di Luigi Orabona

 

 

AFFETTI PERDUTI

Poi il tempo mi portò via
i parenti e gli amici migliori:
li vidi spegnersi l'uno dopo l'altro
e abbandonare il sacro universo
della mia sfera affettiva.

Scomparvero ai miei occhi
come disperate stelle cadenti
che alla loro volta celeste
venivano strappate con forza
dall'ineluttabile destino.

Da allora i loro astri assenti
smisero di rallegrarmi
e di largirmi il caldo affetto
che prima quasi ogni giorno
mi facevano giungere prezioso.

Rimasero invece al loro posto
dei gelidi vuoti senza vita,
dai quali potevo solo ricevere,
raccolte in due grandi teche,
angoscia e tristezza inaudite.

Ogni volta il mio animo
si era estinto con ciascuno di loro,
quando mi erano venuti meno
quel calore e quella gioia
che m'infondeva la sua esistenza.

Oggi il mesto loro ricordo
non può che ripropormi intatto
l'identico immenso dolore
che, al momento del loro trapasso,
infuriava in me implacabile!