134-IL DIO VAULK INCONTRA I SUOI FRATELLI GERARK

Il divino Vaulk era giunto per primo su Pestuk, essendo più impaziente dei suoi fratelli di dare una svolta positiva al difficile caso del suo disavventurato secondogenito. Oramai la prigionia del figlio presso il dio negativo Katfur non gli dava pace. Specialmente dopo avere appreso dalla figlia che suo padre inveiva contro Ukton in modo crudele! Per questo non vedeva l'ora di liberarlo e di infliggere una punizione esemplare a colui che lo stava massacrando psichicamente. Quando infine vi avevano fatto scalo anche i gerark delle altre tre circoscrizioni, le quattro divinità plenipotenziarie si erano dirette insieme alla famosa Fortezza delle Decisioni.

Una volta che l'avevano raggiunta, esse si erano appartate nella sala ovale dei consessi. Ma soltanto dopo che si erano accomodati sulle rispettive poltrone, era toccato a Kavor aprire la seduta, essendo egli il presidente del prestigioso organo collegiale. Al dio dell'astuzia, infatti, in qualità di capo supremo dell'Impero del Tetraedro, spettava presiedere le riunioni che si avevano tra i quattro gerark dell'impero. Esse di solito erano periodiche; ma quando la circostanza lo richiedeva, potevano essere straordinarie, come lo era l'attuale. In tal caso, erano prive di un normale ordine del giorno.

Quando poi la seduta era stata aperta, il dio Kavor aveva domandato al fratello, che aveva richiesto con urgenza quella riunione:

«Vaulk, vuoi chiarirci il motivo che ti ha indotto ad incontrarci con impellenza su Pestuk? Per caso, hai forse avuto notizie di nostro nipote Ukton? Magari tu avessi da darci una nuova così bella! Noi tre ne saremmo oltremodo felici, come puoi immaginare! Avanti, raccontaci cosa hai da dirci su tuo figlio, informandoci se ci sono state novità su di lui!»

«Certo che ci sono state, Kavor! Vi ho chiesto questo incontro, appunto per comunicarvele e per discuterne congiuntamente. In riferimento a tali notizie, mi attendo da voi una solidarietà a oltranza, un sostegno morale e un saggio consiglio. Tutte e tre le cose mi necessitano in modo particolare, dopo gli avvenimenti che si sono verificati da poco tempo sopra Zupes. Essi non potevano che riguardare il mio Ukton!»

«Allora inizia pure a riferirci ogni cosa sul tuo secondogenito, Vaulk, poiché siamo qui ad ascoltarti con la massima attenzione! Solo dopo che avrai finito di parlarcene, potremo esprimerti le nostre impressioni in merito. Vedrai che, in segno della nostra solidarietà fraterna, non ti faremo mancare quei consigli che riterremo più confacenti al caso di tuo figlio! Potremmo mai rifiutarci di solidarizzare con te in questa difficile circostanza, la quale sta mettendo a dura prova l'intera tua famiglia? Per favore raccontaci tutto quello di cui sei venuto a conoscenza!»

«Ebbene, miei cari germani, Ukton si trova sul pianeta Luot ed è tenuto prigioniero dal dio negativo Katfur. Egli, che è una divinità maggiore, lo sottopone di continuo a sevizie psicologiche di ogni tipo. Fino a poco fa, l'infame dimorava con la propria famiglia sopra Elmud, un pianeta che non appartiene all'Impero dell'Ottaedro. Peccato che, durante tale periodo, non ne fossi venuto al corrente! Se allora lo avessi saputo, sarei subito corso a salvare mio figlio e a punire il dio dell'infamia!»

«Vuoi essere così gentile, Vaulk, da ragguagliaci su tale astro spento, palesandoci dove esso si colloca di preciso? Al momento, mi sfugge la sua esatta ubicazione in Kosmos e probabilmente non la ricordano neppure gli altri due nostri fratelli qui riuniti. Annuendo, essi mi stanno facendo capire che ho ragione a pensarla come ti ho fatto presente.»

