295-ELKES E NOLUP, UNA COPPIA DI INNAMORATI MODELLI
Una dozzina di giorni dopo i fatti che erano accaduti tra i figli di Duzon e quelli di Felub, si poteva affermare che le acque si erano calmate presso le due autorevoli famiglie. Ma sia Nolup che Elkes, per la vicenda che conosciamo, si erano dovuti sorbire una paternale dai rispettivi genitori. In seguito, però, come si erano impegnati in precedenza, i due giovani iniziarono a frequentarsi di nascosto. Nel medesimo tempo, anch'io e Nepda fummo obbligati ad avere degli incontri galanti, i quali, per la verità, non costituivano per noi alcun peso. Anzi, fin dal primo di loro, essi ci si rivelarono occasioni di una indefinibile piacevolezza, per cui pure noi li aspettavamo con trepidante attesa. Dal momento però che sono altri i due protagonisti principali della singolare storia che sto per raccontarvi, mi do senza indugio a ripristinare gli interrotti collegamenti con la loro vicenda.
Nolup ed Elkes consideravano la predizione della veggente Cerla di buon auspicio al loro amore, per la qual cosa si sentirono investiti da essa del dovere di accenderlo e del diritto di raccoglierne i gustosi frutti. Infatti, in ottemperanza a tale profezia, la quale risultava assai importante per entrambi, i due giovani non potevano evitarsi o far finta di non essersi mai incontrati. Come anch'essi ne erano convinti, oramai era destinato che tra loro due nascesse una passione amorosa così grande e coinvolgente, da far leva un giorno pure sul radicale cambiamento degli aspri dissidi esistenti fra i loro due popoli. Perciò, fin dall'inizio, i due innamorati si mostravano convinti che la storia d'amore che li riguardava sarebbe stata drasticamente osteggiata dai rispettivi padri padroni. I quali rappresentavano le uniche persone che potevano cambiare le cose presso i rispettivi popoli. Ma essi davano poca importanza alla loro avversione, essendo al corrente che stava per presentarsi nei loro territori uno straniero autorevole, che sarebbe intervenuto a loro favore. Egli prima si sarebbe interessato della loro vicenda amorosa e poi avrebbe imposto ai Boios e ai Normuk la fine dei loro conflitti, i quali si perpetuavano da secoli. Nolup ed Elkes avevano una tale fede in quella loro missione, che vi si dedicarono con grandissimo fervore e con tutta la forza del cuore. In merito, bisogna precisare che nessuno dei due si gettò a capofitto nel loro reciproco amore, proprio come perfetto automa, cioè intento solo a perseguire un determinato scopo, che non era il loro bene comune. L'uno e l'altra sentivano di amarsi profondamente ed avvertivano il loro amore come uno stimolo proveniente dalle latebre del loro animo. Per cui non potevano farne a meno, come era loro impossibile rinunciare all'ossigeno dell'aria. Gli incontri del mio compagno con la sua amata, i quali in principio furono meno frequenti e in seguito più ravvicinati, avvenivano nell'Antro della Pace con la massima riservatezza. Essi si svolgevano nel suo interno, mentre io e la mia Nepda amoreggiavamo fuori dell'immensa cavità. Devo ammettere però che il nostro amore non veniva coltivato da noi due con la medesima intensità che ci mettevano il mio amico e la sua ragazza; invece poggiava sul puro svago.
