300°-I CAPI DUZON E FELUB GIURANO DI NON FARSI PIÙ GUERRA

Nel frattempo Nolup ed Elkes si erano ripresi del tutto, perciò adesso si avviavano ad incanalarsi nella dolce esistenza di sempre. Nel ritornare alla vita, essi si stupivano molto nello scorgersi sani e salvi, nonché privati del trauma fisico, al quale essi erano andati incontro poco prima. Presentandosi i loro corpi intatti e senza più alcuna ferita, i due innamorati non sapevano spiegarsi come ciò fosse potuto accadere. Allora cercarono di dare ad esso l'unica spiegazione plausibile, cioè attribuendo le loro due morti ad un brutto sogno. Invece il fatto che i loro due amici e i loro genitori li stavano circondando con un’aria sorpresa ed assai gaia, lasciava intendere che entrambi effettivamente avevano vissuto la tragica esperienza, quella che adesso rammentavano con nitidezza. Invece Eliun, decidendosi prima degli altri a farlo amorevolmente, si affrettò a salutarli e ad abbracciarli con un'aria di festa, mettendosi ad esclamare ai due fidanzati resuscitati:

«Bentornati alla vita, amici miei carissimi! Nessuno di noi sperava più che voi ce l’avreste fatta, poiché vi credevamo ormai spacciati per sempre. Le vostre profonde ferite e il vostro grave stato di salute ci stava facendo disperare della vostra salvezza. Al contrario, come per miracolo, ogni cosa si è risolta positivamente per voi. In conseguenza di tale miracolo, al terrore di vedervi morire è subentrata in noi tutti la gioia di scorgervi resuscitati, vivi e vegeti come prima!»

«Mi dici come mai, Eliun,» gli domandò Nolup «non risultiamo più feriti? Chi è stato a privare entrambi i nostri corpi della loro profonda e mortale ferita? Sarà stato senza meno qualcuno che noi vogliamo conoscere ad ogni costo per ringraziarlo in modo adeguato!»

«Nolup, è stato Iveonte, l’eroico forestiero, nel cui arrivo nelle Terre senza Pace la tua Elkes ha sempre creduto! Egli, oltre ad essere un guerriero invincibile, possiede anche delle doti taumaturgiche. È bastata soltanto una sua stretta di mano a riparare in voi ogni danno fisico e a ridarvi il vigore vitale! Io già l’ho ringraziato a nome tuo e di Elkes qualche istante fa, intanto che lo stupore e il disorientamento spadroneggiavano in voi. Per cui, in quel momento, voi eravate impossibilitati a farlo personalmente!»

«Hai agito bene, mio grande amico, a prenderti questo incarico da te; ma adesso lo vogliamo rifare noi di persona, con il nostro cuore e con la nostra mente. Soltanto in questo modo la nostra coscienza si sentirà tranquilla! Io lo ringrazierò anche a nome di Elkes, ad evitare di ripeterci. Infatti, sono identiche le cose che noi due non vediamo l’ora di esprimergli, appunto per manifestargli la nostra ingente riconoscenza! Prima, però, intendiamo dare un rapido abbraccio ai nostri genitori, i quali, se non ci stiamo sbagliando, si sono radicalmente trasformati! Per questo sono convinto che il loro cambiamento e la loro rappacificazione sono opere del nostro benefattore. Quindi, dobbiamo ringraziarlo pure per quest'altro miracolo. Se ci tieni a saperlo, Eliun, il maggiore prodigio che il forestiero è riuscito ad operare non è stata la nostra resurrezione, bensì l’aver ottenuto la resipiscenza del mio genitore e di quello di Elkes! Per come si erano messe le cose, adesso noi potevamo anche morire, visto che non ci sarebbero state più le migliaia di vittime innocenti, quelle che le loro assurde guerre mietevano barbaramente! Ed era ciò che più contava per noi due!»

