27°-IL DIO POUSUM SUL PIANETA KROP

Quando il dio Pousum pose piede sul pianeta Krop e raggiunse la fortezza del kapius, costui si trovava temporaneamente assente. Allora il dio degli imbrogli chiese di essere accompagnato all’alloggio di Katfur per metterlo al corrente della cattura dell’amico Seurd, casomai ne fosse ancora all’oscuro. Inoltre, gli avrebbe parlato della nuova proposta di scambio a lui indirizzata, da parte del gerark di Zupes. Dopo che vi fu pervenuto, non trovò neppure il dio dell'infamia nella sua casa; in compenso, vi trovò la moglie Vaen, la quale lo accolse molto cordialmente. Ella gli riferì che il consorte si era allontanato con il kapius e che sarebbero rientrati insieme da un momento all’altro. Comunque, stando alle affermazioni della dea negativa, sul pianeta non era giunta alcuna voce sulla cattura del nipote del dio Brust. Allora il dio Pousum, approfittando che la dea dell'adulterio si trovava sola nella propria dimora, per l'assenza del suo antipatico marito, non esitò a chiederle assai preoccupato:

«Posso sapere, Vaen, se tua figlia Elesia è ancora tenuta segregata da tuo marito nella stessa cella in cui si trova prigioniero il divo positivo? Oppure ti è stato proibito di parlarmi di lei? Nel caso che ciò fosse vero, puoi benissimo non rispondere alla mia domanda, siccome saresti giustificata da me! Dunque, qual è la tua risposta alla mia domanda?»

«Invece sono libera di riferirti ogni cosa su mia figlia, Pousum! Ti confesso che ne sto soffrendo da morire, per il fatto che non sopporto più la sua prigionia! Proprio a me doveva capitare un marito così crudele e sconsiderato, il quale è privo totalmente degli affetti familiari! Egli mi affligge tantissimo e non sa che la mia pazienza si sta esaurendo; anzi, è oramai al colmo del collasso. Per questo potrei esplodere, quando meno me lo aspetto. Se ciò avvenisse, non puoi immaginare cosa sarei capace di fare! Ora la mia sventurata figliola mi manca davvero molto!»

«Come mai ti manca, Vaen? Non è forse più nella cella del divo positivo, per cui non puoi vederla? Ed io che volevo chiederti di farmi vedere Elesia almeno per un attimo, siccome mi avrebbe fatto un sacco di piacere salutarla e scambiare quattro chiacchiere con lei. Sai, mi è ancora rimasto impresso nella mente il suo carattere adamantino ed indocile nei confronti dell’arroganza paterna. Volendo essere obiettivi, quella volta ella aveva avuto tutte le sue buone ragioni per ribellarsi al genitore in quel modo inaspettato, il quale stupì a non dirsi pure noi due! A ogni modo, personalmente ne fui assai soddisfatto! Ma adesso mi dici cosa le è accaduto, se non ti si permette d’incontrarla? Vorrei saperlo!»

«Riguardo alla sua ribellione al padre di quella volta, essa neppure a me dispiacque, Pousum. Solo che la sua esagerata reazione scatenò in mio marito una controreazione altrettanto caricata. Per cui adesso mia figlia si ritrova a pagare la colpa della sua impertinenza con una punizione enormemente spropositata! Per fortuna ella ha avuto piacere di essere stata rinchiusa con il dio positivo, essendosi infatuata di lui!»

«Cosa mi dici mai, Vaen! Possibile che la bella Elesia si sarebbe innamorata di Ukton? Se fosse così, la cosa andrebbe contro ogni legge della nostra natura divina! Perciò non riesco ad immaginarlo in nessuna maniera! Se devo dirti la verità, non ci crederei neppure, se li vedessi tubare insieme con i miei occhi dentro la loro prigione! Ma ora, dea dell’adulterio, mi è permesso di sapere per quale motivo sei costretta a fare a meno di vederla e di conversare con lei? Eppure io ci tenevo a farle una visita nella sua prigione, come una mia vecchia conoscenza! Comunque, non mi hai detto ancora dove si trova adesso Elesia. Se tu lo avessi fatto, mi sarei messo l’anima in pace ed avrei rinunciato a vederla, proprio come adesso tocca fare anche a te. Spero che la mia richiesta non ti risulti esagerata e indiscreta!»

