153-IL DIO BRUST DÀ INIZIO ALLA SUA SMANIA DI DISTRUZIONE
La precedente rassegna dello stato maggiore delle divinità negative ci aveva dato modo di avere delle anticipazioni sulle peculiarità caratteriali di Brust, in qualità di dio della distruzione. In tale occasione, abbiamo visto che la sua idea fissa era quella di distruggere e di annientare tutte le cose concrete che esistevano per non farle essere più, nonostante in Tenebrun non ce ne fossero. Egli aveva pure chiesto allo zio Buziur, in quanto Imperatore delle Tenebre, di creargli qualcosa di tangibile, volendo avere il gusto di sottoporlo alla sua smania distruttiva. In seguito, c'era stata la creazione di Kosmos da parte dell'onnipotente Splendor. Essa lo aveva fatto trovare finalmente in un universo fisico che si presentava materiale al massimo, poiché i suoi ingredienti erano costituiti dallo spazio, dalla materia e dal tempo. Quando poi aveva fatto il suo ingresso in Kosmos, il dio Brust si era subito reso conto che la creazione concreta, che scorgeva davanti ai suoi occhi, faceva esattamente al caso suo, essendo essa corrispondente alle proprie esigenze. Perciò, appena possibile, egli avrebbe approfittato per appagarle a più non posso. Il nuovo regno concreto, infatti, veniva espresso da poche categorie di corpi celesti, ciascuna con un numero esorbitante di individui. I quali avevano grandezza differente e diversa composizione; ma in tutti c'era la concretezza assoluta, proprio come egli l'aveva sognata da sempre. Per questo, stando alla sua testa balorda, adesso poteva darsi a distruggerli a tutt'andare e a suo piacimento, senza che nessuno potesse intervenire a vietarglielo.
Così, fin dal suo primo ingresso in Kosmos, il dio della distruzione aveva avvertito dentro di sé una voglia sfrenata di darsi alle demolizioni più mutilanti del creato esistente, fino a scombussolargli la naturale armonia che lo governava. Anzi, all'istante avrebbe voluto fare tabula rasa di Kosmos, anche se una cosa simile non era nelle sue prerogative. Con il passare del tempo, però, era stato più modesto nelle sue brame distruttive. Gli sarebbe bastato cambiargli solamente i connotati, svuotandolo dell'intera sua materia, tanto di quella accesa quanto di quella spenta. Infine, avendoci ripensato, il desiderio del kapius Brust era stato ben altro. Egli aveva avvertito l'insopprimibile esigenza di fare un falò grandissimo dei diversificati ingredienti materiali che costituivano Kosmos, al fine di non sentire più parlare di esso come un qualcosa di perfetto e di armonico! Si era pure ripromesso che, non appena si fosse creato gli strumenti adatti per concretizzare i suoi grandi disegni distruttivi, non avrebbe perso tempo e si sarebbe dato ai suoi intenti cervellotici, mettendosi a realizzarli a briglia sciolta e senza moderazione.
Dopo che lo scettro dello zio imperatore gli aveva consentito di creare i mostri che conosciamo, la sua follia sterminatrice era stata a un passo dallo spingerlo ad appagare la sua voglia di disintegrare interi sistemi stellari. Ma prima che il kapius di Krop mettesse mano alla sua insana impresa, era andato a trovarlo il divino fratello Fuat. Costui era stato nominato dal dio Buziur comandante supremo delle divinità negative residenti nell'Impero dell'Ottaedro, nonché di quelle che si trovavano sparpagliate qua e là oltrefrontiera.
Perché c'era stata la visita tempestiva del dio Fuat al germano minore? Il dio della discordia era andato sul pianeta Krop, appunto per mettergli un freno. Egli aveva avuto sentore che il dio Brust fosse sul punto di darsi a realizzare i suoi progetti scellerati, quelli che in Tenebrun aveva dovuto accantonare per ovvi motivi. Difatti il kapius di Krop aveva già deliberato di dare avvio ai progetti in questione, allorché il divino consanguineo si era presentato a lui. Con la sua visita, la quale non era stata affatto di cortesia, il Primo Kapius lo aveva fermato in tempo, ossia prima che egli riuscisse a trascinare le divinità malefiche in un baratro senza scampo, poiché esso avrebbe rappresentato per loro l'uscita definitiva da Kosmos. Per chi fosse interessato a saperne di più sulla vicenda, era stato lo stesso autorevole dio della superbia, ossia Buziur, a suggerire al capo dei kapius quella visita inaspettata e tempestiva. L'Imperatore delle Tenebre, dopo avere invitato il nipote nella sua dimora di Tenebrun, si era dato a fargli il seguente discorso:
«Fuat, ti suggerisco di tenere continuamente sotto controllo Brust, poiché temo che egli possa rappresentare una seria minaccia sia per sé stesso che per le altre divinità negative residenti nel Regno della Materia e del Tempo. Da un momento all'altro, lo scriteriato tuo fratello minore potrebbe trascinarvi in un conflitto con le divinità positive dalle conseguenze imprevedibili. Il quale vi costringerebbe ad abbandonare Kosmos, senza più permettervi di farvi rientro. Dunque, nipote mio, tanto per cominciare, ti consiglio di andare a fare una lavata di capo a quell'incosciente di Brust. Raggiungilo sopra il suo pianeta, prima che comincino a frullargli nella mente le idee più bislacche ed egli si adoperi a tutto spiano per metterle in atto. Ti raccomando, sii determinato con lui; cerca di raffrenare, fin dall'inizio del vostro colloquio, i suoi appetiti di massima demolizione, che egli vorrebbe soddisfare a ogni costo!»
