145-I GERARK DECIDONO DI RIVOLGERSI AGLI ECCELSI GEMELLI

La nuova seduta si era aperta con l'invito del dio Kavor rivolto al fratello Vaulk perché li aggiornasse sui fatti che erano accaduti dopo il loro ultimo incontro. Allora il dio del coraggio era stato lesto ad accontentarlo, manifestando parecchia foga nel suo concitato racconto. Inoltre, aveva esternato un proprio coinvolgimento piuttosto teso, il quale stava a significare nel medesimo tempo una intensa partecipazione affettiva e un grande risentimento. Dopo aver terminato la sua succinta narrazione dei fatti, il gerark di Zupes aveva approfittato per darsi anche al seguente sfogo personale:

«Ero certo, fratelli, che le cose sarebbero andate come avevo previsto e che noi avremmo perso solo tempo ad aspettare! Intanto mio figlio ha continuato a penare tremendamente, a causa della nostra incapacità di trovare una soluzione al suo problema. Non avrei mai immaginato che l'unica a risultargli di un certo conforto sarebbe stata una diva negativa! Invece noi abbiamo saputo soltanto arzigogolare su norme regolamentari e su difficoltà inesistenti, tenendoci alla larga dai fatti concreti, quelli che potevano essere utili al mio secondogenito! Il dio dell'infamia conosce unicamente la legge del più forte. Perciò è tempo che gliela facciamo assaggiare, se vogliamo costringerlo a mollare l'osso, magari impartendogli una nostra durissima lezione. Non serve seguitare a riunirci su Pestuk, se poi in ogni nostra riunione finiamo per perderci in quisquilie, senza essere capaci di realizzare alcunché di proficuo!»

Il dio Kavor aveva ritenuto giusto concedere al fratello minore la più ampia libertà di sfogarsi secondo il suo desiderio, indipendentemente dal contenuto che sarebbe derivato da essa. Quando alla fine il germano aveva terminato di esternare il suo stato d'animo che esprimeva molto sdegno, egli gli si era rivolto con una certa pacatezza, dicendo:

«Adesso che ci hai manifestato la tua giustificata stizza, Vaulk, cerca di riacquistare la calma e ritorna ad essere obiettivo al massimo. Noi abbiamo aderito al tuo invito non per perderci in chiacchiere, come hai insinuato poco fa. Siamo qui esclusivamente per ascoltarti, per fare nostro il tuo problema e per cercare di darti una mano. Comprendiamo benissimo i brutti momenti che tu e la tua famiglia state vivendo; però, come anche tu sai, ci è vietato buttarci a capofitto in un'avventura, dalla quale potrebbero aversi conseguenze imprevedibilmente disastrose.»

«Vuoi farmi intendere, Kavor,» lo aveva rimbeccato il dio del coraggio «che, mentre le divinità negative possono venire a prenderci a pesci in faccia, noi non possiamo ribellarci, poiché dobbiamo evitare di scombussolare l'armonia cosmica? Se è ciò che hai voluto affermarci, allora considero alquanto bislacca questa tua idea! Ma vi rendete conto, fratelli, che un dio negativo ha fatto e sta facendo di peggio a mio figlio, mentre stiamo qui a stabilire ancora se punire o meno la sua insolente offesa a carico del mio Ukton? Egli lo ha sequestrato e segregato, bombardandolo ogni giorno di inaudite afflizioni psicologiche! Allora vi dico che è nostro preciso dovere reagire in modo adeguato alla sua infamia e smettere di subirla come quattro emeriti codardi! Mi sono spiegato a sufficienza?»

A difesa del dio Vaulk, era intervenuto allora il maggiore dei suoi fratelli, cioè il dio dell'ingegno. Neop, non giudicando del tutto errata la tesi esposta dal germano di Zupes, aveva voluto intromettersi anch'egli nel dibattito familiare in corso. Ma prima ci aveva tenuto ad attestare che esso aveva a tutti gli effetti una valenza formale di alto grado. Subito dopo aveva iniziato a dire:

«A mio avviso, fratelli, stiamo affrontando la vicenda un po' sottogamba, senza attribuire ad essa la giusta importanza. Vaulk ha perfettamente ragione, quando asserisce che Katfur ci ha recato la più grave delle offese, per cui non possiamo restare insensibili di fronte ad essa. Al contrario, bisogna fargliela pagare, come si conviene al nostro caso! Inoltre, ciò che ci deve premere di più è la liberazione di nostro nipote, il quale di sicuro starà vivendo dei giorni terribili, a causa dei maltrattamenti quotidiani del suo boia. Anch'io, dunque, propendo per l'immediato intervento armato contro la divinità negativa che, sfidandoci apertamente, continua ad opporsi al rilascio di nostro nipote. Esso risulta l'unico modo per dimostrare alle divinità malefiche che non ci possono provenire da parte loro offese di ogni tipo, senza subirne le debite conseguenze. Ecco il mio pensiero in merito alla vicenda di nostro nipote!»

