di Luigi Orabona

 

 

FOBIE INFANTILI

Non so quanti anni effettivamente
potessi avere io a quel tempo,
quando cioè le più assurde fobie
saltarono fuori dal mio subconscio
e iniziarono a dare la mia mente
in pasto ad incubi assai terrificanti,
che venivano a visitarmi ogni notte.

Se la memoria non mi tradisce,
ero allora ai miei primi anni di vita,
siccome ricordo assai lucidamente
che frequentavo la scuola elementare,
un'età che mi è rimasta molto cara
per avermi fatto godere per prima
del prezioso tesoro dell'amicizia.

Durante le notturne mie visioni,
il mio io balzava fuori di me;
poi, senza direzione e senza meta,
si dava ai suoi tanti vagabondaggi,
i quali, travisando la mia realtà,
m'immettevano in certe situazioni
dal contenuto fosco e truculento.

Si trattava delle mie fobie infantili,
le quali, facendosi di continuo strada
attraverso l'intricato groviglio
della mia coscienza inesplorata,
tramite allucinazioni davano sfogo
ai vari ancestrali sensi di colpa
divenuti latenti nel mio io profondo.

Esse mi lasciavano ogni volta scioccato,
poiché ne ignoravo il senso e il motivo;
ma quando infine riuscii a liberarmene,
da tempo non ero più un bambino,
per cui in me era venuto a maturare
un modo nuovo di affrontare la vita,
la quale restava pur sempre un focolaio
di aspre lotte e di paure tremende.