296°-I PENSIERI AMOROSI DI NOLUP E DI ELKES

Era passato un mese da quando il mio amico era stato segregato dal padre, per sua buona sorte non nella cella sotterranea, allorché egli si sentì insoddisfatto di dovere solo sognare la sua ragazza e rivolgersi a lei con la mente. A un certo momento, Nolup avvertì l’esigenza di parlarle e di formularle, oralmente e di persona, tutti i suoi pensieri interiori che la riguardavano. Ma non potendo farlo a voce e in sua presenza, decise di ricorrere allo scritto, poiché esso, secondo lui, lo avrebbe ugualmente fatto sfogare in qualche modo. Così, quando andai a trovarlo per la quinta volta, mi incaricò di fargli recapitare il materiale che gli avrebbe consentito di scrivere alla sua Elkes. Con esso, egli le avrebbe comunicato i moti del suo animo, quali scaturivano dalla sua forte passione per lei. Allora, all’insaputa dei suoi parenti, mi misi a disposizione del mio amico e gli procurai tutto l’occorrente necessario per stilare le sue lettere d’amore, che io dopo avrei dovuto far pervenire alla mia ragazza. Ella, a sua volta, sempre di nascosto, avrebbe dovuto consegnarle ad Elkes; però senza che il suo compito finisse lì. Difatti Nepda, dopo avrebbe dovuto provvedere pure a farmi avere le responsive dell’amica, perché io le inoltrassi dopo al mio amico.

Per nostra fortuna, nessuno aveva sospettato della mia relazione con la normukese Nepda, siccome noi, quando quel giorno i nostri amici erano stati scoperti, non avevamo partecipato al loro incontro nascosto. Nolup ed Elkes, perciò, erano risultati gli unici destinatari dei pedinamenti operati dalle spie a servizio del capo boiosino. Ecco perché, anche dopo che c’era stata la loro coatta segregazione, io e la mia ragazza continuammo ad incontrarci e a vederci in orario notturno.

Così, non appena ricevetti da Nolup il suo primo papiro epistolare, con l'incarico di farlo giungere alla sua amata, venni preso dalla tentazione di leggervi ciò che egli vi aveva scritto. Ma voglio precisare che la mia scorrettezza nei suoi riguardi non fu dovuta alla mia intenzione di violare la sua privacy, bensì unicamente alla mia grande voglia di apprendimento. Ritenendolo un sentimentale, oltre che un romantico, desideravo imparare da lui quella fraseologia amorosa che avrei poi usata anch'io, ogni volta che mi fossi rivolto alla mia Nepda. Così, adoperandola con lei, non avevo dubbi che l'avrei resa assai felice, conquistando sempre di più il suo cuore. Quanto ad Elkes, dopo aver letto la sua risposta data alla prima lettera ricevuta dal suo amato, mi resi conto che anche in lei, come nel suo adorato ragazzo, il sentimentalismo e il romanticismo erano di alto livello. Perciò pure le sue lettere suscitarono il mio interesse e, come quelle di Nolup, furono da me imparate a memoria, senza che mi lasciassi sfuggire neppure una virgola del loro contenuto. Per questo adesso le loro lettere sono tutte memorizzate nella mia mente; anzi, sono custodite con cura e venerazione, proprio come se fossero per me qualcosa di sacro e di inviolabile. Adesso ci tengo a farvi ascoltare le sei lettere che essi riuscirono a scriversi, convinto che anche voi ne verrete colpiti ed affascinati, quasi vi trovaste davanti ad un prodigio di scrittura e di passione amorosa. Infatti, così capitò esattamente a me, ogni volta che mi diedi alla lettura di ciascuna di esse. La prima lettera scritta da Nolup alla sua dolce amata, fu la seguente:

"Elkes, soave amore mio,

anche se oggi la sorte ci costringe a restare separati l’uno dall’altra, mostrandosi crudele nei nostri confronti, non possiamo negare che il destino è stato immensamente provvido verso di noi. L’aver permesso di incontrarci, di conoscerci e di innamorarci è stato il dono più bello che esso potesse riservarci. Dal giorno in cui c'è stato il nostro fatidico incontro, la nostra vita si è vista mutare radicalmente. Se prima eravamo semplici persone, nate soltanto per far numero nel nostro contesto sociale, cioè insignificanti ed asettiche, nonché figli generici di un tempo ignoto e senza valore; oggi, invece, ci scorgiamo esseri esistenti, che hanno a disposizione l’intero creato. Ci sentiamo i veri protagonisti della nostra esistenza, la quale questa volta va assumendo un ruolo specifico, quello che, chiamandoci in causa, può considerarsi esclusivamente nostro.

