29°-IVEON SI RECA DA KRON, MENTRE FUAT FA VISITA AL FRATELLO BRUST

Intanto che sono stati passati in rassegna i vari fatti accaduti nell'Impero dell'Ottaedro, precisamente sul pianeta Krop e su quello di Lurset, cos'era avvenuto sopra Zupes? Ebbene, raggiunto il loro pianeta, le divinità positive, che avevano preso parte al commando, erano rientrate nelle rispettive dimore. Il solo dio Iveon si era recato nella fortezza del gerark, portandosi appresso il dio negativo Seurd, il suo prigioniero. Nel suo nuovo incontro con il gerark Vaulk, egli gli aveva raccontato come si erano svolte le varie operazioni della loro incursione sopra il pianeta Luot. Dopo si era amareggiato del fatto che esse ancora una volta non erano risultate favorevoli al divo Ukton, poiché non si era potuto liberarlo. Anche il dio del coraggio c’era rimasto piuttosto male. Anzi, si era sentito perseguitato da una sorte crudele, la quale continuava imperterrita a mettergli i bastoni tra le ruote. Tralasciando infine la malasorte toccata al suo secondogenito e non perdendosi d'animo, egli si era dato a parlare così all’eroico dio:

«Iveon, anche se la tua missione non ha riscosso il successo che speravamo, per noi resta di grande sollievo il fatto che adesso è nostro prigioniero il nipote del kapius Brust. A mio parere, la sua cattura, come ripiego, è stata una tua mossa intelligente. Essa può soltanto confortarci e farci pensare ad una liberazione imminente di mio figlio. Tutti i nonni sono particolarmente sensibili verso i nipoti e si affezionano a loro in maniera incredibile. Spesso essi prendono a cuore i loro problemi molto più dei propri figli! Non credi anche tu, amico mio, che io faccia bene a ragionare in questa maniera?»

«Ne sono convinto anch’io, Vaulk.» aveva acconsentito l’eroico dio «Auguriamoci che pure il kapius Brust sia un nonno uguale agli altri, ossia normale e affettuosamente dedito ai problemi dei propri nipoti. Se non dovesse risultare esemplare come la maggior parte di loro, che almeno egli sia premuroso nei confronti dei suoi nipoti quanto basta! Perciò non ci rimane che attendere il ritorno del dio degli imbrogli da Luot, recandoci delle notizie che risultino ottime a noi e alla mia famiglia!»

Anche il dio Osur aveva assistito all’incontro del gerark di Zupes con il dio Iveon. Alla luce dei recenti avvenimenti, egli aveva deciso di differire la sua partenza per Luxan. Per l'esattezza, il messaggero del dio Kron l'avrebbe ritardata, fino a quando il dio Pousum non si fosse presentato sul pianeta Zupes. Ma siccome la divinità negativa seguitava a non dare più notizia di sé, pur essendo trascorso un tempo ragguardevole, il dio Vaulk e il dio Iveon si erano rimessi in contatto per cercare di attribuire un significato al suo lungo silenzio. L'incontro era avvenuto, quando il messaggero del dio Kron si trovava ancora con loro. Delle tre divinità positive presenti, il primo a prendere la parola era stato il dio dell’eroismo. Egli, visibilmente preoccupato, aveva iniziato a dire:

«Mi impensierisce non poco il fatto che Pousum non abbia più dato sue notizie, pur sapendo che sopra Zupes stiamo aspettando con ansia la risposta del kapius Brust. Comincio a temere che egli, avendo perorato la causa di Ukton più del dovuto, sia stato punito dal dio della distruzione. Suscettibile com’è, egli se l’avrà avuta molto a male, dopo il suo atteggiamento a lui ostile, per cui avrà deciso di punirlo!»

«Perché dici così, Iveon? Cosa te lo fa pensare?» era intervenuto a chiedergli il gerark, dando poi una propria interpretazione al mancato ritorno di Pousum sul loro pianeta «A mio avviso, potrebbero essere altri i motivi che costringono il dio negativo contro la sua volontà a non farsi vivo presso di noi. Speriamo soltanto che essi non peggiorino ulteriormente la situazione del mio sventurato Ukton!»

«Non ne sono convinto per niente, Vaulk. Ti dico che l’ipotesi da me avanzata è l’unica a cui possiamo dare credito. Avendo imparato a conoscere bene Pousum, non ce ne possono essere altre più probabili. Vedrai che verremo a sapere che è stato esattamente così!»

«Vorresti asserirmi, Iveon, che ancora una volta la liberazione del mio Ukton è andata in fumo e che siamo di nuovo al punto di partenza? Se fosse come stai pensando, non sai quanto ne soffrirebbe mia moglie! La poveretta mi fa molta pena, da quando mio figlio non ha fatto più ritorno a casa, per colpa del dio dell'infamia!»

«Secondo la mia ferma convinzione, purtroppo, questa dovrebbe essere la realtà dei fatti, Vaulk. Mi dispiace per te e per quanti sono legati affettivamente al tuo secondogenito, prima fra tutti la tua consorte nobildea Gedal. Comunque, vorrei tanto che mi sbagliassi sulle mie esternate considerazioni sul lungo silenzio del dio degli imbrogli!»

Proprio in quell’istante, giungendo di corsa, aveva fatto il suo ingresso nell’appart il divo Iovi tutto trafelato. Una volta davanti ai tre dèi che erano intenti a colloquiare insieme, con voce concitata e quasi urlando, si era messo a riferire al suo gerark:

«Esimio Vaulk, Elesia, alcuni istanti fa, si è rifatta viva, mettendosi in contatto con me; ma il suo rapporto è stato più breve del solito!»

«Mi riferisci, Iovi, quali nuove ella ti ha trasmesso? Per il bene di mia moglie, voglio sperare che esse siano buone e non cattive!»

«La diva mi ha fatto sapere che adesso si trovano tutti e tre rinchiusi nel dekonc, il quale è un nuovo tipo di prigione, dove non si riesce a comunicare con gli altri in nessun modo, neppure fra di loro. Per questo motivo le è stato impossibile fino ad oggi mettersi in contatto con me telepaticamente. Lì dove sono ora, non possono neppure pensare o riflettere su qualcosa! Appena le è stato possibile, ella ha approfittato dell'occasione e si è affrettata a trasmettermi queste altre poche notizie su di loro! Termina qui il messaggio della diva, mio gerark!»