Durante il loro terzo incontro passionale, come Nolup ebbe a riferirmi in serata, ad un certo momento, a tutti e due era sembrato di calarsi in una realtà remota, per questo si erano sentiti estraniarsi da quella che era la loro esistenza presente. Per la verità, il loro trasporto temporale non era stato visivo, bensì esclusivamente uditivo. Per la precisione, essi erano stati coinvolti dal solo fattore sonoro dello strano fenomeno, il quale si era andato amplificando sempre di più nella sua manifestazione preminentemente vocale. Tutto a un tratto, si era udito nell'antro un coro di un migliaio di voci. Esse dapprima erano state sommesse; ma poi, a mano a mano, si erano espresse con un crescendo di lamentela fino all'impossibile. Anzi, nella sua parte finale, il coro si era trasformato in una vibrante protesta contro la prepotenza delle persone più in vista dei rispettivi villaggi e contro gli orrori che erano dovuti alle sanguinose guerre da loro volute. Sempre secondo quanto Eliun asseriva, tali voci, a volte pacate altre volte frastornanti, potevano provenire soltanto dall'espressione inequivocabile del loro sconcerto e della loro denuncia. Quest'ultima, poi, era evidente che veniva sporta contro chi abusava del proprio potere e condannava a stragi ingiustificate le migliaia di vittime innocenti appartenenti ai loro due popoli. Inoltre, le stesse voci ci avevano tenuto a recriminare il torto da loro subito, fino a risultare una ferma condanna nei confronti di coloro che si erano resi responsabili anche del suicidio di massa delle loro afflitte genitrici.
Riferendomi al loro amore, dico subito che esso, come già accennato, si differenziava parecchio da quello nostro. Il quale era più frivolo, più carnale e basato principalmente sulla celebrazione dell'atto sessuale vero e proprio. Per questo esso si dava a conseguire soprattutto il godimento dei nostri sensi e l'appagamento della nostra voluttà. Per me e per la mia Nepda, infatti, l'atto amoroso si prefiggeva l'esaltazione della sola sensualità, intesa essa come un momento di massimo piacere del nostro corpo. Al contrario, i nostri due affezionati amici intendevano l'amore in tutt'altra maniera, poiché lo consideravano prima di tutto un nobile sentimento. Nel loro atto amoroso, la componente sessuale risultava un fatto secondario, complementare solo in minima parte del loro schietto amore, considerato esso nella sua accezione più pura e qualificante. L'amore, nel loro intimo, corrispondeva a qualcosa di sublime, siccome veniva a coinvolgere in gran parte la psiche e lo spirito, per cui essi ne venivano inebriati in primo luogo sentimentalmente. Per Nolup ed Elkes, prima di ogni altra cosa, amarsi significava elevarsi oltre i confini della ragione, superare la barriera della psiche, operare una immedesimazione trascendente dei loro spiriti, fondersi in un solo essere pensante e deliberante, ossia raggiungere una comunione di pensieri e di intenti. Per i due partner, quindi, l'amore autentico equivaleva alla reciproca ed incondizionata accettazione delle loro esistenze. Per il quale motivo, in esso le divergenze si appianavano, i progetti si uniformavano e gli ideali diventavano comuni. Infine il loro pieno e salutare appagamento, considerato in ogni senso, diveniva il risultato dei vari nobili aspetti dell'esistenza, poiché essi dovevano mirare a perseguire la comunione dei loro scopi attraverso la catarsi finale.
In base a tale loro concetto dell'amore, Nolup ed Elkes non potevano che amarsi, diversamente da come facevano tutti gli altri, compresi me e Nepda. Essi si imbevevano di una ideologia dell'amore, la quale glielo faceva vivere ed esternare in modo sublimante. Nella loro intimità, una concezione del genere dell'amore li spingeva ad idealizzarlo come un'astrazione metafisica, che finiva per coinvolgere l'intera persona umana ed inneggiava alla sua sacralità più genuina. Per l'uno e per l'altra, l'amore costituiva l'essenza dell'esistenza, l'attivatore dell'essere e del divenire dell'universo, il principio e la fine di tutte le cose, il realizzatore dei sogni più fantastici, il promotore di ogni retta coscienza, il risolutore della totalità dei problemi dell'uomo, il pane quotidiano del proprio spirito e la serenità della propria anima. Per loro, dove esso germogliava, crescevano i sentimenti più nobili; la stessa esistenza acquistava un valore sacro e prezioso, per cui iniziava ad avere un significato. Da parte sua, l'essere umano si dava a desiderare fortemente la pace e ad aborrire la guerra. Al contrario, dove l'amore inaridiva, venivano a mancare le virtù superiori, mentre la prepotenza e la sopraffazione si irrigidivano; nonché si arroccavano in un reciso rifiuto di ogni forma ispirata alla libertà. Così pure la concezione della vita era improntata all'oscurantismo più assoluto e retrogrado. Invece i propositi di ciascun individuo non potevano che conformarsi ad un egocentrismo irrazionale ed antisociale, che era da rigettarsi nel modo più assoluto.
