è stato positivo oppure negativo!»

Quando il dio dell'infamia si fu allontanato, per raggiungere Brust sul pianeta Krop, il divo Ukton si diede ad esclamare al dio degli imbrogli:

«Evviva: ce l’hai fatta, Pousum! Adesso bisogna comunicare il nome di questo pianeta a mio padre. Alla notizia, egli si affretterà ad inviare il dio dell'eroismo a liberarci! Ne sono certissimo!»

«Credi, Ukton, che a loro basti solo sapere il nome di questo pianeta, per precipitarsi a toglierci dagli impicci? Al contrario, se essi non conoscono l’ubicazione di Bluez nella Circoscrizione di Krop, siamo punto e a capo. A meno che il valoroso Iveon non si impadronisca prima dell’oculum di Brust, se non lo ha già fatto, e non vi apprenda dove è ubicato il pianeta che è di suo interesse! Mi hai compreso bene, divo positivo?»

«Allora Iveon lo farà senz'altro, Pousum, perché egli è abituato a muovere i suoi passi sempre con la massima cautela; nonché agisce, avendo a sua disposizione tutti gli elementi necessari! Non affronta mai una questione scapatamente e senza conoscerne ogni dettaglio in anticipo. Scommetto che egli è venuto già in possesso dell'oculum di Brust, se ha già eseguito la sua incursione su Krop!»

«Lo credo anch’io, Ukton, che egli l’avrà fatto oppure lo farà molto presto. Adesso, però, è meglio occuparci di altro di più importante che possa agevolarci la scarcerazione! Nel frattempo, Elesia si deve sbrigare ad avvisare il tuo nobile genitore che ci troviamo sul pianeta Bluez. Inoltre, ella deve aggiungergli che sarebbe opportuno impadronirsi dell'oculum di Brust, per individuarlo facilmente nella circoscrizione di Krop.»

Intanto che lasciamo il dio degli imbrogli a trovare la soluzione al loro problema, capace di farli scappare, noi ci sbrighiamo a raggiungere il kapius Brust. Ebbene, il dio della distruzione, dopo aver lasciato Bluez ed affrontato il suo viaggio, stava facendo ritorno al suo pianeta, dove, con sua sorpresa, avrebbe trovato le cose messe piuttosto male! Allora ci ricolleghiamo a lui, proprio mentre pone piede sul suo suolo.

Non appena ebbe raggiunto la superficie di Krop, il dio negativo fu accolto da un’amara sorpresa. La sua fortezza, quella che era il suo vanto e il suo orgoglio, era stata fatta sparire nel nulla. Sulle sue ceneri, se così possiamo dire, a caratteri cubitali, egli trovò l’odiosa scritta che il dio Iveon vi aveva lasciata impressa con una certa baldanza. Sparse qua e là, invece, si aggiravano, senza pace e spaurite, le divinità che l’avevano abitata fino al giorno prima e adesso erano in cerca di essa. Prima fra tutte, esternava le proprie lamentele la consorte Epania, la quale non riusciva a persuadersene. Quando poi scorse il marito che era giunto da poco, la dea degli abissi gli corse incontro senza perdere tempo. Dopo essersi sfogata con lui per l’accaduto, di cui non riusciva a farsene una ragione, gli rinfacciò assai duramente:

«Ecco i frutti della tua testardaggine, Brust! Dal dio Vaulk ti era stato offerto uno scambio più che ragionevole, prevedendo esso pure la liberazione del nostro nipote Seurd, che era anche ammogliato. Non capisco per quale insana idea tu lo abbia rifiutato! Adesso ti sta bene che le divinità positive ci abbiano privato della nostra dimora per colpa tua? Oppure credevi che la tua fortezza fosse inattaccabile? Dopo averti dimostrato la sua potenza, demolendotela per intero, molto presto Iveon verrà anche a cercare te e Katfur, poiché egli non vede l'ora di farvela pagare anche con gli interessi! Su questo non ci piove!»

«Adesso smettila, Epania! Un’altra fortezza me la posso sempre costruire ex novo, quando lo desidero! Ciò che mi preoccupa maggiormente è il fatto che il dio dell'eroismo sia stato in grado di conseguire dei risultati di tal genere. Sono convinto che il gerark Vaulk gli avrà messo a disposizione il suo scettro, il quale è opera del dio del tempo!»