«Consideralo già fatto, zio imperatore!» gli aveva risposto il dio Fuat, poco prima di congedarsi da lui «Perciò adesso corro senza indugiare oltre ad ammansirlo, facendolo diventare un vero agnellino! Comunque, grazie per avermi avvertito di questo particolare in tempo utile!»
Così, appena gli era stato possibile, il kapius di Ekpur, assecondando l'autorevole parente e facendo proprie le sue preoccupazioni, si era affrettato a visitare lo strambo germano. Ovviamente, egli era ignaro che tentare di far rigare dritto il pazzoide Brust era come raddrizzare le gambe ai cani. Per cui aveva deciso di tentare l'impresa, la cui riuscita sarebbe tornata proficua ad ogni divinità malefica residente in Kosmos. Una volta l'uno di fronte all'altro, i due fratelli avevano intrapreso un vivace dialogo, il quale si era andato guastando via via durante il suo protrarsi. Esso, se all'inizio aveva avuto un esordio del tutto confidenziale e faceto, in seguito aveva preso una piega sempre più seria e conflittuale. Il primo ad aprir bocca nel loro incontro era stato il dio della distruzione. Egli si era rivolto all'autorevole fratello, dicendogli:
«Non immagini, mio caro Fuat, quale immenso piacere mi abbia recato la tua visita inattesa, che ho gradito al massimo!»
«Devo ammetterlo, Brust, anche a me ha fatto un grande piacere rivederti! Forse sarà stato l'effetto della nostalgia a farmi desiderare di incontrarti. Perciò eccomi qua ad abbracciarti fraternamente!»
«Sai? Ho appena terminato la costruzione della mia enorme fortezza. Presto seguirà la creazione delle altre opere, quelle che dovranno essere poste a difesa della mia circoscrizione. Ma non vedo l'ora di darmi a creare i miei mostri, poiché sono convinto che esclusivamente essi saranno in grado di recarmi le maggiori soddisfazioni!»
«Vedo che stai facendo un ottimo lavoro sul tuo pianeta, Brust. Vorresti chiarirmi perché saranno i mostri ad appagarti più delle altre creazioni a cui vai dando origine? Se devo esserti sincero, non ho ancora inteso a cosa tu abbia voluto riferirti, a proposito di simili creature cibernetiche! Perciò mi faresti il favore di spiegarmelo un po' meglio, perché io possa comprenderti senza che in me ci siano fraintendimenti?»
«Con il tuo permesso, Fuat, vorrei parlarti di tale mio appagamento in un secondo momento, poiché innanzitutto vorrei sapere da te a che punto sei con la costruzione delle opere, che metterai a difesa della tua casa. Oppure tu invece hai già finito di sistemare ogni cosa nel punto giusto nella tua circoscrizione di Ekpur? Io penso proprio di sì!»
«Certo che ho già ultimato tutto quanto era da farsi nella mia casa, Brust! In essa, ogni opera è stata terminata nel migliore dei modi. Vi sono stati attivati pure i mostri, per cui essi già la sorvegliano con efficienza! Per loro, però, non provo quella soddisfazione che tu proverai, quando avrai dato creazione ai tuoi. Sono del parere che, meno avremo l'opportunità di farne uso contro le divinità positive, più la nostra esistenza in Kosmos non avrà alcun tipo di problemi!»
«A proposito dei mostri, Fuat, sono impaziente di dotarmi di potenti macchine distruttive, secondo i tipi e la quantità che noi kapius abbiamo convenuto in Tenebrun. Come ti accennavo poco fa, già prima di averli a mia completa disposizione, sto morendo dalla voglia di vederli in azione con efficacia e sperimentarne l'esiziale potenza devastatrice! Devo confessarti che, quando ciò avverrà, impazzirò dalla gioia!»
«Mi riesce ancora difficile, Brust, comprendere perché desideri vederli subito in azione. Ti basterà soltanto tenerli attivati, per adoperarli esclusivamente in caso di bisogno. Così li sguinzaglierai contro quelle divinità positive che oseranno sconfinare di proposito nel nostro impero oppure vi verranno a trovarsi involontariamente. Del resto, è quanto ci ha ordinato il nostro imperatore Buziur, chiaro e tondo! Né noi possiamo disubbidire ai suoi ordini, non dandogli ascolto di proposito!»
«Volendo star dietro a questi divieti limitativi, Fuat, morirei di tedio in Kosmos, per cui non saprei come viverci spensierato. Invece bramo condurre la mia esistenza nel Regno della Materia e del Tempo con tutto me stesso. A mio parere, esistere in esso significa andare a caccia di corpi celesti spenti ed accesi per sconvolgerli, sterminarli, distruggerli e farli diventare degli immensi falò! Mi hai compreso nel senso giusto?»