«Pur non trovandomi d'accordo con Neop,» Kavor aveva commentato sfavorevolmente la perorazione del fratello maggiore «devo far valere in questo consiglio il principio di democrazia, secondo il quale ogni decisione va presa a maggioranza dei consensi. Perciò sollecito anche mio fratello Ponkar ad esprimere il suo parere sull'argomento. Così, dopo aver rispettato il regolamento, si potrà emettere il verdetto finale pro o contro il nostro intervento bellico nei confronti delle divinità malefiche. Fratelli, vi faccio presente che tale procedura democratica renderà il nostro operato formalmente legale!»

Il dio della tenacia, oltre a schierarsi dalla parte del comandante in capo, carica che era ricoperta dal dio dell'astuzia Kavor, aveva avanzato allo stesso tempo una sua proposta interessante. Il cui contenuto viene riportato qui di seguito dalle sue stesse parole:

«Premetto che condivido appieno la linea di cautela manifestata dal Primo Gerark. Per cui, se votassi a favore della sua tesi, senza dubbio si otterrebbe il pareggio dei consensi e si giungerebbe a un nulla di fatto. Allora, anziché votare, preferisco farvi la mia seguente controproposta: Perché non rimettiamo il responso finale agli eccelsi gemelli Kron e Locus, visto che sono le due divinità di Luxan che, dopo il nostro magnifico Splendor, hanno più voce in capitolo? Nel caso che fossero favorevoli al conflitto, da loro potremmo ottenere anche un valido aiuto nel portarlo avanti! Secondo me, questa è l'unica strada giusta da praticare, adesso che ci troviamo in una situazione molto scabrosa!»

Il dio Kavor era stato il primo ad appoggiare la nuova proposta avanzata dal fratello Ponkar, avendola trovata abbastanza sensata. Infatti, poco dopo, volendo elogiarla ed attribuire ad essa il dovuto merito, egli aveva precisato a favore della medesima:

«Finalmente qualcuno di noi saggiamente ci propone la giusta soluzione alternativa al nostro problema! Chi, meglio dei nostri due esimi gemelli, potrebbe darci dei consigli vantaggiosi in questa spinosa vicenda? Essa ci travaglia e ci sta mettendo gli uni contro gli altri, a causa dei pareri discordi che ne sono emersi. Per questo motivo, suggerisco di mettere ai voti la proposta che ci è stata fatta da Ponkar. E poiché già siamo in due ad aver votato, entrambi propensi ad accoglierla, invito pure voi, fratelli Neop e Vaulk, ad esprimere il vostro voto in relazione ad essa. Così, a votazione avvenuta, con tutta tranquillità noi sapremo quali dovranno essere le nostre successive mosse!»

Era stato il dio dell'ingegno a smuoversi per primo dalla sua idea propensa all'intervento immediato, simpatizzando anch'egli con la proposta avanzata da Ponkar. Perciò egli non aveva negato ad essa il suo voto favorevole. Chi invece non intendeva ancora recedere dalla sua pretesa, anche perché risultava la principale parte lesa in quel dibattimento, era stato il dio Vaulk. Egli, all'invito del fratello a votare sulla proposta di Ponkar, aveva preferito non rispondere; al contrario, si era chiuso in un atteggiamento taciturno, come per far presente che non ne voleva sapere. Allora, con l'intento di farlo ragionare e di fargli accettare la nuova proposta, il fratello Neop gli aveva fatto il seguente discorso:

«Vaulk, lo sai che la penso esattamente come te e ritengo valide le tue argomentazioni. Adesso, in questa nostra discussione, abbiamo deciso di fare un salto di qualità, chiedendo un parere agli eccelsi Kron e Locus circa la nostra travagliata vicenda. Solo loro due potranno indicarci la strada giusta da percorrersi per sbrogliarla. Sai una cosa, fratello? Conoscendo il carattere del dio del tempo, sono convinto che egli si adirerà moltissimo, non appena lo avremo informato del sequestro di tuo figlio; inoltre, vorrà anche punire colui che ne è stato il sequestratore. Quanto al dio dello spazio, egli conviene sempre con tutto ciò che decide l'intraprendente germano. Come vedi, hai tutto da guadagnarci dal nostro ricorso ai due illustri gemelli! E non può essere altrimenti! Per la quale ragione, Vaulk, ti esorto ad esprimere il tuo voto a favore della proposta di nostro fratello Ponkar, che non trovo antipatica!»

