152-IVEON SUL PIANETA BLUEZ PER LIBERARE I DUE DIVI

Dopo la partenza da Krop, i componenti del commando zupesino avevano impiegato molti lucet, prima di raggiungere il loro pianeta natale. Durante il viaggio di ritorno, nessuna delle divinità a bordo del Vurk si era sentita con la mente serena, non essendo rimasta paga della recente incursione effettuata nella fortezza di Brust. Sul volto di ognuna di loro, si era scorta un'amarezza inesprimibile, essendo venuta meno per la seconda volta la liberazione dello sventurato secondogenito del gerark Vaulk. Tra i membri dell'equipaggio, il dio Iveon si era sentito più male di tutti, essendo il capo del commando e la divinità in cui i genitori del divo avevano riposto la massima speranza. Invece essi lo avrebbero visto ritornare in patria ancora con la coda tra le gambe, oltre che avvilito e costernato come non lo era mai stato nella sua esistenza. L'eroico dio stava reagendo in quella maniera, pur sapendo che non aveva alcuna colpa nella replica del suo insuccesso. Egli avrebbe voluto che esso non si fosse ripetuto ed avesse reso felici i genitori di Ukton.

Per la verità, il divino Iveon avrebbe seguitato a raccogliere smacchi, fintantoché il suo obiettivo fosse stato spostato in continuazione dalle due divinità negative sue avversarie. Egli invece aveva bisogno di esserne informato in tempo reale, ossia durante la sua navigazione nello spazio cosmico, se voleva conseguire il meritato successo. Ma il dio dell'eroismo, mentre navigava verso Zupes, era all'oscuro di un particolare importante per lui; egli lo avrebbe appreso con gioia sul suo pianeta. Infatti, Iovi gli stava risolvendo il problema, attraverso l'elaborazione di un suo meraviglioso progetto. Perciò, se il nuovo espediente del divo fosse andato in porto, già dal suo successivo viaggio nello spazio, il dio Iveon non avrebbe più incontrato altre difficoltà del genere. Insieme con l'equipaggio, a bordo del Vurk avrebbe viaggiato anche un divo che, se ci fosse stato bisogno, sarebbe stato in grado di metterlo in comunicazione sia con il divo Ukton, tramite la diva Elesia, sia con il gerark suo padre, tramite Iovi.

Avvenuto l'arrivo del commando sopra Zupes, il dio Iveon aveva congedato le restanti quattro divinità che vi avevano fatto parte. Allora esse non avevano perso tempo a rientrare presso le rispettive dimore, per incontrarsi con i loro familiari che li attendevano. Egli, invece, si era recato direttamente dal proprio gerark per metterlo al corrente del suo secondo fiasco. All'amico egli si era presentato con un volto da moribondo. Volendo essere obiettivi, neppure il dio del coraggio riusciva a comportarsi in modo diverso. Perciò il loro incontro si era rivelato una specie di mortorio, soprattutto a causa del morale del divino eroe, che si presentava ridotto a pezzi. Il sentirsi sconfitto per la seconda volta, senza avere avuto la possibilità di combattere la sua battaglia con spirito intrepido, gli infondeva amarezza e uno stato depressivo di rilievo.

Essendosi accorto del suo animo abbattuto, il gerark, distraendosi dalla propria disgrazia, aveva cercato di dargli coraggio con frasi appropriate, quelle che possiamo bene immaginarci. Allora, facendoci coinvolgere emotivamente, ci diamo a seguire il loro mesto colloquio.

«Non abbacchiarti, Iveon, nel modo che lasci intravedere sul volto!» aveva iniziato a dirgli il dio Vaulk «Che colpa abbiamo noi, se tra i nostri progetti e la loro realizzazione seguitano ad interporsi sistematicamente evenienze avverse, le quali ci costringono a dei nulla di fatto spinosi? Prima o poi, vedrai, si sbloccheranno le varie situazioni a noi sfavorevoli, le quali fino ad oggi, bersagliandoci senza un minimo di pietà, ci sono risultate dei veri frangenti tormentosi! Per questo, amico mio, non avvilirti in modo sconfortante, come stai facendo in questo momento!»

«Grazie, Vaulk, per il sostegno morale che cerchi di darmi! Eppure dovrei essere io a confortare te, poiché, dopo la tua consorte Gedal, sei il primo a subire le conseguenze negative dei nostri fallimenti! Anch'io sto soffrendo terribilmente, per il semplice motivo che i nostri vari tentativi di liberare tuo figlio Ukton si risolvono di continuo senza concludere niente. Ma ciò che mi fa più rabbia è il fatto che mi si obbliga ad essere un perdente, senza che io abbia la possibilità di intraprendere alcuna lotta contro le divinità mie rivali. Le mie sconfitte sono il risultato di circostanze ostili e non di una mia incapacità ad affrontare le insidie del nemico. Il quale continua a non farsi intravedere né da vicino né da lontano, come se si fosse nascosto dietro una coltre impenetrabile. Per cui esso non smette di rendere irraggiungibile il nostro obiettivo!»

«Questo lo sanno tutti, valoroso Iveon, e non ti devi scusare di nulla e con nessuno! Invece vorrei sapere da te se sei almeno riuscito ad assestargli un gravissimo danno ai birbanti Brust e Katfur? Spero proprio di sì, se vuoi risollevarmi almeno un tantino!»

«Mi dispiace, Vaulk, di non aver potuto prendere di petto il kapius di Krop ed impartirgli la lezione che si meritava, siccome egli non si è fatto trovare nella sua dimora. Per questo non ci è toccata nemmeno questa grama soddisfazione, sebbene essa ci spettasse di diritto! La stessa cosa posso dirti del dio dell'infamia, che pure è risultato introvabile sul pianeta Krop. In compenso, però, mi sono sfogato contro la fortezza di Brust. Dopo essermi impadronito del suo oculum, gliel'ho distrutta e, al suo posto, gli ho lasciato un messaggio eloquente, il quale adesso di sicuro gli starà tormentando l'esistenza!»

«Bene, Iveon, questi due fatti mi recano un grande sollievo. Se poi ti meravigli, per non aver letto alcuna delusione sul mio volto, è perché qui noi già sapevamo che non avresti trovato sopra Krop i tre prigionieri. Difatti Elesia ci aveva informati dell'avvenuto loro nuovo spostamento. Ma ieri soltanto ella ci ha comunicato il nome del pianeta, sul quale essi si trovano attualmente. Adesso sappiamo che esso si chiama Bluez; ma non abbiamo del medesimo alcun'altra informazione. Come puoi renderti conto, la difficoltà adesso sta nell'individuare la sua posizione esatta nell'Impero dell'Ottaedro!»