«Vuoi chiarirmi, Brust, dove avresti intenzione di andare a cercare i diversi mondi, che dovrebbero fare da bersagli alla tua mania di distruzione? Forse nel nostro impero? Oppure nello spazio neutrale di Kosmos? Avanti, dimmi se ti sei ancora fatto una idea in proposito, poiché intendo saperlo senza meno, in qualità di tuo diretto superiore!»
«Naturalmente, andrò a cercarli nell'impero delle divinità positive, Fuat, come avresti dovuto già immaginarlo! Proprio in quel luogo intendo spargere il caos totale, disintegrare interi sistemi stellari e farli sparire dalla circolazione. Così alla fine lo priverò della luce lattescente delle galassie e lo trasformerò in una massa buia simile al nostro Tenebrun. Non è stupenda la mia idea, fratello, oppure hai qualcosa da ridire in merito ad essa? Ti prego di rispondermi con sincerità.»
«Invece devo deluderti, Brust. Tu non potrai muovere un dito contro l'impero delle divinità positive, senza avere dal Consiglio dei Kapius la necessaria approvazione. Ti anticipo che essa non ti sarà mai concessa dai suoi membri. Inoltre, ti è categoricamente proibito dal nostro magnifico Buziur quanto hai stabilito di mettere in atto. Lo ha decretato il nostro imperatore, prima che partissimo dal nostro Regno delle Tenebre. Lo hai forse già dimenticato? Se la tua risposta è affermativa, allora cerca di fartelo venire in mente. E al più presto! Mi sono spiegato?»
«Vorresti asserirmi, Fuat, che, durante la mia permanenza nell'immenso Kosmos, avrò le mani legate e non potrò esprimermi liberamente nell'attuare i miei progetti disastrosi? Vuoi farmi intendere che per me sarà esattamente così, fino a quando il Consiglio dei Kapius, di cui anche noi due facciamo parte, non avrà deliberato nella maniera che dico io? Non ci posso credere! Questo divieto è un'autentica vigliaccata nei miei confronti! Sono dispiaciuto del fatto che nessuno la pensi come me!»
«Ti ripeto, Brust, le attribuzioni del consiglio sono limitate solo alle piccole controversie, che potrebbero sorgere tra noi e le divinità benefiche! Il conflitto totale con loro può essere dichiarato esclusivamente con il benestare del nostro imperatore Buziur. Perciò evita di ignorare a bella posta ciò che ti ho fatto presente, se non vuoi ritrovarti in guai molto seri e pentirtene qualche attimo dopo!»
«No, non è giusto per niente, Fuat, obbligarmi ad esistere in Kosmos senza scopo alcuno, interamente sepolto nell'inettitudine ed annegato nella noia più terribile! Così mi farete pentire senza meno di avere una esistenza! A queste condizioni, allora facevo meglio a restarmene in Tenebrun a vivere di sogni distruttivi, che mi davano più soddisfazione!»
«Ci sono anche altre cose interessanti in Kosmos, Brust, degne di essere vissute con il massimo appagamento. Dedicarti alla famiglia, come padre e nonno, non è poi cosa noiosa e priva di gratificazioni! Avresti forse il coraggio di distruggere anche quella, pur di rendere paga la tua insaziabile bramosia di rovina e di sfascio? Spero proprio che non sia così! Altrimenti dovrò vergognarmi di avere un fratello come te!»
«Adesso non esagerare, Fuat, nel pensarla nella maniera che hai detto, a proposito della mia famiglia! Mettiti in mente che non riuscirei mai a far prevalere in me un impulso del genere, anche a costo di smangiarmi dalla rabbia! Piuttosto, dopo aver ignorato le disposizioni del consiglio, mi dedicherei a quelle distruzioni materiali che mi vengono da esso negate! Te lo dico, perché lo farei sul serio!»
«Brust, ti ripeto che, se tu dovessi provarci, te ne pentiresti amaramente! Oltre che con noi, dovresti fare i conti anche con nostro zio. L'Imperatore delle Tenebre, per prima cosa, passerebbe a privarti dei vari poteri che egli stesso ti conferì contestualmente alla nomina di kapius, disattivandoti perfino lo scettro. Devi persuadertene, per il tuo bene! Dai retta a ciò che ti sto raccomandando, se non vorrai pentirtene!»
«Se la metti in questi termini, Fuat, vorrà dire che mi atterrò alle decisioni del consiglio, pur non condividendole. Agendo in questo modo, eviterò di avere dei problemi con l'imperatore nostro zio e non incorrerò nelle sue sanzioni disciplinari. Anche perché non ho alcuna intenzione di farmi togliere quei poteri, che egli mi fornisce di continuo attraverso il suo scettro! Se ne venissi privato, la mia esistenza sarebbe un inferno!»
Era stato così che si era concluso il colloquio tra i due kapius germani, alla fine del quale, essendo stato ammansito un poco dalla strigliata del fratello maggiore, il dio Brust si era mostrato in apparenza acquiescente. Perciò aveva promesso al dio Fuat che non ci sarebbe stata da parte sua alcuna insubordinazione. Invece, dopo aver portato a compimento le varie opere difensive ed offensive all'interno della sua circoscrizione, egli aveva ancora iniziato a vagheggiare i numerosi insopprimibili intenti di distruzione. Essi non avevano smesso di roteargli nella mente; anzi, vi restavano come se vi fossero scolpiti in modo incancellabile.