«Elmud è situato nella galassia di Oreap ed orbita intorno alla stella Bolek. Ti rendi conto, fratello Kavor, che il mio secondogenito non era neppure tanto lontano da Zupes, almeno fino a poco tempo fa? Se in quel periodo ne fossi stato al corrente, il farabutto Katfur di sicuro non l'avrebbe passata liscia, poiché so io come sarei andato a conciarlo!»

Dopo che il dio del coraggio aveva fatto la sua precisazione sul pianeta in questione e sul dio negativo che stava abusando del figlio, era stata la volta del dio della tenacia ad intervenire nella conversazione. Egli, manifestando attraverso l'espressione del suo volto collera e rabbia, si era affrettato a chiedere al padre del divo Ukton:

«Come mai, Vaulk, non appena hai saputo che il tuo Ukton si trovava su Elmud, non sei corso immediatamente a liberarlo, visto che si trattava di superare da parte tua una distanza per niente eccessiva? Come anche tu hai asserito, non ti mancava mica l'ardimento per intraprendere un simile viaggio e condurre a buon fine l'operazione di salvataggio a favore di tuo figlio! Allora ci chiarisci, fratello, perché mai ti sei astenuto dal farlo con tempestività, essendo tuo dovere agire così?»

«È mai possibile, Ponkar, che osi pensare che io non abbia agito nel modo che hai detto? Invece mi sono precipitato all'istante sul pianeta dove il mio secondogenito era tenuto prigioniero. Solo che la iella ha voluto che, quando sono arrivato alla dimora di Katfur, egli si era già trasferito sul pianeta Luot, il quale si trova all'interno dell'Impero dell'Ottaedro. Naturalmente, aveva portato con sé anche mio figlio, per cui non potevo sconfinare e raggiungerlo fin laggiù di mia iniziativa, non essendo consentito ad un gerark prendere una simile decisione, senza consultarsi prima con gli altri suoi pari. Se si fosse trattato unicamente di una questione di coraggio, non avrei esitato a farlo; anzi, sarei stato un vero raggio stellare nel condurmi da lui. Invece, contro la mia volontà, sono stato obbligato a rinunciarci, poiché dovevo consigliarmi prima con voi tre! Perciò eccomi qua a chiedere il vostro consiglio!»

Dopo che il dio Vaulk si era giustificato in quella maniera con il fratello dio della tenacia, aveva fatto il suo intervento anche il dio dell'ingegno. Egli, considerandola di nessuna rilevanza, non aveva dato peso alla giustificazione del fratello. Invece aveva preferito cambiare argomento, domandandogli:

«Vaulk, possiamo apprendere da te chi ti aveva fatto tale soffiata, visto che nostro nipote si era allontanato come divinità latente e non lo si poteva intercettare in alcun modo? Se non erro, poco fa hai omesso di rivelarci chi era stato a metterti a conoscenza della prigionia di tuo figlio sopra Elmud. Ma sono convinto che si è trattato di una tua distrazione! Oppure tale omissione è stata voluta da te a ragion veduta?»

«Fratello Neop, se tu e gli altri fratelli ci tenete a saperlo, ho tralasciato di parlarvene intenzionalmente. Lo sai perché? Ho voluto evitare che la discussione dopo vertesse su un problema che non ci riguardava affatto. Inoltre, ero convinto che esso avrebbe creato fra di noi soltanto inconcludenti discrepanze e scombussolamenti ingiustificati. Così le une e gli altri ci avrebbero allontanati dall'obiettivo principale della riunione da me sollecitata. Il quale, al contrario, deve mirare a trovare un modo per liberare mio figlio Ukton dal suo torturatore e massacratore. Tutto il resto, a mio giudizio, deve essere considerato marginale!»

