di Luigi Orabona

 

 

FORMA E SOSTANZA

È noto che quasi tutti gli esseri umani,
quando si dedicano a una loro attività,
si soffermano di più sull'atto formale
anziché sulla reale essenza delle cose;
s'interessano ossia più all'etichetta
che non al loro comportamento in sé.

Essi, per principio, non danno alcun peso
a quella che è la sostanza delle cose;
si mostrano schiavi del vuoto formalismo,
che oserei definire quasi maniacale.

Per questo il loro aspetto esteriore,
come pure le forme convenzionali,
sono i presupposti della loro condotta,
oltre che i problemi d'importanza capitale
della loro esistenza misera e travagliata.

Sul motto imprescindibile e inviolabile,
ossia cercare di apparire prima che essere,
fanno essi basare la totale loro vita,
né rinuncerebbero al loro modo di vivere,
in cambio di tutto l'oro del mondo.

Sebbene i formalisti siano a conoscenza
che è solo l'essenza di un atto o di una cosa
quella che conta e ha principalmente valore
e non il loro modo di presentarsi agli altri,
lo stesso preferiscono non tenerne conto.

Secondo gli stessi, diventa così più facile
mascherare la futilità del loro operato;
ma soprattutto si evita molto facilmente
che la pura inconsistenza dei loro prodotti
venga da altri notata e acremente criticata.

Invece gli uomini, che dimostrano di avere
un senso pratico in ogni cosa che fanno,
giammai si daranno a un vacuo formalismo,
riuscendo a perseguire sempre agevolmente
fini ben più consistenti e altamente nobili.

Perciò di continuo mirano alla concretezza,
badando prima di tutto al realismo dei fatti
siccome sono convinti che, agendo così,
un giorno la loro scelta concreta e realistica
in nessun caso li smentirà su qualche cosa,
ma procurerà loro la massima soddisfazione.