|
Lettera n. 68
Amore mio infermo,
senza alcun preavviso l'avverso destino ha voluto accanirsi contro di te proprio come un tiranno, per cui si è dato a strapazzare la tua vita, quasi fosse una tenera pianticella in balia della tempesta. Perciò si scatena intorno a te la natura impazzita: i venti si addensano ruglianti, le folgori si scagliano accecanti e sinistre. Né mancano i massicci nembi e i reboanti tuoni a manifestare minacciosi la loro ridda frenetica.
Da parte tua, fai fatica a difenderti da tantissima furia violenta, con la quale gl'insidiosi elementi della natura intendono arrecare con barbarie al tuo debole organismo gli effetti più rovinosi e catastrofici. Il guaio è che mi sento totalmente disarmato di fronte alla tua infermità, che ti sta distruggendo nel corpo e nello spirito, portandoti via quei gioiosi sorrisi in cui ti profondevi con la massima passione.
La tua anima è immersa nella tristezza più cupa, il tuo spirito è sprofondato in un atroce pessimismo, per cui il tuo cuore non riesce più a esprimermi le dolci carezze e i baci ardenti di una volta. Per la qual cosa, adesso mi ritrovo a piangere la tua sventura e la mia, l'una e l'altra permeate di esacerbante dolore. Così entrambe mi rendono inariditi sia l'intelletto sia l'estro, siccome essi hanno smesso di essere vividi e fecondi.
Il tuo stato infermo mi getta nella disperazione, oltre che procurarmi le pene più aspre e più laceranti; rende inoltre ogni istante della mia vita un vero tormento, offuscando in modo grave la mia mente disorientata. Per questo ti chiedo di guarire presto, dolce e caro amore mio, per non farmi stare sulle spine tanto tremendamente. Tu non sai quanto desidero che il mio cuore ritorni a essere incantato dal tuo amore esuberante! In questo modo potrò fare anch'io la medesima cosa con te, per ricominciare a estasiarci insieme della nostra passionalità sempre calda ed intensa. Essa solamente riesce ad addolcirci in modo meraviglioso l'intera esistenza!
Auguri di una celere guarigione, amore mio soave!
Il tuo amore
|