«Chi sarebbe, Iovi, il dio che è stato rinchiuso nella loro stessa cella? Ella te l’avrà pur detto, mentre ti parlava! Altrimenti, come avrebbe fatto ad accennarti a lui?»

«Scusami, potente Vaulk, se prima non te l’ho riferito, a causa di una mia distrazione! Si tratta del dio negativo Pousum. Egli, in seguito a delle divergenze avute con il kapius Brust, è stato da lui rinchiuso nella medesima campana energetica che imprigiona lei ed Ukton. Ma Elesia, almeno per il momento, non è ancora venuta a conoscenza della natura dei contrasti che sono sorti tra lui e il folle kapius di Krop.»

«Mi dici, Iovi, come mai Elesia poco fa è riuscita a mettersi in comunicazione con te? Ella non ti ha anche fatto presente che nella loro nuova prigione essi non possono né pensare né esprimersi in alcun modo? Allora cosa sai rispondermi a questo proposito?»

«Suo padre Katfur, al fine di imporre loro delle afflizioni di tipo psicologico, li ha tratti fuori dal dekonc per il tempo necessario e li ha spostati nella cella di prima. In un certo senso, il dekonc non è del tutto negativo. In esso, se si perde ogni relazione con la realtà e si vive nell’assoluto oblio della propria coscienza, si diventa anche immuni da ogni forma di sopraffazione esterna. È stato mentre il dio dell'infamia li trasferiva nell’altra cella che Elesia ha approfittato per mettersi in comunicazione con me. Così mi ha informato di tutte le cose che ti ho appena riportato! Mi dispiace per il mio amico Ukton, il quale dovrà continuare ad essere soggetto ad ingiuste tribolazioni!»

«Ti ringrazio, Iovi, per le notizie che mi hai recato, anche se esse non ispirano affatto allegria in tutti noi! Adesso puoi ritornartene presso la tua dimora, dove ti attende la tua genitrice. Cerca di restare sempre vigile nel captare i messaggi della diva Elesia! Da lei, quando meno ce lo aspettiamo, potrebbero giungerne altri ed anche rilevanti!»

Non appena il divo Iovi si era allontanato dall’appart, lasciando le tre divinità adulte a dedicarsi ancora alla loro discussione interrotta, il gerark Vaulk si era affrettato a rivolgersi al dio dell’eroismo. Così, con molta umiltà, gli aveva affermato:

«Avevi ragione tu, Iveon! Almeno adesso sappiamo con certezza che Pousum è stato messo nell’impossibilità di raggiungerci per recarci l’esito negativo della sua missione. Dopo le recenti notizie avute da Iovi, dobbiamo prendere atto che la nostra battaglia ora va combattuta su altri fronti. Nel modo più assoluto non possiamo cedere a nessun tipo di offesa da parte delle divinità malefiche!»

A quel punto, spinto dalla curiosità, il dio Osur aveva deciso di prendere parte alla discussione. Egli voleva aver chiarito dei particolari che non era riuscito a focalizzare bene, mentre gli altri parlavano fra di loro. Anzi, a suo parere, essi risultavano assurdi quanto mai. Per questo aveva domandato ai due dialoganti simultaneamente:

«Voi due, per favore, volete spiegarmi come ha ottenuto il divo le informazioni che vi ha recate un attimo fa? Inoltre, vorrei pure sapere chi è questa Elesia. Se devo esservi sincero, amici miei, mi è sembrato di assistere a cose incredibili quanto mai, secondo le quali una diva, che dovrebbe trovarsi vicino ad Ukton, non ha difficoltà a comunicarvi sue notizie. Sarebbe mai possibile un fatto del genere, di cui non ho mai sentito parlare, pur vivendo accanto all’eccelso Kron? Magari si tratta di un autentico scherzo da parte vostra, grazie al quale voi due vi state prendendo gioco di me! Non è forse così?»

Il dio Vaulk, non avendo intenzione di sottacergli nulla sull'argomento, allo scopo di soddisfare la sua curiosità, aveva ritenuto giusto mettere al corrente il messaggero del dio del tempo di ogni cosa sulla telepatia. Egli, essendo sicuro che essa lo avrebbe sbalordito, aveva incominciato a spiegargli ogni cosa su tale tecnica strabiliante.

«Devi sapere, Osur,» si era dato a dirgli «che pure noi siamo venuti a conoscenza da poco di certe cose inconcepibili, che prima non credevamo fossero possibili! Probabilmente, perfino gli eccelsi Kron e Locus devono esserne all’oscuro, se tra noi divinità non se n’è mai sentito parlare. Del resto tu stesso, con il tuo precedente intervento, ci hai dimostrato che è proprio come ho asserito un momento fa!»

«Vuoi farmi intendere a quali cose ti riferisci precisamente, amico mio Vaulk? Se ci tieni a saperlo, anch’io sarei curioso di apprenderle, considerato che non sono note neanche all'eccelso dio del tempo! Così, quando ritornerò presso di lui in Luxan, gliene parlerò direttamente, facendolo sussultare sulla sua poltrona per lo stupore!»

«Il mio riferimento, Osur, è al fenomeno della telepatia, quello che, per gioco e con successo, avevano sperimentato per primi mio figlio Ukton e il suo amico Iovi. Quest'ultimo è il divo che un momento fa è venuto a darmi le notizie che ora anche tu conosci, per averle apprese dalla sua bocca. Allora posso continuare a spiegarti ogni cosa?»

«Dunque, è davvero una novità questa loro scoperta e non uno scherzo, come ho immaginato per un istante! In realtà, cosa sarebbe realmente questa telepatia? Se devo esserti sincero, Vaulk, questo termine mi suona del tutto sconosciuto! Ma adesso continua a parlarmene, poiché non vedo l'ora di conoscerla in modo approfondito!»

