Lettera n. 86

Amore mio stupendo,
adesso che sei lontana da me, sei diventata la mia ospite notturna, poiché sei l'assidua frequentatrice della mia camera. Nel silenzio della notte, mentre spazio cogitabondo nell'universo dei miei ricordi, sento il tuo sommesso respiro aleggiare intorno a me: ora tenue e pacato, ora forte e ansioso.

Ho la netta sensazione che un tuo tenero bacio sfiori prima la mia fronte, le mie guance e i miei occhi; poi si poggia ardente sulla mia avida bocca. Le tue labbra tumescenti sono carnose e vellutate, sono calde e sensuali, sono umide e impazienti di fondersi con le mie. Io non so tirarmi indietro, per cui assecondo la tua passione, la quale molto avidamente vuol rendersi appagata dei miei baci infuocati.

Nel cuore della notte, mi ti presenti proprio come una misteriosa donna maliarda e vieni a insidiarmi il sonno con i tuoi approcci amorosi che, da timidi e incerti quali sono all'inizio, man mano divengono più focosi e travolgenti. Avverto la tua presenza, ogniqualvolta ti avvicini al mio letto con passi felpati; però la intercetto di più, mentre t'infili in esso con grazia leggiadra e lo invadi, cominciando a estasiarmi piano piano nel buio con le tue effusioni procaci. Quando infine lasci la mia stanza con la stessa prudenza con cui ci sei entrata, continuo a percepirvi la tua divina ambrosia ancora per molto tempo.

Torna prima possibile, amore mio; così la tua presenza potrà deliziare concretamente le mie notti!

Il tuo amore