Per questa ragione, ci sembra di essere usciti vincitori da mille gloriose battaglie, che non hanno niente a che vedere con gli scontri campali veri e propri, quelli che avvengono durante una guerra. Esse invece sono state condotte e vissute da noi in campi ben diversi, poiché appartengono all’umano scibile, primi tra i quali quelli della religione, del diritto, della ragione, della libertà, della pace, della democrazia e dell’amore. In relazione poi al sentimento amoroso, è innegabile che esso sia il più quotato, essendo capace di garantire allo spirito umano la sublime percezione della catarsi e dell’estasi, oltre che il raggiungimento della propria serenità e l’esaltazione della volitività creativa. Inoltre, irrora la psiche umana di sensazioni gradevoli ed inebrianti, le quali la catapultano in un mare di gaudio, la fanno ritrovare nell’oasi della delizia, nonché la instradano verso l’eden dell’esistenza. Ecco perché, grazie all'amore, mi sento rivivere e sperimentare nel mio intimo tutte queste cose meravigliose; anzi, sono sicuro che anche tu le stai vivendo dentro di te. Esse hanno iniziato ad investirmi e ad impadronirsi di me, dal giorno in cui ho mi sono dato a dedicarti il mio amore e tu ti sei messa a donarmi il tuo con la massima schiettezza, ma soprattutto con intenso calore e con ardente passione.

Mia dolcissima Elkes, da quando sei entrata a far parte dell'intera mia esistenza, io vivo di te, respiro con te, esisto per te, penso stando in te. Per questo la scomparsa del sole dal cielo azzurro mi risulterebbe meno traumatica della tua assenza dai miei pensieri. Tu li illumini ogni momento, li inebri e li esalti, li rendi speranzosi ed ottimisti, offri loro lo spettacolo più stupendo che si possa immaginare, ne rappresenti il fascinoso incanto ammaliatore. Adesso i miei desideri migliori ti riguardano, ti sognano come loro protagonista principale, unica ed essenziale. Difatti essi risultano permeati del tuo nobile spirito, si rivelano trasfusi nella tua anima pia, si trastullano festanti nel tuo cuore, mi fanno vivere il miraggio più appagante.

In questa capanna dove mio padre mi ha relegato, riesco a pensare solamente a te, siccome sei la mia fulgida stella polare. La quale sa guidarmi per sentieri sicuri, riesce a prospettarmi mete incantevoli; ma pure può rendere il mio cammino suggestivo ed interessante. Anche se la nostra separazione sta creando non pochi disagi al mio animo, la sola convinzione che esisti e sei intimamente mia mi fa superare tutte le difficoltà, che mi provengono da questa mia infernale ed assurda segregazione. Oltre a ciò, in me resta sempre accesa la speranza che molto presto ritorneremo ad abbracciarci e riprenderemo a coltivare il nostro amore eccezionale, quello che gli altri esseri umani possono solo invidiarci. In merito a tale mia vita speranzosa, mio fiorellino, non sei d’accordo con me? Certo che lo sei e non ne dubiti neppure minimamente, appartenendo essa ad entrambi!

A questo punto, tesoro mio, è giunto il triste momento di porre termine a questa mia missiva, la quale è carica di amore per te. Ma prima di chiuderla definitivamente, voglio accluderci per te i miei baci più ardenti e i miei abbracci più calorosi. Soprattutto desidero porvi un sacco e una sporta delle mie meravigliose carezze, quelle che sono sempre da te molto gradite. Allora a riscriverti a presto, amore mio! Il tuo indimenticabile Nolup."