«Si tratta di una sorta di trasmissione del pensiero a distanza, dopo una opportuna concentrazione della mente e il pronunciamento di una frase rituale. Secondo quanto abbiamo appreso, essa funziona solo tra due divinità immature, per cui non se ne possono giovare anche quelle che hanno una età adulta. Inoltre i due divi non devono risultare latenti, se vogliono trasmettersi i loro messaggi telepaticamente nello spazio cosmico. Finora mi sono spiegato abbastanza oppure ti restano ancora delle comprensibili incomprensioni da sanare?»

«Al contrario, sei stato molto chiaro, Vaulk, e trovo molto interessante questo fenomeno, che voi definite telepatico. Posso sapere anche entro quale distanza esso si dimostra efficace? Suppongo che il suo raggio d’azione non sia poi eccessivamente vasto! Diciamo pochi metri o, al massimo, qualche paio di miglia? Se sono in errore, amico mio, ti do il permesso di correggermi, poiché ti garantisco che non mi offenderò!»

«Certo che sei in errore, Osur! L'efficacia del fenomeno telepatico può estendersi fino ad ogni settore dello spazio cosmico. Esso non ha limitazioni e può coprire enormi distanze. Altrimenti, Iovi come farebbe a ricevere i messaggi di mio figlio da tanto lontano, ossia dal pianeta Krop? Non sembra anche a te, dio della saggezza?»

«Già, hai proprio ragione, Vaulk. Scusami! Ma come fa il tuo Ukton a trasmettere i suoi messaggi al figlio di Volc, se egli esiste allo stato latente, come tutti sappiamo? Non hai detto che la latenza impedisce alle adolescenti divinità di mettersi in comunicazione telepatica? Nel caso che mi fosse sfuggita qualcosa in merito, ti invito a spiegarmi pure questo nuovo particolare. Così mi renderò pienamente cosciente dello strano fenomeno, che avete coniato col nome di telepatia.»

«La latenza di mio figlio qui non c'entra, Osur, poiché non è il mio Ukton a trasmettere telepaticamente all’amico i suoi messaggi. Egli ha insegnato ad una diva negativa come fare uso del prodigioso marchingegno. Perciò adesso ricorre a lei, ogni volta che vuole farci avere quelle notizie che, secondo lui, possono risultarci utili. Si tratta della diva Elesia, della quale prima ci hai chiesto anche informazioni.»

«Ho udito bene le tue parole, Vaulk?! Com’è possibile che una diva negativa collabori con Ukton, che è un divo positivo? Non posso assolutamente crederci! Un fatto del genere è inconcepibile, se lo vuoi sapere, amico mio! Sta forse Kosmos andando alla rovescia, per cui le divinità positive fanno comunella con quelle negative?»

«Come te, Osur, anche io all’inizio mi sono molto stupito. In seguito, dopo che abbiamo conosciuto Elesia, mia moglie ed io abbiamo iniziato a stimarla e a volerle bene come ad una figlia. Se tu la sentissi ragionare, ti meraviglieresti a non dirsi, a causa dei principi etici che albergano in lei. Te lo può confermare il nostro amico comune Iveon, il quale adesso la conosce pure lui benissimo quanto me e la mia Gedal!»

«Concordo perfettamente con Vaulk.» aveva approvato il divino eroe «Elesia è una diva straordinaria e non la paragono a nessuna delle nostre dive positive. Le quali, il più delle volte, mettono in mostra la loro indole civettuola e il loro cervello insipido. Ella non riesce più a tollerare la sua esistenza tra le divinità negative ed aspira a diventare una diva positiva. Secondo me, la sua aspirazione è più che legittima e andrebbe esaudita prima possibile da chi ha il potere di renderla reale! Spero che in avvenire l'eccelso Kron vorrà intercedere presso Splendor per l'appagamento di tale suo pio desiderio. Così dopo la poveretta potrà vivere, secondo la sua vera natura, la quale è uguale a quella nostra! Ne sono abbastanza convinto, come lo è pure il mio gerark!»

«A quanto vedo, Vaulk, anche la diva Elesia si presenta un caso straordinario, si direbbe l’eccezione alla regola. Per questo motivo, sarò ansioso di parlare pure di lei al sublime Kron, dopo che lo avrò raggiunto nel Regno della Luce! Ve lo prometto, amici miei!»

Al termine dell'ultimo intervento del dio Osur, la discussione era ritornata ad incentrarsi sul secondogenito del gerark, il quale era stato temporaneamente dimenticato. Com'era da aspettarselo, poiché non poteva essere altrimenti, il discorso sul suo conto era stato aperto da suo padre, il quale si era messo a dire ai suoi due amici:

«Ora badiamo al da farsi, poiché al più presto bisogna sottrarre mio figlio e la diva Elesia alle ignobili vessazioni delle due scellerate divinità. Secondo me, ci sarà senz’altro un modo differente per trarli in salvo più velocemente e sottrarli alle loro quotidiane sofferenze. Occorre soltanto pervenire ad esso mediante la nostra meditazione!»

«Io propongo» era intervenuto a dire il dio Iveon «di fare un altro tentativo uguale a quello precedente, visto che lo spazio dell’Impero dell’Ottaedro è ancora sotto l’effetto ritardante del tempo. Vorrà dire che Osur ci farà il favore di procrastinare ulteriormente la sua partenza per Luxan, avendo egli la facoltà di farlo. Così con gentilezza ci consentirà di condurlo a termine, senza difficoltà e in breve tempo!»

«Beh, in linea di massima, potrei anche ritardare la mia partenza da Zupes. Ma non posso assicurarvi che l’eccelso Kron continuerà a tenere in atto il suo espediente a tempo indeterminato, vale a dire fino a quando non sarò ritornato presso di lui. Noi due non abbiamo parlato di questa evenienza, prima che partissi alla volta del vostro pianeta.»

«Osur ha ragione, Iveon.» aveva approvato il dio Vaulk «Ma anche se avessi la garanzia della sua durata a oltranza, lo stesso non ti lascerei ripetere l’incursione. Un conto è averla condotta su un pianeta, come Luot; un altro, invece, è operarla sul pianeta di un kapius. Sono sicuro che lì troverai delle spiacevoli sorprese a te ignote, le quali potrebbero danneggiarti come nemmeno immagini!»