Era stato così che il dio del coraggio aveva sciolto ogni riserva e aveva votato per la nuova mozione, la quale prevedeva di rimettere ogni deliberazione alle due illustri divinità di Luxan. Ma subito dopo era saltato fuori una nuova questione, ossia sulla scelta del dio da inviare presso le divinità gemelle, come portavoce del consiglio. Qualcuno di loro doveva pur raggiungerle nel Regno della Luce, se volevano metterle al corrente del sequestro del divo Ukton da parte del dio negativo Katfur. A tale proposito, c'era stato ancora l'intervento del dio Neop, il quale giustamente aveva sottolineato ai restanti fratelli:

«A mio giudizio, spetta al padre del sequestrato presentarsi alle due eccelse divinità e far valere davanti a loro i propri diritti. Io, invece, ammesso che gli altri fratelli siano d'accordo, compreso Vaulk, mi proporrei come suo accompagnatore in Luxan. Ci andrei soltanto per essergli di sostegno, in un incontro così importante per lui!»

All'unanimità, allora si era deliberato di affidare il delicato incarico al dio Vaulk e al dio Neop. Essi avrebbero dovuto illustrare in ogni dettaglio a chi di dovere l'evoluzione dell'intera vicenda del sequestro, richiedendone pure gli interventi più opportuni ed appropriati da adottarsi in quella difficile situazione. Le due divinità incaricate non si sarebbero condotte in Luxan, partendo direttamente da quel luogo. Ma esse sarebbero dovute prima ritornare sui rispettivi pianeti e poi si sarebbero incontrate di nuovo su Pestuk, da dove avrebbero intrapreso il loro viaggio per la dimora degli dèi. Infatti, era avvenuto proprio come stabilito. Anche perché entrambi i fratelli erano stati puntuali nel presentarsi su tale pianeta, da dove poi erano ripartiti per raggiungere il Regno della Luce.

Nel suo viaggio per tale regno, con tappa sul pianeta–guida dell'impero, il dio Vaulk si era fatto accompagnare anche dal dio Iveon. Per cui erano state tre le divinità che erano salpate da Pestuk e si erano dirette alla volta di Luxan. A ogni modo, soltanto il primogenito e l'ultimogenito della dea Lux, accompagnati dalla loro madre, si erano presentati al cospetto del dio Kron e del fratello Locus. I quali avevano dato udienza ai tre stretti congiunti, dopo averli fatti attendere un tempo ragionevole. Difatti i due gerark avevano avuto appena il tempo di andare a salutare la madre e di raggiungere dopo insieme con lei la dimora del dio Kron. Costui, in quell'importante udienza, aveva dovuto invitare in tempo anche il dio dello spazio, che era il fratello Locus.


La riunione tra le cinque illustri divinità era stata aperta dal dio Kron, che la presiedeva. Egli, essendo già venuto a conoscenza del sequestro del divo Ukton, aveva invitato il padre ad esporre i fatti ad esso relativi, come si erano realmente svolti. Quando poi il gerark Vaulk ne aveva concluso l'accurata esposizione, il dio del tempo, come se avesse avuto un afflusso di sangue alla testa, all'istante aveva reagito con foga:

«è mai possibile che siamo stati offesi in modo così umiliante dalle divinità negative? Ma non credano i responsabili di cavarsela così a buon mercato! Qui occorre subito intervenire contro i malfattori e farli pentire del loro comportamento offensivo, il quale suona come una sfida rivolta a tutte le divinità positive! Perciò occorre inviare, senza alcun altro indugio, una spedizione punitiva contro il prepotente Katfur. Contestualmente, essa dovrà adoperarsi per liberare il figlio del qui presente gerark Vaulk! Mi sono spiegato? Sono certo che anche il mio gemello Locus, ardendo di sdegno, è della mia stessa idea!»

Essendosi poi accorto di aver deciso da solo, senza chiedere anche al fratello un suo parere, all'istante egli aveva voluto rimediare alla sua mancanza. Allora, rivolgendosi a lui, gli aveva domandato:

«Non è forse vero, Locus, che la pensi sempre come me? Non potrebbe essere altrimenti, se ogni volta andiamo d'amore e d'accordo, come due fave dello stesso baccello!»