La lettera di risposta non si fece attendere molto da parte della sua Elkes. Ella, quando era trascorso appena un giorno, con altrettanto ardore passionale, gli rispose:

"Mio carissimo Nolup,

la tua lettera, oltre a commuovermi, mi ha fatto un piacere immenso, mi ha resa la più felice delle donne. Nel leggerla, è stata tale la mia gioia, che ho sentito subito il bisogno di risponderti, di mettermi alla pari con te, di uguagliarti nel grande merito di avermi addolcito l’esistenza. A questo scopo, con la massima celerità mi sono fatta procurare dalla mia amica Nepda l’indispensabile per scriverti e per placare al più presto l’impellente desiderio del mio animo, il quale quest’oggi si mostra innamorato pazzo di te. Con questa mia lettera, che è di risposta alla tua, voglio esprimerti quanto mi detta il mio amore per te ed intendo renderti consapevole delle forti e piacevoli emozioni che esso in ogni istante riesce a suscitare in me, infiammando anche il mio spirito innamorato.

Ciò che hai affermato sull’amore, prezioso gioiello della mia vita, è vero e sacrosanto, poiché esso ricalca egregiamente il concetto che anch'io ho di questo sentimento ammirevole, potendo esso attecchire esclusivamente negli animi gentili e nobili. Aggiungerei soltanto che l’amore è pure il fulcro delle idealità superiori, poiché le accende in noi e ce le fa bramare con forte ardore; inoltre, le promuove nel nostro animo e le commisura alle nostre esigenze interiori. Che cosa, se non l'amore, bisogna stimare il trampolino di lancio della pluralità delle nostre passioni, siano esse spirituali oppure carnali? Esso ce le ispira, ce le fa sognare e idealizzare; ma principalmente ci sollecita a realizzarle e a viverle in concreto nella nostra esistenza.

Tesoro mio, chiarito ciò, mi preme parlarti dell’amore che nutro per te, che avverto in me infinito e sovrumano nei tuoi confronti, siccome esso è tale, che potrebbe perfino smuovere una montagna. Ti amo senza limiti, probabilmente alla follia, visto che oramai fai parte di ogni attimo della mia vita quotidiana! A dire il vero, la rappresenti in ogni sua sfaccettatura e da qualunque angolazione io la consideri, per cui ogni mia azione avviene amandoti intensamente. Dormo e ti amo, mi cibo e ti amo, sogno e ti amo, mi muovo e ti amo, penso e ti amo, sorrido e ti amo, respiro e ti amo, fantastico e ti amo. La mia esistenza stessa è un caleidoscopio di riflessioni e di considerazioni profonde, le quali si basano sul mio amore per te e sul tuo amore per me. Infatti, entrambe non possono prescindere dal nostro rapporto, il quale, in questo modo, si arricchisce egregiamente di favolosa magia e di un incanto incredibile. Amore mio, devi renderti conto che il mio cuore batte forte per te, i miei occhi vedono solo te, la mia mente non sa che pensare a te, il mio spirito inneggia all’amore che provo per te, le mie mani anelano a sfiorare ogni secondo il tuo corpo. Infine, la mia bocca non è mai sazia di proferire parole a tua lode; le mie labbra non si stancherebbero mai di stare attaccate saldamente alle tue, al fine di deliziarci in ogni istante con i nostri baci ardenti ed inebrianti.

Mio caro Nolup, adesso che ci hanno separati con la forza, mi sento come se mi avessero spento la luce degli occhi, come se venissi forzata a non respirare più, come se il mio corpo fosse stato colto da una paralisi globale. Mi sento cieca, asfittica ed immobilizzata nel mio esistere obbligato a desistere, nel mio vivere costretto ad agonizzare, nel mio pensare spinto ad annichilirsi oppure ad atrofizzarsi. Mi sorregge il solo pensiero che tu vivi per me, anche se lontano dalla mia persona; che tu, qualunque cosa dica e faccia, la fai e la dici in funzione di me. Ma anche mi tiene in piedi la sicurezza che tu resisti alla tua disavventura e non crolli, unicamente perché speri di ricongiungerti a me e di ritornare tra le mie braccia, con il solo scopo di privarti delle ambasce interiori. Ad ogni modo, parimenti c'è in me la sentita speranza che quanto prima ricomincerò a godere del tuo incorruttibile amore, della tua bruciante passione, considerato che non siamo destinati a vivere nell'odierna disgrazia per il resto dei nostri giorni. Lo sai benissimo che il generoso destino, al contrario, ci ha riservato un futuro molto diverso, a dispetto dei nostri dispotici genitori. Essi presto saranno obbligati a cedere e a sottomettersi a tutto quanto esso ha prestabilito benignamente nei nostri confronti.