«Posso sapere, Vaulk, dove sta la differenza? Tutti e tre sappiamo che le divinità sue abitatrici non si accorgerebbero assolutamente di niente, come è già accaduto sopra il pianeta Krop. Non è così forse, amici miei? Oppure, secondo voi, mi sto sbagliando e per me sarebbe molto diverso sul nuovo pianeta? Attendo la vostra risposta.»

«Non è affatto come pensi tu, Iveon. Sopra la superficie di Krop, soprattutto nella fortezza di Brust, di certo troveresti ad attenderti dei campi di forza massimamente ostacolanti. I quali magari sono anche capaci di imprigionare divinità positive del tuo grado. A mio parere, essi non hanno alcuna data e agiscono anche al di fuori della variabile tempo, con il quale non hanno nulla a che spartire! Devi sapere che tali campi di forza sono il risultato di una divinità massima, quella rappresentata da Buziur. Infatti, essi sono stati prodotti mediante lo scettro che l’Imperatore delle Tenebre ha consegnato a tutti e sei i kapius, prima che essi lasciassero Tenebrun per raggiungere Kosmos. Perciò tu ne potresti venire leso, senza potere opporti e difenderti in nessuna maniera.»

«Iveon, sono d'accordo con quanto ti ha fatto presente il tuo gerark.» aveva voluto esprimersi in merito anche il dio Osur «A ogni modo, si potrebbe ovviare ad un simile pericolo, se Vaulk ti prestasse il suo scettro, quello ricevuto dalle due eccelse divinità. In possesso di tale talismano, ti garantisco che nessuna forza esistente sopra la superficie kropina potrebbe prevalere su di te ed incastrarti in qualche maniera. Allora i campi di forza menzionati dal nostro amico Vaulk si dimostrerebbero del tutto inefficaci e tu potresti agire a tuo piacere sul pianeta in questione, senza temere qualche genere di pericolo!»

«Quanto hai detto è vero, Osur.» aveva precisato il dio del coraggio «Ma i gerark non sono stati autorizzati da tali divinità a prestare il loro scettro a chicchessia. Ciò, anche quando la divinità destinataria, come il qui presente Iveon, è degna della massima stima. Secondo me, il gerark, che prendesse una iniziativa del genere senza la loro autorizzazione, potrebbe turbare la suscettibilità delle due eminenti divinità! Perciò, prima che io decida di fare una cosa del genere, è meglio parlarne con loro due. Così sapremo come la pensano in riferimento ad essa!»

«Hai perfettamente ragione, Vaulk. La tesi da te sostenuta non fa una grinza. Inoltre, credo che esso, in mani diverse, potrebbe anche non funzionare come nelle tue! La qual cosa ci induce a cercare altrove la soluzione al problema del divo Ukton. A tale proposito, amici miei, avrei da avanzarvi una proposta interessante, la quale sono sicuro che vi aggraderà tantissimo, dopo avervela fatta ascoltare.»

«Ci dici, Osur, essa quale sarebbe?» gli aveva domandato il gerark «Non vedo l’ora che ce ne parli! Sono convinto che la tua proposta, siccome sei tu a proporcela, potrà tornarci unicamente utile! Sono certo che anche Iveon è del mio stesso avviso!»

«Dopo il vostro primo fallimento (beninteso, per colpa di nessuno!), propongo di rimettere ancora ogni cosa nelle mani dell’eccelso Kron. In questo caso, il solo Iveon verrebbe con me a discutere del vostro problema con il dio del tempo, oltre a prendere le nuove direttive che egli vorrà impartirvi. Che ne dite, amici miei? Ma se la mia proposta non vi pare sensata, sappiate che vi è permesso di criticarla senza peli sulla lingua. Così, evitando di perdere altro tempo, ne cercheremo un’altra migliore, ammesso che ci sia!»

«Considerato che prima o poi un nuovo ricorso all’eccelso dio Kron ci sarebbe stato senza dubbio, Osur, tanto vale ricorrervi senza un ulteriore differimento. Quindi, già da questo momento, comincia a rallegrarti del fatto che Iveon sarà il tuo compagno di viaggio, quando ripartirai dal nostro pianeta alla volta di Luxan. Viaggiando in sua compagnia, il tragitto ti peserà e ti annoierà molto meno!»

Essendo stata accettata la proposta avanzata dal divino Osur, per il momento si era stabilito di soprassedere a qualsiasi altro piano, il quale avesse come obiettivo la liberazione del divo Ukton e della diva Elesia. Ma non veniva escluso che avrebbe giovato di tale beneficio pure il dio Pousum, trovandosi egli nella medesima cella dove si trovavano relegati i due divi innamorati colpiti dalla sventura.


Nel fare ritorno al presente della nostra storia, troviamo il divino Iveon e il dio Osur che hanno già lasciato il pianeta Zupes e sono pervenuti nel Regno della Luce. In quel luogo, l’eccelso Kron, dopo essersi intrattenuto con il suo messaggero per un certo tempo, alla fine ricevette il dio dell’eroismo. In quella circostanza, era stato lo stesso dio della saggezza ad andare a chiamarlo fuori e ad accompagnarlo fino a lui. Quando però il divino eroe si trovò alla presenza del dio del tempo, costui era già stato messo al corrente di ogni cosa dal suo confidente dio Osur. Il quale gli aveva anche parlato della telepatia scoperta dai due divi e della diva negativa Elesia. Allora l’una e l’altra avevano incuriosito tantissimo il dio Kron; anzi, avevano suscitato in lui parecchio interesse. Perciò si affrettò a dire al dio dell’eroismo:

«Mi dispiace, Iveon, che il tuo primo tentativo di liberare il divo Ukton sia naufragato nel nulla, a causa di imprevisti che non potevano essere preventivati. A ogni modo, la cosa che mi irrita di più è il fatto che non hai potuto impartire una lezione coi fiocchi a quel miserabile dio dell'infamia! Sono certo che non ti mancherà un’altra occasione per farlo, la quale spero giunga al più presto!»

«Pazienza, eccelso Kron! Sarà per un imminente futuro. Sono venuto appunto da te per concordare una nuova incursione nell’Impero dell’Ottaedro. La prossima dovrebbe avvenire sul pianeta del kapius Brust, dove adesso vengono tenuti prigionieri i due divi insieme con il dio negativo Pousum! Spero che anche tu sia d'accordo con questa ulteriore azione, che intendo intraprendere al più presto!»