«Quanto mi stai domandando, Pousum, non è affatto anormale; solo che non posso esaudire il tuo desiderio ed accontentarti come desideri. Quando eravamo su Luot, potevo vederla e parlarle ogni volta che lo desideravo. Ma dopo che siamo venuti ad abitare nella fortezza di Brust, le cose sono cambiate in peggio. La cella dei due divi non è più quella di un tempo e non può essere più raggiunta da una divinità minore. Per la quale ragione, anche tu dovrai fare a meno di incontrarla anche per un semplice salutino. Adesso conosci la verità su mia figlia!»

«Come mai, Vaen, attualmente non ci è possibile contattare i due divi in nessun modo? La nuova cella cosa ha di speciale, per negarci l’accesso ad essa nel modo che conosciamo? Eppure non dovrebbero esserci problemi! Sarà stato forse Brust a crearla con una caratteristica del genere? E perché mai lo avrebbe fatto? Sei sai qualcosa in merito, sei pregata di parlarmene! Così dopo me renderò conto delle ragioni del nuovo trattamento riservato alla figlia, da parte di tuo marito!»

«Non ti sei sbagliato, Pousum. L'attuale calotta energetica è opera del nostro kapius. Egli, però, l’ha potuta ottenere unicamente con il contributo dello scettro avuto in dono dallo zio Buziur. Essa, che viene chiamata dekonc, è circondata da un campo di forza che soltanto le divinità maggiori possono attraversare liberamente. Inoltre, chi vi sta rinchiuso non ha nessuna possibilità di concentrarsi neppure per un attimo. All’interno del nuovo ambiente energetico, infatti, circola una energia particolare, la quale è capace di frantumare i pensieri della coscienza perfino di una divinità. Riesce a renderli inutilizzabili, ai fini sia della riflessione che della comunicazione! Dopo questi dettagli, dio degli imbrogli, comprendi che non ti servirebbe a niente far visita a mia figlia Elesia?»

«Hai proprio ragione, Vaen. Sto pensando che, se lo volessero, i due divi reclusi non potrebbero scambiarsi neppure una parola! Ma che dico! Non sono in grado di manifestarsi neppure un desiderio, a causa della loro malridotta coscienza. La quale ora è costretta a vivere nell'inconsapevolezza di sé stessa e della propria esistenza!»

Pousum ebbe appena finito di esprimere il suo ultimo pensiero sul dekonc, allorché rincasò il dio Katfur, il quale, a giudicarlo dall’espressione del volto, non prometteva nulla di buono. A ogni modo, egli non rimase sorpreso nel vedersi davanti la sua vecchia conoscenza. Al contrario, la sua visita gli risultò del tutto regolare, dopo quanto gli aveva comunicato il suo kapius poco prima sul rapimento del nipote. Per tale motivo, senza soffermarsi nemmeno un poco sui vari preliminari, egli ebbe fretta di esprimerglisi nel modo seguente:

«Non è forse vero, Pousum, che sei venuto da me perché il gerark Vaulk ti ha mandato a trattare un nuovo scambio, questa volta suo figlio Ukton con il mio amico Seurd, il quale è anche il nipote del kapius Brust? Avanti, dio degli imbrogli, anche se quanto hai da dirmi non mi interessa, lo stesso sputa il rospo e facciamola finita prima possibile!»

«Non ti sbagli, indegno padre della diva Elesia. A quanto pare, eri già informato della cattura di Seurd! Ti chiedo come mai, Katfur, la tua consorte Vaen non ne era venuta a conoscenza. Non mi dire che avevi voluto tenerglielo nascosto a bella posta, per non darle il pretesto di prendersela ancora con te! Potrebbe anche essere andata così!»

«Come potevo comunicarle il rapimento del mio grande amico, Pousum, se ne ho appreso la notizia un attimo fa dalla bocca del suo autorevole nonno? Non appena ne è stato informato, il kapius mi ha mandato a chiamare senza indugio per riferirmela e per commentarla insieme, come abbiamo appunto fatto nella sua dimora fino a poco fa!»