«La tua riservatezza, Vaulk, ha forse qualcosa a che vedere con l'entità negativa che abbiamo vista solcare lo spazio della tua circoscrizione, la quale è stata poi anche catturata da un tuo Pekad? Sarà stata senz'altro lei, dietro tua coercizione, a fornirti le notizie che adesso ci hai riferite su nostro nipote Ukton! Puoi forse negare un fatto così evidente ed innegabile, caro fratello? Non lo credo nel modo più assoluto!»

«Certo che non lo nego, Neop! Ma voglio prima precisare che la diva negativa non ha subito da parte mia né una cattura né un atto coercitivo, per il semplice fatto che ella è venuta di sua spontanea volontà a cercare me e mia moglie. La sua visita ha avuto un unico scopo, ossia quello di metterci al corrente della prigionia del nostro figliolo presso il suo genitore e della sua grave situazione! Questo è tutto quanto dovete sapere, in merito alla diva! Vi invito a non chiedermi altro.»

«Dici davvero, fratello?!» gli chiese sbigottito il dio Kavor «Ma ti sei reso conto di ciò che hai affermato qualche attimo fa?! Ti prego di essere più esplicito a questo proposito, riferendoci ogni cosa sulla divinità negativa che, come hai ammesso, è venuta a fare visita a te e alla tua consorte per riferirvi su Ukton! Per noi ha grande rilevanza apprendere da te chi ella è e che cosa effettivamente è venuta a parteciparvi. Perciò vogliamo che tu ce ne parli dettagliatamente, in modo che noi dopo possiamo esprimerti con oculatezza la nostra opinione su di lei!»

«Ho evitato di fare riferimento a lei, Kavor, per non allarmarvi ingiustificatamente, come appunto qui già sta succedendo! Anzi, constato che le mie precauzioni non sono servite a niente, per cui mi ritrovo a parlarvi di cose che non avrei mai voluto raccontarvi. Voi tre dovreste sapere che la questione più importante, in questo delicato momento, è l'ingiusta prigionia del mio Ukton! Perché volete tirare in ballo una questione che, per come la vedo io, non dovrebbe affatto interessarci?»

«Invece, Vaulk, ti sbagli. Lo so che, in una simile circostanza, la brama di liberare tuo figlio prima possibile ti acceca e non ti fa ragionare, come si conviene ad un gerark. Se ci rifletti appena un poco, ti renderai conto che le due cose non si possono scindere. Inoltre, ti prego di non mettere in forse la preoccupazione mia e quella degli altri tuoi fratelli per il nostro carissimo nipote, la cui liberazione ci sta a cuore nella tua stessa misura. In una evenienza del genere, come dovresti capire, gli affetti familiari vengono dopo l'applicazione del nostro Regolamento Imperiale. Prima di prendere una decisione, esso ci impone di valutare qualsiasi fatto oggettivo confacente alla situazione che ci ritroviamo a gestire in ogni istante e per ogni motivo! Per caso te n'eri dimenticato, fratello? Se fosse stato così, allora ho fatto bene a rammentartelo!»

«Non posso darti torto, Kavor. Ma per me è tutto così chiaro, che non riesco a trovarci niente di strano nell'intervento dell'entità negativa a favore di mio figlio. Ti garantisco che si tratta di una diva innamorata, la quale è impaziente di vedere liberato il suo amato divo. Ciò spiega anche perché ella si comporta come vi ho riferito, contrariamente a quella che è la sua natura! Ecco come stanno le cose!»

«Innamorata di chi, Vaulk?» gli aveva chiesto il dio della tenacia «Per favore, vuoi essere più esplicito in merito? Spero di aver capito male, non essendo possibile che dalla tua bocca siano uscite certe assurdità! A questo proposito, sono persuaso che pure gli altri miei fratelli la pensano come me, a guardare i loro sguardi stralunati!»