«Io non lo credo, Brust. Secondo me, sarà stato proprio il dio Kron a fornirgli un potere transitorio superiore perfino a quello di Vaulk. Pensa che Iveon riesce ad agire in grande segretezza, senza che nessuno di noi si accorga di qualcosa, mentre opera, facendoci prenderne atto a cose fatte. Perciò si dimostra un dio del tutto invisibile! Non ricordi che così avvenne anche sopra il pianeta Luot, quando catturò nostro nipote? Io ti dico che è già troppo per noi, se egli, in entrambi i casi, non abbia fatto sparire l’intero pianeta con tutti noi sopra! Questa è la sola verità, sebbene tu non voglia accettarla!»

«Mi sa che le cose stanno davvero precipitando, Epania! Perciò dovrò affrettarmi ad informare gli altri kapius dei recenti guai che mi hanno investito. Solo che non possiedo più l’oculum che mi permetteva di avvisarli, ogni volta che intendevo incontrarli. Consorte mia, come posso rendermi conto, non so proprio come sbrigarmela in questo momento assai difficile per me, anzi per tutti i divini abitanti di questo pianeta!»

«Ti suggerisco, Brust, di ricorrere al tuo scettro. Così, in un batter d'occhio, ti ricostruirai la vecchia fortezza, compreso il kosmicon contenente un nuovo oculum! Così dopo, senza difficoltà alcuna, potrai contattare con esso gli altri kapius del nostro impero allo stesso modo di prima! Allora ti sbrighi a fare ciò che ti ho consigliato?»

Al suggerimento della moglie, il dio della distruzione cercò di fare uso del proprio scettro per rifarsi di ogni cosa che gli era stata distrutta dal dio dell'eroismo; ma ebbe un’altra sgradevole sorpresa. Esso, a quanto pareva, risultava completamente disattivato. Quindi, a causa della sua disattivazione, non poteva più crearsi le tante opere che andavano oltre i poteri di una divinità maggiore. Il dio Brust, vedendosi anche abbandonato dal suo imperatore Buziur, incominciò a preoccuparsi sul serio per sé stesso. Volendo poi accertarsi della sua reale situazione in merito e conoscere ciò che essi stavano tramando contro di lui a sua insaputa, decise di rivedersi con gli altri kapius, che erano suoi fratelli e cugini. Così facendo, avrebbe chiesto a loro stessi spiegazioni di ogni cosa.

Per avvisare tutti, il dio della distruzione dovette recarsi dal cugino Pren, il quale era il kapius della Circoscrizione di Lerd. Da quel pianeta, poi, egli poté inviare agli altri quattro kapius la sua richiesta di convocazione di un consiglio straordinario e riceverne conferma. Comunque, il dio della distruzione dovette farlo a nome del dio Pren.

Come mai Buziur, l’Imperatore delle Tenebre, aveva voluto disattivare lo scettro donato al kapius Brust? Quali erano state le ragioni che lo avevano indotto a prendere un così severo provvedimento contro di lui? In esso, c’entrava qualcosa la cattura di Ukton? In caso affermativo, com’egli ne era venuto a conoscenza? Sono certo che il lettore avrà già pensato al dio Fuat, che era il Primo Kapius. Ebbene, egli non si è sbagliato neppure un poco a pensare a lui. L’altra volta, dopo la sua visita fatta al fratello minore, non abbiamo seguito il comandante in capo dello stato maggiore delle divinità negative, che era di stanza in Kosmos. Invece lo abbiamo lasciato, mentre era sulla via di ritorno verso il suo pianeta Ekpur, anziché andargli dietro fino in fondo nelle sue conclusioni e nei suoi provvedimenti disciplinari presi nei confronti del fratello. Ma lo facciamo adesso per poter seguire meglio il prossimo Consiglio dei Kapius, il quale è stato indetto dallo stesso Fuat, prima ancora che dal dio della distruzione. Perciò la convocazione del dio della discordia era stata fatta, indipendentemente dall’esplicita e contemporanea richiesta che aveva avanzato pure il fratello Brust. La quale c’era stata, dopo che egli era risultato in grave colpa nella travagliata vicenda del divo Ukton.