«Lo sai che sei stato molto fortunato, Katfur, a non trovarti su Elmud, quando Iveon ci è andato apposta per liberare il divo Ukton e per assestarti una sonora batosta? Egli, però, non avendo potuto ottenere i due risultati sperati, per non aver trovato sul pianeta te e il divo Ukton, ha deciso di catturare il tuo intimo amico Seurd. Della sua cattura, pensa un po', nessuno se ne è accorto sul pianeta! Anzi, in tutto l’Impero dell’Ottaedro, nessun oculum a disposizione dei kapius ha avvistato le divinità positive che lo attraversavano. Tu come te lo spieghi un fatto del genere, il quale, per noi dovrebbe essere fuori dell’ordinario?»

«Non so dartene una spiegazione, Pousum, in merito a ciò. Ma poi come fai ad asserire con sicurezza che Iveon avrebbe avuto la meglio su di me, se mi avesse incontrato e ci fossimo battuti? Sappi, dio degli imbrogli, che anch’io sono una divinità maggiore, ugualmente al dio dell’eroismo! Per tua norma e regola, questo fatto dovrebbe convincerti di qualcosa e farti anche meditare! Oppure sei di parere contrario sul mio appunto? Hai forse cominciato a idolatrare le divinità positive?»

«Se siete entrambi divinità maggiori, Katfur, però è risaputo che, a parità di grado, una divinità positiva ha più possibilità di battere una divinità negativa. Trattandosi poi del dio Iveon, il quale è un battagliero per natura, i vantaggi per lui accrescono a dismisura! Inoltre, siamo a conoscenza che già ci sono state divinità negative maggiori che sono state da lui ridotte così male, da non poter più vivere in Kosmos! Perciò, al posto tuo, non parlerei a casaccio, come hai fatto poc'anzi con me; al contrario, eviterei di farlo!»

«Pousum, io non do peso a queste credenze, che considero unicamente delle sciocche fandonie. Nel frattempo, però, il dio dell'eroismo dovrà accontentarsi di raccogliere soltanto insuccessi nei suoi vani tentativi di liberare il divo positivo. Sappi che per lui continuerà ad essere così per una quantità di tempo considerevole. Te lo posso garantire!»

«Mi stai asserendo, Katfur, che non concederai ancora una volta lo scambio al gerark Vaulk? Neppure adesso che è in gioco la libertà del tuo amico per la pelle? È esattamente questo che hai voluto farmi presente? Pure il kapius Brust intende sacrificare la libertà di suo nipote, solo per un tuo grillo insignificante? Mi rifiuto di crederci! Ma se ciò corrispondesse al vero, sarebbe un vero disastro per noi divinità negative!»

Vedendo poi che il dio dell’infamia continuava a rimanere silenzioso alle sue nuove insistenti domande, dimostrando di non gradirle neppure un poco, il dio Pousum, allo scopo di obbligarlo a rispondergli, decise di riformulargliele nella seguente versione:

«Anche in questa circostanza, in cui l’ostaggio di Vaulk è il nipote del kapius, vorresti negargli lo scambio, Katfur? Non dirmi che Brust te lo permetterà, senza muovere un dito a favore del nipote! Se egli te lo consentisse, secondo me, ciò sarebbe un fatto inconcepibile! Anzi, sarebbe come far scatenare un conflitto apocalittico tra noi e le divinità positive, al termine del quale noi divinità malefiche saremmo ricacciate in blocco in Tenebrun, come cani bastonati!»

«In questo momento, dio degli imbrogli, non ho voglia di risponderti a questo riguardo. Forse è meglio andare a parlarne presso la fortezza del kapius, dove la discussione potrà avere il debito riguardo. Perciò trasferiamoci subito presso di lui e facciamoci ricevere nel suo appart. In quel luogo chiariremo ogni cosa soltanto tra noi divinità maschie!»