Dopo che i due giovani innamorati si furono abbracciati con i rispettivi capifamiglia, facendolo con una intensità inverosimile, appunto per appagare la loro sete di affetto, Nolup si rivolse ad Iveonte e gli si espresse con queste patetiche frasi:

«Scusaci, valoroso Iveonte, se Elkes ed io abbiamo voluto innanzitutto salutare i nostri rispettivi genitori, al fine di assaggiare di nuovo il sapore dell’affetto familiare. Il quale, devi sapere, si era spento da tempo tra di noi, poiché si era arenato nella loro ostinazione a non volerci comprendere per niente. Invece adesso, come vedi, grazie a te esso è ritornato ad accendersi con la massima intensità dall’una e dall’altra parte!»

«Non vi preoccupate per me, Nolup! Avete fatto la cosa più giusta, siccome il sentimento della famiglia è uno dei cardini di ogni società civile e giammai in essa dovrà essere scardinato. Alimentandolo, si tengono in piedi parecchi altri sani principi, i quali, solo in seno alla famiglia, trovano il terreno fertile per germogliare. Inoltre, essi danno stabilità a tanti altri valori, dai quali la condotta umana non può prescindere. Dunque, state tranquilli e pensate esclusivamente a godervi la vostra nuova esistenza, poiché finalmente sarà fatta di sola pace. Essa abbastanza presto verrà a farsi sentire gradevole presso i vostri due popoli, siccome da oggi in avanti saranno privati delle loro ataviche guerre!»

«Grazie per la tua comprensione, Iveonte! Ma adesso permettici di ringraziarti per come ti sei prodigato a favore di noi due. Soprattutto, vogliamo esprimerti la nostra riconoscenza per quanto sei riuscito ad ottenere a vantaggio dei nostri due popoli. Da questo momento, per merito tuo, i Boios e i Normuk potranno iniziare a godersi il bene della pace e a vivere sonni tranquilli. Anche le madri, dopo averlo appreso, esulteranno e ne riceveranno il massimo sollievo. Infatti, il pensiero che i loro mariti e i loro figli non rischieranno più la vita a causa delle guerre le manderà in visibilio, le trascinerà nel vortice della felicità più sentita e più piena. Perciò, nobile eroe, Elkes ed io non smetteremo mai di manifestarti il nostro più sincero ringraziamento e la nostra più calda amicizia. Dopo che sarai ripartito da queste terre, che non dovranno più essere indicate con il vecchio nome, per essere diventate pacifiche, ti promettiamo che un posto per te ci sarà sempre nel nostro cuore. Anzi, serberemo il tuo ricordo nella mente, come un gioiello di inestimabile valore, che giammai sarà consunto dal tempo!»

«Anche a voi due, Nolup, devo ripetere che il mio intervento in soccorso dei bisognosi e degli oppressi è ogni volta disinteressato. Esso nasce, come una insopprimibile esigenza, dal mio spirito votato all'altruismo, a cui sono invise le vessazioni e le prepotenze, le cattiverie e le malignità. Perciò, quelli che ne usufruiscono non sono tenuti ad esprimermi alcun ringraziamento. Invece sono io a dover ringraziare ciascuno di loro, dal momento che mi permettono ogni volta di appagare la mia sete di giustizia. Comunque, gradisco la sola loro amicizia, poiché essa, quando si dimostra sincera, si rivela un bellissimo dono. Esso, infatti, è perfino capace di smuovere le montagne e di illuminare l’universo intero! Quindi, accetto anche la vostra volentieri e con sommo piacere, senza mai smettere di farne tesoro!»

Iveonte ebbe appena finito di chiarire il suo pensiero al giovane boiosino, allorché si videro arrivare ed accalcarsi intorno a loro orde di armigeri a cavallo. Si era trattato di due gruppi di cavalieri contrapposti, boiosino l’uno e normukese l’altro. Essi, che erano capeggiati l'uno dal primogenito di Duzon, cioè Zeruk, e l'altro da quello di Felub, cioè Forkun, adesso si guardavano in cagnesco. Anzi, si mostravano pronti ad azzuffarsi in una lotta accanita e spietata, se dai loro rispettivi capi fosse loro provenuto un ordine del genere. Ma esso non poteva più esserci, né allora né mai più.