«Beh, ciò non costituisce più un problema, Vaulk. Si vede che ti è sfuggito il fatto che sul pianeta Krop, prima di demolire la fortezza del kapius titolare, ho avuto l'accortezza di impadronirmi del suo oculum. Per il momento, l'ho lasciato sul Vurk, per averlo a mia disposizione e servirmene, nel caso che dovrò affrontare un nuovo viaggio nell'impero delle divinità negative. Così, ricorrendo ad esso, ci sarà facile localizzare il pianeta nello spazio esatto in cui orbita intorno alla propria stella. Ma chi ci darà poi la certezza che i tre prigionieri non sono stati spostati di nuovo da Bluez, intanto che il commando da me guidato lo starà raggiungendo? Come pure, se a voi dovesse pervenire la notizia di un altro loro trasferimento, come farei a riceverla da parte vostra in tempo reale? Comprendi, amico mio, ciò che voglio dire e che ci impedisce di ottenere il successo, il quale ci è dovuto?»

«Lo sapevo, Iveon, che sei un dio molto in gamba. Sai sempre quello che devi fare, ogni volta che hai da intraprendere una missione. Ciò, perché non ti sfugge mai niente! Riguardo poi a ciò che poco fa è stato motivo della tua preoccupazione, per fortuna esso non risulterà più un problema per noi, amico mio. Grazie a Iovi, le cose sono in parte migliorate a nostro beneficio. Adesso ti metto al corrente delle novità.»

«In che senso, Vaulk, le cose sono diventate migliori per noi? Vuoi spiegarti meglio, per favore? Ma non credo che ci possa essere una soluzione al nostro problema. A meno che non decidiamo di condurre contro le divinità negative una guerra totale e senza quartiere. Solamente in questo caso, sono sicuro che ci sarebbe consentita la liberazione di tuo figlio, senza incontrare alcuna difficoltà! Ecco qual è la mia convinzione del momento, in merito al nostro problema!»

«Iveon, mentre eri assente, la soluzione è stata trovata dal figlio di Volc. Egli ha proposto l'insegnamento della tecnica della comunicazione telepatica a tutti i divi del nostro impero. I primi ad apprenderla saranno quelli del nostro pianeta; successivamente, saranno istruiti tutti quanti gli altri. Così dopo li faremo viaggiare a bordo dei nostri antimostri per essere utilizzati come ricevitori e trasmettitori dei messaggi da inviarsi in una qualsiasi parte di Kosmos. Allora, cosa ne dici, amico mio? Sono sicuro che stai apprendendo la notizia gioiosamente, considerato che non può essere altrimenti!»

«Dico che Iovi ha avuto davvero una brillante, Vaulk! Mentre viaggeremo nello spazio remoto, essa potrà risultarci assai utile, al fine di ricevere notizie da Zupes. Ciò mi risolleva in parte, sebbene la sua efficacia non sia ancora del tutto soddisfacente. Spero che la tecnica venga ulteriormente ottimizzata dal nostro geniale Iovi!»

«Cosa intendi dire, Iveon? Per favore, mi chiarisci il senso della tua critica riduttiva? Io invece ho trovato l'idea di Iovi ingegnosa e risolutiva. Per la quale ragione, non riesco a muovere ad essa una critica negativa, come stai facendo tu in questo istante!»

«Quello che ho inteso affermare, Vaulk, è alquanto semplice. Per noi, poter conoscere in tempo reale il trasferimento dei prigionieri in un altro posto senza dubbio significherà già un gran passo in avanti. Difatti tale conoscenza ci farà evitare di proseguire verso un luogo, che nel frattempo ha cessato di essere la meta del nostro viaggio. Ma se Elesia non sarà in grado di fornirci in simultaneità anche il nome del nuovo pianeta, come faremo a cercarlo sull'oculum e a raggiungerlo con la massima tempestività? Così pure, se essi dovessero essere trasferiti sopra un pianeta che venisse a trovarsi addirittura all'esterno dell'Impero dell'Ottaedro, non potrebbe servirci nemmeno l'oculum sottratto a Brust! Come puoi constatare benissimo pure tu, dio del coraggio, qualche difficoltà continuerebbe ad esserci senza meno per noi del commando!»

«Le tue osservazioni sono giuste, Iveon; invece io non ci avevo fatto caso. Ora capisco anche perché Iovi mi ha detto che, non essendo ancora soddisfatto del suo progetto, ha deciso di elaborarlo ulteriormente per procurargli una efficienza indefettibile. Staremo a vedere se il divo, con le sue successive modifiche, sarà in grado di superare i limiti da te intravisti. Essi seguitano a permanere nella sua ultima ingegnosa trovata. Non appena il figlio di Volc mi farà sapere qualcosa in merito, ti manderò subito a chiamare per discuterne insieme. Siamo intesi?»

«Speriamo che Iovi ci riesca quanto prima, Vaulk! Nel frattempo, se non dobbiamo dirci altro, desidererei raggiungere la mia consorte Annura. Ella non riceve due coccole da me da chissà quanto tempo! Inoltre, avrei tanta voglia di sgombrare la mia mente dai tanti fatti per nulla gratificanti che mi hanno coinvolto e riposare per qualche ora.»

«A me pare che ci siamo detto tutto, Iveon. Perciò sei libero di raggiungere il tuo focolare domestico per gustarti le gioie che esso ti procurerà. Ti auguro un buon riposo e saluta la tua gentile consorte da parte mia e di mia moglie Gedal! A presto, amico mio!»

Ecco quanto era avvenuto sul pianeta Zupes, intanto che i sei kapius dell'Impero dell'Ottaedro non avevano avuto pace, a causa del malfattore dio Brust. Essi, come siamo venuti a conoscenza prima, si erano riuniti ancora sul pianeta centrale, che era Lurset. Lo scopo della loro riunione era stato quello di cercare di porre riparo al più presto alle complicazioni che il dio della distruzione, con la sua indubbia irrazionalità, aveva creato nel pacifico rapporto esistente tra loro e le divinità benefiche. Sennò non si sarebbe fatto in tempo ad arginare il pericolo che stava conducendo ad un loro conflitto con loro senza precedenti.


Sopra il pianeta Zupes, oramai il giorno si avviava al tramonto per annunciare la notte che si approssimava, quando il dio Osur, il quale si trovava da parecchio tempo su tale astro spento, era andato a fare un'altra visita al gerark. Una volta che era stato al suo cospetto, egli, mostrandosi insoddisfatto al suo interlocutore, gli si era espresso così:

«Allora, mio caro amico Vaulk, quanto tempo dovrò ancora soggiornare dentro il tuo castello, prima che io possa ritornarmene nel Regno della Luce? Inoltre, desidero sapere se Iveon dovrà ancora accompagnarmi per venire a riferire all'eccelso Kron l'esito della missione che si è appena conclusa. Scusami, se ho premura di far ritorno nella serenità di Luxan! Sai, il dio del tempo potrebbe spazientirsi, se dovessi tardare sul tuo pianeta più del necessario!»

