148-IL CONSIGLIO DEI KAPIUS VOTA IL RILASCIO DEL DIVO UKTON
Gli altri kapius già stavano ad attenderlo, quando il dio Brust era arrivato sopra il pianeta centrale dell'Impero dell'Ottaedro. Allora egli si era sbrigato a raggiungere la sala consiliare, dove erano solite svolgersi le loro riunioni periodiche e quelle straordinarie. Invece la fortezza sorgeva al centro di un isolotto, il quale veniva schiaffeggiato da ogni lato dagli irriducibili marosi dell'oceano. Infatti, l'immensa massa d'acqua, aizzata da continui fortunali, si manifestava arrabbiata e desiderosa di demolizioni da attuare sulla terraferma. Sembrava quasi che essa mostrasse la stessa indole del dio Brust. Ma prima di addentrarci nel vivo della discussione che stavano per avere i kapius, è indispensabile rammentare i nomi dei sei membri che facevano parte del Consiglio dei Kapius. Tre di loro erano i figli di Buziur, l'Imperatore delle Tenebre. Ci riferiamo a Pren, il dio dell'ira; a Korz, il dio dell'inganno; a Sunk, il dio dell'intemperanza. Gli altri tre consiglieri erano i suoi nipoti, in quanto figli del fratello Osiep. Si trattava di Fuat, il dio della discordia, il quale, come Primo Kapius, presiedeva il consiglio; di Brust, il dio della distruzione; di Zerf, il dio dell'anarchia.
Una volta che i sei divini membri del prestigioso consiglio delle divinità negative si erano riuniti, il dio Fuat, non volendo perdere tempo, aveva aperto subito la seduta. Così si era preoccupato di domandare al kapius, che aveva sollecitato la riunione straordinaria in essere, i motivi che lo avevano spinto a chiederla.
«Mi dici, Brust, che cosa sta succedendo nella tua circoscrizione spaziale? Ultimamente, quali fatti significativi vi sono accaduti, che gli altri kapius ignorano del tutto? Noi, tuoi fratelli e cugini, ne vorremmo venire a conoscenza, se non ti dispiace. Perciò sbrìgati ad aggiornarci in modo esauriente sull'intero quadro della situazione. Non c'è dubbio che, se hai richiesto questo incontro non ordinario, avrai avuto i tuoi buoni motivi! Né potrebbe essere altrimenti! è vero che è stato, come ho detto?»
«Fratelli e cugini miei, sono convinto che le ragioni di esso vi risulteranno delle mere quisquilie; ma io, unicamente per eccesso di zelo, ho desiderato porle anche alla vostra attenzione. Perciò non vogliatemene, se, rapportandovele tra poco, riuscirò solo a tediarvi! Adesso che ci penso, potevo pure fare a meno di richiedervi questa riunione straordinaria di poco conto. In questo modo, avrei evitato di scomodarvi!»
«Allora, cugino,» lo aveva ripreso il dio Pren «come tu stesso hai ammesso, potevi dispensarti dall'incomodarci, facendoceli conoscere alla prossima riunione ordinaria. La quale, per giunta, era prevista a breve termine! Invece tu, senza un briciolo di considerazione verso gli altri kapius, hai voluto riunirci adesso, pur non essendoci un valido motivo, come tu stesso hai detto!»
«Ma dal momento che ci troviamo qui,» aveva aggiunto il presidente Fuat «ascoltiamo le minuzie che mio fratello intendeva riferirci, anche se poi, facendo marcia indietro, non vorrebbe più sottoporle al nostro vaglio. Per questo invito il dio della distruzione a raccontarcele, sebbene a suo dire abbiano un valore di poco conto. Almeno così ci eviterà di annoiarci ancora di più, non avendo noi oggi nient'altro di cui parlare!»
Il dio Brust, invitato dal fratello, si era dato a riferire i fatti che stavano accadendo nella sua circoscrizione. Ma incominciò da quelli che gli facevano più comodo, ossia dall'incursione del dio dell'eroismo sul pianeta Luot, dove aveva rapito suo nipote Seurd.