Come mai c’era stato l’arrivo simultaneo sia della cavalleria normukese sia di quella boiosina, per cui si erano ritrovate in quel luogo nello stesso tempo? Per venire a conoscenza di ogni cosa a tale riguardo, dobbiamo fare dei passi indietro nel recente passato. Così vi coglieremo le cause che avevano determinato la confluenza simultanea in quel luogo dei cavalieri dell’uno e dell’altro esercito. Ebbene, bisogna sapere che in entrambi i villaggi, al risveglio del nuovo giorno, gli avvenimenti del mattino erano stati pressoché identici. La scomparsa improvvisa ed immotivata dei due capi aveva suscitato le medesime sorprese, aveva fatto nascere le stesse preoccupazioni ed aveva fatto prendere gl'identici provvedimenti. Per questo adesso baderemo a conoscere, nella loro successione e in modo dettagliato, le varie azioni suaccennate, come appunto si erano svolte, fino a renderci conto di ciascuna di esse.

La moglie di ciascun capo, nell’aprire gli occhi al mattino, anche se aveva notato l’assenza del consorte dalla capanna, non se ne era affatto preoccupata. Ella l’aveva motivata con qualche suo bisogno fisiologico da compiere oppure con qualche altra sua occupazione mattiniera. Ma poi, essendo passate due ore piene, ella subito si era allarmata, specialmente perché egli non si era rifatto più vivo nella mattinata. A quel punto, la donna era corsa nella capanna attigua, dove erano i suoi due figli, e li aveva avvertiti della sparizione del loro genitore. In un primo momento, anch'essi avevano accolto con leggerezza la notizia materna; ma in seguito, volendo vederci chiaro, si erano dati ad approfondire la cosa. Entrambi, però, non erano riusciti ad avere la più pallida informazione sul loro autorevole padre. A loro parere, egli si era volatilizzato, ma non sapevano dire se la sua sparizione ci fosse stata di notte oppure nel mattino, se fosse stata volontaria oppure coatta. Stando così i fatti, era scattato nei due primogeniti il sospetto di un rapimento bello e buono del loro genitore; ma esso poteva essere stato commissionato esclusivamente dal capo del popolo avverso. La qual cosa li aveva spinti a radunare tutti i cavalieri del villaggio. Subito dopo tale raduno, assunto ciascuno il loro comando, essi si erano lanciati a tutta velocità verso il villaggio di colui che consideravano il responsabile del rapimento paterno, il quale ne rappresentava l'autorità.

Mentre poi le due cavallerie nemiche erano lanciate in direzione del villaggio nemico, gli emissari di entrambe avevano scoperto delle tracce, le quali li indirizzavano verso la zona neutrale. Allora, sospettando che il loro capo fosse stato condotto in quei territori che non appartenevano a nessuno, il primogenito di Duzon e quello di Felub avevano fatto cambiare ai rispettivi squadroni di cavalleria la direzione della loro marcia, dandosi a dirigersi verso la nuova località. Infine, sempre seguendo le orme dei cavalli sospetti, gli uni e gli altri erano giunti nei pressi dell’Antro della Pace.

Ecco spiegato come mai la cavalleria dei Boios e quella dei Normuk si erano ritrovate nelle vicinanze dell’antro in questione. In merito al loro arrivo contemporaneo in quella località, occorre precisare che in quell’avvenimento aveva semplicemente giocato la pura casualità. Perciò, adesso che ne abbiamo preso atto, soddisfacendo appieno la nostra curiosità, possiamo andare avanti, totalmente appagati e tranquilli, nell’apprendimento della nostra interessante vicenda attuale.