Se nell'ambito della propria circoscrizione i vari tipi di mostri da lui creati potevano anche essere pilotati direttamente dall'oculum del suo kosmicon, un fatto del genere non era affatto possibile al di fuori dello spazio dell'Impero dell'Ottaedro. Allora il dio Brust, prevedendo che in un futuro non remoto essi avrebbero dovuto costituire una minaccia nell'Impero del Tetraedro, aveva pensato di equipaggiarli con divinità esperte nel loro pilotaggio. Per la quale ragione, egli si era dato ad arruolare almeno un paio di migliaia di giovani divinità, le quali si erano dichiarate disposte ad apprenderne la guida e a pilotarli in caso di necessità, come in un confronto diretto con le divinità positive. Alla fine, prima ancora che scoppiasse il caso Ukton, il dio della distruzione era già riuscito ad equipaggiare i suoi mostri di validissimi piloti. Essi erano divenuti molto esperti nella loro guida, dopo essere stati impegnati in molte esercitazioni vere e proprie, senza mai ricorrere alla loro virtualità. Quindi, era stato giocoforza che ci fossero andati di mezzo una quantità ingente di pianeti incompatibili con la vita, scelti tra quelli che orbitavano intorno alle stelle della galassia di Strunk.
Condotta a termine la prima parte del suo progetto bellicoso, la quale era avvenuta all'insaputa degli altri kapius, il dio Brust sapeva benissimo che aveva le mani legate nell'attuare anche la seconda parte di esso. L'avversavano sia l'imperatore Buziur sia il fratello Fuat, che era il Comandante Supremo nell'Impero dell'Ottaedro. Per il momento, dunque, egli aveva deciso di soprassedere ad una guerra aperta contro le divinità benefiche. In cuor suo, però, non disperava che dei giustificati motivi prima o poi l'avrebbero promossa, magari spingendo tali divinità a caldeggiarla e a dichiararla, benché la loro natura fosse avversa ad essa.
Più in là nel tempo, la vicenda del divo Ukton, la quale era stata provocata dal dio Katfur, era arrivata come il cacio sui maccheroni. Essa aveva costituito per il kapius di Krop un'ottima opportunità, perché il suo progetto venisse realizzato appieno. Per questo egli aveva simpatizzato all'istante con il dio dell'infamia, schierandosi felicemente dalla sua parte, senza pensarci due volte. Anzi, lo aveva persuaso, più di quanto non lo fosse già, a non liberare il secondogenito del gerark di Zupes, mostrandosi incurante che sarebbe stato pure il nipote Seurd a farne le spese per primo. Il dio Brust aveva voluto perfino ospitare il dio dell'infamia nella sua fortezza, essendo convinto che così il prigioniero sarebbe stato sorvegliato nel modo migliore. Inoltre, non si sarebbe corso il rischio di perderlo, in seguito a qualche incursione da parte di alcune divinità benefiche nel loro impero.
In quello stesso periodo, il dio della distruzione aveva deciso di portare la questione del rapimento del nipote Seurd davanti al Consiglio dei Kapius. Egli, facendo apparire il dio Vaulk colpevole del ratto, aveva sperato di ottenere da esso l'autorizzazione ad invadere la Circoscrizione di Zupes. Da tale autorevole consiglio, invece, gli era provenuta l'intimazione di rimandare al padre il divo Ukton, che era stato sconsideratamente catturato dal dio Katfur. Egli, al contrario, pur di costringere il gerark di Zupes a perdere la pazienza e ad intraprendere le ostilità contro le divinità dell'Ottaedro, aveva disubbidito di nascosto alle disposizioni del consiglio, negando la libertà al divo positivo. Da parte sua, il dio Katfur, pur accogliendo con soddisfazione l'appoggio del suo kapius, non si era chiesto perché mai il dio della distruzione avesse preso a cuore la sua iniziativa. La quale, tra l'altro, aveva finito per punire il dio Seurd, che era il nipote del dio Brust e il suo intimo amico.
Soltanto quando il dio Brust si era messo perfino contro il Consiglio dei Kapius, pur di non cedere allo scambio dei prigionieri, il dio dell'infamia aveva iniziato a subodorare la verità. Si era convinto che l'autorevole dio non stava affatto difendendo il suo operato; anzi, egli agiva in quella direzione esclusivamente per perseguire alcuni suoi disegni reconditi. Allora, desiderando conoscerli anche lui per affrontare meglio la questione, a un certo punto, aveva voluto chiedere al proprio kapius:
«Mi dici, Brust, perché ti ostini ad opporti al rilascio del divo positivo, sapendo che ci va di mezzo anche tuo nipote Seurd, il quale è pure l'unico amico che ho? In un primo momento, avevo creduto che tu avessi voluto abbracciare la mia causa per partito preso, avendocela a morte con le divinità positive. In seguito, però, ho preso coscienza che il tuo comportamento circa la vicenda del divo Ukton ti viene dettato unicamente da altri scopi, quelli che non sono ancora riuscito ad immaginare. Invece vorrei tanto conoscerli per sapermi regolare. Cosa mi rispondi, in merito alle mie supposizioni?»