Come mai il dio Katfur era ricorso ad una punizione più severa nei confronti della figlia e del divo positivo? Che cosa era successo di tanto grave, per cui egli aveva stabilito di infliggerla ad entrambi? In un certo senso, però, se per un verso essa aveva eliminato tra loro due ogni forma di comunicazione; per un altro verso, aveva smesso di farli soffrire come prima. In quello stato di incoscienza, il loro inflessibile boia non poteva più permettersi il lusso di provocare nella psiche dei poveretti le peggiori afflizioni e di scombussolare la loro esistenza in modo sconcertante e drammatico. Allora cerchiamo di conoscere qual era stata la ragione, che aveva indotto il dio dell’infamia a fare adottare dal suo kapius il nuovo sconvolgente provvedimento contro i due divi. Con tale decisione, egli aveva continuato a non aver compassione neanche verso la propria figlia, contrariamente a come facevano gli altri genitori.

Ebbene, avvenuto il loro trasloco dal pianeta Luot a quello di Krop, Ukton aveva invitato Elesia a comunicare al padre Vaulk la loro nuova sede di trasferimento. La diva invece aveva voluto rimandare la trasmissione di quella notizia al gerark, poiché in quell’istante aveva avvertito una voglia maledetta di compenetrarsi con lui. Comunque, si era ripromessa di farlo, non appena avesse avuto termine il loro atto compenetrativo, il quale pure questa volta esso era di tipo sessuale. Era stato mentre vivevano la loro compenetrazione intensa ed estasiante che essi erano stati sorpresi dal padre di lei, che in quel momento veniva accompagnato dal kapius. Infatti, il dio Katfur aveva voluto condurvelo per farglieli conoscere e per esaudire il suo desiderio.

Lo scabroso episodio non era stato gradito dal persecutore dei divi, per cui egli si era dato a sbraitare furioso, minacciandoli che avrebbe infierito ulteriormente contro di loro. Per questo aveva domandato al suo autorevole accompagnatore che cosa si potesse fare per evitare ogni comunicazione tra loro due, pur tenendoli rinchiusi insieme nella medesima cella. Allora il dio della distruzione, seduta stante, aveva prodotto ai danni dei due sfortunati divi, la nuova famigerata prigione, denominata dekonc. I cui effetti paralizzanti sulla coscienza di coloro che erano costretti a starvi all'interno di esso adesso ci sono ben noti, essendo stati già illustrati dalla dea Vaen al dio Pousum. A questo punto, però, ci conviene ritornare al nostro divino ambasciatore del pianeta Elmud, allo scopo di continuare a seguire la nuova vicenda che stava per riguardare lo scambio di Ukton con il dio Seurd.


Dopo aver ricevuto il dio degli imbrogli nel suo appart insieme con il dio Katfur, il kapius di Krop invitò l’uno e l’altro ad accomodarsi su agevoli poltrone, le quali erano identiche a quella sua. Avvenuta la qual cosa da parte dei suoi due ospiti, il dio della distruzione iniziò a dire:

«Rieccoti ancora qui da me, Pousum, come se ti fossi affezionato alla mia casa! Ma ti faccio subito sapere che la tua visita non mi giunge affatto gradita, conoscendo il motivo che ti ha spinto fino a me. Tanto io quanto l’amico di mio nipote, ossia il qui presente Katfur, già lo conosciamo e ti informiamo che anche questa volta devi ritenere il tuo viaggio una inutile sfacchinata. Perciò potevi pure risparmiartela!»

«Bene, Brust, la cosa mi rallegra, dal momento che non dovrò mettermi a spiegarvelo di nuovo. A quanto pare, mi hai anche fatto prevedere la risposta, a proposito dello scambio di tuo nipote con il divo Ukton. Sei sicuro che dovrò riferire una cosa simile a Vaulk, il gerark di Zupes? Se proprio voi due ci tenete a saperlo, ho già preso a noia questo mio increscioso incarico da intermediario, che sono costretto a svolgere contro la mia volontà! Perciò, volendo liberarmene al più presto, datemi una risposta precisa e subitanea. Così, dopo averla ricevuta da voi, andrò a riferirla immediatamente al gerark Vaulk!»

«Invece, Pousum, temo che dovrai ancora pazientare, prima di avere la mia risposta definitiva. Essa ti potrà essere data soltanto, dopo che mi sarò incontrato con gli altri kapius del nostro impero e ne sarò ritornato. Lo sai anche tu che non posso prendere da solo decisioni di una certa rilevanza. Esse vanno sempre prese collegialmente, ossia con i miei fratelli e i miei cugini. Se invece la cosa fosse dipesa soltanto da me, a quest'ora staresti già sulla via del ritorno per portare la mia risposta all’autorevole genitore del divo positivo!»