«Lo so, eroico Iveon. Riguardo ad essa, mi è stato già accennato qualcosa dal mio messaggero. Ma prima vorrei avere le idee ben chiare sulla telepatia, della quale si servono i divi Ukton e Iovi, allo scopo di trasmettersi i loro messaggi, pur trovandosi ad enormi distanze. Non puoi immaginare quanto essa sia venuta ad incuriosirmi!»

Una volta che il dio dell’eroismo lo ebbe reso edotto sui vari particolari del fenomeno telepatico, il dio del tempo ne restò oltremodo stupefatto. Poi tacque per un attimo, lasciando intendere che era in soprappensiero. Infine, interrompendo all'improvviso il suo breve silenzio, si diede ad esclamare con grande entusiasmo:

«Che divi straordinari sono stati il figlio di Vaulk e quello di Volc! Io sono del parere che la loro fortuita scoperta debba essere diffusa fra tutte le piccole divinità sia di Luxan che di Kosmos. In questo modo, servendovi di loro, anche voi divinità adulte potrete mettervi in comunicazione l’una con l’altra. E senza più dovere intraprendere interminabili tragitti per farlo! Adesso, valoroso Iveon, vorrei che tu mi ragguagliassi il più possibile sulla diva negativa Elesia, poiché trovo pure lei una rivelazione non meno interessante. Da tempo immemorabile, non è mai successo che una divinità, nata con il marchio del male, si senta nel suo intimo positiva ed agisca conformemente ai dettami seguiti dalle divinità benefiche! Mi domando come sia possibile un fatto del genere! Ma, prima o poi, lo faremo scoprire da chi ne ha il sicuro potere!»

«Infatti, eccelso Kron, quello di Elesia è un caso indubbiamente particolare! Perciò bisognerebbe cercare di appagare il suo intenso desiderio di diventare una divinità positiva a tutti gli effetti, senza avere più sulla fronte l’infamante marchio che ha ereditato alla nascita dai genitori. Secondo me, solo tu e tuo fratello potete incaricarvene ed aiutarla a cambiare esteriormente, proprio come lei desidera!»

«Questa non è una cosa che possiamo decidere o fare mio fratello ed io, Iveon. Se in avvenire ci sarà una decisione del genere, essa sarà presa esclusivamente dall’onnipotente Splendor. Sono certo che egli, prima di procedere in tal senso, vorrà accertare la sincerità del suo comportamento meritorio. Per questo lo vaglierà in modo approfondito, cioè a livello sia di esistenza che di coscienza.»

Dopo il dio Iveon passò a descrivere la diva in ogni particolare, mettendone in risalto i tanti pregi e tutte le virtù interiori, che a volte non si riscontravano neppure in una divinità positiva. Allora il dio Kron gli assicurò che, non appena si fosse conclusa positivamente la vicenda di Ukton, senz’altro egli avrebbe condotto la diva negativa in Beatitudo e l’avrebbe presentata all'onnisciente Splendor per farla esaminare. Di lì a poco, il dio del tempo, mettendo da parte il discorso concernente Elesia, volle aprire quello che più gli premeva da vicino e che era inerente al figlio del gerark Vaulk. Il quale era anche il nipote della sua amica dea Lux. A tale proposito, egli disse al dio dell’eroismo:

«A questo punto, Iveon, vediamo come risolvere il principale problema che ci troviamo a risolvere oggi, ossia quello attinente al divo Ukton. Esso sta a cuore a tutti noi, anche se i primi a soffrirne sono i suoi genitori! Quindi, bisogna fare qualcosa per lui quanto prima!»

«Sì, eccelso Kron, questo è senz'altro vero. Suo padre e sua madre stanno penando come non mai, al pensiero che il loro figliolo è in balia di due divinità crudeli e senza scrupoli. Non riesco però a comprendere come mai, sebbene sia stata arrecata a noi divinità positive un'offesa così imperdonabile da autorevoli divinità malefiche, si continua ad improntare la nostra condotta a cautela e a quant’altro possa evitare un confronto diretto con loro! Se il gerark Vaulk ed io avessimo carta bianca in questa vicenda, sapremmo come affrontare e risolvere la spinosa questione! Comunque, come è giusto che sia, continueremo ad attenerci rispettosamente a quanto le vostre eccelse divinità gemelle vorrete disporre in merito ad essa, visto che non possiamo agire diversamente!»

«Non vi do torto, prode Iveon. Credi che in me l’elemento psichico non stia bollendo come in te e in Vaulk? Esso mi si sta rivoltando dentro con stizza, freme sdegnato, sprizza una marea di propositi punitivi, vorrebbe mettere sottosopra l’intero Kosmos, pur di far ritornare dai suoi genitori il divo Ukton! Invece abbiamo il dovere morale verso tutti i Materiadi, affinché fra di noi divinità non scoppi un conflitto dalle dimensioni cosmiche. Esso minaccerebbe soprattutto la loro esistenza e metterebbe seriamente in pericolo la loro sopravvivenza. Se ci rendessimo responsabili di un fatto simile, Iveon, pensa un po’ quale concetto si farebbe di noi l'onnipotente Splendor! Non è forse vero che fummo noi a chiedergli la creazione di un universo materiale, con l’intenzione di prenderci cura di tutte le forme intelligenti che lo avrebbero poi popolato? Perciò cosa direbbe egli, se noi le sacrificassimo sull’altare del nostro orgoglio e del nostro egoismo? Di certo, ci faremmo una magra figura con lui! Alla fine la nostra premura a favore dei Materiadi, quella che un giorno gli promettemmo, si dissolverebbe sopra il grande falò dei nostri risentimenti e delle nostre ripicche! Ecco cos'è che mi frena, eroico Iveon, e non mi fa ancora optare per un conflitto totale!»

«Quello che dici è senz'altro giusto, eccelso Kron! Allora come dobbiamo comportarci di fronte all’odioso strapotere dei kapius, i quali non intendono rilasciare Ukton neppure mediante uno scambio che gioverebbe principalmente a loro? Io trovo irragionevole un atteggiamento del genere, anche da parte di un dio negativo!»