Fino adesso, ho cercato di esprimervi alla meglio quella che era la filosofia dell'amore di Nolup e di Elkes. Ma il loro amore non influenzato dalla speculazione, cioè quello vissuto nella loro intimità e nella loro quotidianità, si presentava di una spontaneità e di una genuinità fuori del comune. Per il momento, eviterò di parlarvene, poiché desidero che voi lo apprendiate direttamente dalle loro stesse parole, visto che molto presto ve ne darò l'opportunità. Questa mia decisione è dovuta al fatto che mi preme andare avanti nel racconto, del quale loro due verranno a rappresentare i protagonisti sventurati e braccati da un destino crudele ed impietoso.
Un giorno, mentre eravamo tutti e quattro gli innamorati seduti presso la riva di un torrente, tra i vari argomenti che si andavano srotolando via via dalla nostra conversazione, ad un certo punto, sbucò fuori anche quello sul pacifismo. Per l'esattezza, si era passati a discorrere sulla vicenda dei giovani pacifisti, i quali una ventina di anni addietro si erano ribellati agli oltranzisti della guerra. Più particolarmente, gli sventurati si erano opposti ai bellicisti impenitenti, tra i quali i più intransigenti si erano mostrati e continuavano a farlo i nostri capi Duzon e Felub. Anzi, costoro si erano sempre dimostrati i più irriducibili, come tuttora continuano a fare con il massimo rigore. La prima ad aprire bocca a tale proposito, però sfiorando appena l'argomento con le sue parole alquanto caute, fu la mia coraggiosa ragazza. Nepda, infatti, a un tratto saltò su a dire:
«Sarebbe bellissimo, se potessimo incontrarci nei nostri villaggi alla luce del sole e non di nascosto, come noi stiamo facendo in questo momento! Invece il padre di Nolup e quello di Elkes, in qualità di nostri capi, ce lo proibiscono categoricamente, minacciando di punire con la segregazione chiunque abbia dei buoni rapporti con persone appartenenti all'altro popolo. Figuriamoci poi, se sentissero parlare di innamoramento tra una Normuk ed un Boios o viceversa! Essi farebbero i diavoli a quattro, pur di distruggerlo all'istante! Perciò speriamo che essi non verranno mai a sapere delle nostre clandestine relazioni amorose!»
«Hai ragione, Nepda, a parlare così.» le risposi «Se potessimo esprimerci liberamente all'aperto, sarebbe un gran bene per tutti gli innamorati come noi! Ma una libertà del genere, come hai fatto presente, ci viene negata senza ragione da due despoti di nostra conoscenza. Essi, a causa della loro ottusità mentale (mi perdonino i loro figli presenti, se parlo di loro così), non ne vogliono sentir parlare, come se ne fossero allergici!»
«Allora perché non rifondiamo noi quattro il movimento pacifista, miei cari amici?» propose Nolup «Stavolta forse riusciremmo a smuovere le coscienze dei nostri popoli, ad iniziare da quelle di mio padre e del genitore di Elkes. Essi sono i primi ad odiare la pace, quasi fossero innamorati della guerra! Anzi, se potessero, se la porterebbero perfino a letto! Quanto a te, Eliun, non hai motivo di chiedere perdono a me e alla mia Elkes per avere offeso i nostri genitori, poiché io e lei abbiamo di loro la tua stessa opinione. Anzi, dovresti già saperlo!»