Una volta partito dal pianeta Krop, restando diffidente nei confronti del suo germano ingannatore, il dio Fuat era apparso impaziente di raggiungere la sua fortezza. Egli voleva avere dai sovrintendenti del suo kosmicon la conferma che i suoi sospetti erano fondati. Allora essi glieli avevano confermati senza alcuna percentuale di errore. Anzi, i medesimi gli avevano riferito perfino su quale pianeta erano stati trasferiti dal dio Katfur i tre ostaggi tenuti prigionieri, dei quali faceva parte anche il divo positivo. A quel punto, divenuto certezza matematica quanto aveva sospettato, egli era volato alla volta del Regno delle Tenebre per incontrarsi con Buziur e denunciargli la subdola condotta del fratello. Così, dopo essere pervenuto in Tenebrun ed essersi recato alla dimora del suo imperatore, il dio della discordia si era fatto ricevere da lui. Una volta in sua presenza, egli aveva iniziato a parlargli in questa maniera:

«Illustre zio Buziur, nel nostro impero è sorto un serio problema. All’inizio, la colpa è stata del dio Katfur; ma in seguito se ne è reso complice anche mio fratello Brust. La sua condotta, essendo stata quella di un autentico irresponsabile, andrebbe ripresa con durezza! Per questo motivo sono venuto da te, perché tu prenda i dovuti provvedimenti contro di lui, punendolo proporzionatamente alle sue gravi colpe.»

«Raccontami prima i vari fatti, Fuat.» gli aveva risposto con calma lo zio imperatore «Dopo che li avrò appresi e soppesati nella loro realtà, potrò farmi anche una idea di cosa si tratta effettivamente. Soltanto allora vedrò come rimediare ai guai di tuo fratello, ponendovi il giusto riparo. Un modo, nipote mio, vedrai che riuscirò a trovarlo senz’altro!»

Quando poi il dio della discordia gli aveva riferito ogni cosa sulla tormentata odissea del divo positivo Ukton, Buziur, arrovellandosi terribilmente, era sbottato a dirgli:

«Non me la prendo tanto con Katfur, che pure l’ha fatta grossa, quanto con tuo fratello Brust, avendo sbagliato in qualità di kapius! Egli, anziché lasciarsi coinvolgere dal dio dell’infamia, non dando peso alcuno alla cattura del divo da lui eseguita, avrebbe dovuto intimargli il suo rilascio, permettendo al divo positivo di ritornare ai suoi genitori! Ma considerato che egli dopo non ha ottemperato neppure alle disposizioni del Consiglio dei Kapius, passo a destituirlo dalla sua carica e a disattivargli lo scettro da me ricevuto. Sarai tu a dargliene comunicazione, Fuat, in presenza degli altri kapius. Da parte mia, perciò, ti suggerisco di convocare un nuovo consiglio, però senza perdere altro tempo!»

«Riguardo al divo positivo, il quale adesso è tenuto prigioniero su Bluez da Brust, mi dici come devo regolarmi, mio illustre imperatore? Farò ciò che vorrai ordinarmi!»

«C'è bisogno di chiedermelo, Fuat? Sarai tu stesso a recarti su tale pianeta e a liberare il figlio del gerark Vaulk. Dopo la sua liberazione, inviterai Pousum ad accompagnarlo senza altro indugio da suo padre, prima che sia troppo tardi. Poiché il tempo ormai stringe, non possiamo permetterci il lusso di prendercela con comodo in questa spigolosa ed incresciosa vicenda. Perciò bisogna fare in fretta il più possibile!»

«Eseguirò pedissequamente ogni cosa che mi hai ordinato, eminente zio Buziur; ma non prima di aver presieduto il nuovo Consiglio dei Kapius. Adesso vorrei sapere anche cosa dovrò rispondere agli altri suoi membri, se essi mi chiederanno qualcosa in relazione alla surroga di mio fratello Brust. Sono sicuro che essi lo faranno senza meno!»