Vedendosi circondati dalle loro cavallerie, i capi dei due popoli si affrettarono a far presente ai loro guerrieri a cavallo che il tempo dell’attrito e dell’odio era finalmente terminato tra i Boios e i Normuk. Per il quale motivo, da quel giorno in avanti, non ci sarebbero state mai più guerre tra di loro. Fu il capo Duzon, che era il più loquace dei due, a parlare ai cavalieri boiosini e normukesi. Tenendosi per mano Felub, si diede a gridare a tutti loro: "Valorosi guerrieri di entrambi gli eserciti, sono lieto di annunciarvi che tra i nostri due popoli non ci saranno mai più conflitti, poiché Felub ed io abbiamo stabilito di sotterrare definitivamente l’ascia di guerra. Da oggi in poi, tra i Normuk e i Boios dovrà esserci la distensione totale, dovranno instaurarsi degli ottimi rapporti di stima e di amicizia. Ma principalmente dovranno incominciare ad esserci tra i singoli individui scambi di idee e relazioni di vario tipo. Perciò si promuoverà perfino la contrazione di matrimoni tra i soggetti di sesso opposto dei nostri due villaggi. Saranno i nostri ultimogeniti Nolup ed Elkes ad aprire la lunga fila di nozze, che in avvenire potranno aversi tra la popolazione boiosina e quella normukese. Esse saranno celebrate molto presto e suggelleranno il giuramento di pace che tra poco seguirà, poiché, davanti a voi tutti, Felub ed io saremo lieti di farlo! Cogliamo anche l’occasione per ringraziare colui che ci ha fatti rinsavire e ci ha resi coscienti dei nostri madornali errori. Da sempre, sulla scia bellica dei nostri antenati, abbiamo continuato a commetterli a totale vostro svantaggio. Iveonte è il suo nome e voi potete scorgerlo in mezzo ai nostri due figli. Egli è il guerriero più in gamba esistente al mondo. Senza il suo provvidenziale intervento, di sicuro le guerre avrebbero seguitato a falcidiare migliaia di vittime innocenti tra i nostri due popoli. Esse, come sapete, avrebbero continuato ad angosciare le nostre mogli, a fare penare le nostre madri e a provocare fiumi di lacrime nei nostri orfani e nelle nostre vedove. Viva la pace, dunque, guerrieri di entrambi i nostri popoli! Che essa attecchisca nei nostri due popoli e duri per un tempo infinito!"

Il giuramento dei due capi fu solenne, convincente e anche trionfante, oltre che essere accolto dai presenti con indicibile esultanza. Non ci fu un solo guerriero che, di fronte ad esso, non si fosse commosso ed entusiasmato. Nell’ascoltarlo, ciascuno di loro si diede a manifestazioni di giubilo ed incominciò a delirare dalla gioia. Insomma, si ebbe una generale euforia, la quale tenne tutti attaccati a dei sogni meravigliosi e a delle stupende speranze, che assai presto avrebbero avuto la loro concretizzazione e realizzazione. Senza dubbio i più giulivi si manifestarono Nolup ed Elkes, i quali, nell’apprendere che i loro genitori avevano deciso di farli sposare quanto prima, non credevano alle loro orecchie. Essi ritennero perfino di stare a vivere un sogno incantevole, poiché all’uno e all’altra sembrava ancora impossibile un fatto del genere. Ma anche comportandosi da increduli, i due innamorati vollero vivere quell’annuncio nella maniera più emozionante, beandosene per l'intera giornata come due fanciulli spensierati.

Poco dopo Duzon e Felub ordinarono a ciascuna cavalleria di rientrare nel proprio villaggio e di annunciare alle due popolazioni ciò che era stato deciso da loro due in quel luogo. Invece essi si appartarono per stilare un promemoria dei vari lavori da organizzarsi e delle diverse faccende da sbrigarsi, in vista dell’imminente matrimonio dei loro ultimogeniti, il quale ci sarebbe stato tre giorni dopo. Tra le altre cose, di comune accordo, i due capi stabilirono che la cerimonia si sarebbe svolta nello stesso luogo, il quale era stato il punto di ritrovo dei giovani pacifisti. In quel modo, si sarebbe onorata la loro memoria; invece entrambi, davanti ai loro sudditi, avrebbero fatto umilmente ammenda dei moltissimi errori da loro commessi nel passato. La loro idea fu gradita moltissimo dai futuri sposi, poiché essa stava a dimostrare che i loro genitori si erano pentiti sul serio, riconoscendo di aver sempre sbagliato in precedenza. Anche Iveonte e Tionteo l’accolsero con favore, considerandola un atto significativo della buona fede dei capi dei due popoli. Con esso, entrambi davano ad intendere di volere instaurare tra i Boios e i Normuk dei duraturi rapporti fondati sulla pace e sull’amicizia. Perciò i due amici, nell’apprendere la loro intenzione, se ne compiacquero infinitamente.