«Io sarei anche d'accordo con la tua proposta, Nolup;» la sua ragazza espresse la propria idea «ma per adesso non ne vedo affatto la necessità. Inoltre, ricominciare daccapo non sarebbe una cosa facile, anche perché nessuno di noi quattro è dotato di intraprendenza e di nuove iniziative!»
«Perché mai dici così, Elkes? Se lo vuoi sapere, parlandomi in questo modo, mi sbalordisci e mi angosci parecchio! Non mi sarei mai aspettato da te una risposta simile, siccome ti ritenevo di tutt'altra tempra!»
«Si vede, Nolup, che ignori le ragioni, per cui mi sono espressa nella maniera che non ti è piaciuta! Come ne sei a conoscenza, nessuno più di me sarebbe d'accordo a fondare un nuovo movimento di tal genere, se non si intravedesse per noi una diversa scappatoia per sconfiggere la guerra! Invece, stando a quanto mi predisse l'indovina Cerla, al posto nostro, molto presto ci sarà qualcun altro a far trionfare la pace tra i nostri due popoli. Lo hai forse già dimenticato? Io ho una cieca fiducia nell'imbattibile eroe, che sta per giungere sui nostri territori!»
«Possibile, Elkes,» la ripresi «che tu creda alle ciarle di una vecchia scimunita? Non pensi di esagerare nel darle più credito di quanto ella si merita? Ti consiglio di non lasciarti lusingare dai sogni, dai quali un giorno potresti venire disillusa! Perciò evita di accettare come oro colato tali scemate, le quali possono soltanto offendere la tua acuta intelligenza!»
«Eliun, perché non dovrei credere alla predizione dell'indovina, visto che una parte di essa si è già avverata come ella mi aveva vaticinato? L'anziana Cerla, infatti, quel giorno mi predisse anche che avrei incontrato il mio Nolup e che egli mi avrebbe salvato la vita. La qual cosa, come tutti e quattro ne siamo al corrente, è puntualmente accaduta! Per questo sono convinta che si avvereranno anche i restanti fatti da lei predetti!»
«Davvero, Elkes, ella ti vaticinò quanto hai affermato?» le domandai incredulo «Allora in questo caso potrei anche ricredermi su quanto da me affermato sull'indovina! Intanto me ne starei ad attendere l'eroe annunciato da Cerla, fantasticandoci su con la massima delle gioie.»
«Ogni cosa da lei detta è vera, Eliun.» mi confermò Nepda «Ero presente anch'io, quando la vecchia Cerla le preannunciò gli avvenimenti che la mia amica ti ha fatto presenti! Perciò perché non crederle?»
«In questo caso, Nepda, non mi resta che scusarmi con Elkes ed accettare per buone le parole della preveggente. In merito, mi chiedo: Chi sarà questo personaggio di oltreconfine, il quale riuscirà a convincere i nostri due capi a smettere di farsi la guerra? Ma egli lo farà, ricorrendo alla persuasione oppure alla forza, a cui essi sono soliti affidarsi? A mio avviso, quest'ultima è l'unica che potrà riuscirci, ammesso che il nostro eroe straniero porti con sé un grande esercito bene armato ed invincibile! Altrimenti, ogni sua iniziativa in tal senso sarà destinata a fallire in partenza!»
«Me lo sto chiedendo anch'io, Eliun;» mi fece presente il mio amico «ma non sono in grado di darmi una risposta che mi soddisfi. Perciò non ci rimane che aspettare che lo svolgimento dei futuri eventi avvenga al più presto, in attesa della sua provvida comparsa sui nostri territori insanguinati dalle guerre. Speriamo proprio che ciò accada quanto prima!»
«Ben detto, Nolup: ti sei espresso esattamente come un saggio!» intervenne ad elogiarlo la sua Elkes «Quindi, attendiamo che il destino faccia il suo corso. Ma la strage dei giovani pacifisti, come pure il conseguente suicidio delle loro madri, non dovranno mai spegnersi nella nostra memoria. Al contrario, vi dovranno restare imperituri, come fulgidi esempi di grande eroismo, a difesa della libertà e della pace!»