«Il dio Iveon,» egli ci aveva tenuto a precisare in primo luogo «dopo aver sconfinato nel nostro impero, ha compiuto una incursione sul pianeta Luot, dove ha catturato il figlio del mio primogenito Fueb. Secondo voi, è giusto che egli lo abbia fatto con prepotenza e con arroganza, arrecandoci una offesa così grave? Io la ritengo una vera sfida!»
«La cattura di tuo nipote all'interno dei confini del nostro impero da parte di un dio positivo, Brust, per te sarebbe una cosa da niente?!» gli aveva chiesto il kapius Korz, mostrandosi abbastanza irritato «Ma ti senti bene, cugino, oppure tutto a un tratto hai perso la ragione? A mio avviso, qui c'è qualcosa che assolutamente non quadra, per cui dovrai essere tu a chiarirci meglio i vari fatti che sono accaduti nella tua circoscrizione!»
Un istante dopo, con una dose di ironia, il medesimo dio aveva aggiunto:
«Speriamo che le altre bagattelle, che Brust ha ancora da parteciparci, non siano della stessa portata di quella che ci ha appena rapportata! Se così fosse, sarebbe il caso di chiederci se il nostro impero non sia prossimo allo sfascio! Non riesco a pensarla altrimenti, autorevoli fratelli e cugini! Per favore, non ditemi che non concordate con me, se non volete offendere la verità!»
«Nostro cugino ha ragione, Brust.» aveva acconsentito il dio Fuat «Come puoi definire una bazzecola la cattura del nipote di un kapius nel nostro impero? A quanto pare, non ti mostri neppure risentito ed indiavolato per l'accaduto. Perciò il tuo atteggiamento mi preoccupa non poco, fratello! Anzi, esso mi porta a pensare che sotto ci sia ancora dell'altro marcio, quello che, a ragion veduta, ci stai nascondendo apposta! Quindi, adesso ti tocca vuotare completamente il sacco!»
«Vuoi spiegarmi, Brust,» un istante dopo gli aveva domandato il terzogenito di Buziur «perché mai Iveon avrebbe fatto una cosa simile? Si sa che egli è una divinità seria, affatto dedita a bassezze simili. Inoltre, non ci risulta che ci sia stato nel nostro impero alcun tipo di sconfinamento da parte di alcune divinità positive o dei loro antimostri. Altrimenti i nostri vigili oculum avrebbero intercettato senza difficoltà il loro ingresso in esso. Perciò oso perfino mettere in dubbio quanto hai affermato poco fa, cugino! Devi fornirci delle prove assai concrete, se vuoi che noi ti crediamo! Allora, sei in grado di esibircele, senza lasciare in noi alcun sospetto? Se sì, sei pregato di fornircele!»
«In questo hai pienamente ragione, cugino Sunk. Anche il mio oculum non ha registrato la loro presenza nella mia circoscrizione. Non c'è il minimo dubbio, però, che il famoso dio positivo sia andato sopra Luot, catturando mio nipote! Me lo hanno comunicato i suoi familiari, il giorno dopo che è avvenuto il suo rapimento sopra il loro pianeta Luot.»
«Com'è possibile che sia avvenuto ciò di cui ci hai resi partecipi, fratello?» gli aveva domandato il dio dell'anarchia «Vuoi deciderti a parlarci chiaro e tondo, riferendoci ogni cosa che abbiamo il diritto di sapere? Così dopo potremo comprendere meglio la situazione dei fatti! Conoscendoti come le mie tasche, posso affermare solo: "Qui gatta ci cova!" Inoltre, se nessuno si è accorto di niente su Luot e non sono state registrate presenze di divinità positive nel nostro spazio imperiale, come fai ad affermare che è stato Iveon a rapire tuo nipote? Se hai dato la colpa all'eroico dio positivo, ciò significa che prima c'era stato qualcos'altro che lo riguardava! Allora vuoi parlarcene, Brust? Non aspettiamo altro!»
«Sì, hai ragione, cugino Zerf. Devo confessare che prima c'era stato dell'altro, di cui non vi ho fatto menzione. Ve ne potrete convincere pure voi che si tratta proprio del dio dell'eroismo, dopo che vi avrò messi al corrente di ogni cosa inerente alla vicenda della cattura di mio nipote.»