Adesso, però, è giunto il doloroso momento di concludere questa mia lettera; ma lo faccio a malincuore. Comunque, non mi mancherà dell’altro tempo per scrivertene altre e trasmetterti con esse i miei intimi sentimenti. Perciò termino questa mia prima lettera in risposta alla tua, inviandoti i miei baci e i miei abbracci, come sgorgano dal profondo del mio cuore. Alla prossima missiva, compagno della mia vita! La tua Elkes."

A distanza di un mese esatto, ci fu il secondo scambio epistolare tra Nolup e la sua incantevole ragazza. Anche questa volta, il mio amico fu il primo a scrivere la sua lettera all’amata, la quale l'attendeva con un'ansia incredibile. Ora vi faccio ascoltare il suo contenuto, che è il seguente:

"Mia Elkes amabilissima,

anch’io ho gradito moltissimo il tuo scritto, avendolo trovato profondo e piacevole allo stesso tempo. Intanto che mi davo alla sua lettura, mi sono sentito risollevato, non più affetto dalla malinconia e dalla tristezza, le quali mi turbano l’animo e mi rattristano le giornate. Essa mi ha fatto smettere di sentirmi minacciato dai foschi presentimenti, dei quali a volte divento la vittima preferita. Se vuoi saperlo, sono ritornato ad essere la persona gaia di prima, senza scorgere più nella mia mente nubi foriere di uno scombussolante nubifragio. Ho avvertito che la mia anima si rasserenava, che il mio spirito si acchetava, che il mio cuore scandiva battiti di tenerezza, che il mio corpo fremeva di un irrefrenabile desiderio di averti vicina ed amarti. Perciò mi è parso che ti stessi sognando, mentre ti desideravo così ardentemente. Gioia mia, in questa mia solitudine, mi appari come una magica visione, che riesce a svuotarmi di ogni malumore e di ogni spossatezza fisica. La relazione amorosa, da noi vissuta in precedenza, ha creato tra di noi un legame indissolubile ed imperituro, quello che nessuna persona e nessun evento potrà mai scalfire oppure minarne le fondamenta. Si sa che viviamo l’uno per l’altra e viceversa, che siamo l’uno il complemento dell’altra, che i nostri pensieri oramai viaggiano in simbiosi attraverso i sentieri astratti del nostro intelletto; ma anche si propagano sulla medesima lunghezza d’onda. Tra di loro, non esiste nessun contrasto, nessuna difformità dovuta a vizio di forma, nessun dissapore di qualunque natura, nessuna interferenza di un tipo qualsiasi.

Amore mio, non c’è dubbio che siamo fatti l’uno per l’altra, per cui condividiamo gli stessi interessi, ci ritroviamo a risolvere gli stessi problemi, ci uniscono le stesse speranze e gli stessi ideali, siamo spinti ad agire dalle stesse esigenze e ci proponiamo gli stessi obiettivi. Se ci riflettiamo bene, ci accorgiamo senza difficoltà che ciò sta ad indicare una sola cosa, ossia che formiamo una coppia di innamorati perfetta ed affiatata, dal momento che essa si dimostra solida come una roccia. Per la qual cosa, mai nessuna insidia potrà metterla a repentaglio oppure potrà sfaldarla facilmente in avvenire in un modo qualsiasi. Io ne sono decisamente convinto.

Mia dolce Elkes, lo sai che, se non ti avessi incontrata e non mi fossi innamorato di te, oggi la mia vita varrebbe meno di niente? Non ti nascondo che continuerei a considerarmi il miserabile uomo che mi scorgevo prima; me ne starei a trascorrere la mia vita nel disprezzo di me stesso, fino a commiserarmi in modo vituperoso. Forse trascorrerei il mio tempo perfino a vergognarmi dei miei parenti, a fare tutt’uno con la disperazione. La quale, grazie a te, non esiste più in me, per avermi abbandonato per sempre. Invece, per mia somma fortuna, ti ho incontrata, ci siamo innamorati, abbiamo vissuto momenti intensi insieme, l’uno beatamente alla mercé dell’altra. Nel frattempo, ci siamo cullati in una sinfonia di fantastiche emozioni e in un godimento gratificante senza fine, frammisto a poesia.