«Brust, potrei apprendere quale sarebbe stato il contenuto del tuo responso, che adesso oso soltanto immaginare? Comunque, per il bene di tuo nipote, ti avrei invitato ad essere propenso allo scambio. Non credo affatto che il poveretto stia facendo in questo momento dei salti di gioia, lontano com’è dalla moglie e dai suoi figli! Non vi nascondo che ho pietà di lui; ma pure commisero il divo Ukton, per la sua coatta prigionia che voi gli imponete senza una ragione specifica!»

«Ebbene, Pousum, il contenuto della nostra risposta sarebbe stato un altro no secco. Io e Katfur la pensiamo allo stesso modo e non siamo disposti a concedere al vanaglorioso gerark un favore così grande. Egli e la sua consorte dovranno continuare ad addolorarsi per la terribile disgrazia toccata al loro secondogenito. L'uno e l'altra dovranno tribolare e macerarsi nella disperazione ancora per lunghissimo tempo! Appreso ciò, sei soddisfatto della mia risposta negativa?»

«Brust, non hai messo in conto la possibilità che Seurd potrebbe ritornare ad essere libero, se solo tu lo volessi, con la gioia di sua moglie e della sua prole? Oppure devo considerarti un nonno snaturato, il quale non ha una briciola di affetto per il proprio nipote e per i suoi familiari? La pensa allo stesso modo pure la tua consorte?»

«Certo che ce l’ho messa in conto, Pousum! Ma essa mi importa relativamente, visto che le divinità positive non avranno il coraggio di inveire contro di lui, come siamo abituate a fare noi in modo egregio. Mio nipote al massimo soffrirà di un po’ di nostalgia per i suoi cari e per la sua casa. Invece sono convinto che Vaulk e la sua consorte seguiteranno a patire delle pene indicibili, al pensiero che il figlio si trova nelle nostre mani impietose! Nel frattempo vorrei tener fuori da questa faccenda mia moglie, poiché non ho intenzione di litigare con lei. Ella non smetterebbe più di importunarmi, se subodorasse qualcosa in merito!»

«Spero che voi due abbiate preventivato anche un conflitto totale tra i due imperi, poiché a ciò si arriverà di sicuro, se oserete trattenere ulteriormente Ukton presso di voi. Il dio dell'eroismo me lo ha fatto presentire senza equivoci! Per questo badate a quel che fate, per favore! A ogni modo, c'è ancora da attendere la decisione che prenderanno gli altri cinque kapius del nostro impero!»

«Magari la cosa si risolvesse in questo modo, Pousum! Non sai da quanto tempo lo desidero! Avverto che le mani già mi prudono, per cui non vedo l’ora di battagliare con le divinità positive e di distruggere una gran quantità di corpi celesti situati nell’Impero del Tetraedro! Senza nascondertelo, ecco a cosa aspiro con tutto il cuore!»

«Il mio parere a tale riguardo, invece, è totalmente diverso, Brust! Se tu e Katfur volete la mia opinione su questa inconcepibile vicenda, ve la do all'istante. Posso anche comprendere il vostro astio contro le divinità positive, però non capirò mai la vostra insensibilità verso i vostri cari. Essa mi fa ribrezzo! Se fosse stato un mio familiare ad essere prigioniero e mi avessero proposto un giusto scambio per liberarlo, com'è accaduto a voi, pur di riabbracciarlo, non avrei esitato a consentirlo!»

«Ehi, Pousum, non ti scaldare troppo, anche perché si tratta di parenti nostri e non tuoi! Non riesco neppure a comprendere perché mai ti sta così a cuore il rilascio da parte nostra del divo positivo, come se fosse figlio tuo e non del gerark Vaulk!»