«Non è semplice, Fuat, prendere una decisione di questo tipo su due piedi. Datemi almeno il tempo di pensarci con ponderazione! Se il mio quartogenito Furor fosse già una divinità adulta, anziché avere appena mille anni di età, insignirei lui della sesta carica di kapius rimasta senza titolare. Invece mi toccherà fare prima una cernita accurata, tra le divinità maggiori di Tenebrun che si candideranno ad essa. Quindi, risponderai a tuo fratello Zerf e ai miei tre figli che ci sto ancora pensando. Prometti a tutti e quattro i membri che al più presto procederò alla surroga del kapius, che si è autoescluso per il suo insulso comportamento.»

«Non mancherò di fare, come mi hai consigliato, esimio Buziur! Ma se, putacaso, le cose dovessero ingarbugliarsi ed aggravarsi, ancora prima di avere avuto il tempo di riparare il grave torto arrecato alle divinità positive, mi dici come dovrò regolarmi? Conoscendo le cose in anticipo, dopo potrò agire celermente e senza esitazione!»

«In quel caso, Fuat, non ci sarebbe nemmeno il tempo materiale di sostituire Brust. Perciò mi vedrei costretto a reintegrarlo nelle sue funzioni di kapius, ad evitare di lasciare vacante la circoscrizione di Krop durante il conflitto. Anzi, in tale circostanza, tuo fratello ci tornerebbe molto utile. A ogni modo, auguriamoci vivamente di non essere messi alle strette dalle divinità nostre avversarie!»

«Sì, auguriamocelo per davvero, potentissimo Buziur, se non vogliamo trovarci con il paventato pericolo addosso, per colpa del mio scapato germano! A questo punto, però, con il tuo permesso vorrei accomiatarmi e correre a sistemare le cose per il meglio, prima che tra i due imperi malauguratamente si arrivi al punto di non ritorno!»

«Vai pure, dio della discordia a porre riparo al marcio voluto da tuo fratello Brust, sperando che almeno adesso, contrariamente a quanto ti è congeniale, tu riesca a mantenere la concordia esistente da tempo fra le divinità negative e quelle positive!»

Ottenuto dal dio della superbia il permesso di congedarsi, il dio Fuat era ritornato sul proprio pianeta, dove era giunto giusto in tempo per prendere il messaggio di Brust, il quale invitava gli altri Kapius ad incontrarsi al solito posto. Per la quale ragione, non era stata più necessaria una convocazione formale da parte sua, avendo tenuto per buona quella informale del fratello. Durante tale seduta, per prima cosa egli avrebbe chiarito che si trattava di una riunione formale, giustificandone i motivi. Subito dopo avrebbe fatto presente ad ogni kapius il viscido ed ingannevole atteggiamento mostrato da Brust verso gli altri membri del Consiglio dei Kapius. La quale sua condotta lo aveva costretto a deferirlo all’autorità imperiale di Buziur. Nella stessa circostanza, egli li avrebbe anche messi al corrente delle decisioni prese in merito dall’Imperatore delle Tenebre, il quale propendeva per la pace tra i due imperi.

Adesso che siamo ritornati nel presente della nostra storia, possiamo seguire in diretta il dio Fuat, il quale si era già trasferito sul pianeta Pestuk ed era in attesa che vi giungessero pure gli altri cinque membri, compreso suo fratello Brust.


Quando tutti e sei i kapius dell'impero furono presenti nella sala consiliare che si trovava nel castello situato al centro del pianeta, ciascuno di loro occupò il posto di sempre. Allora il dio della discordia aprì la seduta con una certa celerità ed incominciò a dire:

«Prima di addentrarci nella discussione vera e propria, miei onorevoli colleghi, ci tengo a fare la seguente precisazione. Questa riunione, anche se è stata richiesta ufficiosamente dal kapius Brust, dovete considerarla come indetta formalmente da me. Infatti, stavo già per convocarla io, quando mio fratello mi ha preceduto di un soffio. Perciò invito ognuno di voi ad accoglierla con tutti i crismi dell’ufficialità. Dopo il mio intervento di apertura, il quale è stato necessario per giustificare le notizie di cui vi porterò a conoscenza tra poco, do la parola a mio fratello Brust. Egli dovrà chiarirci le cause che lo hanno indotto a radunarci in questa sede. Ma ribadisco che dovete considerare l'odierna convocazione come se fosse provenuta da me e non dal lui, reputandola dunque ufficiale a tutti gli effetti! A questo punto, possiamo procedere!»