Tu sei mia, mi appartieni nel corpo e nello spirito; la medesima cosa rappresento io per te. Tu illumini le mie notti insonni, me le rendi meno snervanti e tremende, vi apporti il tuo calore, trasformandole in ore di spensieratezza e di brio. Tu entri nei miei incubi, quando mi assalgono, e li dissolvi con la tua dolcezza; anzi, li fai diventare brutti ricordi di un remoto passato. Tu accompagni l’attuale mia esistenza travagliata, trasformandola in un'aiuola di fiori variopinti ed odorosi. A volte la fai diventare una polifonia di musiche celestiali; invece altre volte la rendi una dolce atmosfera di sensazioni estasianti e leggiadre.

A questo punto, anche se mi dispiace, mi tocca ancora una volta deporre la penna e terminare la mia seconda missiva, la quale assai presto ti giungerà e ti farà diventare gaudente, come fece la prima. Da parte mia, fin da ora, aspetterò con ansia la tua lettera di risposta, dato che sono sicuro che anch’essa mi recherà un gaudio indefinibile! Quindi, a rileggerti a presto, gioia mia. Il tuo Nolup."

Cinque giorni dopo, il mio amico già aveva tra le mani la pregiata risposta della sua Elkes. Ella, riallacciandosi alla precedente lettera ricevuta dal suo amato, gli scrisse:

"Nolup, orgoglio della mia vita,

leggere le tue lettere è come trovarmi accanto a te; è come ascoltare le tue parole sublimi a viva voce, direttamente dalla tua bocca; è come sentirmi abbracciata a te. Esse emanano un certo fascino elettrizzante, il quale mi rapisce e mi trasporta in un mondo surreale, dove tutto è un sogno paradisiaco. Sì, esse suscitano in me un immenso stupore e mi fanno emozionare, fino a causarmi un nodo alla gola. Andando poi avanti nella lettura e passando da una riga all’altra, ti sento in me quasi realmente. Ho la sensazione di viverti e di gustarti nella realtà, di immedesimarmi con te con tutto l’amore che è in mio possesso, di strapazzarti con le mie carezze e di saziarti con le mie coccole dal sapore piacevole. Farei a meno di ammirare gli stupendi spettacoli della natura, se la loro ammirazione mi dovesse costare la rinuncia al tuo luminoso sguardo e ai tuoi vividi sorrisi; non esiterei a privarmi di ogni libertà, se fruire di essa significasse per me la perdita del tuo amore. Tu rappresenti per me l’essere più prezioso esistente nell’intero universo: sei la luce che lo illumina, sei il motore che lo attiva, sei il centro di ogni sua attrazione! Il cosmo, privato di te, mi apparirebbe una massa informe e tenebrosa; non riuscirei più a scorgervi l’attuale armonia, lo vedrei spegnersi senza scampo nel nulla eterno. Adesso comprendi, delizia mia, ciò che tu rappresenti per me, per cui non potrei fare a meno di te in nessuna maniera? Certo che lo comprendi, considerata la tua indubbia intelligenza!

Oh, soave amore mio, pensa sempre a me, senza mai smettere! Promettimi che sarò sempre io la luce delle tue pupille, il faro dei tuoi lungimiranti pensieri, la fiamma animatrice del tuo spirito, la passione del tuo cuore. Conta molto per me sentirmi importante agli occhi tuoi, poiché una sensazione del genere costituisce il perno della mia esistenza, intorno al quale vengono a ruotare tutti gli altri miei progetti, sia a livello virtuale che reale. Oramai posso affermare che ogni mio respiro viene emesso da me, perché esso mi faccia vivere insieme con te; ogni mio sguardo parte da me, perché esso mi faccia scorgere insieme con te; ogni mio passo viene dato da me, perché esso mi conduca direttamente a te e mi faccia trovare in modo gratificante tra le tue braccia. Il mio amore per te ha ampliato il mio orizzonte di percezione, per cui riesco a percepire dentro di me stati d’animo che, fino a poco tempo fa, erano del tutto sconosciuti dal mio comune sentire. Ora sono in grado perfino di viverli intensamente tanto nella sofferenza quanto nella gioia! Inoltre, è accresciuta in me pure la sete di conoscenza, dal momento che le semplici nozioni e i semplici fatti in mio possesso non soddisfano più il mio spirito. Nel regno dello scibile, esso adesso tende ad elevarsi sempre più in alto. In funzione di te, si mobilitano in me le ansie, i timori, le gioie, le aspettative, i desideri, i progetti, le aspirazioni, le intraprendenze. Al contrario, passano in secondo piano i miei stessi interessi personali, i quali cedono volentieri il passo a quelli che sono i tuoi. Difatti solamente essi vengono a rappresentare per me il fine ultimo della mia esistenza e il coronamento di tutte le iniziative che vengono da me intraprese per un qualsiasi scopo e per un qualunque motivo.