«Parole sagge, Elkes!» mi mostrai solidale con la ragazza del mio amico «Taluni momenti, epici o drammatici che siano, non dovrebbero mai essere cancellati dalla nostra memoria. Invece essi vi dovrebbero restare inestinguibili e degni della massima venerazione da parte di ciascuno di noi, superando perfino la barriera del tempo!»
Alle mie ultime parole, seguì la nostra decisione di far ritorno ai nostri villaggi; ma eravamo stati spinti a prenderla, unicamente perché il tramonto stava ormai per dissolversi in un imbrunire dalla scarsa visibilità. Il quale, a sua volta, presto avrebbe consegnato la natura degli esseri viventi e non viventi alla tenebrosa notte per il consueto sonno notturno. Per cui noi volevamo rientrare alle nostre case, prima che si facesse sera inoltrata.
Dopo circa sei mesi di incontri, i quali erano avvenuti tra Nolup ed Elkes nella massima segretezza e con scadenza settimanale, ogni cosa incominciò a volgere verso un esito negativo. Essendosi iniziato ad aversi dei sospetti presso le famiglie dei nostri due amici, esse deliberarono di mettere qualche segugio alle loro calcagna. Alla fine, nonostante essi avessero preso le solite precauzioni adottate nei precedenti incontri, i due innamorati finirono per essere scoperti dalle persone che erano state incaricate di sorvegliarli nella massima segretezza. Furono i due fratelli maggiori di Nolup a scoprire per primi la loro relazione amorosa e il luogo dei loro incontri. Per cui essi presero i dovuti provvedimenti, proprio come aveva ordinato il loro genitore. Secondo l'ordine di Duzon, che lo aveva emesso da poco, i due figli più grandi avrebbero dovuto sorprendere il loro fratello minore in uno dei suoi incontri amorosi con Elkes per condurlo poi al suo cospetto. Invece avrebbero dovuto lasciare libera la ragazza, permettendole di ritornarsene al suo villaggio. Così un giorno, dopo averlo pedinato con la massima cura, i suoi germani riuscirono a sorprendere Nolup in stato di flagranza, ossia mentre amoreggiava con la sua ragazza. Allora l'obbligarono a seguirli dal padre per essere giudicato da lui. Duzon, sebbene avesse deciso di non prendersela con la ragazza, comunque dopo si preoccupò di mettere al corrente il padre di lei dell'incresciosa situazione, che si era venuta a creare tra i loro due ultimogeniti. In pari tempo, lo invitò a prendere i dovuti provvedimenti nei suoi confronti, proprio come avrebbe fatto lui stesso con il proprio ultimogenito. Per fortuna, quel giorno io e Nepda eravamo assenti, per cui non ci furono da parte loro anche dei reali sospetti su noi due, fino a supporre che eravamo due loro favoreggiatori.
Il primo scontro verbale fu quello tra Duzon e il suo terzogenito. Esso, com'era da prevedersi, si rivelò assai aspro, siccome ciascun contendente, già prima dell'incontro, era intenzionato a non cedere di fronte alle varie argomentazioni dell'altro, qualunque esse sarebbero state. Per questo il capo boiosino, quando il suo figliolo minore fu al suo cospetto, sebbene fosse il suo preferito, si diede a parlargli con un tono risentito:
«Nolup, qui tutti sanno che nessun abitante del villaggio può simpatizzare con un Normuk. Non parliamo poi del suo innamoramento con una donna normukese! Dovresti essere a conoscenza che, se un Boios si rende responsabile di un fatto del genere, egli incorre nella sanzione disciplinare della segregazione. Ma se mi prometti che scorderai per sempre Elkes, per te solo sono disposto a chiudere un occhio e a fare una eccezione, nel senso che non ti punirò con la segregazione! Allora posso contare sulla tua ubbidienza e sulla tua promessa che la dimenticherai senza limite di tempo?»
