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Lettera n. 26
Mia creatura ingrata,
così alla fine mi hai costretto a licenziarti come mia musa ispiratrice, per cui mi rivolgerò a un'altra donna che sia davvero desiderosa di farmi da nuova Erato. Non c'è dubbio che mi hai molto deluso e hai tradito perfino la mia fiducia. Così facendo, sei venuta meno al tuo principale dovere, quello di accogliere assolutamente compiacente le bizzarrie più stravaganti che ti sarebbero provenute dal mio essere estroso.
Dietro tua esplicita richiesta, accettai che tu m'ispirassi, siccome mi aveva colpito il fervore con cui mi avevi implorato. Allora esso non dava adito ad alcun dubbio e mi dava la certezza che sempre mi avresti permesso ogni intrigante intraprendenza. Invece poi ti sei rivelata completamente ignara del fatto che, come una madre non può esimersi dall'accogliere i capricci del proprio figliolo con affetto e animo sereno; allo stesso modo, una musa non può mai rifiutarsi di assecondare l'estro del suo protetto, di qualsiasi natura esso si riveli. Ciò, specialmente quando, per intimi e arcani suoi propositi, possa giungerle da parte sua qualche incomprensibile offesa!
Il tuo ex amore
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