«Effettivamente, Katfur, non posso darti torto, se sei di questa opinione. Pur di raggiungere alcuni miei obiettivi, intendo appunto usare la cattura del divo positivo da te eseguita, la quale è stata considerata dagli altri kapius una mossa del tutto incauta. è da tempo immemorabile che covo dentro di me un grande progetto, che è totalmente rispondente alla mia indole, per cui vorrei realizzarlo di riffa o di raffa. In questo momento, mi fa piacere scorgere nei tuoi occhi l'ansia di conoscerlo!»
«Dal momento che hai captato tale mio desiderio, Brust, mi dici in che consiste il tuo grandioso progetto? Inoltre, vorrei aver chiarito cosa esso ha a che fare con la cattura del divo positivo Ukton, da me eseguita tempo addietro per scopi ben diversi, quelli che tu adesso conosci.»
«In qualità di dio della distruzione, Katfur, non riesco ad adattarmi a questa esistenza che mi obbliga a trascorrere il tempo passivamente, senza poter distruggere qualcosa in un luogo qualsiasi. Per questo motivo, ho sempre agognato una guerra tra noi divinità malefiche e quelle benefiche, affinché potessi avere l'opportunità di darmi a demolizioni di ogni tipo nell'Impero del Tetraedro. Adesso però, grazie a te, che ne hai catturato il figlio, posso esasperare al massimo il gerark di Zupes, fino a costringerlo ad attaccarci. In questo caso, potrò far scatenare la mia natura distruttiva in mille disastri sconvolgenti! Ora che conosci qual è il mio gioco, dio dell'infamia, hai ancora qualcosa da obiettare in merito ad esso? Sei pregato di rinfacciarmelo, se non lo condividi!»
«Invece, Brust, il gerark Vaulk riesce ancora a tenere i nervi saldi ed insiste a chiederci lo scambio dei due prigionieri. Non ti pare? Inoltre, nello stato attuale, egli ha dalla sua parte gli altri kapius del nostro impero, i quali, dandogli ragione, ti hanno intimato la liberazione del divo suo figlio! Dunque, avendo tutte e due le mani legate, amico mio, come potrai scatenare la guerra, quella che ti sei proposta indarno?»
«Invece, Katfur, vedrai che alla fine il dio del coraggio cederà al desiderio di vendetta ed invaderà il nostro spazio cosmico. Se invece un evento del genere dovesse tardare a presentarsi, saprei io come dargli una spallata. Sappi che farei in modo che l'evento accadesse in tempi stretti, senza indugiare molto. Te lo garantisco!»
«Brust, se questo è il tuo progetto, ti dico che hai la mia incondizionata approvazione. Dunque, da questo momento in poi, ritienimi schierato fedelmente dalla tua parte. Anch'io avverto in me un'intima esigenza di guerreggiare contro le divinità del Tetraedro, che non ho mai digerite. Naturalmente, con il chiaro proposito di arrecare a tutte loro un rovinoso scompiglio e una infinità di enormi disagi alla tua maniera!»
Avendo conosciuto qual era stato nel passato il chiodo fisso del dio della distruzione, il quale continuava ad esserlo insopprimibile, e com'egli si era attivato per cercare di realizzare il suo piano, a questo punto ci conviene procedere di pari passo con la nostra prima Teomachia. Ossia, la riprenderemo dal punto in cui il dio Brust e il suo alleato Katfur avevano lasciato il pianeta Bluez, con il chiaro intento di aprire le ostilità nei confronti delle divinità positive, esattamente come entrambi si erano messi in testa di agire.
Dopo essersi allontanati dal pianeta Bluez, lasciandovi il divino Pousum tutto solo rinchiuso nella sua cella energetica, i due dèi negativi si erano precipitati a raggiungere il pianeta Krop. Quando vi erano pervenuti, il dio Brust aveva radunato tutte le giovani divinità che in passato erano state esercitate nel pilotaggio dei mostri. A tutti loro il destituito kapius di Krop aveva fatto il seguente discorso:
"Abili e coraggiosi piloti dei nostri mostri Burkon e Samund, ho voluto riunirvi qui per annunciarvi che è giunto il momento di agire e di mettere a profitto la vostra indubbia esperienza, passando dalla fase di esercitazione a quella di una guerra vera e propria! Voi siete oramai pronti ad invadere l'Impero del Tetraedro, ad iniziare dalla vicina Circoscrizione di Zupes. Per cui dobbiamo convincerci che il tempo di attendere è terminato e non ha più ragion d'essere. Voi siete gli invincibili Guerrieri della Distruzione Totale, come vi ebbi a battezzare fin dall'inizio del vostro reclutamento. Perciò adesso mi attendo da voi che vi mostriate degni dell'appellativo che vi ho attribuito! Solo così, l'Impero del Tetraedro tremerà di voi, si pentirà di essere sorto in Kosmos. Sono convinto che, con i vostri efficienti mostri distruttori, lo costringerete ad implodere, a sbriciolarsi, a collassare e a porre fine alla propria totale esistenza!