«Kron, la penso proprio come te! Nessuna divinità negativa dovrà mai sentirsi tanto forte, da pensare di poterci offendere impunemente! Perciò diamogli addosso a questo ignobile Katfur e facciamogliela pagare senza sconto alcuno! Ogni divinità malefica dovrà convincersi che non la passerà mai liscia, dopo aver arrecato una offesa imperdonabile ad una divinità positiva! Si agisca, quindi, senza porre tempo in mezzo!»

Avuta conferma dal germano che la pensava allo stesso modo suo, il dio Kron si era sentito incoraggiato a continuare nel suo sfogo personale. Perciò ave seguitato a dire:

«Per il momento, ci accontenteremo di una incursione incisiva e rapida, con la quale tenderemo solo a punire il dio negativo e a liberare il divo positivo. E siccome essa dovrà risultare un'operazione sottomano, non voglio che vi prenda parte qualcuno dei miei gerark. Quindi, proponetemi un dio che sia in grado di capeggiarla e di condurla a buon fine, riscuotendo al termine un pieno successo!»

«Eccelso Kron, Iveon è la giusta divinità che ci vuole in questa incursione!» gli aveva fatto presente il gerark Vaulk «Egli, che già si è dichiarato disponibile per una missione del genere, ha già dato prova di un valore singolare in altre imprese. Inoltre, il dio dell'eroismo sta già seguendo la vicenda per conto mio con particolare interesse! Allora che ne dici? Possiamo dare a lui un incarico di tale importanza?»

«Questo nome non mi giunge nuovo, Vaulk, poiché la sua fama ci è già pervenuta all'orecchio. Un tempo le divinità di Luxan non smettevano di raccontarsi tra di loro le sue imprese, infervorandosene allo stesso tempo. E poi il suo appellativo di dio dell'eroismo non avrebbe senso, se egli non dimostrasse di essere un vero eroe. Non ti nascondo, ultimogenito della mia amica Lux, che mi piacerebbe tantissimo avere davanti a me questo eroico Iveon!»

«Se desideri conoscerlo, eccelso Kron, vado subito fuori a chiamarlo e lo faccio essere qui in tua presenza in un lampo. L'ho condotto con me, appunto perché ero sicuro che avresti voluto fare la sua conoscenza diretta. Così avrei potuto appagare in poco tempo il tuo desiderio! Infatti, è stato, come avevo previsto!»

«Se ci tieni a saperlo, figlio della splendida Lux,» aveva aggiunto il dio Locus «anch'io, come mio fratello Kron, desidero conoscere il dio dell'eroismo. Perciò corri subito a chiamare questo prode Iveonte e presentacelo! Intanto che non arrivi, mio fratello ed io aspettiamo impazienti che egli ci raggiunga e si presenti a noi!»

«Ma che dici, fratello Locus!» lo aveva ripreso il gemello «Qui si sta parlando del dio Iveon e non dell'umano Iveonte! Perciò cerca di non confonderti, specialmente davanti ad una dea straordinaria, qual è appunto la nostra comune amica Lux! Ella potrebbe pensare chissà quali cose su di te. E non certamente belle, se lo vuoi sapere!»

«Allora da chi ho sentito parlare dell'eroe Iveonte, mio caro fratello Kron? Sono certo che qualcuno mi avrà già fatto il suo nome, anche se non ricordo in quale circostanza. Intanto chiedo venia ai presenti, per la mia piccola confusione di nomi!»

«Fui io stesso, Locus, ad accennarti a lui; però in riferimento alla seconda Teomachia. Iveonte non sarà un dio; bensì un umano dalle doti straordinarie e dalle mille risorse. Egli sarà il più grande degli eroi umani e guiderà le divinità positive alla vittoria su quelle negative, quando ci sarà fra di loro il secondo conflitto. Prima, però, egli dovrà impossessarsi del Potere Cosmico, equivalente ad una potente energia superiore anche a quella da noi gestita. Così andranno le cose, fratello, secondo quanto ha previsto il destino! Adesso ti ho rinfrescato sufficientemente la memoria oppure no?»

«Sì, è vero; ora rammento ogni cosa, fratello Kron. Una volta me ne parlasti e mi dicesti che egli sarà investito anche di alcuni nostri speciali poteri. Allora il nostro Iveon a quale grande impresa è destinato? Me lo vuoi ricordare tu adesso?»

«Egli trionferà nella prima Teomachia, come ti ho appena detto. Grazie al suo eroismo e alle sue doti di stratega, le divinità positive sgomineranno quelle negative, portando allo sfascio il loro impero.»