«Iveon, sarà stato senza meno convocato un Consiglio dei Kapius per pronunciarsi sul caso e per prendere una decisione in merito al figlio del gerark di Zupes. Ma siamo all’oscuro di ciò che essi hanno stabilito. Se il kapius Brust non ha liberato Ukton, tale fatto non ci deve portare a credere obbligatoriamente che il suo provvedimento sia quello deciso da tale consiglio. Potrebbe anche trattarsi di un atto arbitrario del solo kapius di Krop, il quale ha voluto contravvenire così alla volontà degli altri. Secondo me, egli lo avrà pure tenuto nascosto ai suoi fratelli e cugini. Io non posso credere che proprio coloro che traggono il maggior beneficio a restare in Kosmos, anziché in Tenebrun, mirino ad un conflitto apocalittico con noi! Lo dimostra il fatto che Pousum non è stato rimandato dal gerark Vaulk con la risposta, ma è stato imprigionato da Brust. Ciò potrebbe solo significare che il dio degli imbrogli sia a conoscenza della verità e che il nonno di Seurd abbia voluto evitare che egli andasse a spiattellare agli altri kapius il suo subdolo atteggiamento.»

«Perché mai, eccelso Kron, Brust si sarebbe comportato così incoscientemente? Egli cosa ne trarrebbe da un loro conflitto totale con noi? In verità, non riesco ad immaginarlo!»

«Per il semplice fatto, Iveon, che egli, come dio della distruzione, sente dentro di sé un innato bisogno di devastazione. A suo parere, un conflitto tra i due blocchi divini gli permetterebbe di dare sfogo allo stimolo distruttivo che avverte in sé, ribelle ed insopprimibile. A ogni modo, le mie ipotesi dovranno essere ulteriormente verificate, per essere ritenute valide. Per il momento, perciò, da parte nostra si continuerà a procedere senza approfondire se esse rispondano o meno al vero.»

«Ciò vuol dire, eccelso Kron, che autorizzi una mia nuova incursione nell’Impero dell’Ottaedro, la quale adesso dovrà avere come destinazione la fortezza di Brust? Non è forse questa la tua decisione, magnanimo dio del tempo, se ho bene inteso le tue parole? Voglio sperare che io abbia ragione, poiché così ne sarei felicissimo!»

«Esatto, Iveon! Per questo in tale impero sottoporrò ancora il tempo all’effetto ritardante per l'intera durata della tua missione. Ma come già ti ha fatto presente il tuo gerark Vaulk, i campi di forza esistenti nella dimora del kapius continueranno ad esserci, indipendentemente dal tempo da me trasformato. Per cui essi potrebbero tenderti una trappola, anche se sei una divinità maggiore. Ecco perché è necessario che tu ci vada con i piedi di piombo, cautelato al massimo e senza correre rischi di sorta! Devi sapere che, per farti evitare una brutta sorpresa su Krop, mio fratello ed io abbiamo deciso di proteggerti nel migliore dei modi dalle insidie esistenti su di esso, come tra poco apprenderai.»

«Quindi, eccelso Kron, tu e il tuo gemello non mi lascerete partire questa volta, senza prima adottare tutte le precauzioni del caso. Inoltre, mi renderete perfino idoneo ad affrontare quei cimenti, ai quali non potrei opporre un'adeguata resistenza senza il vostro aiuto, pur lottando con tutte le energie a mia disposizione!»

«Naturalmente, Iveon! Ho già qui con me quello che fa al caso tuo. Si tratta di un anello che dovrai infilare al dito medio della tua mano destra. Dopo che ne sarai entrato in possesso, nessun tipo di energia, che non provenga da me oppure dal mio germano Locus, potrà risultarti nociva. Esso ti metterà nella condizione di poter sfidare e battere qualunque altra divinità esistente in Kosmos, eccettuati i miei quattro gerark. Ciascuno di loro, infatti, è in possesso di un nostro scettro, il quale, siccome dispone di una energia similare, ha gli stessi poteri del tuo anello. Perciò dopo potrai stimarti potente come un gerark dell'Impero del Tetraedro. Ti sono stato chiaro? Adesso, quindi, prendi questo anello e infilatelo al dito che ti ho indicato.»

Preso in consegna il prodigioso amuleto dall’eccelsa divinità, il dio Iveon, mostrando un certo orgoglio e parecchia soddisfazione, immediatamente se lo infilò al dito. Il dio Kron, dopo aver atteso che egli avesse compiuta tale azione, continuò a dirgli:

«A questo punto, coraggioso Iveon, puoi riprendere il tuo viaggio di ritorno verso il pianeta Zupes, allo scopo di intraprendere la tua nuova missione con la benedizione mia e quella di mio fratello Locus! Viaggerai ancora insieme con il saggio Osur. Egli sul pianeta del gerark Vaulk avrà lo stesso compito dell’altra volta. Da parte mia, campione delle divinità positive, ti auguro un’ottima riuscita, per la felicità del divo Ukton e dei suoi provati genitori. In bocca al lupo e arrivederci a presto, portando con te le migliori notizie!»


Nel frattempo, sul proprio pianeta Ekpur, il kapius Fuat non si era sentito abbastanza tranquillo. Egli non aveva smesso di pensare a Brust, poiché era persuaso che il fratello lo aveva ingannato. Perciò, con molte probabilità, il divo Ukton era rimasto ancora suo prigioniero. In un primo momento, egli non ci aveva fatto caso; dopo il pensiero che era stato Katfur e non Pousum ad accompagnare il divo positivo dai suoi genitori gli aveva messo una pulce nell’orecchio. Il kapius aveva cominciato a credere che in precedenza anche il dio degli imbrogli fosse diventato suo prigioniero, insieme con i due divi, considerato che non era stato visto ritornarsene sul suo pianeta Elmud. Secondo lui, era intuibile che il dio dell’infamia avesse fatto soltanto finta di condurre il divo a casa sua. Invece, secondo il suo fine ragionamento, una volta oltre i confini del loro impero, egli aveva aspettato che non ci fosse più controllo sul suo losco operato da parte degli altri kapius. Venuto meno il quale, se n’era ritornato su Krop ancora con il suo prigioniero, tutt’altro che liberato.