«Invece hai sentito e compreso benissimo, fratello Ponkar! Adesso mi rivolgo a te e agli altri nostri germani, pregandovi di ascoltarmi senza scandalizzarvi. La diva negativa ha deciso di aiutare il mio Ukton, per il semplice fatto che si è invaghita di lui. Secondo quanto ha affermato a me e alla mia consorte Gedal, ella viene riamata da mio figlio, il quale ha avuto perfino delle compenetrazioni con lei. Dopo queste mie rivelazioni, che non avrei mai voluto farvi, per favore non mettetevi a gridare allo scandalo, senza più pensare a salvare il mio povero secondogenito! Lo sapete che egli, in questo momento, ha bisogno del nostro aiuto!»

«Ehi, Vaulk,» lo aveva ripreso il dio dell'astuzia «noi non siamo abituati a scandalizzarci per fatti inesistenti! Ma ci limitiamo solo a gridare alla tua ingenuità, che non ci saremmo mai aspettata da te. Possibile che tu abbia preso per oro colato tutto quanto la diva è venuta a riferirti sul conto di nostro nipote? Neppure ti è balenato alla mente il più pallido sospetto che ella, mentre ti propinava le cose che ci hai fatto sapere, ti stesse mentendo e mirasse ad usarti per i suoi reconditi scopi, che tiene ancora celati? Puoi forse metterlo in dubbio, realisticamente parlando?»

«Perché avrei dovuto sospettare di lei, fratello Kavor, se era stato mio figlio ad inviarla da noi? Inoltre, sono convinto che Elesia, cioè la figlia del dio Katfur, è una diva sincera, la quale sul serio ama mio figlio e disdegna l'operato paterno. Ci ha pure confessato che ella si sente più una divinità positiva che negativa, per cui mi ha chiesto di aiutarla a disfarsi del suo emblema del male per poter vivere con le divinità benefiche. Se non fosse vero, non mi avrebbe mai spinto contro il padre, denunciandone le efferatezze psicologiche, che egli sistematicamente va effettuando sul mio Ukton! Alla mia richiesta, Elesia mi ha pure accompagnato alla propria abitazione, in quanto desiderosa di farmi liberare mio figlio e punire suo padre. Entrambe le cose, però, non ci sono state sul pianeta Elmud, soltanto per una sfavorevole coincidenza!»

«Guarda caso, Vaulk, il genitore della diva si era già defilato in tempo, portandosi via tuo figlio Ukton! Ciò non ti ha dato da pensare nemmeno un poco che sotto potesse esserci un immancabile inganno? Non ci posso assolutamente credere che tu ti sia fatto infinocchiare da una diva negativa. Me ne stupisco!»

«Non è stato, come affermi, Kavor! Invece si è trattato di una decisione paterna improvvisa; perciò la figlia non ha avuto alcuna connivenza nell'operato del padre. Inoltre, come la diva avrebbe potuto prevederla, se essa è stata presa ed attuata, mentre ella era in viaggio verso Zupes? Dopo la mancata liberazione, la poveretta ha ritenuto opportuno restare vicino al suo amato divo per i seguenti due motivi, che per lei erano importanti: primo, ella intende lenirgli amorevolmente le sofferenze che riceve dal padre; secondo, vuole tenermi al corrente di altri eventuali suoi spostamenti, nel caso che il genitore decidesse d'imporglieli. Vi è tutto manifesto adesso, miei diffidenti fratelli o intendete ancora rifiutarvi di accettare l'evidenza, per un vostro capriccio?»

«Non riesco a comprendere, fratello Vaulk, come tu abbia potuto credere alle fandonie della diva negativa, mostrando una faciloneria senza pari! A quanto pare, neanche ti sei preoccupato di cercare di capire quali fossero le reali intenzioni del suo abbindolamento! Per questo motivo, mi risulta difficile spiegarmi una simile tua leggerezza!»

«Kavor, non solo a me ella è apparsa sincera e leale, ma anche a mia moglie Gedal e a Volc, il soprintendente del kosmicon! Inoltre, dovete convincervi che solo grazie ad Elesia ora sappiamo dove si trova mio figlio e potremo continuare a seguirlo nella sua sventurata sorte. Dunque, volete rendervi conto che i fatti stanno come vi ho chiarito?»