«Dei motivi molto seri, miei cari fratelli e cugini, mi hanno costretto a sollecitare questo nostro incontro.» iniziò a chiarire il dio della distruzione «Durante una mia breve assenza da Krop, dovuta ad una mia escursione nello spazio circostante, il borioso Iveon ha operato una incursione sopra il mio pianeta e, tra le altre cose, mi ha distrutto la fortezza. Al suo posto, mi ha fatto trovare la seguente scritta: "Brust, questo è un regalo che ti lascia Iveon, in attesa di incontrarti e di ridurti in una miserabile divinità!" Il raid del dio dell'eroismo non pare anche a voi un buon motivo perché vi invitassi a riunirci e a discuterne insieme? Da parte mia, l'ho visto come un grande affronto arrecato a tutti i kapius! E voi non potete mostrarvi di parere contrario!»

«Altroché, Brust!» gli rispose prontamente Zerf, il fratello più piccolo «Ciò che ci hai riferito è da stimarsi una grave offesa fatta a tutte le divinità negative dell’impero! Perciò, fratelli e cugini, qui c’è bisogno di una immediata risposta di egual peso! Comincio a credere che avremmo fatto meglio a non mettere in libertà il divo Ukton, il figlio del gerark Vaulk, come suggeriva il mio accorto fratello Brust!»

Dopo aver ascoltato il cugino paterno, subito volle intervenire nella discussione anche il dio Korz. Dimostrandosi più saggio di lui, egli chiese al dio dell’anarchia:

«Zerf, ti sei posto la domanda perché mai il dio dell'eroismo abbia voluto punire tuo fratello? Se ci tieni a saperlo, avverto puzzo di inganno in questa vicenda e penso che Brust mi stia rubando il mestiere! Perciò egli è invitato a parlarci con onestà e a dichiarare al Consiglio dei Kapius come stanno effettivamente le cose! Altrimenti la nostra riunione non potrà continuare ad andare avanti!»

«Cugino Brust,» si intromise il kapius Sunk «liberasti poi il divo Ukton, rimandandolo dal padre, come questo consiglio aveva deliberato? Oppure hai voluto fare il furbo e ti sei impipato della nostra deliberazione? Sappi che non ci puoi ingannare su questo, come se noi fossimo delle divinità grulle! Perciò sei pregato di spiattellarci ogni cosa!»

«Certo che lo feci!» mentì spudoratamente il dio della distruzione «Se non fosse stato così, secondo te, sarei qui ad incitarvi ad attaccare le fedifraghe divinità positive? Da parte mia, insisto nell’affermarvi che Iveon proditoriamente ha assalito la mia fortezza e l’ha eliminata, senza che un solo motivo giustificasse la sua aggressione! Per tale ragione vi esorto a non esitare e ad intervenire contro l'Impero del Tetraedro!»

«Tu dov’eri, fratello, mentre Iveon faceva sparire la tua fortezza?» gli domandò ancora il dio dell’anarchia «E come ha fatto il dio positivo ad avere successo su un’opera ottenuta mediante lo scettro di Buziur, pur essendo egli soltanto una divinità maggiore? Dunque, ci devi chiarire parecchie cose, se vuoi guadagnarti la nostra fiducia! Allora ti decidi a riferircele, come esse si sono svolte nella realtà?»

«Mi ero allontanato per poco tempo da Krop, caro fratello Zerf, per il motivo che vi ho già fatto presente. Ma al mio ritorno, Iveon aveva già compiuto il suo blitz lampo su di esso, distruggendo la mia fortezza. Ecco come sono andate le cose sopra il mio pianeta! Ve lo ripeto.»

«Non ti sembra, cugino Brust,» ci tenne a fargli presente il dio dell’intemperanza «che tu non abbia risposto a quanto ti ha chiesto tuo fratello Zerf? Allora, per favore, vuoi dirci dove stavi durante l'azione del dio del coraggio? Oppure, per qualche tuo buon motivo, non ti va di rivelarcelo? Sappi che stiamo aspettando la tua giusta risposta!»

