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Lettera n. 59
Amore mio carissimo,
ricordi la nostra prima notte d'amore con tutti i suoi sviluppi amorosi, la quale riuscì a trasformarci nei due esseri più beati del mondo? Già prima che l'alcova ci ospitasse compiaciuta, i nostri corpi fremevano; invece i nostri spiriti deliravano estasiati, in attesa che l'evento da noi a lungo agognato li portasse alla loro magica fusione. Quando poi ci ritrovammo avvinghiati l'uno all'altra, dentro di noi cominciarono a esplodere i nostri sensi. Essi già prima si mostravano in preda all'eccitazione e si sbizzarrivano caparbi, volendo raggiungere a qualsiasi costo il loro massimo godimento.
In quelle ore incantevoli, nessuna esitazione si permise d'intralciarci il cammino che ci conduceva all'importante esperienza, poiché in noi era forte lo sfrenato desiderio di giungere presto al sospirato atto finale. Da parte loro, i nostri baci s'intensificavano in quel nostro delirio di carnalità, siccome essi avevano come meta le varie parti del nostro corpo. Difatti bramavano tempestarle di carezze e suscitarvi quei fremiti che possono soltanto regalare infinite gradevoli sensazioni.
Infine, dopo che i nostri corpi fremebondi si furono fusi e i nostri bollenti spiriti si furono immedesimati, una pioggia interminabile di bellissime emozioni finì per impazzare tutt'intorno a noi. Nel contempo, la nostra carica passionale, incalzata dalla lussuria, divampava inarrestabile nel nostro intimo!
Rammentala anche tu, tesoro mio, quella dolce notte d'incanto e, se puoi, trai da essa il massimo piacere!
Il tuo amore
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