«è probabile, Vaulk,» aveva insinuato il dio dell'ingegno «che la diva negativa fosse in combutta con il padre e con qualche altra divinità del suo stesso stampo, per cui perseguisse un recondito scopo, da stimarsi senz'altro perfido. Ma tu, senza pensare a un fatto del genere, ti sei lasciato convincere con facilità dal suo atteggiamento suadente ed ingannevole! Perciò è tempo che tu ci rifletta e ti dia a recitare il mea culpa!»

«Mi dici, Neop, a quale fine ella avrebbe dovuto mirare, se il mio Ukton è prigioniero di suo padre e noi siamo nell'impossibilità di liberarlo? Il dio dell'infamia e la figlia non possono sperare per niente di arrecare dei danni alla mia essenza, non essendoci nell'Impero dell'Ottaedro una divinità capace di competere con il potere che ci deriva dagli scettri degli eccelsi gemelli! Lo hai forse scordato, fratello diffidente?»

«Quanto affermi è indubbiamente vero, coraggioso Vaulk, e te ne devo dare atto!» approvò il dio Ponkar «Facendoci dono dei loro scettri, le due eccelse divinità ci hanno pure investiti di speciali poteri. I quali ci rendono inattaccabili da parte di qualunque divinità negativa esistente in Kosmos e di qualsiasi loro creatura mostruosa. Di tale realtà, dobbiamo essere senz'altro certi!»

«A meno che sotto non ci sia qualcos'altro, fratello Vaulk!» aveva aggiunto il dio dell'ingegno.

Egli non era andato oltre; ma aveva fatto seguire una breve pausa, con la quale aveva teso a nascondere una propria ipotesi. Anche se, realisticamente parlando, essa doveva essere scartata, in quanto del tutto improbabile.

«A meno cheā€¦? Vuoi dirci a cosa ti sei voluto riferire, fratello Neop? Non si inizia una frase, senza poi esprimerla per intero!» il dio del coraggio lo aveva invitato ad esternare i timori e i sospetti che erano sorti in lui «Perciò, dopo che l'hai cominciata e resa tronca, è tuo dovere completarla e farcela conoscere interamente!»

«Secondo me, Buziur potrebbe aver lasciato Tenebrun all'insaputa del dio del tempo e del dio dello spazio. Così adesso egli si troverebbe nell'Impero dell'Ottaedro, con l'intenzione di tenderci una trappola tramite il dio Katfur e sua figlia! Il nostro Vaulk sarebbe stato scelto per primo per portare a buon fine il suo diabolico disegno. Non pare anche a voi, fratelli, che una ipotesi del genere potrebbe essere reale, anche se anch'io tendo a scartarla a priori?»

«Invece, Neop, essa è da considerarsi irrealizzabile!» era intervenuto a contraddirlo decisamente il dio dell'astuzia «A Kron e a Locus un suo ingresso in Kosmos non sarebbe mai sfuggito, per cui ci avrebbero anche avvertiti del suo accesso al Regno della Materia e del Tempo. Gli autorevoli gemelli hanno ricevuto l'ordine dall'onnipotente Splendor di stare in guardia, affinché l'Imperatore delle Tenebre e la moglie Clostia non vi entrino mai. Ma poi chi ti assicura che egli possa qualcosa contro i nostri scettri, i quali sono dei prodotti delle due insuperabili divinità? Dunque, se da parte nostra devono esserci delle illazioni sul caso della diva Elesia, esse vanno formulate sulla base di altri contesti. Allora chi dei presenti ne ha qualcuno e vorrebbe anche esporcelo?»

«Al contrario,» il dio Vaulk si era opposto agli altri tre gerark «vi dico che le vostre congetture e supposizioni sono totalmente fuori luogo! La diva Elesia non è un'alleata del padre e non sta tramando né contro di me né contro qualunque altra divinità positiva. Ella, essendo sinceramente innamorata di mio figlio, si sta adoperando con tutte le proprie forze per vederlo al più presto liberato, senza essere più sottomesso alle turpi angherie paterne. Quindi, fratelli, vi prego di rendervene conto, una buona volta per sempre! Così smetteremo di perderci in chiacchiere inutili, dimenticando la sofferenza della quale continua ad essere vittima il povero mio figliolo!»