«Certo che il nostro Iveon dovrà tornare con te in Luxan, Osur! Lo sapevi già che era prevista la sua venuta dall'eccelso Kron per ragguagliarlo sull'esito dell'ultima sua missione compiuta su Krop e per abboccarsi poi con lui. Nel quale abboccamento, essi dovranno decidere insieme quanto altro si possa ancora fare a favore del mio sventurato figliolo. Se poi il fatto che stiamo rimandando troppo a lungo la tua partenza per il Regno della Luce ti mette in agitazione per le ragioni da te addotte, ti garantisco che il procrastinarla di più non farà perdere la pazienza all'eccelso dio del tempo. Egli comprenderà il ritardo del vostro arrivo presso la sua dimora e non se ne lamenterà in alcuna maniera!»

«Al posto tuo, dio del coraggio, non ne sarei tanto convinto. Per come si stanno mettendo le cose, non vedo più una valida ragione che possa giustificare il rinvio della nostra partenza. Il cui ritardo, ritorno a ripetertelo, sicuramente starà facendo infastidire non poco l'illustre Kron! Ti prego di non considerarmi petulante, per favore!»

«Invece, amico mio, di ragioni ce ne sono almeno due, entrambe di una certa rilevanza! Perciò adesso te le riferisco. Dopo che le avrai apprese da me, sono certo che riuscirai a comprendermi!»

«Esse quali sarebbero, amico mio Vaulk? Ad esserti sincero, pensavo che non ce ne fossero per niente! Addirittura, come mi hai affermato un momento fa, risultano anche di una certa importanza! Allora vuoi dirmi quali sono queste ragioni, per favore?»

«La prima, Osur, riguarda il nostro amico comune, che è Iveon. Gli sto giustamente concedendo un periodo di meritato riposo, dopo gli interminabili viaggi che egli ha affrontato, allo scopo di liberare il mio sfortunato secondogenito. Dovresti saperlo che l'eroico dio ha dovuto trascurare la sua consorte, a causa delle sue due incursioni: la prima su Luot e la seconda su Krop! Perciò, senza averlo prima fatto riposare il minimo indispensabile, non possiamo fargli intraprendere un altro viaggio, cioè quello che dovrà condurlo in Luxan in tua compagnia!»

«Questo è pur vero, Vaulk. Il dio dell'eroismo se lo merita un buon riposo, dopo i suoi faticosi spostamenti attraverso le sterminate regioni di Kosmos! Te ne do atto! Adesso, di grazia, vuoi passare a dirmi quale sarebbe l'altra importante ragione, che sinceramente mi sfugge?»

«Essa, Osur, è rappresentata dal divo Iovi. Egli, con la collaborazione del mio terzogenito Biok, sta perfezionando la tecnica della telepatia. Se essa andrà in porto, come egli mi ha assicurato, dopo potremo contare sull'appoggio prezioso dei divi, poiché noi li faremo imbarcare sui nostri antimostri. Cioè, ciascuno, senza perderlo di vista, potrà tenersi in contatto telepatico con uno qualsiasi di loro, sia che si trovi a bordo di un antimostro sia che viaggi liberamente nello spazio. Il collegamento potrà durare fino a tutto il tempo che occorrerà per raggiungerlo nello spazio, accostarlo e prelevarlo.»

«Vaulk, se ci riuscirà, dopo si avrà davvero quanto hai dichiarato?»

«Certo, Osur! Se tu vedessi come si stanno esercitando i due divi! Ogni giorno compiono continue trasvolate sul nostro pianeta Zupes! Vorrei che il nostro amico Iveon potesse riferire all'esimio Kron sulla straordinaria scoperta, come un qualcosa che è stato già attuato ed è applicabile di fatto. Come egli stesso mi ha garantito, Iovi oramai è in dirittura di arrivo e gli restano da ultimare gli ultimi ritocchi. è quanto ho potuto comprendere attraverso le sue parole. Quindi, dopo la sua fase di rodaggio, tu ed Iveon potrete incamminarvi verso Luxan.»

«Allora, Vaulk, il potente Kron non farà più caso alla sua lunga attesa, quando Iveon si presenterà a lui con una notizia del genere! Perciò sono d'accordo con te e ritengo anch'io che valga veramente la pena attendere ancora un poco, al fine di permettere al divo di condurre a termine la sua geniale ricerca. Così, una volta nell'Empireo, ne metteremo al corrente il dio del tempo e il suo gemello.»

Essendo ormai agli sgoccioli, il colloquio tra le due divinità positive poteva considerarsi praticamente terminato. Invece, prima che esse si dessero commiato e si lasciassero, i divi Iovi e Biok avevano fatto la loro comparsa nell'appart con un'aria di festa, quasi trionfante. Ma era stato il figlio del dio Volc ad urlare con gioia al suo esimio gerark:

«Alleluia, illustre Vaulk! Anche se ci è voluto molto impegno da parte nostra, alla fine il nostro obiettivo è stato centrato, poiché ogni problema è stato da noi risolto! Da oggi in avanti, i piloti dei nostri antimostri potranno facilmente comunicare tra di loro, pur mantenendosi a distanze sbalorditive! Inoltre, due di loro potranno individuarsi nello spazio cosmico nella loro esatta posizione, nel caso che essi intendessero raggiungersi ed avvicinarsi l'uno all'altro, senza perdersi mai di vista.»

«Sì, è proprio vero, papà!» gli aveva confermato il suo terzogenito «Ti rendo noto che Iovi è stato un vero fenomeno! Presto mio fratello, beneficiando della nuova scoperta dell'amico, finalmente sarà libero per sempre! Non è una bella notizia questa per te?»

«Potrò dire che lo è, Biok, solo dopo che avrò capito bene ciò che per ora Iovi me ne ha fatto solo una sintesi. Comunque, spero che il risultato conseguito con la sua nuova scoperta sia molto prezioso per tuo fratello. Adesso lo invito a riferirmi dettagliatamente su di esso.»

Allora il geniale figlio del dio Volc, senza attendere che fosse il gerark a domandarglielo direttamente, rivolgendosi a lui, aveva incominciato a parlargli in questa maniera:

«Approfondendo la mia ricerca sulla telepatia, mio illustre Vaulk, con la collaborazione del tuo terzogenito, sono riuscito a conseguire dei risultati insperati, che oso definire fantastici e strabilianti! Tra poco te li farò conoscere in modo chiaro e particolareggiato!»

«Sarebbero, Iovi, i risultati che hai conseguiti ultimamente? Su, sbrìgati a farmeli conoscere, per favore, senza che io stia in ansia per lungo tempo! Non vedo l'ora di venirne a conoscenza, poiché essi, come già mi hai anticipato prima in forma concisa, pongono una seria ipoteca sulla liberazione del tuo intimo amico Ukton!»