Imbattibili Figli del Male, mi aspetto da voi cose egregie. Permettete alle energie, di cui disponete, di frantumare e disintegrare ogni stella ed ogni pianeta esistenti nel Tetraedro! Voglio che ne facciate dei falò destinati a spegnersi nel nulla, senza possibilità di riemergerne e di esistere di nuovo! Da parte mia, vi guiderò, mie valorose legioni conquistatrici, e farò di voi il terrore delle divinità positive, che invano cercheranno di sfuggirvi. Esse saranno costrette a subire la vostra prepotenza aggressiva, che ne trasformerà l'essenza psichica e le obbligherà a fare ritorno in Luxan, abbandonando prima il loro impero e poi Kosmos.
Adesso, miei prodi piloti, salite tutti a bordo dei vostri mostri e occupatene i posti di combattimento, poiché è giunta l'ora della riscossa delle divinità malefiche su quelle benefiche! Sono convinto che voi saprete esserne i grandi artefici! Che la buona sorte vi accompagni!"
Avvenuto il discorso esortativo da parte del dio Brust, i divini piloti, ignari che egli non era più il kapius della Circoscrizione di Krop, di risposta, gli avevano gridato: "Vinceremo e trionferemo! Te lo promettiamo, nostro kapius Brust!". Immediatamente dopo, essi si erano affrettati a raggiungere i rispettivi velivoli astrali, occupandone i posti di guida e di combattimento. Quando poi i millecento mostri erano stati pronti per la partenza, il dio della distruzione aveva dato l'ordine di dirigersi verso l'Impero del Tetraedro. In precedenza, i Burkon e i Samund erano stati ritirati dalle loro postazioni circoscrizionali di sempre ed erano stati riuniti nei pressi del pianeta. In quel luogo, il kapius di Krop, dopo aver formato con essi una ingente flotta spaziale da lui ritenuta invincibile, l'aveva anche denominata Flotta della Riscossa.
Non appena il fratello aveva disposto il ritiro dei mostri dalle loro postazioni abituali, il kapius Fuat, che lo faceva tenere di continuo sotto stretta sorveglianza, aveva accolto con sospetto quella sua manovra. In seguito, l'uscita della flotta di Brust dal loro impero lo aveva allarmato maggiormente, immaginando l'assurdo disegno che il fratello si apprestava a perseguire. A quell'evento imprevisto, egli aveva voluto incontrarsi senza attendere oltre con gli altri quattro kapius sul pianeta Lurset. Dopo averveli convocati con la massima celerità, aveva detto loro:
«Devo darvi una brutta notizia, miei cari colleghi. Mio fratello Brust è totalmente impazzito! Con i suoi mostri Burkon e Samund, si sta dirigendo verso l'Impero del Tetraedro, intenzionato ad attaccarlo. Secondo le mie previsioni, egli ha stabilito di cominciare dalla vicina circoscrizione di Zupes. Se il dio della distruzione sferrerà l'offensiva, come lascia prevedere, ben presto ci creerà dei problemi abbastanza seri.»
«Fuat, nostro fratello davvero sta facendo questo, pur non essendo più un kapius?» sbigottito, era intervenuto il dio Zerf «A questo punto, mi chiedo cosa possiamo fare per tenerci fuori dalla guerra. Egli oramai sta per scatenarla contro le divinità positive, contravvenendo alle direttive del nostro illustre imperatore e a quelle del Consiglio dei Kapius! Invece noi non lo possiamo fermare in nessuna maniera!»
«Secondo il mio parere, fratello Zerf, come anche tu hai asserito, possiamo fare ben poco. Per come si sono messe le cose, non si può più cercare di convincere le divinità benefiche che noi non abbiamo nulla a che fare con l'agire del ribelle kapius Brust. Se cercassimo di farlo, la nostra sarebbe una impresa impossibile e senza esito positivo. Per la quale ragione, prevedo che pure noi ne verremo coinvolti senza volerlo, visto che la loro reazione punitiva abbraccerà il nostro intero impero!»
«Purtroppo, anch'io la penso come te, cugino Fuat, essendo questa una realtà incontrovertibile.» il dio Pren era stato della stessa idea del suo capo «Perciò non ci resta che preparare una valida difesa, prima che i potenti antimostri Vurk e Pekad delle divinità positive passino alla controffensiva, con l'obiettivo di distruggere il nostro impero!»
«Sarà una battaglia che ci impegnerà duramente.» anche il dio Korz aveva voluto dire la sua «Anzi, prevedo che la nostra cacciata da Kosmos è vicina! Perciò non ritengo possibile che riusciremo a scamparla, dopo che il conflitto sarà scoppiato fra noi e le divinità benefiche!»
«Non è detto, Korz, che per forza dovremo essere noi i perdenti, in tale paventata guerra.» gli aveva obiettato il fratello Sunk «Anche noi possediamo energie, con le quali poter difenderci adeguatamente dalle divinità positive; mentre i nostri potenti mostri possono arrecare pure a loro danni di natura psichica irreparabili! Perciò non disperiamo della salvezza, prima ancora che il conflitto cominci a scatenarsi!»