A quel punto, erano apparsi il dio Vaulk e il dio Iveon. Appena erano stati al loro cospetto, il gerark di Zupes si era affrettato a presentare il dio dell'eroismo alle due eccelse divinità di Luxan. Esse, come poco fa abbiamo appreso, non aspettavano altro che fare la sua conoscenza, desiderose di farsi una propria opinione su di lui.

«Vi presento il famoso Iveon, illustri Kron e Locus! Egli è un dio dal valore straordinario, del quale mi fido ciecamente! Ecco perché l'ho incaricato di seguire la vicenda di mio figlio, quella che sta tantissimo a cuore a me e alla mia consorte Gedal.»

«Ci fa piacere conoscerti, eroico Iveon!» aveva risposto per entrambi il dio del tempo «Tra poco ci sarà una incursione nell'Impero dell'Ottaedro e Vaulk ti ha proposto alla guida di essa. Io sono d'accordo con lui nel considerarti la divinità più idonea a capitanarla, grazie alle tue capacità di stratega. Perciò sei pregato di tenerti pronto ad assumerne il comando, restando già da adesso sul piede di guerra!»

«Grazie per la fiducia che mi avete accordata, eccelse divinità di Luxan! Dovete sapere che non vedo l'ora di liberare il divo Ukton dalla divinità negativa e di punire quel mostro di Katfur! Intendo fargliela pagare a caro prezzo al dio dell'infamia, se la cosa dipenderà esclusivamente da me e non sorgeranno fra noi due altri problemi disturbatori!»

«Ben detto, Iveon!» aveva approvato il dio Kron «Quando sarà il momento, dagliele di santa ragione anche da parte nostra a quel malandrino. Dovrai farlo pentire di tutto il male che sta recando al divo Ukton e dell'offesa che ci sta facendo subire con insolenza!»

Era stato allora che la dea della luce, essendo stata assalita proprio in quel momento da un dubbio, intervenendo sommessamente, ci aveva tenuto a puntualizzargli:

«Perché, eccelso Kron, hai definito l'incursione di Iveon una operazione segreta? Tutti sappiamo che essa non potrà sfuggire agli avvist dell'oculum, che ciascun kapius dell'Impero dell'Ottaedro tiene a sua disposizione! Vuoi spiegarmi meglio questo particolare, che continua a lasciarmi alquanto perplessa, mentre penso ad esso?»

«Ehi, bellissima Lux,» l'aveva rimproverata il dio Locus «metti forse in dubbio le affermazioni di mio fratello? Lasciatelo fare e vedrete! Kron sa come imbrogliare quelle magiche sfere che perlustrano lo spazio! Sono convinto che egli, ricorrendo a qualche sua trovata, durante l'incursione le renderà come se non esistessero!»

«Sarà proprio così, amica mia Lux!» le aveva confermato il dio Kron «Anzi, sai una cosa? L'espediente, che metterò in atto a tempo debito, mi fu ispirato precisamente tanto tempo fa dal qui presente tuo primogenito. Finalmente adesso, grazie a questa difficile missione nell'Impero dell'Ottaedro, avrò modo di sperimentarlo concretamente!»

Dopo aver risposto alla madre, egli si era rivolto al figlio e aveva aggiunto:

«A quel tempo, Neop, non fu necessario eseguire l'esperimento, a proposito di mio fratello, come mi avevi suggerito. Perciò ho sempre pensato ad esso, per cui attendevo il momento giusto di verificarlo fattivamente. Così ho deciso di metterlo in pratica per la prima volta in questa circostanza, essendo persuaso che si tratti di una cosa fattibile. Tra brevissimo tempo, comunque, ce ne accerteremo senza errori!»

«Adesso me ne ricordo, eminente Kron. A tale riguardo, sono convinto anch'io che il tuo esperimento darà i suoi ottimi frutti, essendo tu il dominatore del tempo! Perciò, da ora e fino a quel momento, possiamo solo scambiarci un "In bocca al lupo!", non potendosi fare altro, oltre a tale augurio, che fa parte della prassi comune.»

Di tutte le altre divinità presenti, nessuna era stata in grado di capirci un bel niente di quanto essi si erano detti. Ad ognuna di loro, però, era bastato apprendere che l'espediente, al quale si erano riferite le divinità Kron e Neop, avrebbe funzionato, contribuendo alla riuscita della loro impresa nell'Impero dell'Ottaedro e dando così una mano al dio dell'eroismo.