«In quel frattempo, mi ero condotto sul pianeta Bluez, allo scopo di saggiarne la vivibilità da parte dei Materiadi. Così ho appreso che sopra la sua superficie prospera sia la vita vegetale che quella animale; ma non c’è l’ombra di un Materiade. Adesso ti senti pienamente soddisfatto, Sunk? Oppure c’è qualcos'altro che vuoi sapere da me? Sono a tua completa disposizione, cugino sospettoso! Di cosa poi? Non riesco proprio a comprenderlo, se ci tieni a saperlo!»

«Stando a quanto ci hai raccontato un attimo fa, cugino Brust, non ti sei assentato per poco tempo dal tuo pianeta. Un viaggio di andata e ritorno per e da Bluez, più il tempo impegnato nella tua ricerca, a mio avviso, sarà stato assai lungo e non di breve durata, come da te dichiarato poco fa! Dunque, i conti non tornano per niente!»

«Vorrà dire, cugino Sunk, che in tale circostanza avevo perso completamente la cognizione del tempo! È mai possibile che per voi sia più importante conoscere la durata della mia assenza da Krop che non la gravità dell’atto in sé, compiuto con grande impudenza dal dio dell'eroismo? Non ci posso affatto credere che la pensiate in questa maniera becera, fratelli! Davvero mi meraviglio di voi!»

«Certo che non è come tu dici, cugino Brust!» gli affermò il dio Korz «Volevamo soltanto avere chiarezza su ogni cosa che ci hai riferita. Essa, però, non c’è stata, almeno su come abbia fatto Iveon a spuntarla, anche se indirettamente, con il nostro potentissimo imperatore. Forse ce lo potrà spiegare tuo fratello Fuat, il quale, fino a questo momento, ha preferito non aprire bocca per niente. Conoscendolo bene, egli avrà avuto di sicuro i suoi buoni motivi, per essere rimasto silenzioso!»

«Non ti sbagli, cugino Korz, perché li ho avuti. Eccome!» gli rispose il comandante in capo «Ora che mio fratello Brust ha avuto il suo spazio in questo consiglio per comunicarci quanto gli è successo, tocca a me rendervi partecipi di tutte le notizie che sono in mio possesso. Esse, a differenza di quelle di mio fratello Brust, sono le uniche veritiere! Perciò vi chiedo di stare bene attenti ad ascoltarmi!»

«Invece, fratello Fuat,» gli si oppose il dio Brust «se non ti dispiace, avrei ancora qualcosa da chiedere a tutti quanti voi, prima che tu ti intrometta nella nostra disputa. Soltanto dopo potrai avere la più ampia libertà di parlare. Si tratta dello scettro che ciascuno di noi ricevette in dono dall'imperatore Buziur. Vorrei sapere se anche a voi esso risulta disattivato, come lo è diventato il mio da poco e continua ad esserlo.»

Se gli altri kapius fecero trasparire un evidente stupore dal loro volto, a significare che non ne sapevano nulla della disattivazione da lui riscontrata, il dio Fuat non se ne meravigliò per niente. Egli, essendo conscio dell'intera verità, si affrettò a chiarirgli:

«Riguardo al tuo scettro non più attivo, fratello, puoi avere solamente da me la risposta. Dunque, dopo che mi avrai ascoltato, apprenderai parecchie cose, anche se alcune già ti sono note meglio che a noi. Sono invece gli altri membri del consiglio ad esserne totalmente a digiuno. Ma presto pure a tutti loro sarà fatta luce sulla vicenda del divo positivo Ukton, quella che vorresti venisse insabbiata ad ogni costo!»