«Ad esempio, mio gerark,» gli aveva spiegato il figlio del dio Volc «se il divo A è collegato telepaticamente con il divo B, entrambi possono controllarsi a vicenda di continuo. Cioè, si instaura tra l'uno e l'altro un rapporto spaziale, in modo che essi si possano avvicinare o allontanare tra loro ad libitum, senza creare problemi di sorta. Inoltre, non ha più alcuna importanza il fatto che la loro posizione spaziale non sia individuabile come un punto noto e con proprie coordinate astronomiche!»

«Credo di aver colto il concetto almeno in parte, Iovi. Ma mi faresti un grande favore, se tu me lo illustrassi con un esempio pratico, poiché sono sicuro che esso me lo chiarirebbe ancora meglio. Ti ho spiegato bene quello che desidero da te, fantastico divo?»

«Ti ho compreso benissimo, nobile Vaulk. Perciò ora mi do ad accontentarti, come mi hai chiesto! Ammettiamo che il tuo terzogenito ora si allontani da noi e vada a nascondersi nello spazio profondo di Kosmos. Ebbene, non scorgendolo in nessun modo, noi non possiamo intercettarlo nella sua posizione esatta. Se intendessimo farlo, dovremmo prima avvicinarci a lui ad una distanza ragionevole, ossia bastevole, quella che noi consideriamo minima e che possiamo definire distanza vistale.»

«Esatto, Iovi! Il concetto fin qui mi si presenta molto chiaro, per cui non ho avuto difficoltà ad afferrarlo. Invece, con la tua nuova tecnica telepatica, cosa possiamo ottenere nella fattispecie? è di questo che mi interessa avere una idea che mi risulti inconfondibile ed appagante!»

«Mettendomi in contatto telepatico con lui, automaticamente verrò a scorgerlo come un puntino luminoso nella mia mente. Per cui sarò in grado non soltanto di ricevere i suoi messaggi, bensì anche di intercettarlo visivamente in un dato luogo dello spazio, anche se poi non mi è dato di determinarlo astronomicamente con una indicazione né precisa né approssimativa. La cosa importante, però, è che, volendolo, potrò dirigermi verso di lui e raggiungerlo, pur ignorando in quale luogo esatto mi sto dirigendo per avvicinarmi a lui. Adesso ti è tutto manifesto?»

«Certo, Iovi! Dopo la tua dilucidazione, ho compreso ogni cosa e ne sono molto sorpreso! Ti affermo che, avendo ottenuto tale risultato, hai superato te stesso! Perciò auguriamoci che la tua scoperta, all'atto pratico, ci dia i frutti sperati! Ma ho dimenticato di chiederti una cosa. Con la nuova tecnica, per mettervi in contatto, a voi divi occorrerà ricorrere alla stessa formula di rito oppure ora essa è stata superata?»

«In verità, la formula resta la medesima e deve restare tale, fino a quando non si attua il contatto fra i due divi. Dopo essi dovranno assumere la nuova posizione che li farà individuare nello spazio per il tempo occorrente. Ossia, dovranno tenere le dita intrecciate dietro la nuca, finché la circostanza lo richiederà. Questo è tutto, illustre Vaulk!»

«Se è così, Iovi,» era intervenuto a dire anche il dio Osur «allora la tecnica della telepatia assume un significato ancora più importante di prima! Lo stesso eccelso Kron ne sarà enormemente entusiasta. Un giorno di sicuro egli vorrà conoscerti, siccome desidererà che gli spieghi come tu riesca ad ottenere nel labirinto della mente un siffatto fenomeno. Magari dopo egli deciderà di renderlo fattibile anche nella mente di noi divinità adulte, naturalmente nel caso che la cosa fosse possibile!»

«Osur, mi sentirò orgoglioso di essere interpellato dal potentissimo dio del tempo e di spiegargli ogni particolare della mia tecnica telepatica! Sono convinto che pure il gemello Locus, ugualmente all'eccelso Kron, avvertirà la voglia di conoscerla con ansia!»

Era stato così che quella sera aveva avuto termine la conversazione nell'appart del gerark tra le due divinità adulte e il divo. Ma il mattino seguente, il gerark Vaulk, senza perdere tempo, aveva mandato a chiamare sollecitamente il dio dell'eroismo. Egli era impaziente di comunicargli gli stupendi risultati conseguiti da Iovi nella sua nuova ricerca. Durante la quale, il divo si era servito della collaborazione anche del figlio Biok per metterli a punto e poterli verificare praticamente. Quando poi il divino eroe aveva raggiunto il suo castello e si era presentato a lui, il dio del coraggio lo aveva condotto immediatamente nel suo appart, dove lo aveva invitato ad accomodarsi. Una volta che si erano messi entrambi comodi, egli, manifestando una gioia immensa e un atteggiamento trionfalistico, gli aveva esclamato:

«Iveon, il figlio del dio della precisione è riuscito ad ottenere dei risultati sorprendenti dalla sua ricerca! Sono sicuro che adesso non potrai muovere ad essa alcuna critica! Grazie alla sua recente scoperta, non avrai più nessun problema durante la tua prossima missione. Tra poco ne verrai aggiornato da me!»

«Allora mettimi subito al corrente dei suoi nuovi risultati, Vaulk, perché è molto grande il mio desiderio di apprendere di cosa si tratti! Spero che essi mi permetteranno finalmente di liberare tuo figlio Ukton! Devi sapere che la ricerca telepatica di Iovi mi ha sempre interessato, ma in modo particolare perché speravo che essa potesse facilitarci la liberazione di tuo figlio! Per tutto il resto, essa mi avvinceva relativamente.»

Dopo che il gerark aveva finito di fargli una loro descrizione, il dio Iveon se n'era stupito a non dirsi. Poi, esultando ed apparendo sommamente appagato, si era sentito in dovere di affermargli:

«La tecnica telepatica, Vaulk, già prima suscitava in me un considerevole interesse. Ma adesso che è stata perfezionata con le prerogative che mi hai descritte, finalmente non mi è stato possibile muovere ad essa nessuna obiezione! Posso solo esprimermi a suo favore, dicendo che tale tecnica è lodevole al massimo! A questo punto, mi sento portato ad affermare che sono stati eliminati tutti gli ostacoli che in precedenza sono esistiti tra noi e la liberazione di tuo figlio Ukton! Quindi: "Onore al merito!", come si suole dire in circostanze simili, per elogiare Iovi!»

«Lo penso anch'io, Iveon. Ma è tempo di fare ritorno dal dio Kron insieme con il saggio Osur per metterlo al corrente dei deludenti risultati da noi riscossi ancora una volta nella recente incursione. La quale, per nostra sfortuna, è stata condotta ultimamente sul pianeta Krop per niente proficua per mio figlio! Questa volta avrai anche qualcosa di buono da riferirgli, oltre al tuo amaro insuccesso!»