«Invece, padre mio, non intendo rinunciare alla mia Elkes, tantomeno voglio togliermela dalla mente! Io l'amo con tutto me stesso e un giorno la farò mia sposa, anche senza il tuo consenso e quello del capo Felub! Adesso penso di esserti stato abbastanza chiaro!»
«Nolup, nel modo più assoluto non posso credere che tu desideri disubbidirmi in questo modo! Eppure sei sempre stato il mio figlio prediletto, al quale ho riservato il mio affetto maggiore! Nonostante questa mia preferenza, vorresti tradire la fiducia che ho sempre riposto in te? Trovo assurdo un fatto del genere, figlio mio ingrato! Allora sappi che così mi costringi a punirti, contro la mia volontà!»
«Se non mi lasci altra scelta, padre mio, non so che farci! Lo sapevi già da tempo che sono stato sempre in disaccordo con te e con le tue assurde idee belliche. Lo sono tuttora, anche per altri due seri motivi, benché non te li abbia mai palesati fino alla giornata odierna.»
«Quali sarebbero tali motivi, Nolup? Giacché ci sei, sfógati pure nel modo che vuoi, poiché soltanto in questo momento te ne do l'opportunità! Tu sai che preferisco dai miei figli un franco parlare in faccia ad una ostile critica non manifesta, come dici di aver fatto fino adesso! Dunque, palesami ciò che hai da riferirmi e facciamola finita qui!»
«Allora, padre mio, una buona volta per sempre, prima ti chiarisco cosa ne penso delle guerre tra i Boios e i Normuk, quelle che tu e Felub vi ostinate a propugnare. Esse rappresentano la cosa più turpe che possa concepire l'essere umano. Di conseguenza, le persone, le quali promuovono una guerra e la dichiarano, non possono essere che dei criminali folli ed irresponsabili! Passo poi a dichiararti qual è il mio pensiero su quei capi che, in vario modo e con diversi mezzi, si prefiggono di limitare la libertà dei propri sudditi. Ebbene, anche a costoro vanno la mia disapprovazione e il mio disprezzo. Concludo, affermandoti che nessuno mai potrà obbligarmi a fare ciò che non intendo fare oppure potrà pretendere da me che io sia quello che non voglio essere! Quindi, nel pieno rispetto del mio libero pensiero, mi rifiuto categoricamente di fare l'ignobile guerra, essendo uno strenuo difensore della pace! Ecco: adesso lo sai, per avertelo detto in faccia!»
«Nolup, mi stai forse dichiarando che sei intenzionato a procedere per questa tua strada errata? Non vuoi proprio ripensarci e rivedere queste tue strambe idee, che qualcuno ti avrà follemente infuse, dopo averti plagiato a suo piacimento? Io ti consiglio di non perseverare in tale tuo errore!»
«Mai e poi mai, padre mio, la penserò diversamente! Io sono del parere che tu e Felub dobbiate cambiare, procurando pace e serenità ai vostri due popoli. Possibile che neanche la strage dei giovani pacifisti e il suicidio di massa delle loro madri non siano riusciti ad insegnarvi qualcosa? Al vostro posto, mi sarei fatto mille esami di coscienza, allo scopo di rendermi conto in cosa avevo sbagliato! Mi sarei convinto che qualche mia colpa doveva pur esserci stata, se avevo spinto quei figli poveretti e quelle madri sventurate ad un atto tanto disperato! Esso fu così terribile, da non potersene rinvenire un altro simile nella storia dell'umanità! Invece voi, anche dopo quei terribili fatti di sangue, come se nulla fosse accaduto nei vostri due villaggi, avete seguitato a preferire la vostra politica di belligeranza e di sadico dispotismo, anziché scavare sotto i vostri piedi la più profonda delle fosse e seppellirvici dentro!»
