di Luigi Orabona

 

 

RICORDI

Cosa mi sta oggi succedendo,
se vedo la realtà sfuggirmi
e il fantasma di un esistere irreale
inizia pian piano a soggiogarmi,
fino a consegnarmi nelle grinfie
di una folla esagitata di ricordi?.

La mia mente soffre e vacilla
di fronte al prepotente passato
che non si lascia eludere da essa
e la costringe perciò suo malgrado
a rivivere dei momenti sofferti
che sanno solo carpirle la serenità.

Ricordando la mia infanzia,
che è ormai trascorsa da tempo
e mai riuscì a saziarsi di felicità
per essere vissuta quasi sempre
tra numerosi stenti e disagi,
mi avvedo che essa solo rare volte
mi regalò dei giorni beati,
poiché il suo principale obiettivo
fu quello di dosarmi con avarizia
sia quel pane da me desiderato
sia quell'appagante gioco vitale
che distraeva noi bambini
e ci faceva essere felici,
anche se in me ero convinto
che essi ci spettavano di diritto.

Né la mia adolescenza
andò incontro a vita migliore,
visto che da parte sua
dovette anch'essa affrontare
altri problemi ben più seri
i quali furono di natura
ideologica e coscienziale;
essi non smisero un solo attimo
di tormentare il mio essere
con le loro scudisciate
esulceranti e dolenti,
che mi privavano impietosi
della pace e del sonno.

Anche la mia giovinezza,
in un certo senso stravagante,
non poteva affatto vantarsi
di stare a vivere dei momenti
sereni e spensierati,
dal momento che essa assai presto
fu costretta ad imparare
l'odiosa arte di arrangiarsi,
se voleva in un certo qual modo
sopravvivere ai soprusi e ai ricatti.

Unicamente la mia età adulta,
divenuta accorta e smaliziata,
è stata in grado di avere la meglio
sulle nuove ingenti vicissitudini,
a cui è dovuta andare incontro
la mia vita travagliata;
per questo motivo, a tutt'oggi,
posso affermare con certezza
che sono riuscito ogni volta
a cavarmela in modo egregio,
nel tenerla validamente a freno
sotto il mio pieno controllo.