«Fratello Vaulk,» gli aveva proposto il dio dell'ingegno «se le nostre posizioni restano distanti per quanto riguarda la diva Elesia, c'è un solo modo per accorciarle. Si tratta di uno stratagemma che alla fine potrà avere due sbocchi: o spingerà noi ad avvicinarci a te oppure persuaderà te a pensarla come noi. In questo modo conosceremo la verità sulle reali intenzioni della diva negativa!»

«Se ho bene afferrato la tua idea, fratello Neop, vorresti mettere alla prova la diva Elesia. Vuoi spiegarmi in quale maniera? Comunque, siccome sono convinto che ella è pulita dentro, ti anticipo che sarà solamente tempo sprecato da parte nostra ricorrere a qualche artificio, con l'unica intenzione di smascherarla e di giudicarla!»

«Esatto, fratello! Al posto tuo, però, prima di criticarlo, aspetterei di conoscere il piano che intendo sottoporre al vaglio dei miei fratelli, te compreso. Dovresti invitare la diva a proporsi come tuo ostaggio, perché possa essere poi scambiata con tuo figlio presso il padre. Se ella accetterà, vorrà dire che noi abbiamo torto e tu hai ragione. In quel caso, ti prometto che ci scuseremo con te! Altrimenti ti convincerai che la tua fiducia in lei era del tutto immeritata. Vaulk, non consideri la mia proposta più che ragionevole, allo scopo di addivenire alla verità e di porre così termine per sempre al contenzioso che è venuto ad aprirsi tra di noi? Secondo me, esso non dovrebbe dispiacerti!»

«Certo che è così, fratello Neop! Solo un ingegno come il tuo poteva trovare per Elesia una prova davvero legittima, la quale la scagionerà oppure la inchioderà indubitabilmente, a seconda del risultato che produrrà. Perciò sono anch'io convinto che essa riuscirà a metterla in buona o in cattiva luce ai nostri occhi. Quindi, se pure gli altri nostri fratelli sono d'accordo con te, sono favorevole a sperimentare la tua intelligente trovata, prima di intraprendere contro l'infame dio negativo una forma di intervento complicata e compromettente per noi, che siamo i gerark dell'Impero del Tetraedro!»

«Anche io trovo ottima la proposta del nostro fratello maggiore;» aveva acconsentito il dio della tenacia «ma vedo che, nella nostra discussione, si sta tralasciando il nocciolo della questione, il quale è la liberazione di Ukton e non l'accertamento da parte nostra della sincerità della diva negativa. Supponiamo, putacaso, che Elesia non fosse sincera, per cui non accettasse la proposta di nostro fratello Vaulk, verremmo a perdere l'opportunità dello scambio ventilato da nostro fratello Neop e ci ritroveremmo al punto di partenza. Invece propongo di fare prima prigioniera la diva e poi costringere il padre a negoziare il rilascio della figlia mediante la liberazione del nostro Ukton. Perciò nostro fratello Vaulk dovrebbe invitare la dica negativa presso la sua dimora con una scusa qualsiasi, senza farle capire la propria intenzione di catturarla, con l'obiettivo di obbligare poi il suo genitore a scambiarla con nostro nipote. A mio avviso, questa è l'unica strada giusta da seguirsi nella nostra spinosa vicenda attuale!»

«No, fratello Ponkar,» lo aveva contraddetto il dio del coraggio «non me la sento di essere disonesto con la diva Elesia, ricorrendo a tali mezzi illeciti. Prima di convocarla nella mia dimora, ella dovrà conoscere il motivo per il quale la invito e come intendo usarla, al fine di liberare il suo amato Ukton. Sono convinto che ella accetterà senza esitazione e correrà a mettersi a mia disposizione per consentirmi di iniziare i negoziati presso suo padre. Ve lo garantisco!»