«Nolup, pretendo da tutti i Boios, compresi i miei figli, che non mi si parli mai dei due episodi diventati ormai tabù. Perciò rammèntatene, se non vuoi che io perda la pazienza e ti tratti alla stessa stregua degli altri! Nel villaggio, essendo il capo, si fa solo ciò che viene stabilito da me! Quei miei sudditi, i quali intendono trasgredire gli ordini del sottoscritto, anche se sono miei figli, saranno severamente puniti! Presso il mio popolo, rappresento io la legge e decido tutto quello che voglio, a cominciare dall'ubbidienza della mia prole! Chi oserà disubbidirmi si prepari ad essere castigato come si merita! Fosse egli anche un mio figlio!»
«Come vedo, padre mio, similmente a Felub, rifuggi dal governare il tuo popolo con equità e saggezza; ma preferisci imporgli un governo, che è basato sul noto proverbio "La ragione è sempre del più forte". In pari tempo, voi volete mettere a tacere certi fatti che continuano a tacciarvi di prepotenza e di abuso. Per fortuna, pure voi due state per assaggiare l'aspro sapore della forza, la quale presto vi investirà e vi costringerà a fare anche ciò che ripudiate con meschinità e con la massima caponaggine!»
«A cosa ti sei voluto riferire, figlio?! Non dirmi che è sorto tra i giovani un nuovo movimento pacifista! Se così fosse, senza meno esso sarebbe destinato a fallire come il precedente. Andrebbe incontro allo stesso epilogo dell'altro, cioè senza alcuna speranza di avere successo e finendo in un immane massacro. Dovresti saperlo!»
«Questa volta, padre, non saranno dei giovani inermi a tentare di far ragionare te e il tuo omologo Felub; sarà invece un forestiero ad imporvi con la forza la pace ed un governo giusto. Presto egli sarà sulle nostre Terre senza Pace e verrà a farsi valere nei vostri confronti! Ecco quanto il destino ha previsto per i Boios e per i Normuk!»
«Tu dai retta a queste panzane, Nolup? Come puoi pensare che un solo uomo possa indurre due popoli, con a capo me e Felub, a cessare di farsi la guerra? A tale riguardo, sai cosa ti dico? Che ben venga il tuo straniero dalle nostre parti! Così vedrai con i tuoi occhi come lo farò ritornare nel suo luogo di origine a legnate sulla groppa! Nel frattempo ti relegherò in una capanna, la quale sarà sorvegliata a vista giorno e notte da due dei miei guerrieri, allo scopo di impedirti di scappare. In essa, neppure i tuoi fratelli potranno venire a farti visita, poiché la sola persona che avrà il privilegio di venire a trovarti e di farti compagnia, sarà il tuo carissimo amico Eliun. Da questo momento, figlio mio ingrato, sarà come ho detto, avendolo io decretato con la mia autorità!»
Anche tra il capo dei Normuk e sua figlia, non tardò ad aversi un diverbio molto vivace, restando alla fine ognuno sulle proprie posizioni iniziali, senza cedere di un solo centimetro al proprio interlocutore. Felub aveva preso l'iniziativa, dopo essere stato aggiornato da un corriere di Duzon sugli sviluppi amorosi dei loro ultimogeniti. Solo allora egli non perse tempo a parlare alla figlia, sperando di farla rinsavire, pur di non vedersi costretto a ricorrere a qualche sua punizione. Perciò, quando ella gli fu davanti, palesando molta burbanza, si diede a rampognarla come appresso:
«Come ti sei permessa, Elkes, di intrecciare una relazione amorosa con un Boios? Addirittura con uno dei figli del loro capo Duzon! Dimmi: sei forse uscita di senno, per essere giunta a tanto? Da te, mia diletta figlia, non me lo sarei mai aspettato! Mi dici perché lo hai fatto?»