«Questo lo sapevo, Vaulk! Perciò sono già disponibile a partire insieme con il messaggero dell'eccelso Kron. Sono ansioso di presentarmi al dio del tempo e renderlo partecipe delle ultime perfezionate ricerche, che Iovi è riuscito a portare a segno nel campo della telepatia. Sono convinto che esse ci vaccineranno, in maniera definitiva, contro gli indesiderati insuccessi che siamo stati costretti a subire un paio di volte!»

«Allora, Iveon, avendoci detto tutto, ci risentiremo al tuo ritorno dal Regno della Luce, ossia quando verrai a farmi conoscere le ultime disposizioni impartite dall'eccelsa divinità di Luxan. Sappi che ti aspetterò con ansiosa trepidazione! Ora non mi resta che augurarti buon viaggio e tanta serenità, mio ottimo amico! A presto!»

Qualche ora più tardi, le divinità Osur e Iveon, facendosi compagnia, si scorgevano già in viaggio in direzione di Luxan. Essi volevano raggiungere al più presto il magnifico dio che presiedeva alla dimensione temporale. Dopo essere pervenuti alla sua dimora ed essere stati ammessi in sua presenza, il divino Iveon innanzitutto gli aveva fatto un resoconto analitico delle difficoltà incontrate sul pianeta Krop, a causa di un ulteriore trasferimento dei tre prigionieri sul pianeta Bluez. Dopo era passato a parlargli dei successi ottenuti dal divo Iovi nell'ambito delle sue ultime ricerche sulla telepatia. Quando aveva terminato di parlargli, il dio del tempo, dopo aver preso nota del suo rapporto, gli si era espresso con queste parole:

«Prendo atto del tuo secondo tentativo fallito, Iveon, il quale è stato causato dal nuovo sopravvenuto trasferimento dei prigionieri, che non si poteva prevedere in alcun modo. Inoltre, mi rendo conto che la tecnica telepatica del divo Iovi non ti farà più ritrovare nelle difficoltà incontrate fino ad oggi. Perciò ti permetto di effettuare una terza ed ultima incursione nell'Impero dell'Ottaedro, con le stesse modalità adottate fino a questo momento. Se anch'essa dovesse fallire per un qualsiasi motivo imprevisto, allora abbandoneremo questo modo di tentare la liberazione del divo e ci ancoreremo ad altre misure più drastiche! Ma per il momento, sono sicuro che si tratta di una eventualità ancora remota e, ammesso che il figlio di Volc non si sbagli, direi improbabile.»

«Se non si vuole ancora essere abbastanza duri nei confronti delle divinità negative, eccelso Kron, vorrei sapere da te cosa si farà adesso, se mi è permesso chiedertelo.»

«Dio dell'eroismo, seguiteremo a ripercorrere la strada battuta finora, anche perché questa volta avrai con te Iovi. Egli ti aiuterà a vedere lì dove non possono i tuoi occhi, se dovesse esserci un ennesimo spostamento del nipote di Lux. Quando poi sarà messa la parola "fine" alla vicenda di Ukton, condurrai il divo da me. Ho intenzione di studiare il meccanismo, che provoca lo strano fenomeno telepatico in una piccola mente divina. Inoltre, voglio vedere se è possibile renderlo attuabile anche nella mente di una divinità adulta. Come dicono gli esseri umani, tentare non nuoce!»

«Senza meno, eccelso Kron, ti condurrò il figlio di Volc; ma ciò avverrà, dopo che avrò liberato lo sfortunato figlio del nobile Vaulk! Fino a quel giorno, quindi, ti toccherà pazientare ancora, non potendo io soddisfare prima il tuo desiderio!»

Di lì a poco, il dio dell'eroismo e il messaggero del dio Kron erano già in viaggio di nuovo alla volta del pianeta Zupes. Quando vi erano giunti, Iveon, dopo un veloce incontro con il suo gerark, era ripartito con lo stesso commando, volendo egli raggiungere al più presto il lontano pianeta Bluez. Questa volta, però, era stato imbarcato anche l'ingegnoso Iovi sul loro Vurk, dovendo egli tenersi in contatto con il divo Biok, nel caso che ci sarebbero state delle novità sul loro pianeta.


L'antimostro, con a bordo il commando zupesino, andando avanti per alcune ore di volo, prima aveva abbandonato la galassia di Astap, poi aveva superato quella di Lasef, infine era entrato nello spazio neutrale. Dopo avere percorso quest'ultimo per intero, aveva sconfinato nell'Impero dell'Ottaedro, raggiungendo alla fine il pianeta Bluez. Il divino eroe era sceso sulla sua superficie con il solo Iovi; mentre gli altri quattro componenti dell'equipaggio, per sua disposizione, erano rimasti a bordo dell'antimostro Vurk. I due divini perlustratori, dopo le prime ricerche, avevano rintracciato in breve tempo la dimora del dio Katfur. Una volta che vi erano entrati, essi l'avevano trovata completamente deserta, poiché non vi si scorgeva la benché minima traccia di qualche divinità. Anche le successive ricerche, le quali erano state condotte sull'intera superficie del pianeta, avevano rivelato che su di esso non era presente alcuna divinità sia positiva che negativa.

A quel punto, il dio Iveon aveva invitato Iovi a mettersi in contatto con Elesia telepaticamente; però ogni suo tentativo di contattare la diva negativa si era dimostrato infruttuoso. Ma l'impossibilità di comunicare con lei da parte del figlio del dio Volc aveva spinto il divino eroe a ritornarsene sul Vurk insieme con il divo, con loro grande rincrescimento. Una volta all'interno dell'antimostro, si era tentato di individuare la posizione di Ukton attraverso l'oculum che aveva trafugato alle divinità negative. Invece, dopo un'attenta perlustrazione, il dio Iveon aveva constatato che nessuna divinità positiva si muoveva nello spazio dell'Impero dell'Ottaedro. A tale risultato negativo, il divo Iovi, non essendo competente in materia, aveva fatto presente al divino eroe:

«è molto probabile, Iveon, che lo stato di latenza del mio compagno Ukton possa creare dei seri problemi agli avvist dell'oculum e rendere così difficile la sua intercettazione da parte loro! Se poi io dovessi essere in errore, correggimi pure!»

«Sì che ti sbagli, Iovi. Un oculum riesce sempre a captare una particella di energia divina che circola entro i confini dell'impero, anche se poi non può visualizzare l'immagine di una divinità positiva in stato di latenza. Altrimenti, non sarebbe stato necessario che l'eccelso Kron intervenisse sul tempo, al fine di agevolarci le varie incursioni. Ci sarebbe bastato andare in Luxan, attraversare la Nube Nera e renderci divinità latenti. In questo modo, avremmo potuto transitare liberamente attraverso l'Impero dell'Ottaedro, senza essere avvistati da nessuno e da niente! Non sembra anche a te, mio caro genietto, che avremmo agito come ti ho appena detto?»