«Un importante particolare ci è sfuggito!» aveva aggiunto il divino Ponkar «Finora nessuno di noi si è chiesto come farà nostro fratello Vaulk a contattare la figlia di Katfur, se ella si trova nell'Impero dell'Ottaedro. Trovo ancora più strano il fatto che neppure lui se lo sia domandato! Perciò vuole egli rispondermi in merito per rassicurarci?»

«Perché avrei dovuto pensarci, Ponkar, se posso avvisare la diva Elesia, senza che ci sia bisogno di mandare da lei qualche mio messaggero? Perdonatemi, fratelli, se in precedenza ho dimenticato di farvi presente pure questo prodigioso espediente!»

«Dici davvero, Vaulk? Sai che mi stai facendo strabiliare con la tua affermazione? Anzi, vedo che hai sbalordito pure Kavor e Neop! Allora ci spieghi come farai ad avvisarla, senza che nessun tuo messaggero le rechi la tua proposta? Riguardo a tale faccenda, sono convinto che neppure Kron saprebbe riuscirci!»

«La questione non è semplice da spiegarsi, germani miei. Si tratta di un esperimento che mio figlio Ukton e l'amico Iovi avevano ideato ed attuato, prima che accadesse la disgrazia al mio secondogenito. I due divi, infatti, grazie ad esso, riuscivano a trasmettersi i pensieri telepaticamente, pur restando l'uno ad una distanza considerevole dall'altro. All'inizio anch'io non volevo crederci; ma poi Iovi e mio figlio Biok, dandomene una dimostrazione, mi hanno convinto che tale fenomeno è una realtà. Adesso sono Iovi ed Elesia a mettersi in comunicazione tra di loro per trasmettersi i vari messaggi.»

«Mi dici allora, Vaulk, perché il tuo Ukton e l'amico non si scambiano direttamente i messaggi, anziché ricorrere alla diva negativa per la trasmissione degli stessi?»

«Per il fatto che mio figlio si trova allo stato latente e la sua latenza non gli rende più possibile mettersi in comunicazione con il compagno Iovi mediante la telepatia. Adesso dovrebbe esserti chiaro anche quest'altro particolare, fratello Ponkar!»

«Ti ringraziamo, Vaulk, per averci consentito di imparare qualcosa, di cui non avevamo mai sentito parlare! Sono persuaso che neppure gli eccelsi gemelli conoscono un fenomeno simile, se non si sono mai presa la briga di rendercene partecipi!»

«Bene, fratelli,» aveva concluso il dio Kavor «dopo che egli ci ha anche riferito come contatterà la diva negativa, permettiamo a Vaulk di risolvere la faccenda a modo suo. Sinceramente parlando, quanto egli si propone è più consono al retto agire di noi divinità positive, abituate a vagliare ogni elemento, prima di passare all'azione. Quindi, in attesa dei futuri sviluppi della vicenda di nostro nipote, sciogliamo la seduta. Inoltre, ci ripromettiamo di rivederci ancora in questa sede, dopo che nostro fratello sarà in grado di trasmetterci gli ultimi sviluppi del caso Ukton. Dopo, valutandoli nella giusta considerazione, sapremo quale iniziativa prendere nei confronti della diva malefica. Per il momento, ci limiteremo a considerarla solamente bislacca!»

Era stato così che la riunione fra i quattro gerark aveva avuto termine e ognuno di loro, per proprio conto, si era avviato verso la rispettiva circoscrizione, desiderando trovarsi al più presto presso la consorte e i figli per poterli riabbracciare. Invece durante il lungo tragitto che lo riportava a Zupes, nella mente del dio Vaulk si erano andati addensando propositi ed interrogativi a non finire, per fortuna improntati al più roseo ottimismo. Infine anche egli aveva raggiunto il proprio pianeta natale, dove non vedeva l'ora di incontrarsi con l'amata consorte Gedal.