«Invece non sono una mentecatta, padre mio! Dovevo forse chiederti il permesso per scegliermi la persona da amare? Ho sempre saputo che queste cose si fanno in piena libertà, senza che altri diano il loro consenso o il loro dissenso! Oppure sei di parere contrario? Se tu lo fossi, sappi che per me non cambierebbe nulla e continuerei ad amare il mio Nolup! Perciò ti consiglio di non sprecare altro tempo, con l'intento di dissuadermi dal dedicare il mio amore a colui che amo di più al mondo! Tanto non ti servirebbe a niente! Solo la morte mi costringerebbe a smettere di amarlo!»
«Qui stiamo parlando di un Boios, figlia mia! Tu lo sapevi che, a gente simile, ho vietato perfino di rivolgere il saluto! Tutti nel villaggio sanno che è prevista un severo castigo per chi si rende colpevole di un fatto simile o, peggio ancora, si permette di allacciare una relazione amorosa con un Boios! Anche tu dovresti già saperlo!»
«Certo che ne ero a conoscenza, padre! Sei tu che non vuoi convincerti che un capo non può limitare la libertà di un proprio suddito. Il quale deve potere agire come più gli aggrada, se le sue azioni non nuocciono agli altri suoi simili. Perciò, che tu lo voglia oppure no, io sposerò il mio Nolup. Anzi, quanto prima, me ne andrò a vivere insieme con lui nel suo villaggio, anche contro la tua volontà e quella di suo padre!»
«Invece, mia cara Elkes, non lo sposerai mai, poiché sarò io ad impedirtelo! Nel caso poi che persisterai in tale tua insulsa idea, mi vedrò costretto a punirti alla pari degli altri, anche se sono contrario, trattandosi di te, che sei la mia figlia prediletta!»
«Che dire allora, padre mio, delle guerre che tu e Duzon vi accanite a farvi, incuranti che esse procurano la morte ad una caterva dei vostri sudditi? Voi due non siete altro che dei folli e degli incoscienti, se provate in ciò un piacere sadico! È mai possibile che neppure la strage delle migliaia di giovani pacifisti e il suicidio delle loro madri non siano riusciti a smuovervi e a farvi recedere dai vostri insani propositi bellici? Mi dici quando deciderete di essere ragionevoli, una buona volta per sempre?»
«Non voglio sentirti parlare di fatti simili, figlia, poiché essi mi fanno indignare, essendo stati cagionati da una follia collettiva! Dunque, cerca almeno tu di essere assennata e rinuncia all'amore rivolto al tuo Nolup, che non ammetto oggi e non ammetterò in nessuno dei giorni avvenire! Credo di essermi spiegato!»
«Invece scordatelo, padre mio! Io non mi farò mai condizionare dalle tue leggi, ogni volta che deciderò di fare qualcosa che considero giusto! Adesso che lo hai appreso, puoi anche prendere nei miei confronti i provvedimenti che consideri più opportuni. Sappi che non li temo, poiché essi giammai potranno raggiungere la mia mente, al fine di cancellarvi il mio amore per Nolup e lui stesso, poiché essi vi rimarranno in eterno!»
«Certo che lo farò, Elkes! Di ciò non ti devi preoccupare! Già da questo istante, sarai tenuta segregata in una capanna, dove non potrai ricevere visite neppure dai tuoi familiari. Unica eccezione sarà fatta per la tua amica Nepda, la quale potrà venire a trovarti tutte le volte che lo desidererà e potrà intrattenersi con te per il tempo che ella vorrà. Dopo, vedrai, te ne pentirai e cercherai di riparare!»
Fu in quel modo odioso che i due innamorati si ritrovarono a vivere una lontananza esacerbante, la quale non faceva altro che trascinarli in un avvilimento e in un'angoscia senza limite. Per fortuna, la loro disgrazia veniva mitigata dall'amore che l'uno nutriva verso l'altra e viceversa. Soltanto esso li aiutava a sognare e a sopravvivere a simile costrizione disumana, quella che ad entrambi veniva imposta dai rispettivi capifamiglia. I quali non mostravano alcuna pietà verso di loro, pur di costringerli ad emendarsi nella maniera sbagliata.