Lettera n. 91

Mio tenero amore,
perché mai ti rifiuti di farti amare da me nel modo che vorrei e di consentirmi di metterti al corrente di quanto la mia passione è immensa e piacevole? Se tu me lo permettessi, conosceresti i prodigi che essa è capace di operare nella tua vita tanto provata, la quale si presenta in questi giorni non particolarmente serena.

Perché mai, soave creatura, ti ostini a negarmi di stringerti tra le braccia e di baciare con ardore quelle tue vermiglie labbra, le quali riescono divinamente a donare un nettare gustoso a chi ha la grande fortuna di poterle unire alle proprie?

Perché mai, mia diletta, sei tanto restia a convincerti che, concedendoti al mio cuore, sarà per te come mettere le mani sul più favoloso dei tesori, essendo esso in grado di trasformare la tua esistenza in un'oasi stupenda di serenità?

Perché mai, sublime fanciulla, ti opponi energicamente a lasciarti guidare da me per gl'incantevoli sentieri che hanno come meta entrambe le nostre felicità, essendo essi diretti lì dove domina incontrastata quell'inebriante atmosfera che è capace di rendere magico ogni istante della nostra vita?

Invece ti esorto, gioia mia, a cambiare l'atteggiamento che hai deciso di assumere rigidamente nei miei confronti, al fine di permettermi di amarti appunto come il cuore mi detta. Se ti piegassi ai miei voleri, ti assicuro che ti accorgeresti ben presto di cosa avremmo noi due a godere nella restante nostra esistenza! Ripensaci, amore mio, e consenti alla tua vita di assaggiare il più gradevole dei piaceri che potrei darti!

Il tuo amore