di Luigi Orabona

 

 

IL BUIO

Molti sono gli adulti
che temono il buio,
oserei dire che esso
arrechi a tali persone
un terrore pazzesco
e palesemente ossessivo;
ecco perché giammai
le si vedrà rischiare
di tuffarvisi dentro
con grande coraggio.

A maggior ragione,
anche fra i bambini
lo vediamo scatenare
un panico da morire;
questo spiega il fatto
per cui essi lo temono
molto più degli orchi
e delle perfide streghe,
che pure immensamente
sanno farli tremare.

Non succedeva a me
la medesima cosa,
quando anch'io ero
un tenero virgulto,
poiché a quel tempo
ero spinto a sfidarlo,
proprio come se fosse
un autentico fantasma
molto meno pericoloso
di uno spauracchio.

Volendo essere sincero,
nella mia tenera età,
è sempre stato il buio
da me sempre ritenuto
il mio compagno
più caro e più fedele
perché esso per me
rappresentava l'ignoto,
ossia ciò che dovevo
ancora scoprire.

In quel tempo remoto
della mia infanzia,
dentro il mio animo
si presentava così grande
la passione per l'occulto
che senza esagerare
finiva per uguagliare
il mio desiderio di vivere,
siccome dell'esoterico
non mi sentivo mai pago.

Dove non potevano scrutare
i miei grandi occhi,
lì andava indagando
il fiero mio spirito;
per questo vi affondava
con tutta la sua ansia,
essendo esso assetato
d'indagine conoscitiva,
senza mai accusare
nessuna stanchezza.

Anzi, sempre lo scorgevo
molto attivo ed alacre,
mentre in compagnia
della mia vivida fantasia
se ne andava in ogni istante
sbizzarrendo con ardore
attraverso i sentieri
infiniti ed interessanti
della mia speculazione
rigorosa ed affascinante.