«Dunque, fratello Brust,» lo aveva sollecitato con fermezza il dio Fuat «sbrìgati a ragguagliaci sui fatti accaduti in precedenza, come si erano svolti nella realtà. Vedrai che dopo sapremo valutarli con maggiore oculatezza da parte nostra, senza esserci più in noi membri del consiglio né dubbi né sospetti di qualche genere!»
Pressato dal fratello, il quale rivestiva la carica di comandante in capo dell'impero, il dio della distruzione si era messo a raccontare l'intera odissea del divo positivo Ukton, la quale ora stava continuando sul suo pianeta. Quando infine il suo racconto aveva avuto termine, il cugino Korz era ritornato alla carica, intenzionato ad attaccarlo duramente.
«Così, Brust, dovremmo reputare un episodio del tutto insignificante pure la cattura del figlio del gerark Vaulk, da parte dell'amico di tuo nipote! Tu e Katfur vi eravate forse messi in testa di scatenare un conflitto cosmico, senza neppure avvisarci? Come possiamo non affermare che le vostre iniziative sono state a dir poco da veri incoscienti? Cercavate forse di scatenare il finimondo in Kosmos, a nostro danno?»
«Lo sai, Brust,» aveva aggiunto il dio Sunk «che hai commesso una grave mancanza, appoggiando il dio dell'infamia nel suo irresponsabile comportamento? Tu hai agito all'opposto della politica che l'eminente mio genitore ci ha invitati ad adottare in Kosmos. Essa, secondo le sue indicazioni, non si deve basare sul confronto diretto con le divinità positive. Al contrario, deve perseguire scopi concorrenziali, magari anche slealmente, al fine di procacciarci il maggior numero di proseliti tra i Materiadi. Perché tu lo sappia, mio padre Buziur ha sempre deprecato lo scoppio di veri casi diplomatici, nei nostri rapporti con le divinità positive, potendo essi sfociare in possibili conflitti incontrollabili. I quali, senza ombra di dubbio, risulterebbero deleteri soprattutto a noi divinità negative! Ma tu e il tuo degno compare ve ne siete sfacciatamente impipati!»
«Ciò che afferma nostro cugino è conforme al vero, Brust.» gli aveva convalidato il fratello Fuat «Dunque, è necessario correre subito ai ripari, prima che il vero conflitto deflagri ed inneschi una reazione a catena, senza più esserci la possibilità di arrestarlo. Esso potrebbe perfino trasformarsi, solo per noi divinità di Tenebrun, in un cataclisma pernicioso. Per questo motivo, fratello, il divo Ukton dovrà essere rilasciato subito e rimandato dal proprio genitore. Così si permetterà pure a Seurd di ritornare tra i suoi afflitti familiari. A questo punto, non mi resta che mettere ai voti lo scambio del divo positivo con il nipote di Brust, sperando nella saggezza dei votanti. Essa, come potete prenderne atto, ci eviterà di entrare in conflitto totale con le adirate divinità benefiche!»
Ad eccezione del dio della distruzione, gli altri membri del consiglio avevano votato a favore della liberazione del divo Ukton, con la quale si sarebbe reso libero anche Seurd. Allora il presidente Fuat, mostrandosi indignato per il voto avverso espresso dal fratello minore, che era da considerarsi pure il responsabile dell'inconveniente sorto, aveva concluso:
«La maggioranza dei consensi si è schierata a favore dello scambio del figlio del gerark Vaulk con il nostro dio dello sdegno. Perciò, Brust, in ottemperanza ai voleri di questo Consiglio dei Kapius, non appena rimetterai piede sul suolo del tuo pianeta, tramite Pousum, rimanderai il tuo ostaggio dal padre Vaulk. Così l'argomento in merito al divo Ukton sarà chiuso una buona volta per tutte!»
Dopo, invece, rivolgendosi agli altri kapius, egli aveva aggiunto:
«Mi rammarico per l'atteggiamento assunto da mio fratello Brust, per essersi rifiutato di rinsavire almeno in questa circostanza!»