A questo punto, amore mio, mi tocca ancora deporre la penna e lasciarti, augurandoti un’ottima salute del corpo, dell’animo e dello spirito. Ma ho il timore che ciò sia impossibile per noi due, considerata la nostra attuale situazione coatta. Arrisentirci a presto, mio caro Nolup! Abbracci e baci dalla tua Elkes, la quale è e resterà sempre tua."

Anche il terzo scambio epistolare, che ci fu tra i due fervidi innamorati, ma questa volta palesemente più sensuale, esordì ancora con una lettera di Nolup. Di preciso, la sua consegna avvenne, quando era trascorso un mese dall’ultima lettera che egli aveva ricevuta dalla propria fidanzata. Il suo contenuto, che questa volta risulta un po’ spinto, fu il seguente:

"Elkes, amore mio sublime,

in questi giorni ho avvertito la tua mancanza fisica, per cui ho desiderato il tuo corpo come non mai. Il ricordo dei nostri incontri amorosi, anche se contenuti e mai in balia di una tempesta licenziosa, mi ha assalito con veemenza e con un certo travisamento del reale vissuto, spingendomi così a bramarti alla follia. In seguito, non ho potuto togliermi di dosso il contatto e il sapore della tua pelle; né sono riuscito a divincolarmi dai tuoi abbracci e a fare a meno dei tuoi baci. In continuazione, ti ho scorta abbordarmi con la tua arte amatoria, trasfonderti in me con tutta la tua passione, dominarmi con la tua sensualità impetuosa e procace. Mi dici che potevo fare, dolcezza mia, se non capitolare di fronte alle tue soverchianti carezze e allo strapotere della tua insaziabile sete d’amore? Virtualmente, così, ho ceduto alla tua furia passionale, mi sono lasciato soggiogare dal tuo impeto amoroso, mi sono arreso ai tuoi artifici muliebri. I quali, come ben sai, sanno operare nel campo dell’amore con scaltrezza e determinazione, trasmettendomi così la massima gioia.

Mi è sembrato proprio tutto vero, anche se, in un certo senso, non sei come ti ho desiderata nei miei pensieri, cioè disinibita e provocante, aggressiva ed eccitante, dedita ad un sesso lussurioso ed incontrollato. Al contrario, nelle tue calde effusioni reali, ti ho scorta in modo continuato assai morigerata; inoltre, non sei stata mai capace di perdere la testa o di darti ad una sfrenata frenesia, intanto che amoreggiavi con me. A parte queste mie evasioni mentali, che si sono concentrate particolarmente sulla tua componente fisica, avverto in me degli appetiti rivolti di più al tuo essere donna. Sono in preda ad impulsi istintuali, che ti cercano come integrazione della mia persona, la quale potrà esserci esclusivamente con il naturale appagamento della mia sfera sessuale. A trasformarmi così, forse sarà stata anche l’astinenza da quel poco che noi due ci concedevamo in termini di attrazione fisica. Comunque, non voglio conoscere la causa di questo mio nuovo sentire, di queste sopraggiunte sensazioni, le quali mi ti fanno desiderare in modo preminente, anche dal punto di vista della dimensione sessuale. Per il qual motivo, mi sento davvero ingordo di appagare questa mia smania con te e in te, nonché di farla sedare tra le tue braccia, mentre mi avvolgono con intenti procacemente velati. D’altro canto, sono sicuro che essa alla fine si estinguerà del tutto, non appena ti avrò posseduta con la massima felicità, vivendo insieme con te degli attimi incantevoli e indimenticabili.