Da parte loro, Nolup ed Elkes pregarono Iveonte di assistere alle loro nozze, convinti che la sua presenza alla cerimonia nuziale sarebbe stata di buon auspicio ed avrebbe garantito alla loro esistenza coniugale un futuro prospero e sereno. In verità, anche i loro genitori insistettero perché l’eccezionale forestiero fosse presente alle nozze dei loro figli. Essi non avevano dubbi che una presenza così prestigiosa avrebbe fatto onore sia agli sposi che allo sposalizio. Allora il giovane eroe, anche se con un po’ di rincrescimento per le ragioni che conosciamo, dovette aderire alla loro richiesta. Ma fece loro presente che egli non sarebbe rimasto sul luogo un attimo di più, poiché lo attendevano altri compiti di natura personale. I quali, essendo urgenti ed improcrastinabili, non lo avrebbero permesso.

La cerimonia religiosa si svolse all’insegna della riconciliazione, della fratellanza e del sommo gaudio. Anche se essa in apparenza stava avendo la funzione di unire nel sacro vincolo del matrimonio due giovani innamorati appartenenti a due popoli che erano stati nemici fino allora, non la stessa cosa stava accadendo nella sua visione più generale. In merito ad essa, si poteva affermare che quella sacra unione si stava rivelando un matrimonio non più tra due singoli individui, bensì tra due popolazioni, le quali erano state sempre in lotta tra di loro. Perciò essa stava gettando tra i Boios e i Normuk delle solide basi di amicizia e di solidarietà, le quali avrebbero dovuto resistere per sempre, sfondando perfino la barriera del tempo. Quanto ai festeggiamenti che la stavano esprimendo ed estrinsecando in maniera calorosa, invece erano da considerarsi qualcosa di molto grandioso e di intimamente sentito. Difatti essi stavano accendendo in ambedue i popoli quella gioia e quella serenità, che essi erano stati costretti ad ignorare per parecchi secoli da capi dispotici e prepotenti. Anzi, i poveretti Boios e Normuk non ne avevano mai conosciuto neppure il sapore, per gradirle e per cercare di ottenerle in seno alle loro due comunità, essendo esse vissute in sempiterna lotta tra di loro.

Subito dopo le nozze di Nolup e di Elkes, Iveonte, Tionteo e i sei Lutros, dopo essersi congedati dai nuovi amici, lasciarono il luogo dei festeggiamenti e si affrettarono a raggiungere Speon e il resto degli uomini. Prima della loro partenza, i Boios e i Normuk avevano voluto rifornirli di vettovaglie e di acqua potabile. A loro parere, quello era il minimo che potevano fare per un uomo straordinario, quale Iveonte si era dimostrato in ogni senso. Egli, infatti, era riuscito a riportare la pace tra di loro, seppellendo le guerre che si facevano da millenni e piegando ai suoi voleri due capi testardi come Duzon e Felub. Inoltre, aveva resuscitato i loro due prediletti ultimogeniti, dopo che essi erano stati giustamente ritenuti morti per sempre, a causa delle gravi ferite riportate sui loro corpi.

A questo punto, anche le Terre senza Pace, insieme con i due meravigliosi innamorati Nolup ed Elkes, erano entrate a far parte della infinita storia del nostro Iveonte, il quale finalmente aveva potuto riprendere, con gli amici e con i Lutros, il cammino verso la sospirata meta. Per ovvie ragioni, il giovane eroe non poteva sapere che, prima di giungere all'isola di Tasmina, lo attendevano ancora nuove avventure in altre regioni sconosciute. Ma esse sarebbero risultate altrettanto interessanti ed avvincenti, arrecando nello stesso tempo stupore e godimento agli stupefatti lettori.