Gli altri membri, tranne il dio della distruzione, avevano assentito soddisfatti; mentre la divinità dissenziente si era mostrata molto contrariata e amareggiata, manifestandosi palesemente ostile al verdetto del consiglio. A suo parere, esso era da definirsi insensato e ingiusto. Da parte sua, il dio Fuat, ritenendo indispensabile affrontare il nuovo spinoso argomento, il quale lo preoccupava non meno del primo, aveva ripreso a parlare:
«Adesso bisogna cercare di comprendere come abbia fatto il dio Iveon a sconfinare nel nostro impero e a percorrerne una parte, senza essere avvistato dai nostri oculum. A detta di mio fratello Brust, pure questo episodio allarmante deve essere considerato roba da niente. Perciò non riesco proprio a capire in base a quale criterio di valutazione egli lo abbia considerato tale! Direi che ci siano a suo carico mancanze così pesanti, da obbligarmi ad intentare contro di lui un processo di destituzione dall'alta carica che ricopre. Dopo lo scioglimento di questa seduta, come sarà mio dovere, valuterò con rigore se è il caso di deferirlo o meno al giudizio del nostro illustre Imperatore delle Tenebre.»
«Ben detto, cugino!» aveva approvato il dio Pren «Ti sei comportato come un vero comandante in capo, senza farti influenzare dai vincoli di parentela e dalle ragioni del cuore. Così facendo, hai giudicato con assoluta imparzialità chi ha peccato di superficialità e di scarsa avvedutezza! Io e i miei fratelli te ne diamo atto e ci siamo anche convinti che nostro padre non ha sbagliato a conferirti l'importante carica che ora ricopri!»
Al termine dell'intervento di apprezzamento da parte del cugino, che era stato condiviso anche dai suoi parenti collaterali, Fuat aveva chiesto agli altri kapius:
«Qualcuno di voi saprebbe spiegarmi come abbia fatto il dio dell'eroismo a non farsi intercettare dai nostri oculum, pur essendo dotati della massima perfezione tecnologica? Eppure tutti noi sappiamo che anche essi sono sofisticati quanto gli oculum in dotazione ai quattro gerark delle divinità positive. Ne abbiamo avuto sempre la prova!»
«Dare una risposta alla tua domanda, cugino, non è semplice.» gli aveva risposto per primo il dio Sunk «Nelle nostre mani non abbiamo nemmeno il più piccolo elemento concernente la cattura di Seurd, il quale ci possa fare avanzare delle ipotesi accettabili. Magari ci potrà dire qualcosa in merito il nipote di Brust, dopo che sarà stato liberato dal gerark di Zupes. Fino a quel momento, però, non possiamo avanzare alcuna ipotesi plausibile!»
«Secondo me, fratello,» aveva ipotizzato Zerf «qui c'è stato lo zampino del dio Kron. Egli, in barba ai nostri attrezzatissimi oculum, di sicuro avrà escogitato qualche suo espediente straordinario, allo scopo di agevolare Iveon nella sua missione! Sono fermamente convinto che è stato proprio il dio del tempo a permettere quanto è avvenuto nel nostro impero!»
«La penso anch'io alla stessa maniera di mio cugino.» si era mostrato d'accordo Korz «Per cui ogni nostro tentativo di venire a capo del suo prodigioso intervento risulterebbe vano e non ci farebbe concludere un bel niente. Allora non ci resta che farci risolvere il problema da Buziur, che è il nostro illustre imperatore!»
Da parte loro, i kapius Pren e Brust non avevano voluto pronunciarsi sul caso, facendolo intendere con un movimento della mano, risultato abbozzato ma significativo. Allora il dio Fuat, preso atto che non c'era più niente da dire sull'argomento in questione, aveva stimato giusto accelerare la conclusione di quell'ostico argomento. Perciò aveva teso a chiudere la riunione, dicendo:
«Vedo che nessuno di noi è in grado di spiegarsi come abbia fatto il dio dell'eroismo ad operare il prodigio, di cui siamo venuti a conoscenza. Allora, accogliendo anche il suggerimento di mio cugino Korz, vorrà dire che mi rivolgerò direttamente al nostro imperatore Buziur e gli sottoporrò la stessa domanda, al fine di farmi dare da lui delle valide spiegazioni in merito. Stando così le cose, adesso possiamo anche sciogliere la seduta e ritornarcene alle nostre fortezze. Sono certo che, con il rilascio del divo positivo, fra i due imperi continuerà a permanere l'attuale statu quo, il quale conviene tanto a noi quanto alle divinità positive. Fino ad oggi, a dispetto del folle Brust, in Kosmos esso ha permesso ai due opposti schieramenti una esistenza sempre pacifica e mai conflittuale.»