«Ciò che mi hai fatto presente, Iveon, è esatto. Avrei dovuto pensarci prima, senza mettermi nella condizione di fare una brutta figura con te! Allora dove saranno finiti Ukton ed Elesia? Tu hai una mezza idea a tale riguardo? Io non riesco proprio a capacitarmi e me ne stupisco moltissimo! Qualcosa, però, sarà successo immancabilmente!»

«Questo ce lo devi spiegare tu, Iovi! Se non sbaglio, ti abbiamo condotto con noi, appunto per aiutarci a cercarli con la tua nuova tecnica telepatica! Perciò fai di tutto per scovarli dove sono! A mio avviso, dal momento che l'oculum di Brust non riesce a rilevarli, di sicuro Ukton ed Elesia adesso non si trovano più nell'Impero dell'Ottaedro.»

«Iveon, se prima non riesco ad avere alcun contatto con Elesia, che dovrebbe essere la diva ricevente, mi è preclusa ogni possibilità di avere notizie di loro due. In questo momento, però, ella, per qualche motivo, non è in grado di recepire la mia chiamata, per cui non mi risponde. Sono convinto che c'è una ragione, se la figlia del dio dell'infamia viene impedita ad entrare in sintonia con la mia mente. Perciò ti dico che sarà la stessa diva a prendere l'iniziativa, non appena le sarà possibile farlo. Quindi, intanto che li cerchiamo, bisognerà attendere che si faccia lei viva con l'impeccabile fenomeno della telepatia.»

Ma si può sapere perché mai i vari tentativi del divo di sintonizzarsi con la mente di Elesia rimanevano lettera morta? Dove ella si era cacciata, per non dargli retta in nessun modo? Noi li avevamo lasciati nella loro cella energetica insieme con il dio degli imbrogli. Perciò come avevano fatto lei e il suo amato Ukton ad evadere, visto che la loro fuga da essa c'era stata senz'altro, per non essere stati trovati su Bluez? Ebbene, dopo essere riusciti a sottrarsi al controllo del dio dell'infamia, i cui particolari li conosceremo tra breve, il secondogenito del dio Vaulk ed Elesia si erano dati a volare per lo spazio cosmico a tutta velocità, temendo di essere catturati da lui. Nella loro corsa a perdifiato, la quale era proseguita per lunghissimo tempo e senza fare neppure uno scalo su qualche pianeta, il divo Ukton aveva suggerito alla compagna:

«Elesia, non restare attaccata a me; ma vattene per la tua strada. Se non facciamo così, correremo il rischio di essere presi entrambi da tuo padre. Invece, stando separati, difficilmente egli sarà in grado di acciuffarci insieme! Perciò ti ordino di allontanarti da me e di smettere di seguirmi da vicino, come stai facendo in questo istante!»

«Al contrario, mio caro Ukton, voglio rimanere sempre insieme con te, sia nella buona che nella cattiva sorte, anche perché hai tanto bisogno di me! Inoltre, intanto che ti sto vicina, potrò inviare ai tuoi genitori le varie notizie che dovessero riguardarti. Dunque, rispàrmiati pure il fiato, per favore, ed accetta la mia preziosa compagnia!»

Allora Ukton non aveva più replicato. Perciò, l'uno accanto all'altra, avevano seguitato a darsela a gambe levate per sfuggire al pericolo di una nuova cattura da parte del padre di lei. Correndo poi follemente, essi avevano superato i confini dell'impero delle divinità malefiche, addentrandosi nello spazio neutrale. Solo che i due divi, anziché prendere la direzione dell'Impero del Tetraedro, avevano iniziato ad inoltrarsi nello spazio profondo, senza cercare di fare anche la più piccola sosta.

Adesso che li abbiamo ripescati nel presente della nostra storia, essi continuavano a darsi imperterriti alla loro pazza corsa in Kosmos, essendo intenzionati ad allontanarsi il più possibile dal pianeta Bluez. Infine, divenuti certi che oramai il dio Katfur non poteva più inseguirli, essi avevano stabilito di riprendere fiato e di riposarsi. Durante la loro pausa di riposo, Elesia, essendo stata sollecitata dall'amato a farlo con una certa fretta, aveva preso la decisione di mettersi in comunicazione con Iovi, al fine di dargli le loro ultime notizie. Nello stesso tempo, sull'antimostro Vurk, il figlio del dio Volc, che era in attesa di riceverle, si era dato ad esultare di felicità:

«Evviva! Iveon, proprio in questo istante, Elesia si sta rifacendo viva! Mi sta dicendo che lei ed Ukton sono riusciti a liberarsi, però ignorano dove si trovano e dove si dirigono. Essi non vedono l'ora di incontrarci. Io le sto consigliando di tenersi in contatto con me e di non muoversi di lì, facendole presente che adesso siamo in grado di localizzare la loro posizione, a condizione che ella tenga le dita intrecciate dietro la nuca. Noi andremo a prelevarli al più presto.»

Dopo aver ricevuto il messaggio della diva Elesia ed averle anche trasmesso il suo con la massima chiarezza, Iovi, colmo di gaudio, aveva aggiunto al dio dell'eroismo:

«Iveon, ora tocca a noi raggiungerli e farli imbarcare sul nostro Vurk per riportarli su Zupes. Entrambi ci stanno aspettando con gioia!»

«Hai fatto bene, Iovi, a dirle così.» aveva acconsentito l'eroico dio «Tra poco andremo a recuperare l'uno e l'altra con molta celerità, se sei in grado di condurci da loro senza la minima difficoltà!»

«Certo che posso guidarvi dove essi si trovano in questo momento, eroico Iveon! Perciò voliamo a tutta birra verso i nostri due amici, i quali sono ansiosi di incontraci e di abbracciarci! Finalmente ci siamo!»

Il Vurk, dopo aver virato di bordo, aveva iniziato a sfrecciare in direzione dei due divi, facendo avvertire la sua immane velocità nello spazio. Proseguendosi in quel modo, i membri dell'equipaggio si mostravano di una gaiezza inesprimibile, poiché andavano a recuperare il figlio del Gerark. Ebbene, si stava seguendo la nuova rotta da un po' di tempo, quando all'improvviso Iovi era saltato ancora a dire all'eroico dio:

«Iveon, sto ricevendo un'altra comunicazione, però questa volta essa mi proviene da Biok. Egli, per conto di suo padre, intende farmi pervenire un messaggio, il quale è diretto a te! Ha aggiunto anche che si tratta di una questione molto seria, che però non riguarda il fratello Ukton! Egli insiste a fartelo pervenire con urgenza.»

«Iovi, allora, senza indugiare oltre, fatti trasmettere da lui la notizia paterna e vediamo cosa sta succedendo sul nostro pianeta di così grave, come appare! Spero proprio che si tratti di un allarme ingiustificato che non desti una grande preoccupazione! Quindi, mi comunichi la notizia?»

