di Luigi Orabona

 

 

INFAME DESTINO

Possibile che in pochi giorni,
senza un briciolo di pietà,
hai voluto tu, infame destino,
portarmi via quattro gatti,
condannandoli crudelmente
a una morte rapida e inesorabile?

Mi dici che fastidio essi ti davano
o quale loro azione innaturale
avevano i poveretti commessa,
per aver suscitato la tua collera
e averti reso d'indole furibonda,
facendoti inveire contro di loro,
quasi fossero degli esseri mostruosi?

Io non potrò mai comprendere
la barbarie del tuo gesto insano
che, oltre a troncare l'esistenza
a dei micetti amanti del gioco,
hanno catapultato la mia vita
in una pena davvero inconsolabile.

A causa tua, se lo vuoi sapere,
adesso piango la loro morte,
la quale per me si è trasformata
in un grande peso nell'animo
e in tanti pensieri acuminati
che punzecchiano senza sosta
la mia mente assai sconvolta.

Sono certo che non t'interesserà
apprendere che la tua ferocia
ha annientato i miei gattini,
mentre a me ha procurato
una sofferenza così immane
che mi priva di ogni serenità!