Il ritorno del dio della distruzione sul proprio pianeta era avvenuto in preda alla massima intossicazione, poiché egli non riusciva a mandare giù il fatto che i suoi fratelli e i suoi cugini non erano stati del suo stesso parere sulla vicenda di Ukton. Invece la sua follia lo aveva portato a nutrire la speranza di una guerra senza quartiere tra i due blocchi divini. Esclusivamente in quel modo, egli si sarebbe potuto scatenare senza freno in ingenti distruzioni catastrofiche, spazzando via da Kosmos una innumerevole moltitudine di stelle, di pianeti e di satelliti, facendo esplodere e disintegrare le une e gli altri tra spettacolari falò. Quando poi il dio Brust aveva raggiunto la sua fortezza, a nessuno era sfuggito il suo intollerabile malumore, poiché egli lo palesava attraverso i suoi gesti e le sue frasi. Allora la consorte Epania, che era la dea degli abissi, avendo notato per prima la sua enorme irritazione, non aveva perduto tempo a domandargli:
«Vuoi dirmi, Brust, perché sei ritornato così nero dal pianeta Lurset? A guardarti bene, mi pare che tu abbia un diavolo per capello! Gli altri kapius hanno forse deluso le tue aspettative? Stento a crederlo! Se è stato come sospetto, mi dici cosa sei andato a chiedere a loro cinque?»
«Epania, credevo che i miei fratelli e i miei cugini fossero più coraggiosi; invece li ho trovati degli autentici codardi. Anzi, si sono dimostrati delle dive impaurite che non sapevano dove andare a nascondersi, pur di eludere il pericolo in arrivo da parte delle divinità positive!»
«Non riesco a seguirti, Brust. Cosa c'entra qui la loro codardia? Tu non avevi chiesto la convocazione del Consiglio dei Kapius per incontrare gli altri membri, allo scopo di attivarti a favore della liberazione di nostro nipote Seurd? Oppure, conoscendoti, le tue intenzioni sono state ben altre, una volta davanti a loro?»
«Certo che sono state diverse, moglie mia! Io desideravo solamente far scoppiare un imponente conflitto tra le divinità del nostro impero e quelle dell'Impero del Tetraedro, poiché esso mi avrebbe appagato a non dirsi. Al contrario, mio fratello Fuat, a nome del dissennato consiglio, mi ha imposto l'immediato rilascio del divo positivo per consentire così anche la liberazione di nostro nipote, da parte del gerark Vaulk. Tale loro decisione mi ha mortificato tantissimo!»
«Ma è giusto che sia andato così, Brust! Non ti rendi conto che sei tu ad aver torto e non gli altri kapius, i quali sono tuoi fratelli e tuoi cugini? Non avrei mai immaginato che tu fossi così insensibile nei confronti del tuo stesso sangue e che tendessi a distruggere perfino gli affetti familiari! Sappi che disapprovo queste tue insane idee, che ritengo bacate. Esse mi fanno davvero inorridire, nonostante io sia una dea malefica!»
Non gradendo il rimprovero della consorte, il dio Brust aveva lasciato la sua dimora, urlando: "Tutti a complottare contro di me in Kosmos! Ma io farò di testa mia e non rimanderò il divo positivo dai suoi genitori! Così quanti non la pensano come me si renderanno conto che non sono disposto a farmi comandare da loro! Sappiano essi che sono nato solo per accendere conflitti e provocare distruzioni, per cui nessuno me lo potrà impedire, neppure mio zio imperatore!"