Allora il divo, perdendo dentro di sé ogni ilarità, gli aveva risposto con tono mogio:

«Le divinità negative, a un tratto, hanno iniziato ad invadere la nostra circoscrizione. Perciò il gerark Vaulk ti ordina di sospendere ogni ulteriore ricerca di Ukton e di ritornare immediatamente su Zupes, poiché non c'è da perdere neppure un attimo di tempo!»

«In questo caso, Iovi, ci tocca invertire all'istante la rotta. Così faremo ritorno sul nostro pianeta con la massima velocità, come appunto ci impone la circostanza. Inoltre, gli ordini di un gerark non si possono discutere, specialmente per motivi come quelli che egli ci ha fatto presenti! Dunque, non ci resta che ritornare con fulmineità su Zupes, dove è sorta quest'altra complicazione, che non ci sarebbe affatto voluta!»

«Ma il mio amico Ukton e la sua Elesia sono in attesa che andiamo a prenderli, dio dell'eroismo! Non possiamo abbandonarli al loro destino proprio adesso! La situazione dei due potrebbe diventare di estrema gravità, se non andiamo a recuperarli in tempo! Perciò interessiamoci prima di loro e poi faremo ritorno su Zupes con loro due. Ti confermo che ci vorrà pochissimo tempo per giungere fino a loro due!»

«Non potendosi calcolare la loro esatta distanza da noi, Iovi, ci è impossibile quantificare il tempo che occorre per raggiungerli. Inoltre, essi non sono più prigionieri di Katfur e di Brust, i quali saranno impegnati nella nostra circoscrizione nelle loro operazioni d'invasione. Perciò, mentre saremo sulla via di ritorno, avvisali che è sorto un increscioso imprevisto e che in questo momento, per causa di forza maggiore, non possiamo prodigarci per recuperarli e portarli con noi in salvo!»

A Iovi era dispiaciuto moltissimo annunciare ai due sfortunati divi il contrordine del gerark Vaulk, soprattutto perché friggeva per il desiderio di incontrarsi con l'amico; però egli non aveva potuto fare altro che eseguirlo a malincuore e con rassegnazione. Esso gli aveva infuso nell'animo un'amarezza incredibile, la quale non aveva smesso di abbandonarlo per l'intero viaggio che lo aveva riportato sul suo pianeta natio. Sopra di esso, soltanto i bagliori di guerra erano stati in grado di distrarlo dalla sua sofferenza interiore e di procurargli una relativa calma per la restante parte della giornata.


A questo punto, è giunto il momento di dedicarci al racconto della fuga dei due divi dalle grinfie del dio Katfur. Il kapius Fuat, il quale era intenzionato a liberare il divo Ukton, come promesso al suo imperatore Buziur, era sbarcato sul preistorico pianeta Bluez, una decina di planet prima che vi giungesse anche il dio Iveon. Una volta atterrato sulla superficie dell'azzurro pianeta, le ricerche da lui condotte non si erano protratte per lungo tempo. Infatti, egli aveva individuato subito su di esso la dimora del dio dell'infamia e l'annessa prigione dove, salvo sorprese, sarebbero dovuti esserci rinchiusi i due divi e il dio degli imbrogli. Pervenuto davanti ad essa, con suo grande sconforto, il dio della discordia vi aveva trovato all'interno solo il dio Pousum. Così aveva compreso che lo scopo precipuo, che lo aveva spinto fino al pianeta azzurrino e mirava alla liberazione del figlio del gerark Vaulk, era andato a farsi benedire. Perciò non gli era rimasto altro da fare che liberare l'unico prigioniero, il quale vi si trovava ancora rinchiuso. Dopo averlo tratto in salvo, Fuat aveva appreso dal dio degli imbrogli com'egli aveva fatto fuggire dalla stessa cella il divo Ukton e la diva Elesia. Si era trattato di un suo originale espediente, il quale aveva dato i suoi buoni frutti. Allora anche noi vogliamo apprendere come si erano svolti i fatti.

In un precedente colloquio con le due giovani divinità, le quali gli si erano rivelate simpatiche e di ottima compagnia, il dio Pousum aveva proposto ai suoi coinquilini:

«Miei amabili divi, ho escogitato un eccellente escamotage che, se funzionerà come penso, darà la possibilità di scappare da questo luogo ad almeno uno di noi. Se poi avremo maggiore fortuna, forse anche a due, se non proprio a tutti e tre! Ma siccome forse vi sto soltanto illudendo, giustamente non vi interesserà conoscerlo.»

«Invece siamo interessati ad esso, Pousum!» gli aveva risposto il divo Ukton «Sono convinto che riuscirai ancora una volta a raggirare il viscido genitore di Elesia. Dunque, parlacene senza esitazione, poiché ti assicuriamo che da noi avrai la massima attenzione e non il disinteresse totale, quello che hai supposto ingiustamente!»

«La prossima volta che verrà a farci visita il dio dell'infamia, ci faremo trovare tutti e tre con il corpo riverso sul pavimento della cella, come se ci fosse accaduto qualcosa di brutto. Egli allora vorrà conoscere le cause che hanno dato luogo alla nostra precaria situazione. Ma per eseguirvi il controllo, il padre di Elesia dovrà disattivare lo schermo energetico, quello che ci impedisce di scappare. A quel punto, noi tenteremo insieme la fuga ed egli non potrà rincorrerci tutti e tre simultaneamente, perciò dovrà limitarsi ad inseguirci uno per volta. Dopo avere acciuffato uno di noi, non so se egli sarà in grado di prenderne un altro. Sono certo che almeno il terzo ce la farà a sfuggirgli. Coloro che avranno la fortuna di salvarsi dovranno avvertire il kapius Fuat e il gerark Vaulk di quanto Brust e Katfur stanno ordendo, dopo aver disobbedito deliberatamente alle disposizioni del Consiglio dei Kapius. Allora, miei bravi divi, avete permesso al mio ottimo piano di entrare nel vostro cervello, al fine di valutarlo e di dargli un'ottima attuazione?»

«Devo ammettere, Pousum, che il tuo espediente è davvero eccezionale, come se esso fosse provenuto da una mente geniale!»

Aveva voluto dargliene atto il divo Ukton, congratulandosi con il suo ideatore. Ma subito dopo gli aveva obiettato:

«Se Katfur, prima di procedere nel modo che hai immaginato, come misura precauzionale, astutamente attivasse intorno alla grotta un'altra campana energetica dello stesso tipo, mi dici, Pousum, come si metterebbero le cose per noi?»

«Molto male, Ukton! In quel caso, non ci sarebbe fuga per nessuno di noi tre. Ma sono del parere che il dio dell'infamia, in quel particolare istante, non baderà a prendere una cautela simile. Egli vorrà solamente capire cosa ci sarà capitato di molto grave, per mostrarci in quell'atteggiamento strano. Te lo garantisco!»

