di Luigi Orabona

 

 

VIVERE IN LIBERTÀ

Senz'altro sono parecchi
i nostri modi di vivere,
per cui ogni persona
si è scelto quello proprio;
ma, a mio modesto parere,
mai ciascuno di essi
potrà certamente risultare
identico ad un altro,
non essendocene uno solo
con tutte le sfaccettature
che possono ritenersi
uguali a quelle di un altro,
visto che neppure una,
statisticamente parlando,
può collimare con qualcuna
di quelle degli altri.

Dunque, è proprio in base
alle diverse caratteristiche
che tendono a evidenziare
il singolo modo di vivere,
possiamo dividere la gente
in tanti gruppi differenti,
ciascuno dei quali obbliga
tutti i propri membri,
per il fatto che perseguono
i medesimi obiettivi,
ad assumere in società
lo stesso atteggiamento;
ma nessuno di loro
deve essere considerato
quello che più degli altri
ha le carte in regola.

Per questo ogni individuo,
nella più piena libertà,
segua lo stile di vita
che più gli si addice,
purché esso non interferisca
con quello altrui,
pur avendo il permesso
di criticarne le differenze;
altrimenti egli viene,
con il proprio agire errato,
a rappresentare la persona
che senza scrupoli
finisce per limitare
la legittima libertà di terzi.

Ciò deve, comunque,
essere ritenuto valido,
unicamente se il nostro
modo di vedere e di fare
è rispettoso di quello
che esprimono gli altri,
al quale assolutamente
non deve contrapporsi;
anzi, è buona norma,
da parte di tutti noi,
convivere con esso
con il dovuto rispetto,
evitando a tutti i costi
attriti e intolleranza.

Allora il mio consiglio
è che giammai fra di noi
venga a primeggiare
la cosa ritenuta peggiore,
cioè quella mirante
a una convivenza difficile
che mette in campo
conflittualità e insofferenza;
diversamente si attuerà
il risaputo principio,
secondo cui viene meno
la libertà di alcuni
laddove con la forza
s'impone quella degli altri.