A suo avviso, se i suoi sospetti erano fondati, il temuto conflitto apocalittico poteva considerarsi ancora possibile, a meno che egli non fosse riuscito a smascherare e a sventare in tempo l’inganno del fratello, liberando il figlio del gerark Vaulk. Allora, senz'altro indugio, a bordo di un suo mostro Burkon, il dio Fuat si era messo in viaggio alla volta di Krop. Prima di partire, il kapius di Ekpur aveva avvertito le due divinità che sovrintendevano alle attività del kosmicon di tenere sotto stretta sorveglianza il pianeta di Brust. Esse avrebbero dovuto spiare se, al suo avvicinarsi a Krop, ci sarebbe stata pure la partenza da esso di una divinità positiva accompagnata da una divinità negativa. Inoltre, le aveva messe al corrente che egli non avrebbe seguito il tragitto diretto, cioè quello che lo avrebbe fatto viaggiare all’interno dell’impero. Invece avrebbe circumnavigato i suoi confini di destra per rientrarvi, non appena fosse giunto in prossimità della galassia di Bariut. Soltanto dopo averla attraversata in tutta la sua lunghezza, egli si sarebbe immesso nella galassia di Druap, la quale era quella a cui apparteneva il pianeta del fratello sospettato. Anche il dio Brust aveva incaricato i sovrintendenti del suo kosmicon di sorvegliare con la massima attenzione le partenze dal pianeta Ekpur, temendo un controllo lampo su Krop da parte del fratello Fuat. Quando infine gli era stata comunicata la partenza del germano in direzione del tunnel che conduceva a Tenebrun, egli si era persuaso che Fuat andava a deferirlo all’autorità dell'imperatore Buziur. Allora si era domandato se egli si fosse accorto di qualcosa circa la prigionia del divo Ukton, la quale gli era stata tenuta nascosta da lui come meglio poteva. Ma non gli era stato possibile accertarsene con certezza, poiché il fratello non glielo aveva fatto sospettare in nessun modo.

Ritornando al dio della discordia, egli, una volta uscito dall’Impero dell'Ottaedro, aveva smesso di puntare sul tunnel. Invece, costeggiando i suoi confini di destra, si era proiettato direttamente verso il pianeta di Brust, il quale si trovava agli antipodi di quello suo. Perciò in seguito il Burkon, su cui viaggiava, era andato avanti ad una velocità cento volte maggiore di quella della luce, appunto per raggiungere la sua meta abbastanza rapidamente. In seguito, quando il dio Fuat aveva varcato i confini dell’impero e si era ritrovato a transitare attraverso la galassia di Bariut, il suo mostro era stato avvistato all'istante dall’oculum del kosmicon che era situato nella fortezza del dio Brust. Il suo improvviso avvistamento, da parte del sovrintendente di turno, aveva spinto costui a correre ad avvisare il proprio kapius. Così lo aveva messo al corrente dell’apparizione improvvisa del Burkon nella loro circoscrizione spaziale. Esso, sfrecciando alla massima velocità, veniva pilotato dal comandante in capo, ossia dal fratello Fuat.

A quella notizia, il dio della distruzione si era convinto che il fratello non si era fidato di lui e che perciò andava a controllarlo. Anzi, quasi di sicuro egli si era prefisso di coglierlo di sorpresa, con l'intento di smascherare eventuali sue trasgressioni, a cominciare da quella riguardante la mancata restituzione del divo positivo all'autorevole genitore. Allora, volendo evitare di essere colto con le mani nel sacco, il dio Brust si era precipitato dal dio dell'infamia, il quale era stato suo connivente nell’illecito operato. Una volta presso di lui, gli aveva detto:

«Presto, Katfur, prendi con te i tre prigionieri e conducili lontano da qui, senza perdere un attimo di tempo. Devi sapere che stiamo per ricevere una visita a sorpresa, da parte di mio fratello Fuat. Egli, a quanto pare, non ha mai avuto una cieca fiducia in me e ora si è messo in testa di sbugiardarmi e di farmi destituire dalla mia carica di kapius. Ma noi non dobbiamo permettergli di scoprire le nostre attuali malefatte!»

«Mi dici dove devo condurli, Brust? Qui ci occorre un luogo sicuro, se vogliamo nasconderli bene alla sua vista. Non ti pare? Io non conosco alcun posto nelle vicinanze dove Fuat non potrebbe trovarli. Hai tu per caso da suggerirmene qualcuno bene appartato?»

«Ricordi, Katfur, quel pianeta di cui abbiamo parlato di recente, il quale, come constatammo allora, si presenta ancora allo stato primordiale? Quel giorno fosti tu ad indicarmelo sull’oculum, mentre noi due davamo uno sguardo allo spazio della galassia a cui apparteneva. Esso ci interessò particolarmente per il suo colore azzurro!»

«Se ti riferisci a Bluez, il pianeta che orbita intorno alla prima stella che si incontra nella galassia di Bariut, partendo da qui, sì che me ne ricordo abbastanza bene, Brust! Vuoi dirmi adesso che cosa c’entra tale astro spento, a proposito dei tre prigionieri che sono in nostra custodia? Forse è esattamente lì che vorresti farmeli condurre?»

«Sì, intendevo proprio tale pianeta, mio fedele Katfur! Esso fa proprio al caso nostro, amico mio! Bluez orbita intorno alla stella Maren insieme con Aplen, il quale è l'altro astro spento orbitante intorno ad essa. Per la sua scarsa importanza, il pianeta in questione non dovrebbe destare sospetti in mio fratello. Perciò affréttati a raggiungerlo con i due divi e con Pousum per cercarvi un buon rifugio, poiché è su di esso che li nasconderemo, tenendoceli come nostri prigionieri!»