Immediatamente dopo avere aperto e chiuso la parentesi con il germano Brust, il dio Fuat incominciò a raccontare agli altri kapius i fatti, dei quali era al corrente. Essi avevano avuto, come protagonista fallace, il fratello dio della distruzione. Terminata poi la narrazione di ogni singolo episodio, di cui si era sempre reso responsabile l’ex kapius della circoscrizione di Krop, il dio della discordia si rivolse al fratello reo di tante mancanze ed aggiunse:

«Come vedi, Brust, te la sei voluta tu! Per questo non puoi avercela con me, che ho fatto semplicemente il mio dovere, non potendo tradire la fiducia che il nostro imperatore aveva riposta in me. Tu non mi hai lasciato altra scelta, hai voluto forzarmi la mano caparbiamente nel mio ricorso all’illustre nostro zio, facendoti del danno da te stesso. La prossima volta, ammesso che ce ne sarà qualcun’altra, in qualità di kapius, imparerai ad agire lealmente con i tuoi pari!»

«Ben detto, Fuat!» approvò il dio Pren «Il tuo folle e caparbio fratello è stato un incauto a non considerarci per niente, a ridersi delle disposizioni consiliari da noi deliberate e ad ingannarci senza ritegno. Ecco perché egli adesso giustamente ne dovrà pagare il fio, come ha stabilito l’imperatore mio padre! A te, invece, un vivo elogio, per aver preso le decisioni giuste, sebbene si trattasse di punire il tuo stesso sangue!»

«Sono dello stesso parere anch’io!» il dio Sunk assecondò il fratello «Nostro cugino Brust non avrebbe dovuto permettersi di fare di testa sua, senza astenersi dal crearci delle grosse rogne, di cui avremmo fatto volentieri a meno! Speriamo solo che il grattacapo, che egli ci ha procurato a causa del divo positivo, non ci trascini in un budello senza uscita e ci lasci indenni da fastidi! Ma, ahimè, già prevedo molto marciume in questa difficile faccenda, che si presenta ingarbugliata come non mai, per colpa della follia di Brust, che si è rivelato indegno nostro collega!»

«A dire la verità,» confessò il dio dell’inganno «il guaio combinato dal dio della distruzione preoccupa anche me. Specialmente, dopo avere udito di cosa sia stato capace l’eroico Iveon. Egli ci ha dimostrato di poter fare di noi tutto ciò che vuole, anche se siamo in possesso dello scettro di Buziur. Dunque, è vero che, a parità di grado, le divinità benefiche riescono ad avere la meglio su quelle malefiche! È stato proprio come si è sempre vociferato nel nostro Regno delle Tenebre!»

«Adesso stai esagerando, Korz!» lo riprese il cugino Zerf «Anche le nostre forze in campo sono numerose e bene equipaggiate. Perciò, in caso di un conflitto totale con le divinità positive, non c'è dubbio che sapremmo come difenderci, dando loro molto filo da torcere! Che esse lo sappiano, prima di stabilire di attaccarci!»

Alla fine, anche Fuat volle far sentire la sua voce in quel tipo di discussione, la quale ormai stava degenerando. Intervenendo sull’argomento con un tono alquanto grave, egli si espresse in questo modo agli altri membri del consiglio:

«A mali estremi, estremi rimedi! Ecco cosa io vi dico, cari miei colleghi. Comunque, non è detto che si arriverà per forza a tanto! Dopo questo consiglio, mi precipiterò a liberare il divo Ukton e gli permetterò di ritornarsene dai suoi genitori. Se riuscirò a renderlo libero in tempo, vedrete che ogni cosa si rimetterà a posto. Così ci priveremo del pericoloso fardello che, per la irresponsabilità del nostro collega Brust, in questo momento ci grava sulla testa come un macigno e non smette di assillarci ogni attimo dell'esistenza!»

«Bravo, fratello!» lo incoraggiò il dio Zerf «Sono sicuro che ce la farai, permettendoci così di continuare a dormire sonni tranquilli in Kosmos. Sappiamo che sei sempre stato quello che ci ha tirati fuori da qualsiasi situazione difficile, salvando ogni volta capra e cavoli! Perciò datti da fare e porta a compimento la missione positivamente, per il bene di noi divinità negative! Non dimenticarti che noi confidiamo ciecamente nel tuo operato!»

«Saltando di palo in frasca, Fuat,» il dio dell’ira intervenne a chiedere all’autorevole cugino «sei già in grado di dirci chi surrogherà Brust nella carica di kapius nella circoscrizione di Krop? Anche su questo particolare vorremmo sapere qualcosa di preciso!»