Avvenuto l'aspro scontro con la consorte, il kapius Brust era pervenuto all'alloggio dell'alleato Katfur e si era abboccato di nuovo con lui, facendogli presente quanto avevano stabilito gli altri kapius sulla sorte di Ukton. Inoltre, dopo avergli rivelato la sua intenzione di ignorare la soluzione dei suoi fratelli e cugini, gli aveva chiesto se poteva contare sul suo appoggio incondizionato. Il dio dell'infamia, che non aspettava altro e condivideva appieno le sue idee balorde, non aveva esitato a rendersi disponibile ad assecondarlo in tutto e per tutto. Anch'egli era convinto che, stando insieme, essi sarebbero riusciti a conseguire più facilmente i loro reconditi obiettivi. I quali consistevano nello scatenamento di una catastrofe apocalittica in seno all'Impero del Tetraedro e oltre, se era il caso. Allora, avendo ricevuto l'appoggio incondizionato dal dio dell'infamia, il dio della distruzione gli era stato molto grato e gli si era espresso con tali parole:
«Ti ringrazio, Katfur, per la tua gradita condiscendenza e per la tua franca solidarietà! Vedrai che i nostri progetti ambiziosi alla fine si realizzeranno con grande successo! Adesso devo liquidare quell'antipatico dio degli imbrogli. Gli farò credere che il Consiglio dei Kapius si è dichiarato negativamente, riguardo allo scambio di mio nipote Seurd con il divo positivo Ukton. Perciò egli potrà anche andare a Zupes a riferire al gerark Vaulk che, in merito allo scambio che si aspettava da noi, non se ne parli neppure! Così ho stabilito e così sarà fatto, amico mio!»
Poco dopo, egli aveva mandato a chiamare il dio Pousum tramite il padre di Elesia, ricevendolo nel suo appart. Quando poi gli aveva comunicato la deliberazione del consiglio, falsandola a modo suo, il suo interlocutore divino, non credendo neppure a una sua parola, lo aveva contraddetto all'istante:
«Invece, Brust, questa è soltanto la tua decisione! Gli altri kapius saggiamente hanno votato a favore del rilascio di Ukton. La tua consorte Epania mi ha messo al corrente di ogni cosa pochi attimi fa, dopo che sei andato via da lei. Perciò sappi che sono disposto ad andare ad informare tuo fratello Fuat della grave disubbidienza che hai deciso di commettere e lo farò intervenire contro di te!»
Rimasto interdetto dalla dura reazione del dio Pousum, che non si attendeva, il kapius Brust, dando in escandescenze, aveva pensato di attaccarlo con altrettanta durezza. Imbestialendosi come un ossesso e assalendolo a guisa di un toro infuriato, egli si era dato ad urlargli contro aspramente:
«Bene, dio degli imbrogli, vorrà dire che non farai più ritorno da Vaulk per recargli la mia risposta, poiché hai manifestato la volontà di informarlo della verità. Invece ti manderò a fare compagnia ai due divi, rinchiudendo anche te nel disagevole dekonc. In questo modo, ti si schiariranno meglio le idee per l'avvenire! Questa è la miserabile fine di coloro che sono in contrasto con ogni mia iniziativa, non avendo essi neppure un minuzzolo di senno!»
Così il dio Pousum, per essersi ribellato al suo kapius Brust, si era ritrovato ad essere prigioniero delle due perverse divinità. Di preciso, egli aveva incominciato a fare il recluso nella stessa cella dove erano rinchiusi il divo positivo Ukton e la diva Elesia.
Prima di andare avanti con la narrazione, sarà importante tener presente che il campo visivo di un oculum poteva essere totale o parziale. Nel primo caso, i suoi avvist riuscivano ad esplorare l'intero spazio dell'impero; nel secondo caso, la loro attività di avvistamento era limitata al solo spazio della circoscrizione. Ma di regola l'oculum era posizionato sulla funzione parziale; in tale posizione, esso era in grado di captare dei lampeggiamenti provenienti dagli oculum delle altre circoscrizioni imperiali. Tramite tali luci intermittenti, i gerark e i kapius potevano trasmettersi brevi messaggi, come la volontà di incontrarsi, l'invito a posizionare l'oculum sulla funzione totale ed altri ancora. In questa circostanza, l'intera messaggistica era basata sulla policromia della luce, poiché ad ogni colore corrispondeva un messaggio differente, il quale era ben noto a chi lo riceveva. Chiarito questo particolare inerente alle due funzioni di intercettazione di un oculum, il quale ci sarà utile tra breve, possiamo proseguire a narrare i fatti che stavano per accadere nell'Impero dell'Ottaedro, senza tralasciare alcun dettaglio.