«Invece mi interessa principalmente la mia tranquillità e vorrei sentirmi sicuro sul pianeta dove vivo. Lì godo di una certa reputazione presso la gente che vi risiede; inoltre, non mi lamento dei benefici che mi provengono dalla loro devozione. Perciò ci rimarrei malissimo, se un domani venisse da me ancora Iveon, o chi per lui, e mi privasse di tutto quanto, a causa di un’assurda guerra da voi scatenata. Ecco le mie buone ragioni, per le quali mi pronuncio a favore dello scambio degli ostaggi e mi schiero dalla parte di chi lo caldeggia! Adesso, vi sono stato chiaro? Ma tanto per voi fa lo stesso!»

«Se non ti senti sicuro sul tuo pianeta, Pousum, perché non ti trasferisci nel nostro impero? Potresti rifarti anche da queste parti una nuova esistenza e una nuova reputazione, sempre secondo le tue medesime esigenze! Non è forse un buon consiglio il mio, che potresti seguire e tranquillizzarti, per tutto il tempo a tua disposizione?»

«Credi, Brust, che, per un dio com'è Iveon, basterebbe una mia decisione di tal genere, per farlo desistere definitivamente da un proposito che gli si è venuto a fissare nella mente? Si vede che non lo conosci per niente! Vuoi spiegarmi allora come mai tuo nipote, pur avendo la sua dimora entro i confini dell’impero, lo stesso è stato preso in ostaggio da lui? Egli è riuscito a gabbarvi tutti senza difficoltà. Nemmeno il tuo oculum e quelli degli altri kapius sono stati in grado di intercettarlo. Riesci a chiarirmi anche quest’altro mistero, kapius di Krop? Certo che no, a scrutarti bene negli occhi!»

«In merito ai due avvenimenti, Pousum, per il momento non so cosa risponderti; però ti garantisco che molto presto io e gli altri kapius ne saremo resi edotti. Volendo, potresti darci tu una mano a risolvere quello che ci si configura un vero rebus! Sappi che anche tu sei dei nostri, in qualità di divinità negativa, per cui dovresti sentire il dovere di renderci questo servigio! Dunque, vuoi metterti a nostra disposizione e permetterci di scoprire come il dio dell'eroismo è entrato di soppiatto nel nostro impero e ha fatto prigioniero mio nipote, senza che neppure un oculum lo abbia avvistato?»

«Invece come fai a non saperlo, Brust, che avrei le mani legate, anche se volessi stare dalla vostra parte, con l'intento di aiutarvi? Vuoi chiarirmi tu in che modo potrei esservi utile? Hai forse qualche suggerimento da darmi su quanto mi hai proposto?»

«Basterebbe che tu lo chiedessi direttamente ad Iveon, mio caro dio degli imbrogli, come ricompensa alla tua disponibilità a fare da spola tra le divinità positive e noi, oltre che tra noi e loro, allo scopo di trattare lo scambio che tanto sta a cuore a Vaulk. Cosa ne pensi della mia proposta, la quale non ti costerebbe niente? Sei disposto ad accettarla?»

«Sai che sei un bel tipo, Brust? E tu credi che Iveon me lo rivelerebbe, se glielo chiedessi, a titolo di ringraziamento per i miei servigi resi a lui e al suo gerark, che sono risultati anche infruttuosi? Se ci credi davvero, devo considerarti proprio un ingenuo! A proposito, perché non mandi il qui presente dio dell'infamia a domandarglielo? Così l’eroico dio te lo rimanderà indietro aggiustato bene per le feste. Esattamente come fece tempo fa con il nostro pedofilo Trauz!»

«Smettila, Pousum, di prenderti la confidenza che io e il mio amico non ti abbiamo ancora concessa, se non vuoi pentirtene, come neppure immagini! Adesso, però, devo lasciarti con il mio amico Katfur, siccome ho da raggiungere gli altri kapius sul pianeta Lurset. Ci rivedremo al mio ritorno su Krop, quando ti potrò fornire la risposta definitiva che dovrai recare al gerark Vaulk. Essa sarà quella che avranno votato a maggioranza i sei membri del Consiglio dei Kapius. Intanto che sarò impegnato su Lurset e resterò assente da Krop, ti consiglio di rilassarti sopra il mio salutare pianeta!»

Fu così che terminò l’incontro tra le tre divinità negative, una delle quali era addirittura un kapius dell’Impero dell’Ottaedro.