Lettera n. 14

Gioia del mio cuore,
sono bastati pochi giorni insieme con te e nelle grazie del tuo amore perché io diventassi l'uomo più beato del mondo! Chi mai potrà vantarsi di essere più felice di me? Nessuno, ti dico! Sono convinto che, quando staremo di nuovo insieme, tra di noi l'amore diventerà ancora più bello, più gustoso, più travolgente di prima. I nostri cuori palpiteranno ancora più fortemente, i nostri abbracci risulteranno più stretti e appassionati, i nostri baci saranno più ardenti e desiderati. Perciò ci attenderà tutto un amore nuovo, il quale ci farà assaporare una gioia assai più grande e più sentita. Lo credi pure tu, amore mio? Sono certo che la lontananza ci sta facendo desiderare con maggiore ardore, costringendo i nostri cuori frementi a bruciare di passione.

Da parte mia, se non ti penso spesso, avverto in me una grande agitazione, vengo privato dell'intera pace interiore, perdo l'equilibrio psichico e provo perfino la sensazione di essere in mezzo a un oceano tempestoso. Inoltre, i pensieri mi si accavallano spauriti nella mente, mentre il mio animo sembra che si vada immergendo in una massa informe e tenebrosa. Anche il mio spirito (sì, quello stesso spirito che tanto s'infiamma accanto a te!) si accascia in una malinconia amara e mortificante. Ecco cosa provo, mio prezioso gioiello, all'idea che potresti venire a mancarmi per sempre e che non potrei più trasmetterti l'amore che trabocca dal mio cuore e la folle passione di cui è preda il mio spirito. Per fortuna, adesso c'è il tuo volto che mi salva da così orribili allucinazioni, poiché esso sa infondermi uno stato d'animo sereno, giulivo, festoso; nonché m'intreccia il tempo che passa di dolci e soavi armonie.

O mia dolcissima, adesso che sto per deporre la penna, mi sento già venir meno di nuovo i sospiri della tua anima, i forti battiti del tuo cuore innamorato, l'ardore del tuo amore. Ogni cosa comincia a ridiventarmi desolata, squallida, priva di qualsiasi significato. Mi sembra quasi di trasferirmi in un deserto sconfinato, senza alcuna traccia di vita; ma che dà solo spettacoli di triste solitudine e di angoscia spaventosa. Dimmi, angelo mio: Hai tu un valido rimedio a tanto mio strazio? Sapresti tu guarirmi da tanto mio male, il quale mi abbatte l'anima, mi opprime lo spirito e mi distrugge il cuore? Già, dimenticavo che anche tu stai soffrendo del medesimo mio strazio e anche tu cerchi qualcuno che possa estirpartelo oppure lenirtelo! Non è forse così, amore mio? Sì, non può essere altrimenti!

Il guaio è che siamo stati vicini e ci siamo goduti troppo poco. Ecco perché la lontananza da te mi produce un turbamento più grande e una maggiore malinconia. Tutto è stato come un sogno improvviso e fugace! A volte mi chiedo se il nostro indimenticabile incontro non sia stato davvero tutto un sogno. Esclusivamente l'anello, che mi hai regalato e che porto all'anulare sinistro, mi dà la certezza che il nostro intenso amore dei giorni trascorsi insieme è stato frutto della realtà.

Il tuo amore