«Allora speriamo che tu abbia ragione, Pousum!» Elesia si era augurata «Così potrà esserci la libertà per due di noi e non solo per uno! Ne sono convinta! Ti offendi, dio degli imbrogli, se ti confesso che nella mia mente c'eravamo io ed Ukton, quando ho pensato ai due che forse si libereranno, grazie alla tua perspicace trovata?»

«Non mi offendo per niente, diva dolcissima! Anzi, farebbe piacere anche a me, se foste proprio voi due a liberarvi insieme dall'infame tuo genitore! Anzi, farò in modo che avvenga esattamente così, quando si tenterà di gabbare tuo padre!»

Era stato da poco che i tre reclusi avevano stabilito di mettere in pratica ciò che la divinità adulta aveva architettato, quando essi si erano resi conto che il dio Katfur stava per arrivare. In un attimo, allora essi si erano disposti nella cella come il dio degli imbrogli aveva consigliato. Così, quando si era ripresentato nella grotta, il dio dell'infamia all'istante aveva scorto i corpi dei suoi tre prigionieri riversi per terra, senza che dessero qualche segno di vita. All'inizio, si era stupito moltissimo; ma poi aveva pensato anche a qualcosa di brutto. A suo parere, quella strana posizione assunta da loro li presentava come se in ognuno, a causa di un fenomeno arcano, fosse venuta meno ogni forma di esistenza. Allora, per istinto, il dio dell'infamia aveva disattivato il campo di forza che li circondava. Dopo si era chinato sui tre reclusi, allo scopo di studiare meglio la causa che li aveva ridotti in quello stato preoccupante. Esso faceva pensare che in loro si fosse spenta l'esistenza.

Era stato proprio mentre egli si curvava sui tre prigionieri, che il dio dell'infamia li aveva visti scattare tutti insieme dal suolo e lanciarsi rapidamente verso l'uscita della grotta. Siccome i due divi erano stati molto più veloci a condursi fuori dell'antro, il dio Katfur a malapena era riuscito ad arrestare il solo dio Pousum, prima che anch'egli imboccasse l'uscita. Quest'ultimo, per permettere ai due divi di allontanarsi il più possibile dal pianeta, impegnando il padre di Elesia in uno scontro assai violento, si era opposto con tutte le proprie forze a quella sua. Alla fine, però, egli era stato costretto a desistere e a farsi rinchiudere nella medesima cella dal dio dell'infamia, il quale era apparso molto adirato.

Imprigionato il dio degli imbrogli, il dio Katfur aveva deciso di catturare anche il divo positivo, prima che egli riuscisse a rendersi irreperibile, grazie al suo stato latente. Esso, infatti, lo avrebbe reso visibile soltanto entro una determinata distanza. Superata la quale, il divo poteva considerarsi sostanzialmente libero, dal momento che la sua invisibilità lo avrebbe tenuto nascosto agli occhi di ogni divinità. Ma egli stava per uscire dalla grotta e lanciarsi all'inseguimento del solo divo Ukton, allorché si era imbattuto nell'amico Brust. Costui, dopo averlo fermato con uno strattone improvviso, si era dato a dirgli:

«Katfur, lascia qui tutto come si trova e vieni subito via con me!»

«Mi è scappato il divo Ukton, Brust! Bisogna recuperarlo, prima che lo perdiamo di vista! Non possiamo farlo andare via, permettendogli di raggiungere suo padre e di rivelargli le nostre magagne!»

«Non darti più pensiero per lui, Katfur, poiché ormai il divo positivo non ci serve più! Devi sapere che noi due abbiamo altro di più importante a cui pensare e da portare avanti con la massima celerità! Perciò sbrighiamoci ad andare a realizzarlo, senza altro indugio!»

«A cosa ti riferisci, Brust? Posso saperlo pure io, prima che ti segua ad occhi chiusi? Non mi piace imbarcarmi in un qualsiasi tipo di avventura, senza conoscerla in anticipo e in modo dettagliato! Scusami, kapius Brust; ma io sono fatto così e non me ne vergogno!»

«è tempo di scatenare una terribile guerra tra i due blocchi divini. In questo modo, ritornerò a ricoprire la carica di kapius di Krop. In più, potrò dedicarmi alla mia attività preferita. Essa, come già dovresti sapere, è quella di distruggere incessantemente i corpi celesti che appartengono all'Impero del Tetraedro. Perciò, Katfur, andiamo a prepararci per la grande invasione, poiché siamo già in ritardo!»

Dopo il loro breve colloquio, il quale c'era stato alla presenza del prigioniero, le due divinità negative avevano abbandonato Bluez. Esse avevano fatto giusto in tempo ad evitare il sopraggiunto kapius Fuat, il quale si era affrettato a liberare il dio degli imbrogli dalla sua cella. Egli, appena aveva udito da Pousum quanto si erano detti il fratello Brust e il suo degno socio, si era sbrigato a salutarsi con il dio di Elmud e se n'era ritornato sul suo pianeta Ekpur, dove aveva fatto una brevissima sosta. Ripreso poi il viaggio, il dio della discordia era volato dal suo imperatore, al quale aveva riferito particolarmente preoccupato:

«Illustre Buziur, mio fratello Brust è ormai fuori di testa; è diventato una scheggia impazzita, pronto a darsi alla follia più pura. Secondo me, egli sta per invadere i confini dell'Impero del Tetraedro con tutti i suoi mostri dislocati nella Circoscrizione di Krop. Perciò provocherà in breve tempo la dura reazione delle divinità positive, le quali ovviamente non tarderanno a varcare i confini del nostro impero, dando luogo a un conflitto totale. E non sto peccando di catastrofismo, se ti rivelo queste mie giustificate sensazioni! Stando così le cose, noi kapius abbiamo assoluto bisogno di sapere come comportarci, intanto che non verrà a farci visita l'imminente tempesta, la quale ci rigetterà in Tenebrun.»

«Dovete solo adoperarvi per far fronte alla guerra in arrivo, Fuat, dato che tuo fratello ha voluto innescarla a ogni costo! Essa, come tu hai asserito, avrà per voi degli sviluppi imprevedibili; ma di sicuro molto deleteri per voi. Perciò preparatevi ad aspettarvi il peggio dal vostro acre conflitto contro le divinità benefiche! I loro antimostri non scherzano, dotati come sono di una potenza che si ritiene sia illimitata!»

Al termine del loro colloquio, l'Imperatore delle Tenebre e il capo supremo dell'Impero dell'Ottaedro si erano resi conto che il conflitto tra le divinità positive e quelle negative si prevedeva inevitabile e imminente, senza che lo si potesse evitare oppure arrestare in qualche modo qualsiasi.