«Adesso, se volete avere la compiacenza di ascoltarmi,» il dio Fuat era intervenuto a zittire tutti gli altri membri «smettete di straparlare inutilmente e date anche a me la possibilità di dire la mia. Qui occorrono unicamente idee e proposte, possibilmente quelle che potranno aiutarci ad arginare l'imminente invasione delle divinità positive, la quale non si farà attendere molto. Invece le chiacchiere non servono a niente, poiché ci rendono solo inetti ed inconcludenti! Vi sono stato chiaro?»
«Allora cosa intendi suggerirci, riguardo a questa ostica vicenda, fratello Fuat?» gli aveva domandato il kapius Sunk, il quale cominciava ad avere una visione pessimistica della situazione.
«Innanzitutto propongo di equipaggiare i nostri mostri galattici e circoscrizionali di piloti, come ha già fatto mio fratello Brust. Essi dovranno guidarli, nel caso che venissero messi fuori uso i nostri oculum. In un secondo momento, studieremo una strategia comune, capace di opporre alle divinità positive una difesa sia resistente che azzannante. Ossia, nei loro confronti, essa dovrà costituire una minaccia logorante ed ininterrotta. Ciò potrà essere ottenuto mediante attacchi ripetuti, improvvisi e finalizzati a sfiancare i nostri futuri invasori. Ecco quanto propongo di fare nella prima fase bellica!»
La proposta del comandante in capo Fuat era stata accolta favorevolmente dagli altri quattro kapius. Essi avevano convenuto con lui sulle due cose da farsi con priorità assoluta, oltre che con urgenza. Perciò si erano lasciati subito dopo, dovendo ognuno di loro adoperarsi nella propria circoscrizione per quanto si era stabilito in seno al consiglio. Egli si sarebbe dovuto dare all'equipaggiamento dei mostri e alla messa a punto di una strategia efficiente, onde evitare di soccombere ai potenti antimostri delle divinità positive. Essi, infatti, assai presto sarebbero giunti dall'ovest, dandosi ad invadere l'intero loro impero.
Prima di immettersi nella galassia di Sariop, la flotta del dio Brust, dopo essersi allontanata dal pianeta Krop, aveva seguito il percorso che le aveva fatto attraversare una piccola parte della vicina galassia di Strunk, che si trovava ad occidente. Da quest'ultima, attraverso il sistema della stella Keup, essa era uscita dalla Circoscrizione Spaziale di Krop. Poi aveva iniziato una lunga navigazione nello spazio neutrale, il quale, in quel tratto di Kosmos, era costituito dalla galassia di Oreap. In tale spazio galattico, il dio della distruzione aveva invitato i suoi piloti ad esercitarsi per l'ultima volta, prima di sconfinare nell'impero nemico.
L'esercitazione si era conclusa con la disintegrazione di molte stelle e di parecchi astri spenti, tra cui anche Elmud. Durante la quale, si era assistito a qualcosa di terribilmente impressionante, poiché i mostri Burkon e quelli Samund avevano vomitato sugli astri citati una quantità incredibile di raggi energetici, che erano risultati massimamente distruttivi. Essi, dopo averli raggiunti, prima vi avevano iniettato cariche energetiche di altissimo potenziale esplosivo e poi le avevano fatte brillare e disintegrare senza difficoltà. Quando si era trattato di stelle, in un primo momento, esse erano state viste incendiare lo spazio cosmico circostante con una spettacolare policromia di luci. Alcuni attimi più tardi, al loro posto era subentrato il buio pesto. I pianeti e i satelliti, invece, dopo essere stati squarciati e frantumati dalle deflagrazioni dirompenti, erano stati visti trasformarsi in sciami di meteoriti. Questi si erano poi dati alla ricerca di quegli astri disposti a concedere loro un nuovo moto orbitale, volendo porre fine alla loro corsa disperata in Kosmos.
Non erano state poche le divinità positive che si erano trovate a transitare per la galassia di Oreap, dove si stavano svolgendo le esercitazioni belliche della flotta del dio Brust. Allora esse, senza perdere tempo, si erano lanciate ad avvertire il dio Vaulk, poiché egli era il gerark della circoscrizione più vicina. Il dio del coraggio, trovando strana una evenienza del genere, prima di allarmarsi del tutto, aveva voluto attendere l'evolversi della situazione. Nello stesso tempo, tramite l'oculum del suo kosmicon, non si era astenuto dall'informarne gli altri gerark di ciò che stava accadendo. Inoltre, cautelativamente, aveva schierato verso quel settore del confine un numero considerevole di antimostri Vurk, perché respingessero i mostri delle divinità negative, nel caso che ci fosse stato un attacco improvviso da parte loro.
Quando infine le intenzioni della flotta nemica si erano rivelate lampanti e reali, il gerark Vaulk subito aveva rimandato il dio Osur a Luxan perché ne mettesse a conoscenza gli eccelsi gemelli Kron e Locus. Un istante dopo, fatto chiamare il figlio Biok, si era servito di lui per intimare al dio Iveon l'immediato ritorno su Zupes, facendogli interrompere ogni azione rivolta a ricuperare il suo secondogenito Ukton. Allora il dio dell'eroismo, come abbiamo già appreso, aveva ubbidito all'istante, sebbene avesse già rintracciato i due divi e fosse sul punto di raggiungerli, di prelevarli e di riportarli in salvo sul loro pianeta.