Voglio sperare, ma carissima Elkes, che tu non condannerai questa mia iniziativa inusuale, insolitamente spinta e alquanto distante dai canoni abituali della nostra relazione. Se devo esserti franco e leale, nell’intimo non la disapprovo, l’accetto come un momento ineludibile, a cui la coppia non può sottrarsi. Anzi, si deve dedicare ad esso senza esitazione, senza inibizioni e senza limitazioni. Perciò sono convinto che comprenderai questo mio nuovo atteggiamento verso il nostro rapporto. Ti garantisco che esso non è affatto una presa di posizione di tipo preminentemente maschilista. Al contrario, si tratta di un atto dovuto, da parte di due persone che sono innamorate, con il chiaro obiettivo di conseguire lo sviluppo integrale ed armonico dell’essere umano.

Mia graziosa fata, con questa mia puntualizzazione sull’amore fisico nel rapporto di due persone, da cui non potevo prescindere per motivi di pudore, termino anche questa mia terza missiva, restando in attesa della tua gradita risposta. Un bacione senza fine da Nolup, il quale, come lo è oggi, sarà sempre il tuo folle innamorato."

Questa volta la risposta di Elkes giunse al suo amato più tardi del solito, poiché ella e la sua amica Nepda, ad un certo punto, si sentirono sorvegliate. La mia ragazza mi consegnò la lettera della sua compagna, dopo che erano trascorsi una decina di giorni, da quando l’aveva scritta. Riguardo al suo contenuto, esso fu il seguente:

"Nolup, mio prezioso smeraldo,

ogni cosa che affermi è degna della mia totale ammirazione; tutto quanto pensi è degno della mia approvazione più assoluta; ciò che mi proponi è degno della mia supina accettazione. Che cosa potrei farmene di un uomo, se di lui non ammirassi totalmente ciò che dice, non approvassi interamente ciò che pensa e non accettassi integralmente ciò che mi propone? Potrei solo gettarlo tra i rifiuti, come cosa inutile e senza valore, poiché verrebbe ad occupare un posto nella mia vita senza averne alcun diritto. Invece tu rappresenti tutt’altro per la mia esistenza, della qual cosa sei già a conoscenza! Dentro di me, niente e nessuno ha più valore di te; al di fuori di te, nessuna persona riesce a farsi notare da me. Perciò hai il diritto di dichiararmi ciò che vuoi, di propormi le profferte amorose più audaci, di farmi andare anche contro un mio modo di pensare e di comportarmi. Beninteso, mi riferisco a quei comportamenti che, per vari aspetti, possono risultare soltanto pro forma, magari ancorati a pregiudizi o a qualche principio di dubbio valore morale.

Mio caro Nolup, non dimenticare che anch’io, come le altre donne, sono un essere vivente e senziente, con l’identica prerogativa di percepire determinati stimoli vegetativi. Tra i quali, vengono comprese certe appetenze, che appartengono più specificamente alla sfera sessuale. La mia tendenza a frenarle, che è caratteristica di ogni ragazza che voglia farsi reputare perbene, non autorizza altri a pensare che in me non esistano. Esse, oltre ad esserci, fremono e si rivoltano contro quel perbenismo che viene imposto dalla società unicamente a noi donne! Tale atteggiamento perbenistico, il quale si rivela quasi sempre ipocrita ed è frutto di una morale borghese, è stato inventato soltanto per salvaguardare un valore che, per un caso strano, ha senso solo per il gentil sesso! Ecco perché giustamente dovrebbe essere ripudiato da parte nostra. I veri valori non prescindono né dal sesso di una persona né dalla sua razza né dalla sua religione. Essi sono universali per quanto riguarda i loro destinatari, senza alcun tentativo di escluderne qualcuno, unicamente per propria convenienza.

