Il tempo è l'essenza invisibile dell'universo che vi si proietta all'infinito, inseguendo un futuro irraggiungibile. Quando crede di averlo raggiunto, esso si ritrova a vivere una realtà appartenente ad un presente, che sta già diventando passato. Quindi, non esiste una realtà che possa essere collocata nel futuro, a meno che non sia il nostro pensiero o un nostro desiderio a mettercela secondo le proprie esigenze. Comunque, lo scopo del tempo è quello di dare origine all'eternità, con tutta la sua valenza d'inesauribile fonte dell'essere nel suo fluire cosmico, senza poter essere intaccato dalla materia.

Nessuno dei nostri cinque sensi è capace di captarlo, mentre esso sovrasta ogni cosa ed ogni essere con la sua avanzata inarrestabile, registrandone le incessanti ed inavvertibili trasformazioni. I vari fatti e fenomeni del reale concreto diventano fotogrammi di un'unica sequenza temporale, che li va inglobando e proiettando verso nuovi cambiamenti. Essi attestano, allo stesso tempo, il loro divenire e il loro scadimento, i quali si vanno sfaldando in forme sempre più deteriorate e desuete.

Poter galoppare il tempo e ripercorrerlo a ritroso sarebbe come rivivere il nostro trascorso presente e rivisitarlo in tutti i suoi squarci esistenziali già con una loro conclusione. Ciascuno, perciò, risulterebbe intenso di vivi episodi pullulanti in seno alla psiche umana, oppure zeppo d'interventi operati dall'azione dei fenomeni naturali.

Insomma, significherebbe ritornare ad essere i noi stessi di una volta, divenendo nuovamente attori del nostro passato e programmatori del nostro futuro. In questo modo, l'uno e l'altro tempo ci riconsegnerebbero al nostro esistere che fu, il quale si dimostrò straordinariamente ricco di eventi e di opere, di cui noi risultammo gli artefici sia nella buona che nella cattiva sorte.


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