Una volta intrapresa la via del ritorno, puntando su Zupes, il dio Iveon, tramite il divo Iovi, aveva suggerito al suo gerark di reclutare tutte le giovani divinità disponibili a pilotare un antimostro Vurk o Pekad. Inoltre, egli doveva anche invitare i due sovrintendenti del kosmicon ad avviare gli aspiranti piloti alla loro guida, cominciando ad esercitarli meglio possibile, già prima del suo arrivo. Come l'eroico dio aveva sostenuto al suo gerark, i summenzionati veicoli spaziali avrebbero risposto più agevolmente ed efficacemente, se alla loro guida ci fossero stati dei piloti e se si fosse evitato di guidarli tramite l'oculum del kosmicon, come avveniva di solito. Nel modo più assoluto, perciò, bisognava insistere in quella direzione, se si voleva che la resa dei loro antimostri risultasse la massima possibile e anche la più incisiva.
C'erano state anche altre considerazioni a tale riguardo, da parte del mitico dio. Secondo lui, mancando l'oculum che faceva loro da pilota e senza un equipaggiamento a bordo, i loro antimostri, se avessero voluto contrattaccarli, non avrebbero potuto inseguire i mostri nemici oltre i confini dell'Impero del Tetraedro. Per cui, in quella parte di Kosmos, essi risultavano inservibili, senza avere a bordo dei piloti che li guidassero. Inoltre, pur restando nel loro impero, gli antimostri apparivano di vista corta, quando dovevano intercettare qualcosa nello spazio extraimperiale. Essi, rimanendo a ridosso del loro confine, non avrebbero potuto avvistare un mostro all'esterno di esso, anche se si fosse trovato nel raggio di pochi chilometri. Al contrario, quest'ultimo avrebbe potuto scorgerli, pur stando a grandissima distanza. Un fatto del genere aveva spinto il divino Iveon a consigliare il suo gerark di non addossare gli antimostri al confine della loro circoscrizione, ad evitare di essere avvistati dai mostri nemici, prima ancora che essi sconfinassero. Invece sarebbe stata cosa saggia piazzare i loro antimostri ad una distanza tale dal confine, da permettere a loro soltanto di intercettare i mostri invasori in avvicinamento per puntarli ed abbatterli, subito dopo aver sconfinato nello spazio dell'Impero del Tetraedro.
Il dio del coraggio, avendo compreso a volo l'importanza dei suggerimenti del dio Iveon, non aveva perso tempo a far rimuovere i Vurk dalla zona confinante, dove essi erano stati sistemati in precedenza, dando ordine di spostarli a debita distanza da essa. Dopo aveva badato a reclutare migliaia di giovani divinità e le aveva affidate ai due sovrintendenti divini Volc e Loub, perché le impratichissero nella guida dei due tipi di antimostri. Allora le divinità incaricate avevano iniziato ad erudire i futuri piloti nella parte teorica relativa all'apprendimento degli antimostri suddetti. Invece, a loro avviso, la parte pratica sarebbe seguita, non appena fossero ritornati il dio Iveon e gli altri membri del commando. Così sarebbero state le nuove divinità in arrivo a dargli una mano nel fare apprendere agli stessi anche un'ottima guida dei loro insuperabili antimostri, quali erano appunto i Vurk e i Pekad.
Il primo attacco del dio Brust alla Circoscrizione di Zupes si era avuto, quando il dio Iveon si trovava nella località cosmica dove prima orbitava il pianeta Elmud. Il quale adesso era sparito dallo spazio insieme con la sua stella Bolek, poiché entrambi si erano volatilizzati. Allora il dio dell'eroismo aveva compreso che per quei paraggi era già passata la flotta delle divinità negative. Per questo aveva dovuto accelerare al massimo la corsa del Vurk sul quale navigava il commando zupesino, desiderando vederlo raggiungere al più presto il loro pianeta.
Nel frattempo, i mostri del dio Brust avevano sferrato la prima offensiva nella galassia di Lasef, dove avevano creduto di trovare una difesa inidonea a fermarli. Al contrario, essi si erano visti assalire all'improvviso da un nemico invisibile, il quale non era stato avvistato durante il loro sconfinamento, ricevendone così delle belle batoste. Un buon numero di loro erano stati colpiti e disintegrati dagli antimostri circoscrizionali del dio Vaulk. Invece i restanti, pur riuscendo a distruggere qua e là qualche stella di media grandezza e i pianeti presenti nella loro orbita, alla fine erano stati costretti a battere in ritirata. Le divinità, che pilotavano i mostri abbattuti, non erano perite insieme con i loro veicoli; però avevano subito dei gravi danni nella loro essenza psichica. I quali le avevano obbligate a riparare in Tenebrun, non potendo più la loro psiche uniformarsi alla concreta realtà di Kosmos e permettere alle medesime di riporvi piede.