Amore mio, lo so che questo è anche il tuo pensiero, poiché me lo hai già manifestato nella tua ultima lettera. A ogni modo, anche se l'atteggiamento assunto da me fino ad oggi non te lo ha fatto comprendere, poiché è stato in parte pudico, ebbene, sono il tipo di donna propenso ad amarti nel modo e nella forma che vorrai; ma non per accontentare la tua tendenza mascolina. Anch’io, come tutte le donne sessualmente normali, sento la voglia di sbizzarrirmi con te e con il tuo corpo, al fine di darti tanto piacere e riceverne, nello stesso tempo, in eguale misura. Sbaglia chi dice o pensa che una certa sensibilità sia esclusivamente maschile; invece essa è semplicemente dell’essere umano, a prescindere dall’essere uomo oppure donna. Anche a me piacerebbe essere trasgressiva con te per farti esprimere la massima passione; ma soprattutto per sentirmi trascinare nella spirale della concupiscenza, la quale dovrebbe risultare l’esaltazione della sensualità più appagante. Sei soddisfatto adesso, mio caro amore, per essermi dichiarata esattamente quella che sono nella realtà, ossia una normale donna in carne ed ossa?

Adesso devo lasciarti di nuovo, amore mio, non posso dilungarmi oltre. A momenti, verrà a trovarmi la mia amica Nepda ed io dovrò consegnarle questa lettera, che ho appena scritta. Ma prima ella dovrà assicurarsi che fuori tutto procede normale e nessuno sospetta lo scambio di corrispondenza epistolare, che da alcuni mesi si è instaurato tra noi due a nostro esclusivo beneficio. Insieme con la mia lettera, ti faccio pervenire i miei abbracci e i miei baci migliori. Allora a presto, mio Nolup! La tua Elkes."

Quella della ragazza fu l’ultima lettera che i due innamorati poterono scambiarsi, poiché non molto tempo dopo essi sono stati scoperti e condannati alla segregazione a vita. Ossia, i poveretti sono stati rinchiusi in una buia ed umida segreta, situata a dieci metri sottoterra, dove possono trascorrere soltanto una miserabile esistenza. Una settimana fa, il capo Felub, nel fare visita a sua figlia, l’ha sorpresa mentre rileggeva le lettere che le aveva inviate il mio amico. Dalla loro lettura, senza difficoltà egli ne ha dedotto che anche Elkes ne aveva inviate a Nolup. Allora è corso subito a metterne al corrente il padre Duzon di persona. Consegnandogli quelle del figlio, ha preteso da lui la restituzione delle lettere che la sua ultimogenita aveva inviato al suo innamorato. Così si sono condotti insieme ad effettuare la perquisizione nella capanna di Nolup. Dopo una breve ricerca, essi le hanno trovate nascoste sotto una piccola lastra di roccia effusiva. A quel punto, i due capi, divenuti furiosi, hanno deciso di punire con molta severità i loro ultimogeniti ribelli, condannandoli alla segregazione a vita.

Stando rinchiusi nel luogo, di cui già vi ho parlato sufficientemente, essi non stanno più ricevendo da allora né cibo né acqua. Tale sarà la loro ingrata sorte, fino a quando la morte non avrà troncato le loro esistenze per inedia e per conseguente cachessia. Duzon e Felub, ritenendo me e la mia Nepda i soli responsabili dello scambio epistolare intercorso tra i loro terzogeniti, essendo noi i loro amici fedeli, avevano deciso di infierire anche contro di noi. Ma mio padre, mettendo a rischio la propria vita, è riuscito a rintracciarmi in tempo e a mettermi al corrente di ogni cosa nello stesso giorno, prima che rimettessi piede nel villaggio, permettendomi così di fuggire via. Da allora, per non farmi prendere dal mio capo vendicativo, sono diventato uccel di bosco; però, in tutto il tempo che mi sono dato alla macchia, non ho fatto che pensare alla mia ragazza. Immaginandomi la brutta fine che le avevano fatto fare, in cuor mio penavo che non vi dico.

Il mio racconto termina qui, amici miei, avendovi detto ogni cosa che dovevate sapere sui nostri due popoli, che vivono nelle Terre senza Pace. Per ovvi motivi, manca solo la parte inerente alla brutta esperienza che Nolup ed Elkes stanno vivendo nelle loro inospitali segrete. Tra poco tempo, entrambi vi moriranno di fame, se non si interverrà a salvarli in tempo, prima che la morte li raggiunga. Quanto a me, sono stato fortunato a capitare presso di voi, poiché così avete impedito a Traxos e ai suoi guerrieri di catturarmi e di consegnarmi al mio inflessibile capo Duzon. Se invece egli ci fosse riuscito, adesso starei anch'io a morire nell'umida segreta, insieme con la mia Nepda.