Il padre di Elesia, obbedendo agli ordini del suo kapius, subito aveva lasciato Krop e si era messo in viaggio verso il pianeta Bluez. Così, quando il dio Fuat aveva posto piede sulla superficie kropina, su di essa era sparita ogni traccia di coloro che avrebbero dovuto dimostrare l'indiscussa colpevolezza del fratello disubbidiente. Ma nonostante le precauzioni del kapius ospitante, l’incontro tra i due fratelli ugualmente non era avvenuto all’insegna della cordialità; al contrario, lo aveva caratterizzato un clima glaciale. Esso, infatti, si era dimostrato abbastanza malfidente, da parte del dio Fuat, e quasi ombroso, da parte del dio Brust. Comunque, era stato il dio della distruzione, dopo un breve silenzio, a rivolgersi per primo al germano, domandandogli impacciato:

«Come mai, fratello Fuat, c'è stata questa tua visita senza preavviso, per non dire lampo? Se devo esserti sincero, essa mi è sembrata addirittura un autentico blitz! Forse mi sto sbagliando, poiché sarà stata soltanto una mia impressione!»

«In verità, Brust, effettuavo il solito controllo di routine intorno ai confini del nostro impero. Solo dopo ho deciso di farti una gradita sorpresa. Oppure la mia visita ti è dispiaciuta, pur essendo stata semplicemente di cortesia? Nel caso che tu non ne fossi rimasto contento e non volessi avermi come tuo ospite gradito, posso benissimo togliere il disturbo e ritornarmene sul mio pianeta! Se poi hai la coda di paglia, per definire la mia visita come hai detto, ciò è un altro paio di maniche!»

«Potrei mai negare l'ospitalità al mio autorevole fratello, il quale ha anche una età maggiore della mia? Egli un tempo riuscì perfino a farla in barba ai nostri cugini, facendosi assegnare dal loro genitore il comando in capo del nostro impero! Ammetto che ti lavorasti per bene nostro zio imperatore, quando ti facesti nominare da lui comandante in capo dell'Impero dell'Ottaedro! Riguardo poi ai termini lampo e blitz da me adoperati senza volerlo, ti prego di considerarli soltanto uno scherzo!»

«Si vede che sei male informato, Brust, in relazione alla mia nomina! Devi sapere che la mia scelta da parte dell’Imperatore delle Tenebre fu spontanea al cento per cento, senza che io muovessi un dito per farlo decidere a mio favore. Perciò smettila con queste tue insinuazioni barbine! Adesso, trovandomi qui, se non ti dispiace, vorrei fare quattro chiacchiere con Katfur, a cui ho da chiedere alcune cose importanti. Sei pregato di andare a chiamarlo e di farlo venire subito al mio cospetto.»

«Non mi dispiace affatto ubbidirti, fratello. Si dà il caso, però, che hai scelto il momento sbagliato per farmi una simile richiesta. Egli è partito alla volta di Elmud con la figlia Elesia e non so quando entrambi ne ritorneranno. Si è unito a loro anche il dio degli imbrogli, il quale non vedeva l'ora di far ritorno sul proprio pianeta. Ma non mi avevi dichiarato che la tua visita era stata puramente casuale e per niente sollecitata da uno scopo preciso? Oppure prima non ho udito bene, mio caro Fuat?»

«La mia decisione è stata senz'altro improvvisa, come ti avevo già affermato! Ma visto che mi trovo casualmente sul tuo pianeta, vorrei approfittarne per rivolgere alcune domande al padre di Elesia. Ci trovi forse qualcosa di strano in questo? Inoltre, non credo che, in qualità di tuo superiore, debba chiederti il permesso di fare o di decidere ciò che mi frulla per la testa, anche se in modo repentino!»

«Ci mancherebbe, Fuat! Posso sapere almeno su che cosa le tue domande avrebbero dovuto vertere, se non sono indiscreto? A me, che sono tuo fratello e il kapius di Katfur, potresti pure dirlo, senza esserci problemi da parte tua! Magari sono in grado di risponderti io al posto suo e di darti le risposte da te desiderate! Non pare pure a te? Parlamene, quindi, senza farne un segreto!»

«Non è forse stato Katfur ad accompagnare il divo Ukton dai suoi genitori? Se lo so, è perché me lo ha rivelato il mio oculum, fratello Brust. Dovresti ben saperlo!»

«Certo che è stato il dio dell'infamia ad accompagnarlo, fratello Fuat! Mi dici che cosa t’interessava apprendere dal padre di Elesia su tale accompagnamento? Ti dovrebbe già bastare sapere da me che egli ha condotto a termine la sua missione in modo encomiabile, come egli stesso mi ha riferito al suo ritorno con grandissima soddisfazione!»

«Era assai importante per me, caro fratello, conoscere qual è stato l’atteggiamento del gerark Vaulk, nel riportargli il figlio a casa. Ma dal momento che Katfur non è presente, posso pure fare a meno di chiederglielo e conoscere le sue impressioni su di esso!»

«Se è soltanto questo che desideravi apprendere da lui, Fuat, te lo posso riferire io. L'atteggiamento del gerark è stato di una riconoscenza infinita e di una gentilezza unica! Non sapeva come disobbligarsi per l’ottimo servigio che gli aveva reso. Egli adesso lo starà ancora benedicendo sul suo pianeta, insieme con la moglie Gedal!»

«Ora che mi sono assicurato che ogni contrasto è stato rimosso tra noi e le divinità positive, fratello, non c’è più motivo di restare ancora qui. Perciò posso anche ritornarmene tranquillo su Ekpur. A proposito, Brust, come mai non mi hai fatto alcun accenno al tuo benamato nipote? Non doveva essere liberato anche lui, secondo le trattative dello scambio? Oppure non è stato così, per non esserti riferito a lui?»

«Fratello, è ovvio che è stato messo in libertà pure il mio caro nipote Seurd! Adesso egli si trova già a trascorrere la sua felice esistenza tra i suoi familiari, i quali sono ritornati ad essere allegri e spensierati come una volta! Per questo puoi stare tranquillo anche per lui, essendo stato liberato dal gerark Vaulk! Ora sei contento?»

«Mi fa piacere, Brust, venire a conoscenza che anche tuo nipote sta vivendo dei momenti lieti a casa sua con i suoi carissimi congiunti! Ti ringrazio per il tuo impegno profuso in questa temibile faccenda! A questo punto, però, devo proprio lasciarti, se lo vuoi sapere, caro fratello. Perciò stammi bene e cerca di dormire sonni tranquilli, considerato che te lo meriti più di qualunque altra divinità residente in Kosmos!»