Il dio della distruzione era convinto che il fratello Fuat avrebbe effettuato il controllo del rilascio del divo Ukton da parte sua, come da intimazione del Consiglio dei Kapius. Per questo egli doveva cercare a qualunque costo il modo di raggirarlo. Ma in quale maniera lo si poteva ingannare, allo scopo di fuorviarlo? Alla fine il dio Brust, dopo avere escogitato l'espediente giusto, era andato a trovare il dio dell'infamia. Quando si era ritrovato faccia a faccia con lui, egli gli aveva fatto presente:
«Katfur, mio fratello Brust di sicuro starà sorvegliando le nostre mosse. Egli vorrà convincersi che il rilascio del divo, da parte mia, avvenga senza meno. Perciò sarà nostra premura persuaderlo che ho eseguito l'ordine che mi ha impartito il consiglio. Ovviamente, con l'inganno!»
«Brust, mi dici con quale artificio vuoi abbindolare il comandante in capo Fuat? Io non vedo come si possa farlo. Lo credi forse un pivello, da bersela senza il minimo sospetto? Secondo me, egli non ci cascherà e non avrà difficoltà a scoprire la tua macchinazione!»
«Katfur, lo possiamo imbrogliare in un modo molto semplice. Prima daremo all'ostaggio l'illusione che sta per essere liberato, invece dopo dovrà ricredersi di essersi illuso. Perciò tra breve prenderai con te il figlio di Vaulk e ti condurrai con lui ai confini del nostro impero, in direzione della galassia Astap. Una volta sconfinato e non più assoggettato al controllo di mio fratello, ti tratterrai nello spazio neutrale per il tempo necessario a rassicurare mio fratello che le disposizioni consiliari sono state rispettate da me. Solo a quel punto Fuat darà ordine al sovrintendente del suo kosmicon di posizionare l'oculum sull'opzione "parziale". La qual cosa ti permetterà di rientrare sul pianeta Krop con il divo positivo, senza che nessuno degli altri cinque kapius se ne accorga. Questo è il mio piano, Katfur. Non sembra anche a te eccellente? Oppure ci sono delle obiezioni, da parte tua?»
«In un certo senso, la penso come te, Brust. Ma all'andata, come dovrò condurre con me il divo? Voglio sapere se libero o se sotto la mia rigida custodia. A mio avviso, bisogna anche fare in modo che egli non possa sfuggirci! Come divo latente, infatti, gli sarebbe facile riuscirci.»
«Io ti suggerisco di lasciarlo in piena libertà, Katfur, se non vogliamo insospettire mio fratello e fargli conoscere le nostre reali intenzioni. Per evitargli di tentare una fuga improvvisa, farai credere ad Ukton che hai ricevuto l'ordine da me di riconsegnarlo ai suoi genitori. Così egli, ritenendo le tue parole veritiere, si terrà buono buono, fino al momento in cui non lo avrai catturato di nuovo per riportarlo indietro. Ecco: questo è il piano da me ideato!»
«Anche a me esso sembra formidabile, Brust. Speriamo che il medesimo si riveli tale, anche quando lo si metterà in pratica da parte nostra, senza rendere sospettosi i tuoi fratelli e i tuoi cugini! Altrimenti per noi si metterà davvero malissimo, siccome dopo ce li vedremo tutti addosso. Anzi, cominceranno ad inveire contro di noi, facendo la voce grossa e palesandoci il loro tono minaccioso con un atteggiamento protervo. Ed io non desidero che essi arrivino a tanto, mio scaltro amico, perché mi riuscirebbe difficile tollerarli!»
Disgraziatamente per Ukton, le cose erano andate come le aveva previste il kapius di Krop, essendo riuscito a turlupinare gli altri suoi pari, a quanto sembrava. Per questo il divo positivo, dopo essersi illuso che la sua liberazione era ormai imminente, si era ritrovato ancora una volta a marcire nella sua vecchia cella, insieme con la diva Elesia e il dio negativo Pousum. Lo sventurato, mentre seguiva il dio dell'infamia, si era già visto abbracciarsi con i suoi genitori e i suoi fratelli, provando una felicità immensa, al solo pensiero di stare a compiere quel gesto affettuoso. Invece, appena oltrepassato il confine dell'Impero dell'Ottaedro, per sua sventura, era stato obbligato a rinunciare a tanta gioia con suo sommo dispiacere. Per cui egli si era visto ancora crollare addosso l'intero Kosmos, con tutti i danni che gli erano derivati dal suo crollo rovinoso!