«Pren, per il momento il nostro imperatore ci sta pensando. Appena avrà nominato il nuovo kapius, ci farà conoscere il suo nome. Nel frattempo mi toccherà ricoprire pure tale carica ad interim, con qualche problema in più per me, come potete immaginare!»

«Se invece dovesse scoppiare un conflitto tra noi e le divinità positive, prima che la tua missione si compia, cugino, non credi che in un certo senso ci troveremmo in difficoltà? Almeno a questo riguardo, il nostro illustre imperatore si è espresso oppure no?»

«Esclusivamente in tale evenienza e per tutta la durata delle ostilità belliche tra le divinità negative e quelle positive, Brust sarebbe reintegrato nella sua carica di kapius. Ecco quanto ha disposto il nostro imperatore Buziur, cugino Pren!»

A quell’annuncio del germano, il dio della distruzione, rincuorandosi, si riprese dal suo stato di massima prostrazione. Fino allora, egli si era mostrato con un volto cianotico, era parso che si fosse calato in un’atmosfera funebre, dalla quale gli erano derivati alcuni patemi d’animo indescrivibili. Adesso, invece, il dio Brust si sentiva finalmente risollevato da ogni ambascia, non avvertiva più alcun nodo alla gola, poiché esso all'improvviso si era sciolto in una speranzosa e gradevole attesa.

Terminata la riunione tra i kapius, il dio della distruzione intraprese la via di ritorno verso casa, che adesso era una comune dimora e non più una fortezza protetta. Mentre volava, iniziarono a frullargli per il capo degli strani progetti. Poiché solo se ci fosse stato lo scoppio di un conflitto tra i due imperi, egli sarebbe ridiventato kapius, il dio Brust decise di adoperarsi con tutte le sue forze perché ciò avvenisse. Le ostilità fra le divinità negative e quelle positive, però, sarebbero dovute scoppiare, prima ancora che l’imperatore Buziur nominasse il nuovo kapius della circoscrizione di Krop e costui vi si fosse insediato. Nel caso contrario, il sospirato conflitto non gli avrebbe più restituito la carica! Ogni suo impegno in tal senso, inoltre, sarebbe dovuto esserci, senza che nessun kapius venisse a saperlo. Per il suo buon esito, egli avrebbe dovuto architettare il piano nell’ombra e nella massima segretezza possibile. Per come stavano le cose, quindi, egli si sarebbe dovuto dare da fare nel più breve tempo possibile, allo scopo di individuare quelle circostanze e quelle motivazioni in grado di scatenare con grandissima rapidità un aspro conflitto di vaste proporzioni.

Appena giunto sul suo pianeta, il dio Brust si mise subito all’opera. Prima di ogni cosa, voleva contattare Katfur, essendo convinto che il suo fidatissimo subalterno lo avrebbe aiutato nel suo piano bellicistico. Occorreva perciò farlo ritornare su Krop, siccome non era più necessaria la sua presenza su Bluez. Il dio dell’infamia, a suo parere, avrebbe avuto tutto da guadagnarci dallo scoppio di una guerra tra i due blocchi divini. Anche perché era stato lui ad accendere la miccia di quello che si stava avviando a diventare un conflitto di vastissime proporzioni. Esso, se non si sbagliava, avrebbe coinvolto le divinità negative e quelle positive, mettendole accanitamente le une contro le altre. Quanto all’ostaggio Ukton, poiché il fratello Fuat stava andando a liberarlo, egli era da considerarsi oramai perduto. Perciò non si poteva più continuare ad usarlo come un possibile pretesto per uno scontro tra i due schieramenti.

Dunque, per come si erano messe le cose, il dio Brust comprese che bisognava cercare altrove le circostanze adatte a farlo diventare reale. Così se ne sarebbe servito per generare dei validi pretesti capaci di dar luogo alla conflagrazione conflittuale da lui auspicata. In quel modo sarebbe stata assicurata la realizzazione di tutti i suoi obiettivi ed avrebbe riscosso la gratificazione e la soddisfazione che aveva tanto bramate e cercate da un tempo infinito.