di Luigi Orabona

 

 

IN ATTESA CHE...

In attesa che io torni
nuovamente a sperare
senza più scetticismi
verso il mio prossimo
e che questa mia vita
triste e travagliata
riesca a tirarsi fuori
una volta per sempre
dal lutulento pantano
in cui si è ritrovata,
non posso che invitare
i tanti miei pensieri
a barcamenarsi decisi
tra le idee contrastanti
dell'odierna mia realtà
che si presenta vacillante,
facendo una certa fatica
ad appigliarsi per bene
ad affermate convinzioni
salde e definitive.

In attesa che questo
nostro mondo corrotto
venga ripulito con cura
dal suo marciume
e che la moralità ritorni
nella nostra società,
posso io soltanto
armarmi di pazienza,
oltre che di attesa
placida e fiduciosa,
per alleviare alla meglio
la grandissima pena
che dentro mi ruggisce
e si dà a fare strage
dello stanco mio animo,
che è divenuto oramai
intollerante al massimo
del lercio malcostume
che con strapotenza
dilaga tra la gente.

In attesa che il buonsenso
venga ancora a prevalere
nella mente di tutti
e che anche la ragione
riconquisti nell'uomo
il posto preminente
che giustamente le spetta
per naturale diritto,
mi resta soltanto
chiudermi in me stesso
e ricorrere al pari degli altri
a un esame di coscienza
per sapere se pure da me
sia l'uno che l'altro
riescono a ricevere
la dovuta considerazione;
in caso contrario,
occorrerà che almeno io
mi dedichi ad entrambi
con zelo e con eroismo.

In attesa che ovunque
un raggio d'amore
venga a far breccia
nei cuori delle persone
e, da duri come i sassi,
li trasformi alla fine
in organi sensibili
e palpitanti di affetto,
in modo che s'instauri
negli esseri umani
un rapporto di convivenza
compatto e duraturo,
impegno la mia mente
in migliaia di progetti
nei quali vengano
a trovare i primi posti
quelle che risultano
delle nobili virtù sociali,
come la sincera amicizia,
la generosità e l'altruismo.